Dopo il successo di Matematica rock, Paolo Alessandrini torna con un altro ottimo testo. Se foste curiosi, le “bestie” del libro (Paolo Alessandrini, Bestiario matematico : Mostri e strane creature nel regno dei numeri, Hoepli 2021, pag. 224, € 10,99 (cartaceo € 14,90), ISBN 978-88-360-0529-1) sono i numeri, le forme e le strutture e ragionamenti matematici che sono stati man mano addomesticati o almeno ipnotizzati dai “matemaghi”. Lo stile di Alessandrini permette al lettore di non spaventarsi troppo di fronte a concetti che oggettivamente spesso sono contrari alla logica di tutti i giorni, e magari a scoprire che anche le cose che usiamo senza pensarci troppo, come lo zero e i numeri negativi, sono un grande risultato della mente umana che è stato poi distillato in modo da renderlo accettabile anche a chi di suo si limiterebbe a contare le pecore. Credo insomma che sia uno di quei libri che dovrebbero essere letti da chi non è avvezzo alla matematica: vedere le bestie rinchiuse in uno zoo, pardon in un libro, è molto più tranquillizzante che trovarsele davanti mentre si va in giro!
Chissà quali linee guida ho violato
Ho inviato come al solito una mia recensione di un libro (questa, naturalmente senza l’immagine iniziale e i dati bibliografici al suo interno) su Amazon. Non mi è stata approvata perché non è secondo le linee guida. Le linee guida le potete leggere qui: ditemi voi se c’è qualcosa di promozionale…
(poi a me cambia poco, quella recensione è più o meno ovunque)
Riletture della spesa
Quando qualche anno fa l’Esselunga introdusse il suo sistema “segnatevi voi i prodotti” avevamo provato a usarlo qualche volta. Il guaio è che eravamo un po’ imbranati, e le spese settimanali superano sempre i 300 euro, quindi le prime tre volte abbiamo sempre fatto qualche errore – una volta avevamo addirittura segnato un prodotto in più. Questo ovviamente è significato che siamo finiti nella lista dei “cattivi”, e quindi ogni volta eravamo fermati per la rilettura. Capirete che con spese così grandi il tempo perso a togliere e rimettere la merce dai sacchetti era molto maggiore di quello perso in coda.
Da qualche settimana però l’Esselunga piccina vicino a casa nostra ha inserito anch’essa i cosiddetti “PrestoSpesa”. A questo punto tutte le volte che mi capita di dover comprare solo una decina di cose io prendo il simpatico dispositivo e lo uso. Naturalmente arrivato alla cassa sono fermato per rilettura, cosa che faccio senza grandi problemi perché paradossalmente ci metto comunque meno che andando in coda alle casse automatiche. Cosa succederà ora? In teoria dopo un certo numero di riletture corrette dovrei passare tra i “buoni”. Ma se io avessi preparato l’algoritmo “rilettura”, non avrei applicato la massima evangelica dei talenti “sei stato fedele nel poco, ora ti darò potere su molto”. Stay tuned!
BikeMi “virtuali”
La grande differenza di un servizio di biciclette condivise come BikeMi rispetto a quelli “free floating” è che la bicicletta deve essere presa e restituita in una stazione e non lasciata dove capita. Dal mio punto di vista è un vantaggio, perché non ti trovi biciclette lasciate in mezzo a un marciapiede; ma a quanto pare per tanta gente non è così. Ecco così che BikeMi ha inventato le stazioni virtuali. Nel progetto pilota sono stati creati tre spazi virtuali davanti ad altrettanti istituti superiori milanesi; le biciclette abilitate al servizio – solo elettriche, e solo un quarto dell’attuale flotta elettrica – potranno essere sbloccate e bloccate con l’app, senza doverle agganciare.
Io capisco che costruire una stazione fisica richiede tempo e soldi, ma mi pare che una soluzione del genere sia destinata al fallimento. Innanzitutto il numero di bici disponibili è piccolo, e costringe ClearChannel a spostarle dove servono. Poi passi via Apulejo che è fuori dall’area coperta, ma le altre due stazioni virtuali sono circondate da stazioni fisiche. Del resto, ieri mattina alle 9:30 ho dato un’occhiata alla mappa e ho scoperto che in nessuna di esse c’era una bicicletta, nonostante questa dovrebbe essere l’ora in cui i supposti utenti sono a scuola e quindi hanno lasciato la bicicletta…
aNobii e i libri in inglese
Io non uso più da un pezzo aNobii come libreria virtuale preferita; mi limito ad aggiungere i commenti ai libri che ho letto, perché magari possono interessare a qualcuno che non ha voglia di leggerli sul mio blog – dove escono prima – o sugli altri siti.
La banale ragione per cui non lo uso è che quello che mi serve non funziona. Ma se scrivi solo commenti, mi direte! Certo. Ma per scrivere un commento il libro deve essere presente. Ora, io spesso leggo libri di nicchia che non sono presenti nella loro base dati, o magari lo sono in un altro formato. Con Goodreads o Librarything non c’è problema: me li aggiungo. Con aNobii occorre che un “librarian” accetti la richiesta che ho inserito. Con i libri in italiano non c’è problema: tempo un giorno o due al massimo li trovo. Quelli in inglese? Una storia completamente diversa. I librarian che trattano questi libri paiono essere uno o due al massimo, a giudicare dai risultati. Il 19 settembre ho fatto una richiesta per questo libro del mio amico ed ex collega Roberto Pieraccini: libro che come vedete è tranquillamente rintracciabile oltre che acquistabile (e che vi consiglio, tra l’altro). A oggi non c’è traccia di quel libro nella base dati di aNobii. Ovviamente se provo a reinserirlo mi viene detto che è già presente nella loro base dati.
E perché non contatto direttamente aNobii, continuerete a dirmi? Perché il problema è evidentemente strutturale, e quindi lo conosceranno benissimo. Ripeto: se volete sapere cosa penso dei libri che leggo, leggete direttamente qui…
Ma Eugenio Scalfari è malato?
Ammetto di non leggere da anni gli editoriali di Scalfari che Repubblica metteva sempre in prima pagina la domenica, probabilmente per qualche clausola secretata. Dopo un po’ non mi divertivo nemmeno più. Ma ieri, sfogliando distrattamente il quotidiano dai miei suoceri, mi sono accorto che la predica scalfariana non era in prima pagina. Ho poi cercato in rete, e mi pare che il suo ultimo articolo risalga al 30 luglio. E sabato è andato in tv il documentario su di lui girato dalle figlie, si è parlato tantisimo di lui ma non lo si è visto. D’accordo, è quasi centenario. Ma sono io che vivo fuori dal mondo oppure c’è un tacito accordo per far finta di nulla?
Quizzino della domenica: Gara scolastica
Elisa, Franca e Gina partecipano alla gara scolastica di primavera. Per ciascuna materia vengono dati A punti alla prima, B punti alla seconda e C punti alla terza, con A, B, C interi positivi distinti (in ordine decrescente, ovvio). Non ci sono mai stati pari merito.
I punteggi finali sono Elisa: 20 punti, Franca: 10 punti, Gina: 9 punti. Se Franca ha vinto la prova di aritmetica, chi è arrivata seconda nella prova di spelling?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p547.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Futility Closet; immagine da FreeSVG.org)
Storia e filosofia dell’analisi infinitesimale (libro)
Raccolta postuma delle lezioni tenute subito dopo la seconda guerra mondiale, questo libro (Ludovico Geymonat, Storia e filosofia dell’analisi infinitesimale, Bollati Boringhieri 2008, pag. 384, € 25, ISBN 9788833919478) rivela già dal titolo la sua natura duplice: non solo una storia del calcolo infinitesimale, dove tra l’altro Geymonat spinge molto sui predecessori di Newton e Leibniz per mostrare come le idee non nascono mai dal nulla, ma anche una sua filosofia, che credo sia la parte più interessante del testo. Per esempio, tornando a Newton e Leibniz, mostra come i due approcci siano nati in modo completamente diverso (e quindi implicitamente nega il plagio del primo da parte del secondo). La terza parte, anche se ancora con buoni spunti filosofici come quello della differenza tra continuo atomistico e continuo geometrico, tende a essere molto più tecnica. Probabilmente nel 1947-48 occorreva spingere molto sui teoremi legati alla teoria dell’infinito e a quella dell’integrazione, ma mi pare che questa sia la parte più invecchiata del testo. Ad ogni modo, un libro utile a chi ha studiato questi temi all’università, e vuole vederli in modo diverso.