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matematto non praticante

Come calcolare una singola cifra decimale di pi greco


Quando ho scritto Chiamatemi pi greco, ho mostrato una formula che permetteva di calcolare l’n-sima cifra esadecimale della nostra costante preferita senza dovere calcolare quelle precedenti. Terminavo scrivendo

Chissà, magari in futuro qualcuno troverà una formula simile in base 10… La cosa non è impossibile, e per qualche altra costante matematica una formula di quel tipo esiste davvero, ma almeno per il momento non pare che ci siano buone notizie su quel fronte.

Le bozze del libro mi sono arrivate il 28 gennaio 2022. Il giorno dopo Simon Plouffe, uno degli scopritori della formula che avevo citato, ha pubblicato un preprint dove ha mostrato una formula per trovare l’n-sima cifra decimale di π. Come indovino ho ancora qualche margine di miglioramento…

Potete vedere qui sotto (oltre che nella figura iniziale…) la formula in questione. Prima si definisce il numero

$ \pi_n = \left( \frac{2(-1)^{n+1}(2n)!}{2^{2n}B_{2n}(1-2^{-n})(1-3^{-n})(1-5^{-n})(1-7^{-n})} \right)^{1/(2n)} $

e poi si calcola l’n-sima cifra decimale di pi greco come

$ d_n = \textrm{int} ( 10 \textrm{ frac} (10^{n-1} \pi_{n-1})) $

dove int() e frac() calcolano rispettivamente la parte intera e frazionaria di un numero.

So che ve lo state chiedendo: i Bn sono i numeri di Bernoulli. Plouffe spiega che a partire dal decimo numero di Bernoulli l’approssimazione

$ \pi \approx \left( \frac{2n!}{B_n2^n} \right )^{1/n} $

per n pari è molto precisa. (Se n è dispari i numeri di Bernoulli tranne il primo valgono tutti zero, quindi non funzionano). Preso per esempio $ n = 1000 $, l’errore che si commette è minore di $ 2^{-1000} $. I prodotti che vedete a denominatore arrivano infine dall’approssimazione della zeta di Riemann, scritta come produttoria infinita usando la formula di Eulero. È noto (l’ha dimostrato Eulero) che $ \zeta(2n) $ è un multiplo razionale di $ \pi^{2n} $; sostituendo il valore e prendendo i primi quattro valori della produttoria si arriva al risultato mostrato in cima.

Tutto bello, in teoria: peccato che la formula richieda di computare i numeri di Bernoulli, e per farlo in genere si usano formule che partono da un’espressione con pi greco. Insomma questo risultato è carino, ma assolutamente inutile in pratica!

MATEMATICA – Lezione 9: La statistica


La statistica formalmente non è matematica :-), proprio come la fisica non è matematica e l’informatica non è matematica: sono tutte discipline che hanno una loro storia, più o meno antica. È però vero che la statistica contiene molta matematica, e non si può far finta di niente in una collana che racconta la matematica.
In questo volume Alessandro Viani ci parla della statistica descrittiva, vale a dire quanta gente si trova in categorie predefinite. Da qui si parte a scoprire cosa sono i famigerati percentili che sono il terrore dei genitori che spesso non sanno che per definizione metà dei bambini deve stare sotto il cinquantesimo percentile. Oltre all’analisi di come si distribuiscono i valori di una variabile, e capire che la media aritmetica non è sempre ciò che ci serve, troverete anche qualche informazione sull’analisi multivariata, dove si vede come due o più variabili si correlano tra loro in un insieme.
Il personaggio raccontato da Sara Zucchini è Keplero, una strana commistione tra il pensiero medievale direi quasi aristotelico e una mentalità da scienziato moderno che lo costringeva a ripudiare le spiegazioni “belle” se i dati non supportavano le ipotesi (ok, adesso purtroppo c’è chi preferisce falsificare i dati…), mentre i miei giochi matematici sono sulla parità.

Alessandro Viani, Matematica – Lezione 9: La statistica, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.

“Alta tensione”

Affari ad alta tensione sull'asse Roma-Parigi

Che i giornalisti di una testata sfiducino il direttore non è così comune. Non che serva a qualcosa in pratica. Il motivo del contendere? Un articolo che sarebbe dovuto apparire ieri in prima pagina del supplemento Affari&Finanza di Repubblica e che è stato modificato dopo l’ultimo momento, nel senso che (lo dice il comunicato e lo ribadisce Il Fatto Quotidiano) sono state mandate al macero centomila copie dell’inserto.

Quello che dicono tutti nemmeno troppo tra le righe è che l’articolo da qualche parte parlava anche di Stellantis e di come i francesi abbiano anche lì fregato gli italiani (tema molto caro a Pons). Ovviamente Elkann lo sa bene che Fiat è stata in pratica venduta ai francesi, visto che lo so bene persino io: ma a quanto pare la cosa non deve essere pubblicizzata troppo, tanto che anche i giornalisti si lamentano solo “dello spreco”, della “mancata organizzazione” e della procedura atipica di un direttore che entra a gamba tesa dopo che la direzione (chi, quindi?) aveva dato l’ok. Ma vabbè, ormai Gedi è da parecchio allo sbando…

Autarchia artistica

Particolare dell'uomo vitruviano
L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Quizzino della domenica: Insegnante e allieva

Sally e la sua insegnante di matematica hanno entrambe compiuto gli anni all’inizio del mese. L’età in anni di Sally è uguale alla somma delle cifre dell’età dell’insegnante (che ha meno di 100 anni: d’accordo che è dura andare in pensione, ma non esageriamo). Tra cinque anni l’età di Sally sarà uguale al prodotto delle cifre dell’età che l’insegnante avrà allora. Quanti anni ha oggi Sally? Come sempre in questi problemi le età si suppongono essere numeri naturali.

insegnante e allieva
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p690.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions; immagine di SnipsAndClips, da OpenClipArt.)

Il bambino con il pigiama a righe (libro)

Altro libro che mi è toccato leggere per verificare che lo facesse mio figlio; e ho dei forti dubbi che un quindicenne possa cogliere i riferimenti più sottili del testo (anche se Jacopo qualcosa lo ha compreso). L’idea di vedere Auschwitz (pardon, Auscit, come lo pronuncia Bruno nella traduzione di Patrizia Rossi: l’originale è “Out-With”) con gli occhi di un bambino di nove anni che crede di sapere cosa sta succedendo intorno a lui, pur con qualche dubbio, è pesantissima per un adulto che sa qual è la verità. È vero, le scene più dure sono solo fatte intuire, come l’omicidio di Pavel e la stessa fine del libro; ma forse proprio per questo sono più dure da digerire. Però, come dicevo, ce la fa un ragazzo a cogliere tutti i riferimenti? Ho dei dubbi.

(John Boyne, Il bambino con il pigiama a righe [The Boy in the Striped Pyjamas], Bur Rizzoli 2014 [2006], pag. 211, € 7,99, ISBN 9788858651247, trad. Patrizia Rossi – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 4/5

Torno a cantare col coro

locandina del concerto Domenica 7 canto con la Mailänder Kantorei, il coro della chiesa protestante a Milano. Il concerto, per la parte che riguarda noi (c’è anche un pezzo strumentale) consiste nella messa in sol maggiore di Schubert e nella cantata numero 4 di Johann Sebastian Bach: entrambe opere giovanili, Schubert ha composto quella messa a diciott’anni…

La messa, a parte i problemi di cantare il latino alla tedesca, è stranamente veloce. Chi è abituato a sentire messe dove si va avanti per un minuto su una singola frase delle preghiere ripetuta più volte trova strano che alcune frasi siano divise tra maschi e femmine per accelerare il tutto. Musicalmente spesso le voci restano sulla stessa nota, lasciando agli strumenti il compito di fare armonie più o meno strane. La cantata è indubbiamente più interessante. Il ventiduenne Bach mette una quantità di cromatismi incredibile per chi pensa alla musica barocca (ma era ancora giovane, ed è più facile comporre in questo modo). Ma soprattutto la parte più divertente è che l’inno luterano Christ lag in Todesbanden (se il mio tedesco non è del tutto rovinato, Cristo giaceva nei lenzuoli della morte) è per l’appunto un inno pasquale, e deriva dalla sequenza liturgica pasquale Victimae Paschali Laudes. Mentre la studiavamo, a un certo punto mi sono accorto che un tema non mi suonava nuovo: era appunto il Victimae, che troviamo più o meno ovunque a rincorrersi tra le voci, oppure in augmentatio, come nel primo versus dove i soprani entrano con calma e lo cantano moooolto lentamente. Diciamo che è divertente da cantare!

bottiglie molto leggere

Una bilancia a bracci disuguali, uno di 38 cm e l’altro di 23 cm, è in equilibrio. Sul piatto appeso al braccio più lungo è appoggiata una bottiglia d’acqua da 1,0 L. Sull’altro piatto c’è un libro.
▶ Quanto pesa il libro?
Io capisco che inventarsi tanti esercizi diversi è una palla assurda. Capisco anche che se uno non è un puntacazzista può immaginare che una bottiglia sia piena d’acqua, anche se non lo è stato detto. Ma non capisco perché abituare i poveri studenti a pensare che le bottiglie non abbiano peso.
(Il libro è Fisica verde vol. 1, per i curiosi)