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matematto non praticante

Quizzino della domenica: Copie autografate

Davanti a voi ci sono undici scatole in fila, numerate da 1 a 11. Sapete che in tre di esse si trova una rarissima copia autografata del best seller “I giochi matematici spiegati a mio cugino”, ma non sapete quali siano le scatole in questione. Tutto quello che avete scoperto interrogando furtivamente il libraio che ha riempito le scatole è che le tre copie sono distribuite in maniera uniforme: la distanza tra la prima e la seconda è uguale alla distanza tra la seconda e la terza. Le tre copie potrebbero per esempio essere nelle scatole 1,2,3 oppure 5,8,11 e così via. Dimostrate che dovete aprire almeno cinque scatole per trovare almeno una di quelle agognate copie.


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p637.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, pagina 109; immagine di gingercoons, da OpenClipArt.)


I numeri reali (libro)

Rispetto all’altro libretto di Spreckelmeyer (che poi ho scoperto essere stato un insegnante liceale americano) che ho letto, questo sui numeri reali mi è parso più fruibile anche a un lettore odierno. (Ricordo che questi libri sono stati scritti nei primi anni ’60 del secolo scorso, e pubblicati alla fine di quel decennio dalla Progresso Tecnico Editoriale.) Partendo dalla fattorizzazione unica e dalle approssimazioni con i numeri razionali, si giunge alla definizione dei numeri reali mediante le successioni di Cauchy, immagino preferite ai tagli di Dedekind perché più semplici da visualizzare graficamente. Ecco: l’approccio grafico è probabilmente la parte migliore di questo libriccino, che direi essere tranquillamente alla portata di uno studente liceale attuale (e quindi facile per uno del tempo). La traduzione di Domenico Costantini è quella tipica del tempo.

(Richard Spreckelmeyer, I numeri reali [The Real Numbers], Progresso Tecnico Editoriale 1967 [1964], pag. 70, trad. Domenico Costantini)
Voto: 3/5

Quando la banda passò

Se Ignazio la Russa afferma che “L’attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini”, non è che ci siano molte possibilità. Stiamo parlando di ignoranza totale – come vedete, l’articolo della Stampa repubblichina qui riportato parla di “soldati”: avrebbe tranquillamente potuto dire “soldati che stavano gestendo l’ordine pubblico” se proprio voleva rimarcare che per lui quei partigiani erano stati dei vigliacchi. Oppure stiamo parlando di una scelta voluta, non so se semplicemente per fare caciara oppure per distogliere l’attenzione da altro.

(no, non contemplo l’ipotesi “è un imbecille”. Inventarsi la storia di una banda non è una cosa che fa un imbecille.)

PS: occhei, c’è sempre la terza possibilità “il virgolettato di Repubblica non ha alcuna relazione con la realtà”. Però anche l’Ansa riporta “quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS”.

che belli i fondi pensione…

Mi è arrivato il rendiconto annuale del mio fondo pensione. L’anno scorso il rendimento del benchmark è stato del -6,5%. Il mio fondo è riuscito a fare molto peggio: quasi il -10%. In pratica ha perso i guadagni di cinque anni, in un momento in cui l’inflazione è salita oltre il 10%. Questo sia nella parte “prudente” (70% obbligazioni, 30% azioni) che in quella “bilanciata” (50% – 50%).
È vero che in quel fondo pensione metto solo l’1% del mio stipendio più l’equivalente della parte TFR, e lo faccio solo perché così l’azienda mette altri soldi di suo: però ho il sospetto che i gestori scelti siano ancora più cani della media dei gestori… Ok, ho scoperto che per i mandati «TOTAL RETURN» il gestore è … Credit Suisse :-(

Sushi Shop è scappato


Forse ricorderete le mie disavventure con Sushi Shop. Purtroppo non è facile trovare del buon sushi takeaway a Milano nord, e quindi abbiamo continuato a ordinare ogni tanto nel negozio milanese, ancora a gennaio…
E poi tutto a un tratto ha chiuso, come si può leggere nel sito. Non che capisca perché dovrei andare sui negozi europei, ma tant’è.
La cosa strana è che in rete non si trova nessuna notizia sulla chiusura. Chissà che è successo.

Future’s Dark Past (libro)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
J.L. Yarrow è lo pseudonimo di una coppia (marito e moglie) che hanno scritto insieme questo libro. La storia scorre molto velocemente, e ci ho messo molto poco tempo a leggerla nonostante la mia abitudine di avere sempre più libri contemporanemente in lettura. Essendo basata sui viaggi nel tempo, la trama ogni tanto si ingarbuglia un po’, ma uno se lo aspetta e quindi non si preoccupa più di tanto. Alcune cose del testo non mi sono però piaciute: metto un paio di esempi sperando di non spoilerare l’eventuale lettore. All’inizio troviamo Sylvia Mantua che parrebbe essere non dico una protagonista ma almeno una presenza continua, mentre invece dopo pochi capitoli viene solo menzionata qua e là, giusto per ricordare che esiste. Inoltre vediamo che Hunter riesce a recuperare le proprie forze troppo in fretta per una persona che non è stata sottoposta a trattamenti particolari, e nulla nel libro fa pensare che dal futuro ci siano stati quei trattamenti. Capisco che gli autori pensino a una trilogia, ma questo mi pare piuttosto barare…

(J.L. Yarrow, Future’s Dark Past : , Gramarye Media 2023, pag. 352, € 5,42, ISBN 9781945839702)
Voto: 4/5

Gianni Minà

Sono abbastanza cinico per pensare che buona parte delle commemorazioni online fatte da persone più o meno importanti (o che si sentano tali) serve più che altro alle persone in questione per farsi notare. (Esempio: ieri sera il primo commento che ho visto sulla pagina Facebook di Minà è stato quello di Dibba). Però stavolta mi sono davvero stupito – positivamente, mi affretto ad aggiungere – della quantità di manifestazioni di affetto e di immagini di tutti i tipi apparse dopo la morte di Minà, a partire da quella con i Beatles. Mi sa che sia vero affetto.

A sua insaputa

Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida (probabilmente per mezzo del suo social media manager) ci tiene a farci sapere che “Grazie ai decreti del Governo Meloni nessuno mangerà insetti a sua insaputa”. (Vabbè, lo stesso giorno ha ricordato le Fosse Ardeatine twittando “Piango gli italiani che morirono per mano straniera vittime dell’odio e della guerra. Il loro sacrificio sia da esempio eterno per chi combatte ogni tirannia. 24 Marzo 1944 – 24 Marzo 2023” e dimenticandosi curiosamente di coloro che hanno consegnato alla mano straniera quegli italiani, ma non si può pretendere molto).

Il mio tweet di commento è stato “Non ho capito a chi dovrò dire che mangerò insetti. Al governo Meloni tutto o solo a lui? E come lo farò? Ci sarà un sito apposta?”. Ma a mente più fredda mi è venuta in mente un’altra cosa. Per legge, da decenni nessuno che non sia analfabeta mangia qualunque cosa a sua insaputa: tutti i cibi venduti devono necessariamente indicare sulla confezione quali sono i loro ingredienti. Presumo che il ministro questo lo sappia, e dunque intenda qualcos’altro. A questo punto posso immaginare che il modo migliore per assicurarsi che nessuno mangi insetti a sua insaputa sia obbligare ad apporre sull’etichetta una bella stella gialla a sei punte, in modo da renderli necessariamente visibili.

(prima del covid ho mangiato una cavalletta fritta, e a fine 2021 dei biscotti fatti con farina di insetti. Non mi hanno detto assolutamente nulla, non avevano un sapore particolare. Forse è questo che preoccupa il ministro della sovranità alimentare?)