Nella mia libreria ci sono parecchie Garzantine. Ma l’unica che apro (anche relativamente spesso) è una sola: Italiano. Per me è la Bibbia: qualunque dubbio di grammatica avessi, andavo immediatamente a controllarlo sul Serianni.
La morte del grande linguista, investito mentre attraversava la strada, è una perdita per me incalcolabile. Nonostante io sia tendenzialmente un prescrittivista, e per esempio multerei tutti quelli che scrivono “qual è” con l’apostrofo, sotto sotto so bene che la lingua non funziona così: e lo so proprio grazie a Serianni, che ha unito il rigore grammaticale a un approccio descrittivista che si spingeva a cercare la causa che aveva portato a un certo costrutto. Soprattutto Serianni sapeva raccontare le cose senza tenere lontano la gente come fanno molti baroni. Ora sarà più difficile mantenere la nostra lingua in buona salute.
ciao ciao governo?
Una cosa è abbastanza chiara. Mario Draghi non vuole essere contraddetto: si deve fare come dice lui. Dire che entro la pausa estiva deve essere approvata la riforma delle concessioni dei taxi è un atto di guerra.
Quello che però non c’è è un’opposizione con il coraggio delle proprie azioni. Non c’è nulla di male a non votare la fiducia perché non si vuole l’uomo forte, anche se sentire dire una cosa del genere dalla destra italiana pare strano: ma in effetti se non è il tuo uomo forte la cosa ha senso. Però fa davvero ridere che non si voti contro ma si esca dall’aula (al Senato l’astensione sarebbe voto contrario), e soprattutto lo si faccia con la scusa che la mozione da approvare arriva da uno – il Pierferdi – eletto con la sinistra. La mozione in questione diceva infatti «Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva». Cosa ci sia di sinistra non lo vedo proprio…
Vabbè, andiamo a votare, prendiamoci Giorgina come PresConsMin e – chissà – Silvio come PresRep. Non penserete mica che Mattarella resti al Quirinale con un nuovo Parlamento?
Com’è difficile riciclare!
Vi sarete sicuramete accorti che ormai nelle confezioni non basta dire dove riciclare i vari pezzi ma anche di cosa sono fatti, con sigle più o meno comprensibili. Bene. Però c’è ancora qualche problema. Avete presente i laccetti per chiudere i sacchetti di plastica? ce ne sono di due tipi: quelli lunghi e stretti, e quelli più corti, larghi e rigidi. Io ho sempre buttato i laccetti nell’indifferenziato, pensando che non è così facile dividere la plastica esterna dal metallo interno. Però l’altra settimana nella confezione di pane morbido c’era scritto che il laccetto corto doveva essere messo nella plastica. Bene, dico io, comincerò a buttare quei laccetti nella plastica. Peccato che nella confezione di un altro produttore che sto usando adesso c’è scritto che il laccetto va nell’indifferenziata. Potete mettervi d’accordo?
Aggiornamento: Ecco le etichette incriminate. Come vedete, il materiale del laccetto è esattamente lo stesso: la sigla è C/FE92.
“La sua domanda di Assegno Unico è stata accolta”
Mi è appena arrivata dall’INPS un’email con questo titolo. L’assegno unico è quello che sostituisce gli assegni familiari, ed è erogato direttamente dall’INPS anziché dal datore di lavoro. Per i curiosi: la domanda l’ho fatta il 21 febbraio. Per gli ancora più curiosi: INPS mi sta già regolamente pagando questo assegno (50 euro al mese per figlio, insomma la loro paghetta…) da marzo. Mah.
Aggiornamento: un’ora dopo mi è arrivata una seconda mail identica. La cosa avrebbe potuto avere senso, avendo io due figli: peccato che il numero di protocollo sia identico :-)
Ennio Peres
Sapevo che Ennio non stava bene, ma non ho mai osato scrivergli per chiedere notizie (vabbè, qui conta anche la mia piemontesità). Ieri è morto, dopo un rapido aggravarsi delle sue condizioni.
Peres è stato tante cose, a parte il suo lavoro ufficiale (professore di matematica) prima di andare in pensione. Raccolse il testimone di Wutki da Giampaolo Dossena e lo portò avanti per decenni su Linus, prima che qualcuno decidesse che i giochi non stavano bene con i fumetti. Ma scrisse su Paese Sera, su Tuttolibri, su Sapere (il numero di maggio-giugno ha ancora un suo articolo…) e in mille altri posti, come potete vedere per esempio qui. Si definiva “giocologo” e pubblicò non so quanti libri non solo di giochi di tutti i tipi – dimenticavo: è stato anche un enigmista, sotto vari pseudonimi il più famoso dei quali è Mister Aster – ma anche di divulgazione matematica e scientifica in generale. Numerologo e anagrammologo di vaglia: ogni anno scriveva un componimento anagrammando le lettere dell’anno in arrivo: dal 2000 in poi, per ovviare alla mancanza di lettere sufficienti, partiva dalla frase “L’anno xxxx è arrivato. E poi c’era il cruciverba più difficile del mondo, che ogni estate faceva rompere la testa a un po’ di persone (non io, lo ammetto, non sono mai stato un fanatico dei rompicapo troppo rompicapo). Ennio, ci mancherai: mi mancheranno persino le tue battute :-)
Quizzino della domenica: Sempre tre cerchi
Se il quizzino della settimana passata vi è sembrato troppo complicato, potete provare con questo. I tre cerchi hanno lo stesso raggio, i due esterni sono tangenti e quello in mezzo passa per i centri degli altri due. Il rettangolo circoscritto ha area 128 cm². Quanto è lungo il segmento AB?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p595.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Paddy Moore, da Twitter.)
L’equazione della libertà (libro)
Leggendo questo libro, una cosa appare chiarissima sin dalle prime pagine: Carimali ama la matematica e ama insegnare. Il testo scorre infatti leggero – non preoccupatevi, non trovate formule se non come esempi posti qua e là come l’identità di Eulero e l’equazione di Dirac che non vengono certo dimostrate o anche solo spiegate, ma solo prese come esempi. L’altro punto che ho notato è l’ampio spazio dedicato alle interazioni con i suoi studenti. In questo caso devo però dire che ho dovuto usare molta suspension of disbelief nell’immaginare quei dialoghi: non che non ci possano essere discussioni di quel tipo in una scuola superiore, ma immagino che fossero molto più frammentate di quanto riportato qui.
Quello che però è il punto forte del libro secondo me è proprio la scelta di non mostrare le applicazioni pratiche della matematica ma lasciarle solo intuire, mantenendo la barra sulle persone, in questo caso gli studenti. Credo che sia un ottimo modo per contribuire a ridurre la paura della matematica di cui Carimali parla nelle prime pagine.
(Lorella Carimali, L’equazione della libertà : Nella matematica c’è la chiave per la rinascita, Rizzoli 2020, pag. 208, € 17, ISBN 9788817149556)
Voto: 4/5
Eugenio Scalfari
Beh, io mi ero già chiesto nove mesi fa se il Fondatore era malato, visto che non si leggevano più da un pezzo le sue omelie sulle edizioni domenicali di Repubblica. (Ok, forse avrei dovuto dire “non si vedevano”. Non che io le leggessi più da una vita).
Non mi importa se de mortuis nisi bonum: non entro nel merito dello Scalfari che pubblicò le informazioni sul piano Solo e divenne deputato per il PSI che lo aiutò a scampare alla denuncia di De Lorenzo, anche se immagino lui e Jannuzzi abbiano lavorato bene: ai tempi ero appena nato. Però ricordo bene i tempi in cui pontificava come direttore di Repubblica, e ricordo ancora meglio le “interviste” a papa Francesco dove faceva dire al povero Bergoglio quello che lui pensava fosse il papapensiero. Perché diciamocelo: il narcisismo di Barbapapà era davvero a livelli stratosferici. Me lo vedevo gongolante perché a Repubblica avevano intitolato “Eugenio” la font personalizzata… Insomma, forse un po’ di coccodrilli in meno avrebbero fatto bene all’italica casta dei giornalisti.