Libertà contro liberazione

In realtà non c’è nulla di nuovo nelle parole del Presidente del Consiglio che vuole rinominare il 25 aprile Festa della libertà. Basta fare una ricerca in rete per vedere che negli ultimi anni, a partire da Berlusconi per andare ad Attilio Fontana o al presidente del consiglio regionale FVG Piero Mauro Zanin, il nome fa molta presa.

E lo credo bene. C’è una differenza enorme tra libertà e liberazione. La prima è uno stato di fatto, la seconda prevede un percorso, che nella fattispecie è stato quello contro nazisti e fascisti. Detto in altre parole, non ci sarebbe libertà se non ci fosse stata la liberazione. Le persone di cui sopra probabilmente lo sanno, ma sperano che chi li ascolta non lo sappia…

Ignazio La Russa, lavoratore indefesso

Stamattina presto il presidente del Senato sarà all’Altare della Patria, perché s’ha da fare (e comunque si depone una corona d’alloro al Milite Ignoto, che è un soldato della prima guerra mondiale). Ma poi sfrutterà il fatto che non deve andare a Palazzo Madama e correrà a commemorare il famoso antifascista ceco Jan Palach.

Già che c’era ha spiegato di essere stato frainteso, e che aveva detto che nella nostra Costituzione non c’è la parola “antifascismo”. Oggettivamente non c’è nemmeno la parola “fascismo”, ho appena controllato; né ci sono le parole “duce” e “paraculo”, mentre c’è “regime”. Ma sono ragionevolmente certo che La Russa sappia tutto questo, e le sue esternazioni servano solo a fare casino mentre lui ride sotto i baffetti.

OTP per il fascicolo sanitario: odissea burocratica

L’altra settimana mi sono chiesto dove avessi messo l’impegnativa per la visita oculistica di Jacopo, prevista per il 15 maggio. L’ho trovata quasi subito, ma a questo punto mi sono chiesto perché non la vedessi nel mio fascicolo sanitario elettronico, dove in fin dei conti vedo le sue vaccinazioni. Sfrucuglio un po’ nel sito e scopro che la vista di default da parte dei genitori è appunto limitata, e bisogna accedere al FSE con le loro credenziali. Ovviamente, essendo minorenni, non possono entrare via SPID: quindi Regione Lombardia, nella sua infinita saggezza, prevede che in questo unico caso sia possibile avere l’accesso con One Time Password, previa registrazione che si fa presso le ASST e le strutture mediche convenzionate.
Tentativo numero 1: scrivo la sera a contactcenter-siss@regione.lombardia.it. Il mattino dopo mi arriva una risposta che copincolla quanto scritto nella pagina web.
Tentativo numero 2: vado alla Casa di Comunità vicino a casa, dove in genere prenoto per Niguarda. L’impiegato mi fa “no, noi non facciamo più queste cose da quando hanno messo SPID. Provi ad andare direttamente a Niguarda.
Tentativo numero 3: telefono al centralino di Niguarda. Risposta secca: “non siamo noi a fare queste cose, vada in regione”. La cosa avrebbe un certo senso, visto che mi pareva di aver chiesto lì pin e puk per le tessere.
Tentativo numero 4: passato nel pomeriggio davanti allo Spazio Regione al Formigonio scopro che è aperto solo per appuntamento e solo al mattino; il mattino dopo provo un paio di volte a telefonare, e dopo alcuni squilli il sistema butta giù la linea.
Tentativo numero 4 bis: visto che a voce non ci riesco, scrivo a Spazio Regione. Ricevo risposta immediata: no, non siamo noi a gestire la cosa, deve andare all’ASSL.
Tentativo numero 5: scrivo all’URP. Anche qui risposta quasi subito: devo andare agli sportelli di scelta e revoca (?), e mi allegano i vari indirizzi degli URP delle singole aziende ospedaliere.
Tentativo numero 6: telefono all’URP di Niguarda. Confermano che devo sentire l’ufficio scelta e revoca, e mi lascia telefono ed email di quello di via Livigno che per me è il più comodo. Solo che l’orario di ufficio è 13:30-15:45
Tentativo numero 7: scrivo all’ufficio URP di via Livigno.
Tentativo numero 8: visto che a pranzo ero in piazzale Loreto, provo a passare in via Andrea Doria. Il tipo in reception mi dice “no, non è possibile per lei vedere il fascicolo sanitario di suo figlio, lo può vedere solo il medico”. (sì, gli avevo detto che i figli sono minorenni). Al mio sguardo stupito “ma io ho la patria potestà!” bofonchia “ah beh sì beh, aspetti mezz’ora che arriva la collega che forse ne sa di più”. Certo, virgola, certo.
Tentativo numero 7 (reprise): dall’URP, poco dopo le 13:30, mi arriva una mail “può darmi un contatto telefonico”? rispondo, ‘impiegata mi telefona, e mi dice che la prima data utile è … il 15 maggio. Come nella barzelletta del russo che chiede l’intervento di un muratore, replico “mattina o pomeriggio?” Per fortuna era il mattino, quindi non si sovrappone alla visita oculistica.

Mi sembra incredibile dover fare tutto questo giro, quando sarebbe bastato scrivere subito i numeri di telefoni per i contatti…

Quizzino della domenica: continua a restare primo

Nicola si è molto arrabbiato per aver perso il gioco con Marcella, e propone una rivincita. Le regole sono le stesse di prima: ci sono delle carte numerate da 1 a 7 e i due giocatori ne prendono alternativamente una con il vincolo che la somma di tutte le carte sia un numero primo. Stavolta però c’è un numero illimitato di copie di ciascuna carta. Marcella continua a giocare per prima: può vincere anche stavolta oppure no?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p640.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dai Giochi a squadre 2023 della Bocconi.)

Math Games with Bad Drawings (libro)

copertina Vabbè, Ben Orlin e i suoi disegni brutti non hanno bisogno di presentazioni. I giochi qui presenti (non sono davvero 75 1/4: alla fine c’è tutta la spiegazione di come è arrivato a quel numero) mi erano in parte noti ma generalmente sconosciuti: Orlin si muove nel sottile crinale tra non spiegare assolutamente le possibili strategie e dare troppe spiegazioni. La struttura secondo me è anche ottima, non tanto per la suddivisione in capitoli a seconda della matematica che sta dietro il gioco quanto per le variazioni indicate alla fine di ogni gioco e che spesso sono giochi dalla strategia completamente diversa. Ma soprattutto quella che mi è piaciuta è la parte “perché è importante” alla fine della spiegazione di ogni gioco. Spesso quando giochiamo non vogliamo farci tanti problemi: ma se uno è un matematico dentro, a volte i problemi sono più divertenti del gioco stesso, e sapere quali sono i temi matematici toccati può essere utile.
Ricordo che esiste anche la scatola con gli strumenti per giocare, se uno è un collezionista :-)

(Ben Orlin, Math Games with Bad Drawings : 75 1/4 Simple, Challenging, Go-Anywhere Games & And Why They Matter, Black Dog and Leventhal 2022, pag. 369, $28, ISBN 978-0-7624-9986-1 )
Voto: 5/5

CRA e new PLD: le nuove direttive UE sul software

Nell’assordante silenzio dei media, Parlamento e Commissione stanno promulgando il Cyber Resilience Act e un aggiornamento della Product Liability Directive. Fin qua tutto bene: la prima legge richiede ai fornitori di apparati digitali devono garantire la sicurezza dei prodotti che vendono per mezzo di test di vulnerabilità resi disponibili, mentre la seconda direttiva prevede che chi produce software sia responsabile per i danni causati dal prodotto. Il guaio è che come al solito le buone intenzioni sono messe nero su bianco senza pensare alle conseguenze.

Un’azienda che scrive software proprietario probabilmente avrà un innalzamento dei costi, ma si limiterà a fare delle polizze per premunirsi su questi possibili errori. Ma chi scriverà più software libero, con questa spada di Damocle? I primi a parlare di questo sono stati quelli della Python Software Foundation; ma per esempio anche i wikipediani europei hanno espresso le loro preocupazioni. Ma i problemi sono proprio alla fonte, come nota Andrea Monti. Monti nota come il software, sin dalla preistorica direttiva 250/1991, è qualificato giuridicamente come “opera letteraria”, perché quello che viene considerato è il codice sorgente. Passare a una tutela sul prodotto, cioè sul codice compilato, cambia completamente le carte in tavola, anche perché sorgente ed eseguibile sono due cose ben distinte.
Che succederà ora? Non è ancora chiaro. Il termine ultimo per le osservazioni è vicinissimo, il 26 aprile: la speranza è che almeno questa volta i legislatori riescano a trovare una quadra, sperando che non ci siano le solite lobby che remano contro.

Angoli ciechi assassini

Se le ricostruzioni di Repubblica e del Corriere sono corrette, la betoniera che ha investito e ucciso una ciclista in pieno centro di Milano le ha tagliato la strada. (in via Francesco Sforza c’è una sottospecie di pista ciclabile sulla destra). La cosa non mi stupisce. Mentre stamattina andavo in ufficio (a piedi, visto il rischio di pioggia) ho dovuto fare un salto indietro mentre stavo attraversando sulle strisce perché un’auto non si stava fermando, e mi sono trovato un autosnodato che mi ha tagliato la strada facendo una curva stretta a una velocità diciamo interessante. In nessuno dei casi c’era qualcosa che impediva di vedermi: sono stupido, ma non così stupido da buttarmi in mezzo alla strada senza considerare le possibili conseguenze.
Commento? nessuno. Tanto non cambierà nulla.

Sciacallaggio

la copertina di aktuelle Come sapete, io sparlo molto spesso dell’italica stampa, anche perché generalmente se lo merita. Ma in questo caso ci troviamo in Germania. Come riporta la BBC, il rotocalco die Aktuelle ha intitolato a tutta pagina “sensazionale! Michael Schumacher: la prima intervista!” Poi sotto in piccolo si legge “Es klingt täuschend echt”, che vuol dire più o meno “sembra ingannevolmente vera”. Cosa hanno fatto quelli di Aktuelle? Hanno chiesto a un’AI di tirare fuori il testo di una possibile intervista.
Una cosa del genere per quanto mi riguarda ha un solo nome: sciacallaggio.