Giancarlo Giorgetti, 19 aprile 2023: niente tasse per chi ha almeno due figli.
Giancarlo Giorgetti, 27 aprile 2023: Alzata la soglia dei fringe benefit per chi ha figli.
Giancarlo Giorgetti, 19 aprile 2023: niente tasse per chi ha almeno due figli.
Giancarlo Giorgetti, 27 aprile 2023: Alzata la soglia dei fringe benefit per chi ha figli.
Substack, almeno per quanto ho capito io, nasce come risposta a Medium. Il modello del sito è dare la possibilità agli autori di pubblicare newsletter a pagamento: substack si tiene un 10% del ricavo (onesto) e fa i soldi così. È sicuramente pensato per il mercato anglofono: tanto per dire, l’interfaccia non è nemmeno tradotta in italiano.
In realtà non è obbligatorio avere la propria newsletter a pagamento, anche se la piattaforma cerca di convincerti a farlo, addirittura chiedendo ai lettori “quanto saresti disposto a pagare per continuare a leggerla?” Questo mi ha fatto venire voglia di provarla. Ho così cominciato una newsletter settimanale, assolutamente gratuita, a https://xmau.substack.com. Se siete lettori compulsivi delle mie notiziole non ve ne fate nulla, perché racconto quali sono i post della settimana passata, con un paio di righe di spiegazione perché possiate capire se vale o no la pena di leggerli. E come ogni newsletter che si rispetti, vi arriva comodamente per email. Attenzione: io posso vedere gli indirizzi degli iscritti, al momento ben 8 (otto), tutti con il primo post. Ma tanto non mi interessa conoscerli…
Leggo che il Trinity College di Dublino toglierà l’intitolazione a Berkeley della sua biblioteca, per il suo passato di schiavista. (Per la cronaca, il nome era stato dato nel 1978). Prima o poi cancelleremo anche Giulio Cesare, per aver assassinato chissà quante persone.
Ma la cosa più divertente – o tragica, fate voi – è che oltre a verificare se mantenere o meno i premi in onore di Berkeley, e questo lo posso capire, l’università farà una verifica sui ritratti del filosofo e vescovo, ritratti che evidentemente trasudano schiavismo. Per il momento pare che lo si continuerà a studiare, ma non mi stupirei se i libri di testo verranno emendati per ricordare l’esecrabile suo passato…
(Sì, io continuo a pensare che non si può leggere il passato con gli occhi del presente, perché così non si capisce né il presente né il passato)
Mentre stavo facendo le mie solite ricerche, mi si apre un popup che mi dice
“Good news!
You’ve been selected to be one of the first few to test new AI features in Google Workspace, as a part of the Labs program. This is your opportunity to try out the latest AI-assisted writing capabilities in Google Docs and Gmail and provide feedback to help us improve AI-assisted Workspace features and broader Google efforts in AI.”
In effetti sono atterrato su una pagina Google ( workspace.google.com/labs-sign-up ), e in effetti mi ero iscritto al programma “wuoi fare il betatester?” Tutto ringalluzzito, accetto tutto l’accettabile… e finisco in una pagina con il testo in figura. La colpa è sicuramente del nostro beneamato Garante per la Privacy, ma come è possibile che Google che sa tutto di me non sa che sono italiano e vivo in Italia?
(comunque è sempre una generative AI, secondo me non cambia molto rispetto a ChatGPT)
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Questo libro è molto strano. Comincia parlando di una Colonia che sembra più o meno ambientata nel passato e che viene messa in pericolo dall’apparizione di un’ombra misteriosa che rapisce animali e persone. Il linguaggio tende a essere quello delle opere fantasy, e almeno per me è stato piuttosto pesante. Proseguendo, la Bestia (come era in realtà l’ombra) viene uccisa: da qui la storia cambia direzione, e sembra mostrare come il paradiso utopico in cui i Coloni vivevano viene fatto a pezzi: bugie, potere e morte arrivano a rovinare la convivenza, insieme alla luce. Alla fine il cerchio si chiude, e l’ultimo omicidio chiude almeno apparentemente la (lunga, cinquant’anni…) parentesi.
Il mio guaio, a parte il linguaggio, è che secondo me le connessioni tra le parti sono davvero tenui, il che non aiuta certo la lettura. (Tra l’altro mi chiedo se il libro sia stato scritto in spagnolo e poi tradotto in inglese: a un certo punto ho trovato un punto interrogativo rovesciato ¿, e subito dopo la parola “zero” scritta “cero”…) Diciamo che l’idea è buona, il risultato meno.
(Mars G. Everson, The Name of the Shadow, Mars Everson 2023, pag. 176, € 2,82 , ISBN 9798373972550)
Voto: 3/5
In realtà non c’è nulla di nuovo nelle parole del Presidente del Consiglio che vuole rinominare il 25 aprile Festa della libertà. Basta fare una ricerca in rete per vedere che negli ultimi anni, a partire da Berlusconi per andare ad Attilio Fontana o al presidente del consiglio regionale FVG Piero Mauro Zanin, il nome fa molta presa.
E lo credo bene. C’è una differenza enorme tra libertà e liberazione. La prima è uno stato di fatto, la seconda prevede un percorso, che nella fattispecie è stato quello contro nazisti e fascisti. Detto in altre parole, non ci sarebbe libertà se non ci fosse stata la liberazione. Le persone di cui sopra probabilmente lo sanno, ma sperano che chi li ascolta non lo sappia…
Stamattina presto il presidente del Senato sarà all’Altare della Patria, perché s’ha da fare (e comunque si depone una corona d’alloro al Milite Ignoto, che è un soldato della prima guerra mondiale). Ma poi sfrutterà il fatto che non deve andare a Palazzo Madama e correrà a commemorare il famoso antifascista ceco Jan Palach.
Già che c’era ha spiegato di essere stato frainteso, e che aveva detto che nella nostra Costituzione non c’è la parola “antifascismo”. Oggettivamente non c’è nemmeno la parola “fascismo”, ho appena controllato; né ci sono le parole “duce” e “paraculo”, mentre c’è “regime”. Ma sono ragionevolmente certo che La Russa sappia tutto questo, e le sue esternazioni servano solo a fare casino mentre lui ride sotto i baffetti.
L’altra settimana mi sono chiesto dove avessi messo l’impegnativa per la visita oculistica di Jacopo, prevista per il 15 maggio. L’ho trovata quasi subito, ma a questo punto mi sono chiesto perché non la vedessi nel mio fascicolo sanitario elettronico, dove in fin dei conti vedo le sue vaccinazioni. Sfrucuglio un po’ nel sito e scopro che la vista di default da parte dei genitori è appunto limitata, e bisogna accedere al FSE con le loro credenziali. Ovviamente, essendo minorenni, non possono entrare via SPID: quindi Regione Lombardia, nella sua infinita saggezza, prevede che in questo unico caso sia possibile avere l’accesso con One Time Password, previa registrazione che si fa presso le ASST e le strutture mediche convenzionate.
Tentativo numero 1: scrivo la sera a contactcenter-siss@regione.lombardia.it. Il mattino dopo mi arriva una risposta che copincolla quanto scritto nella pagina web.
Tentativo numero 2: vado alla Casa di Comunità vicino a casa, dove in genere prenoto per Niguarda. L’impiegato mi fa “no, noi non facciamo più queste cose da quando hanno messo SPID. Provi ad andare direttamente a Niguarda.
Tentativo numero 3: telefono al centralino di Niguarda. Risposta secca: “non siamo noi a fare queste cose, vada in regione”. La cosa avrebbe un certo senso, visto che mi pareva di aver chiesto lì pin e puk per le tessere.
Tentativo numero 4: passato nel pomeriggio davanti allo Spazio Regione al Formigonio scopro che è aperto solo per appuntamento e solo al mattino; il mattino dopo provo un paio di volte a telefonare, e dopo alcuni squilli il sistema butta giù la linea.
Tentativo numero 4 bis: visto che a voce non ci riesco, scrivo a Spazio Regione. Ricevo risposta immediata: no, non siamo noi a gestire la cosa, deve andare all’ASSL.
Tentativo numero 5: scrivo all’URP. Anche qui risposta quasi subito: devo andare agli sportelli di scelta e revoca (?), e mi allegano i vari indirizzi degli URP delle singole aziende ospedaliere.
Tentativo numero 6: telefono all’URP di Niguarda. Confermano che devo sentire l’ufficio scelta e revoca, e mi lascia telefono ed email di quello di via Livigno che per me è il più comodo. Solo che l’orario di ufficio è 13:30-15:45
Tentativo numero 7: scrivo all’ufficio URP di via Livigno.
Tentativo numero 8: visto che a pranzo ero in piazzale Loreto, provo a passare in via Andrea Doria. Il tipo in reception mi dice “no, non è possibile per lei vedere il fascicolo sanitario di suo figlio, lo può vedere solo il medico”. (sì, gli avevo detto che i figli sono minorenni). Al mio sguardo stupito “ma io ho la patria potestà!” bofonchia “ah beh sì beh, aspetti mezz’ora che arriva la collega che forse ne sa di più”. Certo, virgola, certo.
Tentativo numero 7 (reprise): dall’URP, poco dopo le 13:30, mi arriva una mail “può darmi un contatto telefonico”? rispondo, ‘impiegata mi telefona, e mi dice che la prima data utile è … il 15 maggio. Come nella barzelletta del russo che chiede l’intervento di un muratore, replico “mattina o pomeriggio?” Per fortuna era il mattino, quindi non si sovrappone alla visita oculistica.
Mi sembra incredibile dover fare tutto questo giro, quando sarebbe bastato scrivere subito i numeri di telefoni per i contatti…