Che Marina Berlusconi si faccia intervistare da Minzolini con la scusa dei dati di bilancio di Mondadori (buoni, a quanto pare) e si metta a parlare della guerra in Ucraina è sicuramente una notizia. Che affermi «Qui non possiamo che stare da una parte precisa: quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene, e contro un aggressore che in realtà ha dichiarato guerra a tutto l’Occidente, alla sua identità e alla sua cultura» è un’altra notizia. Poi è ovvio che l’anima imprenditrice non si smentisce, e aggiunga subito che «nessuno ha intenzione di censurare nessuno. Non dico il povero Dostoevskij, che peraltro Putin avrebbe già seppellito a vita in Siberia. Ma nemmeno i più insinuanti paladini delle ragioni degli invasori.», ed è sempre una figlia e quindi dica che suo padre «ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto.» anche e soprattutto riguardo a Putin.
Quello che mi chiedo, invero abbastanza oziosamente, è se l’intervista serva semplicemente a marcare il territorio, liberando da questo fardello il fratello Piersilvio che sarebbe stato molto più in imbarazzo – immagino che ci siano filoputiniani nei talk show Mediaset – oppure ci saranno anche delle ripercussioni pratiche: nulla di eccezionale, naturalmente, ma libri più schierati. Diciamo che mi aspetto quale sarà la risposta.


Nell’introduzione del libro si legge (traduzione mia) che è “un tentativo di avere racconti su base scientifica composti da scrittori di estrazione diversa, per esplorare un futuro che è diventato frammentato per colpa di un presente caotico”, e che questo obiettivo è raggiunto “combinando le predizioni di persone che non sono abitanti naturali del mondo della fantascienza, con scienziati o autori veterani che danno loro supporto”. Non sono certo che il risultato sia all’altezza delle aspettative. Uno dei guai è probabilmente il fatto che quasi tutti i racconti sono molto brevi, e non è affatto facile scrivere in quel modo; in effetti il racconto più lungo, Safe From Harm di Tim Maughan, è il migliore del gruppo. Altre storie interessanti sono Conjugal Frape di Jamie Watt, Biohacked & Begging di Stephen Oram, Anomaly in the Rhythm di Viraj Joshi, Brain Dump di Frances Gow, Trial by Combat di John Houlihan, ed EPILOGUE [citation needed] di Ken MacLeod (“Lo dimostri.” :-) ). Non credo sia un caso che tutti loro siano scrittori di fantascienza; certo, è la prova che stiamo parlando di narrativa di genere: ma è proprio per questo che sono loro a sapere come scriverla.