In un paesino della bergamasca il parroco si trova senza ministri straordinari per la Comunione e la fa dare alla chierichetta. La faccenda è così grave che dalla curia il vicario generale e l’ufficio liturgico «hanno esortato il parroco a non ripetere più questo comportamento».
Uno potrebbe chiedersi “embè?” e lo capirei perfettamente. Quello che non capisco è perché l’Ansa si sia scomodata a fare un lancio di agenzia. O forse è più chiaro leggendo il blog messainlatino (che già dal nome lascia trasparire il suo orientamento), oppure l’intervista al parroco fatta dalla Nuova Bussola Quotidiana (e nella quale tra l’altro il parroco afferma “«[dalla curia] Mi hanno detto di non farlo più per non scandalizzare altri», il che è già diverso)
La mia sommessa ipotesi è che se a distribuire la comunione fosse stato un chierichetto maschio non si sarebbe saputo nulla, e che le mail di protesta al vescovo siano state di persone che manco sanno dove sia Ossanesga. (Non che io lo sappia, ma io non protesto). D’altra parte il codice di diritto canonico (can. 230, §3) recita
Ove lo suggerisca la necessità della Chiesa, in mancanza di ministri, anche i laici, pur senza essere lettori o accoliti, possono supplire alcuni dei loro uffici, cioè esercitare il ministero della parola, presiedere alle preghiere liturgiche, amministrare il battesimo e distribuire la sacra Comunione, secondo le disposizioni del diritto.
La ragazzina mi pare piccola, ma questo non significa che non abbia preso la cosa estremamente sul serio; presumo che avesse comunque già fatto la Prima Comunione, perché altrimenti qualche problemuccio in effetti ci sarebbe. Ma si sa, pontificare è sempre facile.