Dropbox

Nell’attesa che Google tiri ufficialmente fuori il suo Google Drive, oppure per i paranoici-ma-non-troppo che preferiscono non usare troppi strumenti della Grande G ma non si preoccupano di mandare i loro file in giro per la rete, la migliore possibilità che ho finora trovato per condividere file è Dropbox (qui il referral col mio nome: se proprio volete provarlo tanto vale che lo facciate a nome mio, no?).
Entrati sul sito, si scarica il client per il proprio PC (windows / mac / linux) e lo si installa. A questo punto si hanno due GB di spazio sui server di dropbox, che verranno automaticamente condivisi con la cartella che avete scelto per il vostro PC. In pratica voi continuate a usare la vostra cartella normalmente: Dropbox si preoccuperà di sincronizzarla in background, e quando vi troverete su un altro dei vostri computer vi ritroverete (con un po’ di calma) tutti i vostri file. In ogni caso sarà sempre possibile accedere ad essi con l’interfaccia web, nel caso siate su una macchina che non è vostra. Come bonus, nel caso stiate editando dei documenti, vengono salvate le varie revisioni, e potete accedere a quelle precedenti l’ultima. Infine, esiste una directory condivisa per default con tutto il mondo, e una directory “photos” di cui confesso non aver capito esattamente lo scopo, a meno che non sia un invito a lasciare lì le foto, con quali vantaggi rispetto alle altre directory non saprei.
Il sistema è ancora perfettibile. Ad esempio lo spazio disco tende a riempirsi molto in fretta, visto che l’azione di cancellazione deve essere esplicita, e al momento non è possibile cancellare più di un file per volta. Inoltre, come dicevo prima, la velocità di sincronismo non è esattamente il massimo. Ma vi garantisco che già così è diventato il mio sistema favorito per portare i file da casa all’ufficio e viceversa, invece che andare avanti con la chiavetta USB!
PS: esiste anche una versione a pagamento: per 100 dollari l’anno, lo spazio a disposizione è di ben 50 GB.

Rubik’s TouchCube

A quanto leggo da passion for puzzles, quest’autunno Ernő Rubik uscirà con una nuova edizione del suo cubo. No, non Rubik’s 360. Proprio un cubo vero e proprio, solo che invece che girare ha le lucine tutto intorno, e se tu sfiori la faccia superiore con la mano lui “si gira”. Grande vantaggio per chi non è mai riuscito a rimettere il cubo in sesto se non smontandolo e rimontandolo: ci sarà la modalità “aiutino”, che te lo risolve passo-passo. Il tutto per la modica somma di 150 dollari.
Magari ci sarà anche qualcuno che se lo compra.

I gatti del mago – Passatempi matematici II (libro)

[copertina] La seconda parte della traduzione degli Amusements in Mathematics di Dudeney (Henry E. Dudeney, I gatti del mago – Passatempi matematici II [Amusements in Mathematics], RBA Italia 2009, pag. 254, € 9,99, trad. Angela Iorio) ha più o meno le stesse caratteristiche della prima, con qualche guaio in più.
La scelta di mettere i problemi dello stesso tipo uno vicino all’altro, se da un lato permette di vedere come una tecnica di soluzione si possa applicare alle varianti di un problema, dall’altra parte può rendere un po’ tediosa la lettura ordinata del libro. Inoltre ci sono vari punti, come ad esempio quello della Union Jack, in cui la traduzione è sbagliata e non permette di capire il problema: non bisogna disegnare tutta la figura, ma la maggior parte possibile.
Il libro resta comunque fondamentale per conoscere lo status della matematica ricreativa di cent’anni fa.

Social spamming / 2

Ne avevo parlato esattamente un anno fa; quando si dice il caso… Stavolta il network dove sono stato spammato è aNobii, e il perpetratore è tale Famularo Massimo, anche se a suo favore si può dire che un centinaio di libri nel suo scaffale li ha aggiunti quindi non è uno dei tipi mordi-e-fuggi.
Il punto è che che se io ho letto e commentato un libro su un certo argomento questo non significa che io sia interessato a sapere che qualcuno ha scritto un libro sullo stesso argomento e se l’è pubblicato su lulu.com. E questo vale persino per i libri di giochi matematici ;-) Se io sono interessato davvero a un certo tema, mi iscrivo (quindi vado in modalità pull, direbbero in ufficio) a una lista che parla di quel tema. Restando su aNobii, esistono i gruppi; se uno mi scrive avvisandomi dell’esistenza di un gruppo legato a un libro di cui ho parlato, non mi arrabbio certo anche se poi magari a quel gruppo non mi iscrivo.
Se invece mi scrivi così in privato, stai limitando la mia libertà. Poco, pochissimo, anche meno degli spammatori 419 per fare un esempio di mail indesiderate; ma lo fai comunque. E ora non venitemi a dire che stiamo subendo ben altre limitazioni, che lo so benissimo. Ma ritengo che in questo campo uno non abbia da dover scegliere, ma possa e debba trattare tutto allo stesso modo.

Telecom e il risparmio energetico / 2

Sulla nostra intranet c’è un articolo che racconta di come «Per prima volta negli ultimi sei anni nel 2008 i consumi di energia elettrica di Telecom Italia spa sono diminuiti rispetto a quelli dello scorso anno», il tutto «coinciso con un considerevole incremento impiantistico».
Per vostra curiosità, i consumi 2008 sono stati pari a 2117 GWh («che equivalgono al consumo annuale di un comune di 400.000 abitanti»), con un saldo netto negativo di 37 GWh dovuto a un incremento di 125 GWh dei consumi e un risparmio di 162 GWh per ottimizzazioni, compreso un impianto di trigenerazione che riscalda e raffredda insieme – non chiedetemi come. Sempre per curiosità, i consumi si suddividono in rete fissa (66%), uffici (15%), CED (10%) e rete mobile (9%), e solo Trenitalia consuma più di Telecom.
Perché ho scritto tutto questo? Semplicemente perché ogni tanto è utile avere dei numeri di riferimento. Che poi le vere ragioni siano quelle indicate da Telecom, non lo posso sapere :-)

l’apostrofo

Oggi Stefano Bartezzaghi scrive su Repubblica a proposito degli apostrofi. Si può leggere delle due associazioni inglesi al riguardo: l’AAAA Association for the Annihilation of the Aberrant Apostrophe – non sono riuscito a capire se Keith Waterhouse, il suo fondatore e presidente a vita, l’abbia mai effettivamente creata o ne parli solamente; e l’APS, Apostrophe Protection Society. Almeno in Gran Bretagna, l’abuso degli apostrofi ha persino un nome: l’apostrofo del fruttivendolo (greengrocer’s apostrophe), visto che sembra che quella categoria ami molto usarli.
Stefano continua poi parlando della triste sorte dell’apostrofo nell’italiano; usato a sproposito (*qual’è, *c’è n’è), dimenticato (“*non centra nulla”, che si può solo dire quando uno non riesce a colpire un bersaglio) o molto più spesso sostituito da un accento (*pò per po’, per non parlare degli imperativi di’, fa’, sta’). È anche vero che soprattutto in legalese è facile vederlo perso del tutto: ormai si scrive “una istanza” e non “un’istanza”. C’è però un punto sul quale non sono d’accordo con lui: secondo me, si possono tranquillamente apostrofare “ci hai sonno?” e “ci avevo fame”. È infatti vero che scrivere “c’hai sonno?” e “c’avevo fame” va contro l’italiano standard che abbiamo studiato a scuola, ma è anche vero che neppure quelle forme sono italiano standard, ma modi colloquiali; e allora perché non scriverli anche, in maniera colloquiale? Voi che ne pensate?

e quegl’infami sorrisero

Il problema non è nemmeno tanto Berlusconi. Lui è davvero convinto di essere un tipo spiritoso, come nell’esempio della battuta fatta mercoledì scorso. Se non vi fidate dell’Unità, potete leggerlo dai comunistoni del Corsera; o se proprio siete dei malfidenti, guardatevi il video, courtesy of Alessandro Robecchi. Per i pigri, ecco la trascrizione della frase: «Di me hanno detto di tutto i signori della sinistra: che sono come quel dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi aprivano lo sportello, gli davano il pallone e gli dicevano “c’è una bella giornata fuori, andate dicevano un po’ a giocare”. Che fa ridere, però è drammatico». Naturalmente, nessuno in Italia ha mai paragonato Berlusconi a Videla, ma visto che il tempo medio di ritenzione mnemonico dell’italiano medio è intorno ai quarantasette secondi la cosa è passata in secondo piano.
Il problema inizia già ad essere la nota governativa ufficiale. A Palazzo Chigi evidentemente si pensa che non solo l’Italia, ma l’universo intero sia composto da Komunisti. Immagino la gioia di Bernabè che già ha i suoi bei guai politici con Telecom Argentina senza che quelli là si vedano tacciare di «Un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione».
Ma il vero problema, almeno secondo me, è un altro. Andate a guardare il video. La gente ride alla frase del PresConsMin. Il regimicchio non lo fa il Capo; lo fa la gggente.
Aggiornamento: (11:45) Come potete leggere nei commenti, mi sono sbagliato. Di Pietro aveva paragonato Berlusconi a Videla. Potrei cavarmela dicendo che definire Tonino “di sinistra”, quella è davvero una battuta: ma sarebbe scorretto da parte mia. Mi sa che ci meritiamo non solo questo governo, ma anche questa opposizione.

investimenti

Da un lancio Ansa:
«Lottomatica investe nel web 2.0 con il supporto di Neo Network, societa’ del Gruppo Magnolia.». E va bene, una marchetta in questo periodo di crisi non la si nega a nessuno.
«Punta per il 2009 sulla comunicazione in stile 2.0 per il sito di gioco online, www.better.it.» E va bene, il numero 2.0 è tanto di moda e non è per il momento sotto copyright.
«Lo scrive la societa’ in una nota asserendo che i canali scelti per aumentare il livello di conoscenza sui 3 giochi di punta online, Poker Club, Better Scommesse e Fantacalcio Skill, sono i social network del momento tra cui Facebook, You Tube, Wikipedia (grassetto mio).
Poi uno si domanda perché tutti siano convinti di avere un diritto divino di essere su wikipedia. Tanto è aggratis.