Archivi annuali: 2018

Com’è difficile cambiare l’ora

Ieri siamo tornati all’ora solare, anche se almeno da me di sole non se n’è visto punto. Non così in Marocco. No, non so se ci sia stato o no sole: però i marocchini hanno deciso di non riportare indietro le lancette e mantenersi definitivamente – o almeno fino a quando cambieranno idea – sul fuso GMT+1. L’idea di smetterla di spostare avanti e indietro le lancette degli oroligi due volte l’anno sta prendendo sempre più piede: quest’estate c’è stata una consultazione pubblica europea che da noi è al solito stata snobbata ma ha visto milioni di cittadini degli stati nordici chiedere di rimanere tutto l’anno sul fuso invernale, perché tanto loro luce la sera ce l’hanno lo stesso.

Ma non è di questo che vi voglio parlare, quanto di un piccolo particolare: la decisione è stata presa venerdì scorso, a due giorni dal (mancato) cambio dell’ora, e pertanto ha fatto arrabbiare un certo numero di programmatori. Facciamo un passo indietro. Alla fine degli anni ’80, il lunedì dopo il cambio dell’ora arrivai in ufficio presto per aggiustare gli orologi dei computer, e ci rimasi di sasso quando vidi che la Sun che era appena stata acquistata segnava già l’ora corretta. Per molti questo è ormai dato per assodato, e anzi c’è chi prende in giro chi ricorda che bisogna spostare le lancette degli orologi; ma vi siete mai chiesti come facciano i computer ad avere l’ora aggiornata? C’è un omino che manda il segnale orario per tutti?

Quello che succede è molto più semplice, ed è legato a un file specifico che fu inizialmente creato per i sistemi Unix e poi è stato adottato da tutti: timezone (TZ). Questo file contiene tutte le regole che negli anni sono state applicate per definire l’ora nelle varie nazioni. Attenzione: non solo quelle attuali ma anche quelle passate, perché non si sa mai che misurazioni di date possono essere necessarie.
Si può per esempio scoprire che l’Italia usò per la prima volta l’ora legale nel 1916, durante la prima guerra mondiale, per poi abolirla una volta giunti alla Vittoria. Ogni modifica alle regole significa insomma aggiungere una nuova riga a questo file, che in effetti è ormai lunghetto. Ma un conto è avvisare con mesi di anticipo: altra cosa è decidere il venerdì per la domenica. Immagino che ci siano stati parecchi informatici che hanno lanciato una serie di maledizioni nei confronti del parlamento marocchino… e non so se ieri i computer locali siano stati tutti aggiornati: il fix è arrivato etichettato come “unstable” e “urgent” perché era già sabato sera, e magari molti sistemi hanno scelto di non aggiornare. Insomma, non pensate che tutto funzioni solo perché qualcuno ha legiferato al riguardo!

Ah, il nostro forno a microonde non solo non si aggiorna automaticamente, ma si fida così tanto della misurazione fatta attraverso la frequenza della corrente elettrica (e fa male…) che l’unico modo per cambiare ora è staccare la spina e settare quella giusta dopo averlo riacceso. L’avranno già pensato per un mondo senza ora legale.

P.S.: in effetti il fix era errato, perché in esso il cambiamento è stato anticipato a sabato 27 a mezzanotte :-( Stamattina è arrivato il diff per rimetterlo a posto:


- 0:00 Morocco +00/+01 2018 Oct 27
+ 0:00 Morocco +00/+01 2018 Oct 28 3:00

Ultimo aggiornamento: 2018-10-29 07:15

Quizzino della domenica: Le dodici statue

Castore e Polluce hanno razziato un monastero e preso dodici statuette d’oro, tutte simili tra loro e di dimensioni 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 centimetri. Come possono dividersele equamente, nel senso di averne sei ciascuno e la stessa quantità d’oro?


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p346.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Varsity Math: immagine di j4p4n, da OpenClipArt)


_Il libro dei libri_ (libro)

Un libro di istruzioni. Possiamo definire così quest’opera (Niccolò Barbiero e Giulia Orecchia, Il libro dei libri : manuale per giocare a costruire libri, Salani 2017 [2004], pag. 157, € 12,90, ISBN 9788893811309, link Amazon), recentemente ristampata da Salani, nella quale troviamo istruzioni per costruire libri di ogni tipo, anche quelli classici con copertina e pagine incollate. Niccolò Barbiero dà le istruzioni e Giulia Orecchia le illustra, tutto rigorosamente su carta quadrettata, dando ai bambini idee che potrebbero essere piuttosto pericolose, come produrre fogli di carta. Prima di decidere di regalarlo ai vostri figli, preparatevi insomma a richieste non proprio standard… Tra le notizie a contorno che formano la parte finale del libro – prima dell’elenco di fiere del libro italiane e di siti interessanti al riguardo – voglio segnalare “Come si fa un libro” a pagina 128. Da autore di libri posso garantirvi che è tutto vero dalla prima all’ultima parola!

Stefano Cucchi

In questi giorni Repubblica sta facendo una serrata campagna a proposito del caso Cucchi contro tutti i depistaggi da parte degli alti gradi dei Carabinieri. È una scelta molto marcata, considerato come l’opinione pubblica si pone rispetto a quanto è successo allora: il giudizio tipico che sento in giro è “tanto quello era un drogato, perché ve lo siete preso così a cuore?”… il che poi non è tanto diverso dal grande plauso per la nuova legge sulla legittima difesa che sta per essere promulgata, e con la quale io comune cittadino rischierò di più perché io non terrò certo armi in casa, ma chi venisse a rubare a questo punto sì perché tanto non ci perderebbe nulla.

Il punto naturalmente non è la colpevolezza o meno di Cucchi, quanto i fatti che l’habeas corpus sarebbe un principio che esiste da secoli, che la pena deve essere proporzionata alla gravità del crimine e che le forze dell’ordine devono essere al servizio dei cittadini. Evidentemente tutto questo non è più di moda.

Suicidio assistito: qualcuno mi spiega?

Per chiarire subito le cose: in questo post non entro nel merito dell’azione di Marco Cappato che portò DJ Fabo in Svizzera in modo che potesse accedere al suicidio assistito: parlo della sentenza di ieri che dà undici mesi al Parlamento per promulgare una legge, perché «l’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti».

È vero che io non sono un costituzionalista, ma non sono riuscito a capire la logica. L’articolo 580 del Codice penale non punisce solo chi istiga al suicidio, ma anche chi «ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione». Quello che avevo capito è che i giudici di Milano avevano assolto Cappato (leggasi, la sua azione non era un’agevolazione al suicidio) ma allo stesso tempo avevano sollevato un dubbio di incostituzionalità sulla legge. Ora pare che la Consulta dica “in effetti l’articolo così com’è scritto funziona male, per favore aggiustatelo in fretta”. Ma cosa succede se il Parlamento non aggiusterà (in modo costituzionalmente corretto)? Per quello che capisco io, si sarà perso un anno e saremo punto e daccapo. A questo punto non valeva la pena di esplicitare quali erano le parti non costituzionali?

Roberto Renzi

No, non era parente di Matteo, almeno a quanto mi consta. Renzi fu un fumettista che a me era noto non tanto per Akim (mai sentito…) quanto per Tiramolla. Quando ero un bimbetto e non andavo ancora a scuola, mio papà mi portava pacchi di fumetti, tra cui quelli delle edizioni Alpe. In questi, oltre a Cucciolo e Beppe che sono praticamente dei cloni dei disneyani Topolino e Pippo, c’era questo strano personaggio “figlio del caucciù e della colla” che poteva allungarsi e piegarsi a piacere. Bene: Tiramolla nasce dalla fervida mente di Renzi e mostra quella tendenza all’assurdo che fu una cifra stilistica di molti albi a fumetti degli anni ’50 e dei primi anni ’60: non credo che sia un caso che tra le nove storie di Topolino sceneggiate da Renzi quasi la metà riguardasse Eta Beta.
Purtroppo questi fumettisti “minori” non hanno la notorietà che si meriterebbero…

qualità dell’aria

Nelle giornate in cui si discute se bloccare o no i diesel Euro4 a causa della qualità dell’aria (e nelle quali mi trovo più traffico del solito, tra l’altro) scopriamo che Eataly ha pagato un sofisticatissimo sistema di filtraggio dell’aria… per il Cenacolo leonardesco. Non so voi, ma a me viene da pensare che di esseri umani ce ne sono tanti e quindi possiamo fare a meno di qualcuno di loro, mentre di Cenacolo ce n’è uno solo…

Ultimo aggiornamento: 2018-10-24 12:06

I blocchi su Facebook

Qualche settimana fa ho scoperto per caso (in uno dei gruppi che frequento c’era indicato un suo commento che non riuscivo a trovare) che una persona mi ha bloccato su Facebook. Ah: ricordo che su Facebook conosco personalmente i miei “amici”. Nel suo caso, tanto per dire, ho i suoi numeri di telefono fisso e mobile, anche se a questo punto presumo non mi risponderebbe: questo per mettere le cose nella giusta prospettiva. Visto che non ho avuto nessun sentore della cosa, immagino che il blocco sia dovuto al fatto che io abbia scritto (da me: non frequentavo la sua bacheca) qualcosa che non avrei dovuto scrivere. Ricordo però che in passato questa persona si era anche messa a separare in varie liste i suoi contatti FB e poi selezionava la lista ogni volta che scriveva qualcosa: magari ha deciso di fare un passo ancora oltre e bloccare coloro con i quali non aveva a che fare per lavoro. In ogni caso è una sua scelta.

Quello che trovo più interessante, al di là del singolo caso, è la teoria generale dietro ai blocchi. Da un lato ci sono le “sospensioni a tempo” comminate da Facebook se mostri un capezzolo femminile oppure scrivi “negri” o ancora finisci bullizzato da un gruppone di persone che si coalizzano per segnalarti. (Ho sempre pensato che un sistema più intelligente, se gli umani annullano la cancellazione automatica, dovrebbe pesare di meno le successive segnalazioni di quelle persone: ma non credo che a Zuckerberg interessino queste minuzie). Ma ci sono sempre più possibilità per non avere a che fare con qualcuno. Il blocco dal mio punto di vista è una misura estrema: se c’è qualcuno che continua a romperci le palle commentando sulla nostra bacheca e scrivendo idiozie se non peggio, allora gli si chiude la porta in faccia. Ma io sarò stato fortunato, e non mi sono mai capitati casi come questi. Ci sono però alcune persone che riempiono la loro bacheca di roba politica, scopiazzata o no, che alla lunga mi hanno stufato. (Per la cronaca, queste persone che non leggo più sono simpatizzanti di partiti diversi; è proprio l’essere fan sfegatati e acritici che mi infastidisce). In questi casi ho trovato molto più semplice non seguirli più: continuano a essere nei miei contatti, possono leggere e rispondere ai miei post – qualcuno di loro lo fa anche – ma io non mi trovo davanti quello che scrivono. È nascondere la testa nella sabbia? Forse. Ma tanto mi passa lo stesso davanti tanta roba fuori dalla mia bolla. Quello che è sicuro è che vivo molto più sereno.

E voi come fate su Facebook?