La scorsa settimana è arrivata come una bomba la notizia (qui in inglese, qui la versione del Post) che Facebook nell’ultimo trimestre non ha aumentato il numero di utenti attivi nel mese, e anzi il numero di utenti attivi giornalieri è calato. Intendiamoci, il primo valore resta a 2,9 miliardi e il secondo è sceso da 1,930 miliardi a 1,929 miliardi. Ma la cosa è bastata per far perdere un quinto del valore alle azioni.
Considerando tutti i miei amici che hanno dovuto usare un secondo account perché il primo era stato temporaneamente bloccato, mi stupisce che gli utenti attivi mensili non siano cresciuti. Vorrei però raccontarvi del mio caso particolare. Come avevo scritto, dal 22 gennaio sono obbligato a settare l’autenticazione a due fattori per connettermi al sito zuckerberghiano. Bene, il mio ultimo accesso è stato il 21 gennaio. (ah: considerando che io non ho mai avuto Messenger e leggevo i messaggi solo da desktop, se qualcuno mi ha scritto lì non ne so nulla). È probabile che tra un paio di settimane mi connetterò, visto che purtroppo c’è gente che posso contattare solo da lì e visto che ho un libro che sta uscendo; ma posso anticipare che in queste due settimane sono sopravvissuto senza nessun problema. Insomma, non vedo nulla di strano nello stop all’uso di Facebook, anche i vecchi si saranno accorti che non ti dà chissà cosa. Non ho idea di cosa farà ora Zuckerberg, ma potrebbe essere divertente…

Non c’è dubbio: Spadaccini scrive molto bene. Lo si vede già dall’introduzione. E non mi lamento nemmeno più di tanto dei pezzettini riempitivi alla fine dei capitoletti – che nascono di solito come articoli indipendenti pubblicati in rete; secondo me non era necessario dare una parvenza di continuità perché sarebbe bastato parlare di storie, ma quella è una sua scelta di per sé innocua. Quello che invece non mi è piaciuto è il tentativo di mischiare una parte più descrittiva – le storie sui libri e sulle persone – con una parte più narrativa che dal mio punto di vista è completamente avulsa, come l’estratto del suo romanzo mai portato a compimento. (Parlare del suo rapporto con i libri ha invece senso nel contesto). Insomma il risultato è stato qualcosa che non è né carne né pesce.
Google, io capisco che tu mi voglia tanto bene da avvisarmi che «È stata rilevata la compromissione di una o più password salvate nel tuo Account Google». (non puoi sapere che quella è una password che non serve a nulla). Ma a questo punto non mi dici «da parte di un sito o un’app che utilizzi» ma mi dici anche quale sito. (Sicuramente c’è stato canva, ma quello lo sapevo già da solo visto lo spam che mi arriva). Altrimenti sei omertoso.