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matematto non praticante

Percentuali e PIL

Oggi al Sole-24 Ore è stata pubblicata questa infografica, che io ho prontamente salvato. (Ora l’articolo è stato corretto, ma dalla sua URL si può ancora intuire la genesi iniziale).

Il grafico di quell’articolo mostra come è aumentato il debito pubblico dei PIGS (stranamente senza l’Irlanda) e per confronto quello di Germania e Francia a partire dal 2007, cioè prima della crisi. Si può vedere come l’Italia non ha poi fatto troppo male: risulta messa un po’ meglio della Francia e un po’ peggio della Germania, soprattutto a causa degli ultimi tre anni, ma molto meglio degli altri malati economici europei. Peccato che appunto quell’infografica mostra l’incremento del debito e non il rapporto debito/PIL, come invece era scritto nel titolo iniziale («Debito pubblico in Europa. Italia al 133,20% del Pil, peggiore la Francia con 149,38%») e corretto in corsa («Debito pubblico in Europa: la corsa di Spagna, Portogallo e Grecia.»). Addirittura nell’articolo originale si affermava che «Il debito italiano, infatti, dai 133,20 punti percentuali sul Pil del 2015», cioè il numeretto che hanno visto nel grafico (il vero valore è 12,8%). Il nostro grande problema è appunto che partiamo da un debito altissimo, e quindi anche un incremento percentuale ridotto porta gravi danni, mentre per esempio la Spagna nel 2007 aveva un rapporto deficit/PIL molto basso (il 34%) e ha potuto così permettersi una crescita percentuale enorme.

Ho due domande, una ai miei lettori e una invece retorica. Qualcuno ha copia dell’articolo apparso sulla versione cartacea del Sole-24 Ore, per capire chi è stato a fare quello svarione? E come è possibile che il maggior quotidiano economico italiano riesca a pubblicare qualcosa del genere, proprio sul loro campo? Non hanno nessuno che legga quello che viene scritto?

Aggiornamento: nel corpo dell’articolo avevo erroneamente scritto “deficit” al posto di “debito”.

And another one bites the dust

copy Come potete vedere dall’immagine qui a fianco, copy.com terminerà di esistere il prossimo primo maggio: non solo per gli utenti che usavano un piano gratuito come me, ma anche per quelli che pagavano per il servizio (e a cui verrà rimborsata la quota parte non usata). Immagino che il problema sia il solito: l’hosting di file costa, e non è facile trovare fondi. Al momento resistono solo i grandissimi player, come Google, Dropbox e Box.com: persino OneDrive di Microsoft ha ridotto lo spazio lasciato a disposizione gratuitamente.

Io usavo copy.com per tenere le mie foto, e mi sa che le sposterò (senza troppa voglia) su Google Immagini, soprattutto se riuscirò a capire come farlo sul mio account secondario (quello primario è pieno di mail e file…). Qualcuno conosce altri siti che offrano generosamente spazio disco, pur sapendo the TNSTAAFL?

Opportunity

Tra venerdì e sabato mi sono arrivate due mail il cui titolo recitava “Your professional contact XY invites you…”. L’invito era a fare parte dell’Opportunity network (notate come il nome del sito non abbia la seconda o). Secondo le mail,

Use Opportunity to discover sales leads and job opportunities or to network with the exact types of people you would like to meet based on interests, age, gender and more.

Già venti milioni di professionisti sarebbero iscritti a questo social network. Ora, io già non sopporto Linkedin che per quanto mi riguarda è un generatore di spam e clickbait. Perché mai dovrei impelagarmi in un altro di quei siti?

lo 0,1% di 60 mamme

(Tanto per dire quanto sono attento: questo post è rimasto per tre settimane come draft, me ne sono accorto solo ora)
Barbara mi segnala questo articolo di D – Repubblica, che mette giustamente in guardia le mamme dal voler mangiare troppo poco in gravidanza. C’è sempre un giusto mezzo. Il guaio dell’articolo è un altro però: la frase qui sotto.

il Norwegian Mother and Child Cohort Study, che ha monitorato dal ’99 al 2008 una sessantina di mamme, parla di un 5% di sofferenti, nello specifico 0,2% bulimiche, 4,8% ammalate di binge eating e 0,1% di purging disorder.

Barbara si chiede quant’è lo 0,1% di 60 mamme, e io le ho risposto “Semplice: un sedicesimo di mamma. Gli è che c’è stata una singola mamma a cui il purging disorder capitava per un’ora e mezza al giorno, e quindi hanno considerato la quota parte. Uno e mezzo diviso ventiquattro fa esattamente un sedicesimo”.

Elisabetta Muritti, l’autrice dell’articolo, avrebbe potuto fare una rapida ricerca con la stringa “Norwegian Mother and Child Cohort Study”, trovare questo articolo e scoprire che le mamme monitorate sono state 90.000, e quindi il purging disorder è capitato a un centinaio di persone. Ma il punto peggiore per me è un altro. Come fai a non accorgerti che anche in un paese poco popolato come la Norvegia un campione di 60 mamme è ridicolo, visto che la maternità non è poi una patologia così rara? Cos’è: quando vedi dei numeri il cervello si obnubila immediatamente? Il guaio è sempre questo: persino l’aritmetica elementare viene vista come qualcosa di magico che non deve assolutamente essere non dico compreso ma neppure toccato.

Tecla Dozio

Incontrai per la prima volta Tecla Dozio all’inizio degli anni ’90. Il Web non esisteva, Internet c’era ma solo per pochi intimi e sicuramente non per fare e-commerce, e acquistare libri che non fossero bestseller o scolastici – e magari, Dio non voglia, addirittura non in italiano! – non era mica così facile. Io e un gruppetto di amici fidonettari avevamo l’abitudine di fare un ritrovo annuale a Milano in giro per librerie: uno dei nostri passaggi obbligati era la libreria del giallo (la Sherlockiana) in piazza san Nazaro in Brolo. Non che fossimo amanti dei gialli, ma Tecla aveva un’ottima sezione di fantascienza e da ottima libraia qual era sapeva anche darci delle buone dritte.
Quando poi mi trasferii a Milano scoprii che avevamo un amico comune, Aldo Spinelli: mi capitò quindi qualche volta di trovarci negli stessi posti, oltre naturalmente che nella libreria, anche dopo il suo spostamento dietro l’Arco della Pace e fino alla chiusura anche di quella sede. Sapevo che aveva deciso di trasferirsi in Lunigiana, non sapevo che fosse malata.

Quizzino della domenica: orologio primo

Le cifre delle ore su un orologio sono quelle da 1 a 12. Siete in grado di spostarle (non necessariamente tutte…) in modo che la somma di due qualunque cifre vicine sia un numero primo? Chiaramente continuerà ad esserci un’alternanza di numeri pari e dispari, ma per esempio 6 e 9 non potranno essere vicini perché altrimenti avremmo una somma 15.

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p193.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Angela Dunn, Second Book of Mathematical Bafflers)

_Matemago_ (libro)

9788807922336Anche in questo libro (Anna Cerasoli, Matemago, Feltrinelli 2014, pag. 127, € 13, ISBN 9788807922336) Anna Cerasoli si rivolge ai ragazzi della fine delle elementari. Questa volta il libro è strutturato come un racconto di un campo estivo… matematico ma anche informatico, e il protagonista scopre man mano come la matematica entri nella vita di tutti i giorni, e scopre concetti come i diagrammi di flusso e le proprietà del triangolo di Tartaglia che tipicamente vengono presentate a scuola molto più tardi (almeno credo, non ho idea di quali siano i programmi attuali). Il punto fondamentale non è tanto l’imparare formule, quanto avere un’idea di cosa è il “senso matematico”; ad ogni buon conto nel testo sono disseminate tante “sfide”, problemi ricapitolativi. Rispetto a Tutti in cerchio il risultato finale è molto migliore: secondo me non avere l’obbligo formale di seguire un programma scolastico vero e proprio ha favorito lo svolgersi della storia. Consigliato per ragazzi svegli delle medie.