Archivi annuali: 2020

Luigi Spagnol

Ieri è morto Luigi Spàgnol (l’accento sulla a). Il nome magari non vi dice niente, ma era la S di GeMS, cioè il più grande gruppo editoriale italiano, insieme a Mondadori/Rizzoli (se si considera anche la distribuzione, Gems+Messaggerie ha un fatturato leggermente maggiore; se ci si limita ai libri, vince Mondazzoli)

Incontrai Spagnol alla fine del 2009. Avevo assemblato una raccolta di problemini matematici, il cui titolo era inizialmente Sembra difficile, e stavo cercando un editore che fosse interessato alla pubblicazione. Non è che ci fossero – o ci siano – così tanti editori compatibili: ne avevo trovati quattro, avevo scritto loro e non avevo ricevuto risposta. Intanto ne avevo parlato con Stefano Bartezzaghi, che poi mi scrisse dicendo che Luigi Spagnol – che non avevo contattato – poteva essere interessato. Andai così a trovarlo nella sede del gruppo, dietro l’Arco della Pace, con il mio manoscritto che su suggerimento di Stefano era ora intitolato Matematica con l’aiutino. Come si suol dire, l’incontro fu molto cordiale, con una bella chiacchierata; e alla fine la storia la sapete: a marzo 2011 uscì Matematica in relax. Confesso che non ho più incontrato Spagnol, anche perché come sapete la mia carriera di scrittore è rimasta nell’ambito della matematica ma si è spostata di stile (però esiste un seguito di quel libro…); però la bella impressione di allora mi è sempre rimasta.

Quizzino della domenica: polimino

Riuscite a costruire un polimino – cioè una figura connessa formata da quadratini su una griglia quadrata, dove la connessione deve essere su un lato e non semplicemente per un angolo – che sta in un quadrato 4×4 e tale che ciascuna riga e colonna contenga esattamente tre quadrati del polimino? Se il quadrato fosse 3×3 non ci sarebbero problemi, basta riempirlo tutto: se fosse 5×5 la figura qui sotto rispetta il vincolo dei tre quadrati per riga e colonna, ma non è connessa e quindi non è un polimino.

una soluzione errata

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p456.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Stan Wagon.)

Cosmicomic (graphic novel)

[copertina] Graphic novel scritta da Amedeo Balbi e ben disegnata da Rossano Piccioni, questo libro (Amedeo Balbi e Rossano Piccioni, Cosmicomic : Gli uomini che scoprirono il big bang, Codice 2013, pag. 152, € 21, ISBN 9788875783815) racconta della storia della scoperta della radiazione cosmica di fondo, partendo però indietro di qualche decennio (ok, le primissime pagine da molto prima…) per spiegare la fisica alla base della scoperta. Personalmente ho anche molto apprezzato il “making of” alla fine del testo, che dà un’idea di come si costruisca un libro così: ma anche senza di esso il libro è comunque davvero godibile e consigliato.

Ultimo aggiornamento: 2020-11-03 18:46

altro che email!

buono scontoMi capita spesso di ricevere mail in cui mi propongono di recensire prodotti che poi mi verranno rimborsati. L’ultima, stamattina, per una webcam da pc… quasi quasi la prendo :-)

Ma Anna mi ha battuto. La scorsa settimana le è arrivata una lettera dalla Germania che le offriva 30 euro per la recensione di un prodotto che avrebbe comprato su Amazon. Non che lei si ricordi quale fosse il prodotto… un vero perccato, vero? Apprezzate anche l’italiano perfetto made in Google Translate. E il tutto non della Cina ma dalla Germania! Lei sì che è fortunata!

Ultimo aggiornamento: 2020-06-12 14:42

Il pericolo di PAW Patrol

Se avete figli o nipoti tra i quattro e i dodici anni, probabilmente sapete cos’è PAW Patrol: un cartone animato canadese che ha come protagonisti una squadra di polizia formata da cuccioli di cane, e guidata da un bambino. Anche in Italia la serie ha avuto un grande successo, con il conseguente merchandising. Bene: il New York Times segnala che ci sono state proteste contro il cartone, perché “raffigura i poliziotti come brave persone”, pardon “esseri senzienti”. L’articolo specifica che queste proteste dovrebbero essere scherzose, ma continua con azioni reali, come gli attori che hanno ufficialmente rinunciato ai compensi da loro avuti per apparire come (buoni) poliziotti in un episodio di qualche serie TV, oppure LEGO che dice ai suoi negozi di smettere di pubblicizzare i suoi set di costruzioni legate alla polizia. (Qui apro una parentesi. Probabilmente l’articolo di Toybook inizialmente diceva che LEGO aveva smesso di vendere quei set. Quando l’ho letto stamattina, però, nella prima parte dell’articolo è stato inserito l’aggiornamento con la dichiarazione del portavoce LEGO che spiega cosa è stato effettivamente fatto. Il giornalismo che mi aspetto nel ventunesimo secolo è anche questo.)

Quello che mi preoccupa in genere è questo contrasto bianco-nero che diventa sempre più estremo. Uno può apprezzare che le statue degli schiavisti vengano buttate in mare, anche se apprezzo la battuta del mio amico Mix che propone una targa di aggiornamento tipo “dopo duecento anni abbiamo scoperto che era una testa di c***o”. Chi non fa ridere è HBO Max, che toglie momentaneamente la fruizione di Via col vento “per preparare una disamina del suo contesto storico e una denuncia di quelle rappresentazioni”. Il punto è che questa iconoclastia come sempre serve a evitare di pensare, perché è facile buttare a mare – anche letteralmente… – tutto senza capire cosa si sta davvero facendo. Per me il problema è che Edward Colston era raffigurato solo come un filantropo e non come uno schiavista. Se elimini la sua statua, non saprai più nulla di Colston e quindi saprai di meno dello schiavismo. Tutto qua.

Ultimo aggiornamento: 2020-06-11 11:29

DNS e oscuramento for dummies

Una cosa che ho visto essere poco chiara nel caso Project Gutenberg – occhei, ce ne sono tante, ma questa mi ha stupito di più – è che in molti non capiscono come sia possibile che qualcuno arrivi tranquillamente al sito, mentre altri non ci riescono. Visto che questa differenza è facilmente spiegabile dal punto di vista tecnico, ho pensato che potrebbe essere utile dare una spiegazione sotto forma di metafora. Detto in altri termini: la maggior parte dei miei ventun lettori non ha alcun bisogno di leggere questo post, perché sa già come le cose funzionano davvero. Chi passa però per caso di qua potrà forse scoprire come funziona il DNS, e capire cos’è l’oscuramento del DNS.

Partiamo dall’inizio. Il DNS è una specie di enorme elenco telefonico di Internet. I siti in rete non si presentano infatti con il nome che digitiamo o clicchiamo in un collegamento, ma con un numero; se quindi vogliono connettersi a un sito, per esempio http://www.gutenberg.org/, devono consultare il DNS per sapere qual è il suo indirizzo IP (il “numero di telefono”), 152.19.134.47. Questo elenco telefonico è naturalmente particolare: fino a metà degli anni ’80 del secolo scorso in effetti esisteva una copia ufficiale che veniva aggiornata ogni settimana, ma poi il numero di siti cominciò a crescere così tanto che si ideò una specie di elenco telefonico distribuito – il DNS, appunto. Quindi se voglio sapere qual è l’indirizzo IP di www.gutenberg.org lo guardo nel mio elenco telefonico, che si chiama “risolutore DNS”.

Fin qua, spero che sia tutto chiaro. Ora, se un giudice impone di oscurare il sito www.gutenberg.org cosa fa? Dice ai provider di strappare la pagina relativa a quel sito, o più precisamente di cancellare quell’indirizzo e metterne uno fasullo (127.0.0.1, che corrisponde al vostro computer qualunque esso sia). Se però voi invece che usare l’elenco telefonico del vostro provider andate al bar – fuor di metafora, scegliete un altro risolutore DNS pubblico, come 8.8.8.8 e 8.8.4.4 di Google e 1.1.1.1 e 1.0.0.1 di CloudFlare – l’indirizzo lo trovate tranquillamente e quindi potete accedere al sito oscurato. La cosa è legale? Non sono un avvocato, ma non mi pare ci sia una legge che ti obblighi a usare uno specifico risolutore DNS. Poi naturalmente se accedi a un sito oscurato e scarichi un file protetto da diritto d’autore commetti un reato o almeno un illecito, ma questa è una storia diversa.

Ah. È anche possibile bloccare del tutto un sito, ma ci sono due problemi. Il primo è che per farlo bisogna metaforicamente tagliare i fili del telefono, vale a dire eliminare la rotta fisica verso quel sito; il secondo è che, per come è fatta internet, da ormai più di un quarto di secolo a uno stesso numero corrispondono svariati siti: più che di un numero di telefono avrei dovuto parlare di un numero civico, insomma. Quindi bloccare un sito potrebbe avere effetti collaterali pesanti: ecco perché in Italia si è scelta una misura non molto efficace ma facile da implementare.

troppa cancellazione

Ieri pomeriggio stavo chattando con un mio collega: lui stava mostrandomi uno script che non funzionava, e mi spiegava cosa aveva fatto. Nel frattempo la signora delle pulizie stava per passare l’aspirapolvere in studio: la cosa non mi preoccupava troppo, visto che tanto avevo gli auricolari. Peccato che con l’aspirapolvere in funzione non sentivo più il collega. No, non è che il rumore fosse troppo forte e quindi mi coprisse la sua voce: proprio non c’era.

Ci ho pensato su un po’, e ho deciso che gli auricolari – che sarebbero quelli del mio Samsung Note9 – sono così bravi come cancellazione d’eco che prendevano come rumore da togliere tutte le frequenze esterne, che in questo caso coincidevano con quelle vocali. Buffo, vero?
(Alla fine ho tolto gli auricolari e alzato il massimo il volume per quei due o tre minuti :-) )

Ultimo aggiornamento: 2020-06-09 11:04