A volte qualcuno si chiede perché mai continuiamo a far studiare geometria euclidea a scuola, quando ci sono così tante altre parti della matematica che vengono tralasciate. (Occhei, altri dicono semplicemente “perché bisogna studiare così tanta matematica?”, ma lasciamo perdere). Una risposta la si può trovare in questo volume della collana Matematica. Rocco Dedda è un insegnante, oltre che uno youtuber; quindi sa e riesce a far capire come la geometria euclidea sia una specie di playground. Il metodo assiomatico-deduttivo degli Elementi non è qualcosa che ci viene naturale: non lo era neppure per Sherlock Holmes, che deduceva sì ma non assiomatizzava. Lavorare con le semplici figure geometriche ci permette di farci la mano e capire la sua potenza: il capitolo finale sulle “altre geometrie” (non solo quelle non euclidee, ma per esempio la geometria del taxi) è se volete una prova del nove che permette di comprendere l’importanza degli assiomi nella costruzione di una struttura deduttiva.
Anche i miei giochi matematici sono basati sulla geometria: troverete infine nel volume anche la biografia di Blaise Pascal a cura di Sara Zucchini: Pascal è fondamentalmente stato un matematico che poi si è dato alla teologia, e oggi viene anche visto come filosofo.
Rocco Dedda, Matematica – Lezione 6: La geometria piana, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale


Non mi lamento più di tanto di dover spendere 99 centesimi per un ebook di 13 pagine, o se preferite 19362 battute. Però mi lamento del fatto che questo è un capitolo estratto da un libro (Val più la pratica), e per saperlo ho dovuto aprire questo libretto. Se il testo fosse stato scritto ex novo gli avrei dato il massimo dei voti, perché lo stile di De Benedetti è spumeggiante – pensate ai neo-crusc… – e il contenuto assolutamente condivisibile. In contrapposizione per l’appunto ai cosiddetti neo-crusc che sono più realisti del re, De Benedetti nota innanzitutto che il congiuntivo non se la passa poi troppo male, nonostante molti attacchi; ma soprattutto che non è che si possa credere che esso sia sempre l’unica risposta possibile. In altri termini: è uno strumento dei tanti che abbiamo per comunicare e quindi dobbiamo imparare a usarlo quando serve e lasciarlo da parte negli altri momenti.
I Beatles si sono formati nelle lunghissime sessioni di Amburgo, dove toccava loro supnare per ore consecutivamente. Questo significava allungare a dismisura i brani, manco facessero jam session jazz; ma significava cercare tutti i nuovi brani americani sconosciuti e riarrangiarli per la loro formazione, che per esempio prevedeva cori maschili che non erano di moda (tanto che spesso pigliavano brani Motown per gruppi femminili: pensate a Please Mr Postman, per esempio, o addirittura Boys a cui non hanno nemmeno cambiato il testo).
Ieri avevo mostrato una successione generata con regole molto semplici che tendeva al valore pi greco. Spero che i miei ventun lettori, o almeno quelli di loro che hanno una formazione matematica, abbiano capito che era uno scherzo. Le successioni delle due colonne sono di tipo Fibonacci, visto che ogni numero è la somma dei due precedenti. Questo significa che il rapporto tra due numeri successivi in ogni colonna tende al valore aureo φ; le due colonne sono successioni di Fibonacci, la seconda scalata di un fattore 5 e la prima scalata di un fattore 6 e senza i primi due termini. Ciò significa che il rapporto tra le due successioni tenderà a 6/5 φ² (il bello del rapporto aureo è anche questo!)