In questi giorni a casa mia sono spuntate delle confezioni di Activia, il famoso prodotto il cui slogan fondamentalmente è “prendetelo, perché fa cagare”. Anche il disegnino stilizzato sulla confezione riprende il concetto, con un’aggiunta importante perché il corpo descritto da poche righe ha inequivocabilmente la vita sottile e due tette. Ma non è di questo che voglio parlare.
Nel vasetto c’è scritto bello grande “Bifidus Actiregularis™”, ma negli ingredienti di questo infido bifido non v’è traccia.
Per curiosità sono andato a fare una ricerchina, e ho scoperto che il Bifidobacterium animalis, ceppo DN173010, sarebbe stato registrato dalla Danone e commercializzato con vari nomi: Bifidus Actiregularis (Argentina, Austria, Bulgaria, Cile, Germania, Italia, Olanda, Romania, Russia e Spagna), Bifidus Digestivum (UK), Bifidus Regularis (US e Messico), Bifidobacterium Lactis o B.L. Regularis (Canada), DanRegularis (Brasile).
Già mi chiedo che senso abbia dare un nome diverso in una nazione diversa, ma ribadisco che l’economia è il mio forte. Ma più che altro, come fai a mettere un marchio registrato sul ceppo di un batterio? È forse un OGM che viene ingerito allegramente da milioni di fanciulle in tutto il mondo? E alla Danone sono capaci a mantenere purissimo un ceppo di batteri? (Complimenti, in questo caso)
So che a questi dubbi non potrò avere risposta, e che neppure beppegrillo™, che pure di queste cose dovrebbe essere un esperto; mi limito a segnalare un altro sito, bifidobacteriumanimalis, che tra l’altro accenna anche al giapponese Yakult che si divide le pubblicità in questione.
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Bagnasco e il non diritto alla morte
Ho letto l’intervista rilasciata dal cardinal Angelo Bagnasco, e mi è venuto ancora di più il sospetto che la strategia comunicativa della chiesa cattolica stia subendo un’involuzione piuttosto pesante, o detto in altro modo “non sono più capaci a parlare”. Ricordo che Bagnasco è il capo della Conferenza Episcopale Italiana, non un prete peon qualunque.
Per sicurezza sono andato a leggere il testo ufficiale della sua prolusione, o almeno quello che in questo momento è disponibile su Avvenire che è il quotidiano della CEI. Io ad esempio trovo buffo che Bagnasco affermi «vorremmo anche dire sommessamente ma con energia − che non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso» e non gli venga neppure in mente di citare il Discorso della Montagna, che è una delle poche pagine evangeliche note anche a chi cristiano non è… come la maggior parte degli italiani, del resto. È anche interessante notare come la parte più propriamente legata alla vita pastorale e alla situazione delle chiese locali italiane sia compressa nell’ultimo terzo della prolusione, quasi come se fosse una noiosa incombenza da dover comunque aggiungere.
Il punto che però mi ha più preoccupato è il lungo brano in cui ha spiegato come il caso Englaro sia stato «una operazione tesa ad affermare un “diritto” di libertà inedito quanto raccapricciante, il diritto a morire, cioè a darsi e a dare la morte in talune situazioni da definire.». Beh, immagino che un generale di corpo d’armata quale è Bagnasco ne sappia abbastanza, di diritto alla morte… ma a parte le battute io ho trovato un vizio di base nel ragionamento fatto.
Tutta la lunga premessa di Bagnasco sulle due diverse concezioni di libertà è in effetti assolutamente condivisibile, e personalmente mi sembra giusto che la Chiesa cattolica affermi con forza la sua concezione di libertà. Quello che però non vedo è il nesso logico che porta Bagnasco a negare che qualcuno possa avere una concezione diversa di libertà in un caso che non tocca nessun altro, e che appunto questo caso possa portare all’eutanasia. Un conto è deplorare la “nichilista libertà”, o far notare che io non posso avere la libertà di sparare al primo che mi capita sotto tiro; un altro conto è dire che io faccio male a tutti se io mi ammazzo. Io ho sermpre ritenuto il suicidio una sconfitta estrema, ma come ho già scritto non mi sognerei mai di vietarlo: potrei solo fare tutto il possibile per cercare di convincere l’aspirante suicida a evitare di ammazzarsi. Tutto questo, oltre a non essere di nuovo evangelico (il padre del figliol prodigo mica va a cercarlo in giro… aspetta che sia lui a ritornare) è anche controproducente, perché è un approccio che porta molti meno consensi che dire ad esempio che la volontà di Eluana Englaro non era effettivamente comprovata.
Ecco: quando un discorso come quello di Bagnasco non tocca né la testa né la pancia della gente, mi sa che c’è qualcosa che non funziona nella strategia comunicativa.
Report e le leggi sulla tv
Ieri sera Report ha parlato della lunga storia delle concessioni televisive italiane. Nulla che in realtà non si sapesse già, ma sentirle tutte insieme (e vedere Fedele intervistato…) continua a fare un certo effetto. È interessante notare come in casa Mediaset siano bravissimi a spostare l’argomento di cui si tratta: invece che parlare del fatto che Retequattro trasmette illegittimamente per conto suo, come detto più volte dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio d’Europa che tra un po’ ci farà pagare una bella multa, si fa notare come adesso Europa 7 le frequenze le avrebbe. Un po’ come andare dalla polizia lamentandosi dei bulli che hanno monopolizzato un parco e sentirsi dire “guardate: vi abbiamo aperto dei nuovi giardinetti”.
Però una cosa mi ha fatto davvero effetto – più che sentire le interviste ai vari ex-ministri e sottosegretari dello schieramento opposto a quello dell’attuale PresConsMin che non hanno mai fatto nulla: vedere che a Report hanno potuto fare una trasmissione come questa. Ciò significa in pratica che il PresConsMin è così tranquillo che sa che anche se quasi tre milioni di persone hanno visto quella puntata nessuno si scandalizzerà.
Lego Sudoku Killer
Occhei, a leggere il post di Passion For Puzzles uno può essere preso in castagna: il video spiega che non è il robottino Lego a risolvere gli schemi del sudoku, ma un PC che riceve via webcam dal robot gli schemi dei sudoku e li risolve, dando poi incarico al robot di voltare pagina.
Però il risultato finale è davvero impressionante!
Geografia marina
Non è mai molto semplice capire dove finisce un mare e ne inizia un altro, soprattutto se non c’è una bella penisola in mezzo. Il mar Ligure e il mar Tirreno ne sono un esempio; a quanto mi dice Lopo, che è toscano, il Tirreno inizierebbe solo a Piombino e non dopo La Spezia, cosa che fa arrabbiare un po’ i suoi concittadini che si trovano bagnati dal mar Ligure.
Ma come mi ha fatto notare, sicuramente quelli di Rep.it hanno esagerato leggermente, facendo terminare la Milan-Sanremo (sì, la o di Milano si è persa. Trasferta ligure per i rossoneri?) nel mar Tirreno… Trovate la schermata fatta da Lopo qui.
Tilt e GravityPop
Il giochino della domenica stavolta è doppio: ma visto che entrambi sfruttano lo stesso principio e arrivano dallo stesso sito direi che si può far finta di nulla.
Tilt non c’entra nulla con i flipper, ma è la trasposizione elettronica di quei giochini dove dovevi muovere una tavoletta facendo in modo che le palline su di essa finissero tutte nei vari buchi. Qua la tavoletta è virtuale, e la si rigira muovendo il mouse sullo schermo: uno con la coordinazione tipo la mia già non riusciva a risolvere il giochino reale, figuriamoci qua.
In GravityPop ci si trova su un’astronave e bisogna radunare l’uno vicino all’altro i contenitori d’acqua, evitando la roba che si trova sempre tra i piedi (ma in un’astronave non dovrebbero fissare tutto?) Anche in questo caso il giocatore controlla la gravità, stavolta con i tasti cursore: non saprei dirvi se è meglio o peggio.
Buon divertimento, ed evitate le vertigini!
(anche stavolta un grazie a Passion for Puzzles)
È questione di proporzioni
Avrete sicuramente sentito tutti le diatribe contro AIG, che dopo essersi vista arrivare 170 miliardi di dollari di aiuti federali statunitensi ha dato 165 milioni di dollari di bonus ai suoi impiegati.
Giusta o sbagliata che sia la cosa, prima di tutto bisogna vederla nella giusta prospettiva: xkcd ha disegnato una vignetta che lo spiega molto bene. Visto che noi non siamo abituati a confrontare grandi numeri, non riusciamo a vedere al volo che c’è un fattore mille di differenza tra gli aiuti e i soldi ridati via: insomma qualcosa non certo eticamente bello ma che in fin dei conti non cambia molto i risultati. E come mostra xkcd, non ci voleva nemmeno molto per farlo vedere in pratica!
offerte a rotazione
Per cercare di contenere i miei valori di colesterolo, ogni mattina bevo uno di quei flaconcini con gli steroli vegetali che pubblicizzano così tanto. All’Esselunga ce ne sono di due marche: Danacol e Pro-Activ. Non mi piace nessuno dei due, quindi compro quello che costa meno (e se sono all’Auchan, prendo gli Yomo che costano ancora meno ma che Caprotti non tiene :-) )
Nelle offerte fino a mercoledì 18 marzo, c’era un’offerta speciale sui Pro-Activ, e me ne sono quindi preso un po’. Ieri ho invece scoperto che da giovedì 19 marzo c’è un’offerta speciale sui Danacol. Praticamente non c’è nemmeno stato un giorno di pausa con tutto a prezzo pieno. È vero che stiamo parlando di un alimento di cui si può fare tranquillamente a meno e sul quale credo che le aziende ci guadagnino in maniera esagerata, ma la cosa fa comunque pensare… più dell’articolo a riguardo che ieri il dorso milanese di Repubblica pubblicava. O almeno per me è così.