Domenica il mio amico Ugo mi scrive dicendo “ma oggi è la giornata mondiale dei Beatles! Lo dice Bing!” (Per la precisione, citava questo post, e il 25 giugno sarebbe stato scelto in quanto è l’anniversario della prima trasmissione in mondovisione, dove i Beatles cantarono All You Need Is Love). Io guardo Google e trovo che la Giornata mondiale dei Beatles sarebbe il 16 gennaio, ma soprattutto che «Questa data è stata approvata dall’UNESCO nel 2001». (Il 16 gennaio 1957 apriva i battenti il Cavern Club, dove però i Beatles non suonavano ancora per la banale ragione che non esistevano, oltre alla prosaica ragione che all’inizio al Cavern si faceva jazz).
La cosa mi puzzava troppo, e ho fatto un rapido controllo: ovviamente era una bufala partita nel 2012, ma l’Unesco non solo dovette smentirla su Twitter ma anche scriverne sulla sua newsletter. Ma poi perché ci vuole una giornata mondiale sui Beatles? Tutti i giorni vanno bene per ascoltarli!


Stavolta Anna e io siamo davvero arrivati al fotofinish: abbiamo infatti visitato la mostra su Stanislao Lepri, presso la 




Perché dopo tutte le minacce delle settimane passate Yevgeny Prigozhin se ne è andato dall’Ucraina e ha occupato (con la gioia dei locali…) Rostov? A parte
Il mio amico Paolo Artuso è un filosofo della scienza, anche se ha sempre fatto finta di nulla. Questo significa che sa comunque come muoversi nel campo scivoloso dell’argomentazione. Attenzione: questo non è un testo che vi insegna a vincere le discussioni con amici e nemici: il suo scopo è spiegare scientificamente cos’è un’argomentazione e quali sono le posizioni principali al riguardo, partendo da Platone e Aristotele e arrivando fino ai contemporanei. Dopo un capitolo introduttivo sulla logica si prende la strada della cosiddetta “logica informale”, che è alla base dell’argomentazione proprio perché si lascia perdere il metodo deduttivo e si usano tecniche che permettono di avere un margine di manovra. Si passa poi all’uso pratico del linguaggio, tra una descrizione delle principali figure retoriche e la “comunicazione con il non detto”, che generalmente non viene trattata ma è molto importante. Il libro termina con alcune divagazioni: la ricerca e l’uso delle fonti, l’argomentazione legale e scientifica, e la gestione dei bias. In definitiva un’ottima opera introduttiva, con in più una serie di esempi molto terra terra che faranno tirare un sospiro di sollievo a chi come me cerca di scappare non appena qualcuno pronuncia la parola “filosofia”.
La scorsa settimana sono andato a fare gli esami del sangue. La persona prima di me ci ha messo tredici minuti (non ho idea come mai), e quindi dopo un po’ ho cominciato a innervosirmi e camminare su e giù per il corridoio. Una giovane donna stava leggendo un libriccino che ho subito riconosciuto essere della collana della Oxford University Press “A Very Short Introduction”. A questo punto mi sono incuriosito e ho cercato di sbirciare quale volume fosse: credo che ce ne siano almeno un centinaio su tutti i temi. Alla fine ce l’ho fatta: era quello sulla fisica quantistica. Ok: c’è gente più strana di me :-)