Archivi annuali: 2018

Minimi e superminimi

Ricordate la storia del contratto ponte per il settore telecomunicazioni? Cinquanta euro di aumento lordi spalmati in tre tranche, di cui gli ultimi 10 non stanno nemmeno nei minimi ma finiscono in una voce a parte in modo che non diano effetti sul TFR?

Bene. I primi venti euro dovevano essere erogati a gennaio, ma “per ragioni tecniche” è slittato tutto a febbraio. Oggi è arrivato il cedolino, ed effettivamente il minimo contrattuale è cresciuto. Peccato che, come scritto in una riga al fondo del cedolino, “L’importo ex Acc. 23.11.17 è assorbito dal superminimo salvo diversa previsione.” Uno spiegone per chi non è lavoratore dipendente. I contratti di lavoro indicano il minimo stipendio che deve ricevere un lavoratore, a seconda del suo livello inquadrativo. Poi l’azienda può decidere di dargli più soldi: questi soldi possono essere concessi come una tantum, oppure inseriti nello stipendio. In quest’ultimo caso si parla di “superminimo” (perché è sopra il minimo sindacale – da dove credete che arrivi il nome di questa espressione). A sua volta il superminimo può essere assorbibile oppure non assorbibile: nel primo caso può essere spostato sui minimi salariali quando essi aumentano, nel secondo no.

Detto in altri termini, è perfettamente legale che l’azienda (in questo caso Telecom Italia, non so cosa sia successo nelle altre aziende del settore) faccia questa operazione. Telecom, oltre ad avere al suo interno quasi la metà dei lavoratori interessati a questo contratto, ha un parco lavoratori generalmente “anziano”, e quindi la maggior parte di noi ha superminimi tipicamente assorbibili. Risultato pratico: se va tutto bene, dei cinquanta euro promessi ne vedremo a luglio dieci (quelli della voce a parte). È vero che a pensare male si fa peccato, ma mi viene da pensare che il ritardo nell'”elargizione” di questo aumento fosse dovuto alla speranza che il sindacato approvasse il piano di tagli proposto dall’azienda (la famigerata solidarietà espansiva: lavoriamo e veniamo pagati venti minuti in meno al giorno, ma rimanendo in ufficio le stesse ore) prima di vedere questo grande risultato. Secondo voi che succederà ora?

Ultimo aggiornamento: 2018-02-26 11:02

La carriera di Gianluca Comazzi

Chi legge le mie notiziole sa bene che Gianluca Comazzi ha come sua cifra stilistica quello di non inviare banali volantini elettorali ma vere e proprie lettere indirizzate ai malcapitati cittadini che vivono nella sua stessa zona. (Una volta le spediva con regolare tariffa elettorale, ora si limita a imbucarle a mano). Evidentemente tale politica ha il suo bel vantaggio, visto che Comazzi è prima stato consigliere di zona, poi è diventato consigliere comunale e persino capogruppo, e ora (rullo di tamburi, fiato alle trombe) è candidato alla Regione Lombardia!

Nella lettera che ho qui scansionato (se leggete questo post sul blog potete cliccarci su per avere il testo completo) potete vedere che Comazzi vuole che noi facciamo contare via XXXXXX in Regione Lombardia, e presenta le sue proposte che porterà avanti se sarà eletto: tra queste spicca il

Garantire il ripristino del vecchio percorso della autolinea 51

(per chi è magari lombardo ma vive in val Brembana, mi tocca spiegare che nel 2013, con l’apertura della metro lilla, il capolinea sud della 51 è stato accorciato di un chilometro circa: prima finiva alla fermata Zara della gialla, ora alla fermata Istria appunto della lilla che è collegata a Zara con metro e tram). Come è possibile non permettere a Gianluca Comazzi di arrivare a Palazzo Lombardia e portare avanti le sue battaglie glocal?

P.S.: Gianluca Comazzi può scrivere personalmente a me perché il Provvedimento 6 marzo 2014 del Garante privacy all’articolo 5.1 dà la possibilità di reperire i dati personali dagli elenchi elettorali e di trattarli senza nostro esplicito consenso. Però all’articolo 7 lo stesso provvedimento dà a me la possibilità di oppormi alla ricezione, cosa che ho fatto sabato sera – purtroppo per email normale, perché Comazzi non ha indicato un indirizzo PEC o se per questo cartaceo. Vi farò sapere se ci sarà risposta oppure dovrò fare escalation.

Punti di contatto

Il Santo Sepolcro rimarrà chiuso a tempo indeterminato per protestare contro una proposta di legge che tasserebbe le chiese e permetterebbe l’esproprio di terreni ecclesiastici. È la prima volta da cinque secoli che greci ortodossi, cattolici e armeni sono riusciti a trovare un accordo.

Ultimo aggiornamento: 2018-02-25 12:34

Giggino e i ministri

Così Luigi Di Maio ha fatto un giro al Quirinale per presentare la lista dei “suoi” ministri quando la settimana prossima vincerà le elezioni: chiaramente Mattarella non si è fatto trovare.
Il problema non è che Di Maio non sappia che in Italia non esista il concetto di lista preventiva di ministri, e quindi la sua passeggiata era destinata al fallimento formale. Lo sapeva benissimo, e anche se non l’avesse saputo qualcuno gliel’avrebbe detto. La sua è stata una scelta ben precisa per mostrare come “la Ka$ta ci impedisce di governare!!!!1!!!1!”. Ecco. Se qualcuno credeva ancora che il moVimento fosse diverso dagli altri partiti, sappia che non è affatto vero.

Ultimo aggiornamento: 2018-02-25 11:53

Quizzino della domenica: botti

Centocinquant’anni fa, quando c’erano ancora i dazi per portare i beni in città, due commercianti di vini arrivano a Parigi, uno con 64 botti piene di vino e l’altro con 20 botti. Tutte le botti hanno lo stesso valore. Non avendo denaro sufficiente per pagare il dazio, il primo lascia cinque botti più 40 franchi, mentre il secondo lascia due botti e riceve indietro 40 franchi. Qual è il prezzo di una botte e quello del dazio corrispondente?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p302.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Walter Rouse Ball, citato da Federico Peiretti, Il grande gioco dei numeri; immagine di kevie, da OpenClipArt.)

Ultimo aggiornamento: 2018-02-26 23:06

_È tutto un gioco_ (libro)

Premessa: questo libro (Giulia Bernardi e Roberto Lucchetti, È tutto un gioco: Il dilemma del prigioniero e altri giochi non cooperativi, Francesco Brioschi 2018, pag. 177, € 19, ISBN 9788899612221, link Amazon) non è un manuale sulla teoria dei giochi. Sì, ci sono delle formule, opportunamente incasellate in riquadri in modo da poter essere saltate senza problemi; ma ritengo che saltarle durante la lettura è non solo possibile ma anche consigliato. In fin dei conti questo libro non è un manuale ma un’introduzione alla teoria dei giochi, o almeno alla parte di essa legata ai giochi non cooperativi; secondo me il risultato è ottimo, a partire dalla scelta di cominciare con la trattazione degli equilibri di Nash e non con il minimax di von Neumann che è temporalmente precedente ma non dà un vero vantaggio espositivo. Molto apprezzabile è poi la scelta di parlare degli studi di Aumann sull’equilibrio correlato, perché in questo modo si riesce a vedere meglio l’utilità della teoria dei giochi che altrimenti rimane spesso confinata in esempi più o meno artificiali che sono difficili da associare alla vita reale. In appendice, brevi biografie di von Neumann, Nash e Aumann permettono al lettore curioso di scoprire che i matematici non sono affatto uguali a come vengono generalmente immaginati.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-06 18:26

Dell’inesistenza della linea 70

Stasera, dopo aver preso al doposcuola Cecilia, siamo andati a recuperare suo fratello che era stato a giocare con il suo compagno di classe. Il compagno in questione abita a una fermata di metropolitana, oppure quattro fermate di bus: una distanza che io mi sarei tranquillamente fatto a piedi, ma conoscendo la mia prole le ho detto “andiamo a prendere l’autobus, e poi torniamo tutti con la metro”. (Ricordo che a Milano il biglietto vale sì per 90 minuti, ma con una sola corsa in metropolitana). Siamo arrivati, c’era un po’ di gente alla fermata e non era indicato nulla sulla palina elettronica. Dopo dodici minuti finalmente è arrivato il messaggio con l’attesa prevista: 12 minuti. A questo punto ho deciso di prendere subito la metro. Peccato che ovviamente il problema si sia ripresentato al ritorno: siamo usciti alle 18:45, e la prima 70 è passata alle 19:12. Per la cronaca, i passaggi sono previsti ogni 9 minuti. Non trovate ci sia qualcosa che non va?

Ultimo aggiornamento: 2018-02-23 21:09

Ditelo, che non volete vendere

Io non mi lamento del fatto che questo libro costi 37 euro. Immagino che non abbia chissà quale mercato, e a questo punto anche il costo di stampa e di distribuzione diventa importante, oltre alla giusta necessità di tirare fuori qualche soldo per l’autore. Ma più di 27 euro per la versione elettronica mi pare sia un modo nemmeno troppo educato di dire “no, non te lo vogliamo dare in formato elettronico”.
Immagino che vivrò tranquillamente senza quel libro, in fin dei conti leggerlo sarebbe stata solo una curiosità. Però non capisco il modello di business.

Ultimo aggiornamento: 2018-03-09 17:50