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matematto non praticante

Perché spedire a casa?

Come forse ricorderete, da questa primavera sono subentrato come RSU aziendale stante il prepensionamento di un po’ di gente. Questo significa che per accordi azienda-sindacato mi viene inviata una serie di comunicazioni. Giovedì 13, per esempio, ho ricevuto una mail di Risorse Umane con la copia del Rapporto periodico “Pari Opportunità” biennio 2020-2021, che l’azienda ha trasmesso al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e della sua relativa ricevuta di trasmissione. Bene. Ieri citofona il postino dicendo che c’è una raccomandata per me. Scendo ed è un bustone della mia azienda: lo apro… e trovo lo stesso rapporto inviatomi per mail, stavolta in copia cartacea.

Io posso immaginare che ci possa essere un obbligo di legge nello spedire copia cartacea di questo rapporto a tutte le RSU. Quello che non riesco a capire è perché non sono state spedite direttamente nei nostri uffici, al limite chiedendo di inviare una conferma di ricezione (tanto mica ho dovuto firmare per la raaccomandata…)

tamponi e AUTHCODE, aspetta e spera

Ieri mattina un po’ prima delle 9 Jacopo e io siamo andati a fare il tampone di controllo al Drive-through di Niguarda. (Ci si può anche andare a piedi: Jacopo si è lamentato perché non abbiamo preso il tram per UNA fermata, ma lasciamo stare). Ci è stato detto “se il tampone è positivo arriva un sms dopo tre ore circa; altrimenti ci vuole un po’ di più ma arriva il greenpass”.

Alle 11:30 è arrivata la ferale notizia per me: sono ancora positivo. Jacopo? Non pervenuto. Ieri sera alle 19 mi sono scocciato, sono finito sul sito governativo, ho smanettato un po’ e ho recuperato il certificato di tampone negativo. E la regione nel frattempo che ha fatto? Misteri. (Per dire, quando ho fatto fare la settimana scorsa il tampone ai gemelli in farmacia, sia la positività di Jacopo che la negatività di Cecilia sono arrivate sul mio telefono, quindi il problema non è lato mio)

DeepMind e il record della “moltiplicazione più veloce”

Internazionale (dietro paywall) racconta di come DeepMind abbia trovato un algoritmo per moltiplicare due matrici migliore di quelli umani: in realtà, se leggo bene l’abstract di questo articolo, due ricercatori si sono affrettati a postare un articolo dove hanno eguagliato quel record e leggermente migliorato il risultato di DeepMind rispetto a un altro record correlato. Forse è meglio però fare un passo indietro per capire di cosa si sta parlando.

matrice

struttura di una matrice [Wikipedia]

Molti tra gli algoritmi più costosi dal punto di vista computazionale richiedono di moltiplicare delle matrici molto grandi, che danno le approssimazioni dei valori di una funzione su una superficie. Se non lo sapete, le matrici sono pacchetti rettangolari o spesso quadrati di numeri: nel caso del prodotto di due matrici quadrate n×n si ottiene una nuova matrice n×n dove per ottenere l’elemento nella riga i e colonna j del prodotto bisogna prendere il primo, secondo, terzo… elemento della riga i della prima matrice, moltiplicarlo per il primo, secondo, terzo… elemento della colonna j della seconda matrice, e sommare tutti questi risultati. Come potete immaginare, un lavorone, soprattutto per matrici di migliaia di righe e colonne da moltiplicare in quantità esagerate.

I matematici si erano messi il cuore in pace, e pensavano che per moltiplicare due matrici n×n occorresse un numero di moltiplicazioni dell’ordine di n³; insomma se si voleva raddoppiare la dimensione delle matrici, cioè raddoppiare i punti sulla superficie per avere un’approssimazione migliore, occorrevano otto volte tante operazioni. Nel 1969 però il matematico tedesco Wolker Strassen se ne uscì con una notizia bomba. Prese due matrici 2×2 e fatto qualche trucchetto con i numeri, se accettavamo di eseguire un numero di addizioni molto maggiore sarebbero bastate sette moltiplicazioni anziché otto. In pratica l’algoritmo di Strassen sfrutta una struttura nascosta del prodotto; le addizioni servono per riciclare una delle moltiplicazioni in due punti diversi del prodotto delle matrici.

Negli anni seguenti ci fu un fiorire di nuovi algoritmi che per matrici molto grandi miglioravano il numero di operazioni necessarie; per un certo periodo anche il mio professore di metodi di approssimazione a Pisa detenne il record. Le sette moltiplicazioni per il prodotto di due matrici 2×2 resistono ancora, così come resisteva fino a poco fa il record di 49 moltiplicazioni per il prodotto di due matrici 4×4, ottenuto applicando ricorsivamente l’algoritmo di Strassen. Bene: DeepMind ha trovato un modo per moltiplicare due matrici (di numeri binari) 4×4 in 47 operazioni e uno per moltiplicare due matrici 5×5 in 96 operazioni anziché 98; e Kauers Moosbauer hanno trovato un modo equivalente per le 4×4 e uno con solo 95 operazioni per le 5×5. I due ricercatori hanno anche detto che ci stavano lavorando su da un po’ e si sono affrettati a pubblicare il preprint prima che qualcun altro li fregasse sul tempo :-)

In tutto questo, la cosa più inquietante, come già successo in passato per esempio con il Go, è il metodo usato da DeepMind per ottenere il suo risultato. Leggendo l’articolo di NewScientist, vediamo che il “programmatore” di DeepMind – o meglio chi ha messo su tutto il macchinario in questione – ha affermato che “essenzialmente non abbiamo idea di come mai il sistema è arrivato a questo risultato”. “In qualche modo le reti neurali hanno avuto un’intuizione di cosa sembrava buono e cosa sembrava cattivo, ma onestamente non posso spiegare esattamente come funziona”, ha continuato. Perlomeno i due ricercatori hanno spiegato qual è la loro linea di attacco (tendenzialmente fare modifiche più o meno a caso e vedendo se portavano a eliminare una moltiplicazione.

A differenza del go, in questo caso i risultati di DeepMind sono facilmente verificabili e quindi validi a tutti gli effetti. Certo però che questo è un duro colpo per la matematica: non perché un computer sia stato più bravo di noi, quanto perché contribuisce a distruggere la certezza che la matematica sia un modo “compatto” per processare le informazioni. Avete presente la dimostrazione del teorema dei quattro colori? Ecco, il concetto è quello. Sapere che ogni mappa sul piano è colorabile con solo quattro colori, ma che non c’è una vera ragione logica e bisogna per forza testare una caterva di esempi per verificare che tutti portino a una mappa a quattro colori, per noi esseri umani è una risposta a metà. Non ci basta il cosa, vogliamo anche il come.

Marco Cavallo

Probabilmente stavano tutti pensando alle elezioni: con una rapida guglata ho visto che la notizia dello sfratto di Marco Cavallo (vedi la voce Wikipedia al riguardo per capire di che si tratti) è di un mese fa ma Repubblica ne ha parlato solo oggi, qualche giorno dopo Il Piccolo che però ha il testo dell’articolo riservato agli abbonati.

Non mi faccio problemi a dire che non avevo mai sentito parlare di questa statua costruita dai matti dell’ospedale psichiatrico di Trieste ai tempi di Basaglia. È chiaro che non è qualcosa che può restare all’aperto, considerando la quantità di cartapesta che deve contenere. Quello che mi sarebbe però piaciuto leggere, ma non sono riuscito a trovare, è una qualsivoglia dichiarazione del sindaco di Muggia. Probabilmente la cosa più preoccupante è proprio questo silenzio.

Aggiornamento: Un rapido riassunto per chi non può leggere l’articolo di Repubblica. La scultura viene spesso prestata per vari avvenimenti in giro per l’Italia, mentre quando è “a casa” (a Muggia, dove c’era il manicomio) era tenuta in un capannone piuttosto grande, viste le sue dimensioni. A quanto pare il sindaco di Muggia ha chiesto che venga tolta da lì perché il Comune ha bisogno di quello spazio.

si vede che sono un nativo analogico

Dovevo recuperare il numero di serie della nuova macchina per il caffè che ci siamo presi. La prima cosa che mi è venuta in mente è cercare carta e penna: solo vista la difficoltà di far tenere su la macchina e chinarmi a copiare ho pensato che forse era più comodo scattare una foto e copiare da lì…

Le solite scelte di argomenti

Che Lorenzo Fontana scriva “Inpiegato” con la enne (tipico venetismo, anch’io a cinque anni a volte ci cascavo) onestamente non mi importa un tubo. Che sul sito della Camera indichi di avere tre lauree mi importa relativamente poco, anche se è buffo che sia riuscito a laurearsi in storia all’Università Europa di Roma che non rilascia lauree in storia.

Invece che sfornare articoli su queste cose, non è che l’italica stampa comincerà a fare watchdog su quello che Fontana farà nella veste di presidente della Camera?

(p.s.: ho controllato con una ricerca interna al sito. È possibile che in passato l’Università Europea di Roma abbia avuto un corso di laurea in filosofia, ma di storia non ho proprio trovato traccia)

Quizzino della domenica: “non lo so”

In inglese i problemi IDK (“I Don’t Know”) sono quelli in cui il sapere che non è possibile trovare una risposta è in realtà un indizio che porta alla risposta stessa. In questo caso, Tip e Tap sanno che dietro una delle cinque forme nella figura qui sotto c’è un premio. A Tip viene detto qual è il colore della forma, mentre a Tap viene detto di che tipo è la forma. Viene chiesto loro “sapete dietro quale forma è nascosto il premio?” ed entrambi rispondono all’unisono di no. Viene fatta di nuovo la stessa domanda, e ancora una volta rispondono di no. Ma a questo punto entrambi dicono “adesso sì che lo sappiamo!”. Dove si trova il premio?

[quadrato giallo, cerchio blu, cerchio rosso, triangolo blu, quadrato rosso]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p613.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Patrick Vennebush, da Math Jokes 4 Mathy Folks.)

Alfredo Chiappori

La cattiveria di Chiappori nelle sue vignette era fulminante. Ma anche il suo tratto grafico era inconfondibile. A parte Up il sovversivo, disegnato quindi a testa in giù e piedi sul riquadro alto della vignetta, il suo uso di alternare vignette normali a una “in negativo”, sfondo nero e silhouette bianca dei personaggi era indubbiamente unico. Confesso di essermi aspirato ispirato a lui quando creavo le mie strisce che non facevano ridere e nell’ultima mettevo i personaggi a testa in giù :-)

Quello che non sapevo è che avesse collaborato con il cardinal Ravasi e David Maria Turoldo per illustrare – in modo completamente diverso dalle sue vignette, vedete un esempio qui – alcuni libri della Bibbia…