Archivi annuali: 2021

Introduzione all’Information Literacy (ebook)

Che cos’è l’information literacy? Domanda intelligente. Il primo capitolo di questo libro (Maurizio Lana, Introduzione all’Information Literacy : Storia, modelli, pratiche, Editrice Bibliografica 2020, pag. 371, € 18,99 (cartaceo: €30), ISBN 978-88-9357-153-1) raccoglie definizioni dalle più diverse fonti ed è la parte peggiore del testo, anche perché Lana spesso ripete quanto citato… e comunque non c’è una definizione vera e propria. Se superate questo scoglio, però, sarete ricompensati. Il libro nasce dal punto di vista dei bibliotecari, però credo che possa essere utile a chiunque per imparare a trattare l’informazione, non tanto dal punto di vista informatico – anche se oggi esso fa da padrone – quanto da quello di una persona che abbia bisogno di cercare le risposte ai suoi dubbi. Questa non è una necessità dei soli studiosi; tutti noi ne abbiamo bisogno. Il punto di vista “bibliotecario” è utile per esempio quando si parla della fake news. Lana non le tratta direttamente, ma fa una verifica puntuale sui testi che ti insegnano a trovarle, mostrando che non sono poi così immediati come sembrerebbe a prima vista… In definitiva, un libro che permetterà di diventare cittadini più informati.

Statistiche del sito per giugno 2021

A magio dicevo che si era toccato il fondo; a giugno allora stiamo scavando. I visitatori unici sono stati 15275 per 33990 visite; le pagine accedute sono state 106361 con 201845 hit. Domenica 27 giugno ci sono state meno di 1000 visite. SemrushBot ha usato metà della banda totale, e mi sa che devo decidermi a bloccarlo o almeno throttarlo.

Anche questo mese la Top5, a parte il solito “eupnoico”, è tutta con post scritti nel mese:

  1. Eupnoico: 1302 visite
  2. Io ci rinuncio: 351 visite
  3. Vaticano contro DDL Zan: 324 visite
  4. Disastrofilia: 289 visite
  5. Prima dose: 276 visite

Distanziamenti e quadrati ha ancora 1302 accessi. Fuori dai blog, Romanaccio ha 1281 accessi. Per questo mese, null’altro da segnalare.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-03 16:01

Lo sapete che c’è anche il 2×1000?

Quando si deve pagare le tasse sappiamo da decenni dell’esistenza dell’8×1000 alle chiese che hanno stretto un accordo con lo stato italiano e del 5×1000 alle associazioni non lucrative. Se non lo sapessimo siamo comunque martellati dalla pubblicità. Wikimedia Italia – che non gestisce Wikipedia in lingua italiana ma la promuove, oltre a occuparsi della promozione della cultura libera: non smetterò mai di ripeterlo – può ottenere da anni il 5×1000, che è una parte preponderante delle nostre entrate.

Quello che non tutti sanno è che ora è possibile anche destinare il 2×1000 non solamente ai partiti politici, come una volta, ma anche alle associazioni culturali. Se quindi preferite dare il vostro 5×1000 ad altri enti ma ci volete comunque bene c’è questa nuova possibilità. Il codice fiscale da usare è 94039910156. (No, non si può dare il 2×1000 a un partito e a un’associazione culturale, dovete fare una scelta).

Per massima trasparenza, qui trovate l’elenco di tutti gli enti ammessi al 2×1000, e qui trovate sia il bilancio 2020 che il bilancio sociale 2020; quest’ultimo non era ancora obbligatorio, ma abbiamo voluto portarci avanti col lavoro.

[EDIT] Per una strana congiuntura – nel 2020 abbiamo ricevuto i fondi del 5×1000 di due anni – il bilancio solidale 2020 era obbligatorio. Non è stato comunque un grande problema, perché l’avevamo già cominciato ad approntare.

Ultimo aggiornamento: 2021-07-02 10:04

OpenStreetMap ha problemi di sede legale

OpenStreetMap è spesso detta “la Wikipedia delle mappe”, perché ha lo stesso approccio: creare una mappa del mondo liberamente usabile e modificabile da chiunque. In effetti Wikimedia Italia fa parte della OpenStreetMap Foundation, ma questa è stata una nostra scelta: Wikimedia Foundation e OpenStreetMap Foundation sono entità separate, e persino le licenze d’uso per i materiali contenuti in Wikipedia e OpenStreetMap, anche se entrambe libere, sono differenti. Tra l’altro WMF è americana, mentre OSMF è britannica.

A quanto pare è proprio questo un problema. Il Guardian scrive che OSMF sta pensando di spostare la sede dall’UK nell’Unione Europea. La mia personale ipotesi è che quello che preoccupa la Foundation non sono tanto le spese finanziarie per le transazioni, e neppure il fatto che non possano avere un dominio .eu (tanto sono .org…) quanto la mancata protezione della loro base dati. In UE abbiamo una direttiva (la 96/09) che dà un diritto sui generis (quindi separato dal copyright) a chi ha creato una base dati. Da quanto ho capito, anche se i singoli dati presenti nel database sono liberi non è permesso copiare tutta la base dati, o anche solo una porzione notevole. Noi di Wikimedia Italia siamo contrari a questo concetto, ma abbiamo poche speranze che anche nella revisione che sta per essere fatta la situazione migliorerà. Ma quello che conta è che essendo questa una direttiva europea, dopo Brexit gli inglesi non sono più tenuti a rispettarla…

Vivere in un mondo interconnesso non è mai una cosa semplice, insomma.

Arriva?

Oggi è la giornata mondiale degli asteroidi. Siamo in tanti ad aspettarne uno.

Ultimo aggiornamento: 2021-06-30 10:16

sospeso il cashback

Secondo me non è poi chissà quale problema la sospensione del cashback di Stato, sospensione che immagino sia il preludio alla cancellazione. Se lo scopo era quello di abituare la gente ai pagamenti – micro o macro che fossero – senza contanti, sette mesi sono stati più che sufficienti. Se era sgamare i negozianti che non accettano contanti, non penso sia cambiato molto, anche se in effetti non ho dati su quanti abbiano per esempio cominciato ad accettare Satispay che sotto i 10 euro non chiede commissioni e quindi non dà nemmeno la scusa del piagnisteo sulle banche cattive.

(Comunque è bellissimo leggere chi spiega che il cashback porterebbe 2,5 miliardi di ricavi aggiuntivi a fine 2022 e quindi è un vantaggio per lo Stato spenderne 4,75)

il pasticcio della Green Card

A quanto si legge su Repubblica, il governo pensa a “rimodulare” il Green Pass perché teme la cosiddetta variante delta, e quindi non considerare più validi quelli già scaricati da milioni di persone (tra cui il vostro affezionato tenutario) e che erano stati rilasciati dopo una singola dose. Nel giornale radio di stamattina su RadioPop si diceva che tanto nel resto d’Europa si accettano solo i certificati con due dosi: ho provato a fare una ricerca e ho scoperto che la cosa è un po’ diversa: ogni nazione può accettare un certificato vaccinale dall’estero con le stesse condizioni che ha per i certificati nazionali, mentre in effetti la Commissione «ha proposto agli Stati membri di revocare le restrizioni di viaggio per le persone che sono completamente vaccinate (al più tardi 14 giorni dopo l’ultima dose) o guarite dalla COVID-19 e titolari del certificato COVID digitale UE.»
Non potevano decidere il da farsi sin dall’inizio? Anche senza la variante delta, si sapeva che la prima dose aiuta ma non è sufficiente.

Ultimo aggiornamento: 2021-06-29 10:48

addio mascherine?

Da oggi nelle regioni in zona bianca non sarà obbligatorio indossare la mascherina all’aperto, “a meno di assembramenti” (mentre Israele reintroduce l’obbligo al chiuso…).

Non essendo io un infettivologo non ho idea di quanto fosse davvero utile la mascherina all’aperto mentre si camminava in posti con poca gente e quindi con contatti molto ridotti. Quello che però posso dire è che sono settimane che tanta gente gira senza mascherina, e parecchia gente è convinta che anche nei luoghi chiusi basti tenerla sulla bocca e non anche sul naso. L’annuncio della settimana scorsa ha aumentato queste percentuali. Secondo voi, qual è la probabilità che la misura sarà letta come “via la mascherina ovunque”?