Archivi annuali: 2017

Statistiche del sito per aprile 2017

Il sito continua a perdere accessi: i 22.122 visitatori unici con 47311 visite e le 91.165 pagine accedute sono i dati peggiori dall’inizio dell’anno. Per quanto riguarda i post, i due più visti non sono di aprile, come potete vedere:

Scrivere dall’oltretomba: 1614 visite
Quanti giorni ha la quaresima?: 759 visite
Vite bruciacchiate: 739 visite
Quizzino della domenica: i libri più venduti: 592 visite
Codice 1000: 418 visite

Un mese moscio, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2017-05-05 15:17

Carmelo Zuccaro

Guardate, io posso anche accettare come ipotesi di lavoro che ci siano collusioni tra alcuni scafisti e alcune ONG che girano per il Mediterraneo. Il lavoro dei procuratori dovrebbe essere verificare ipotesi di reato e poi eventualmente rinviare a giudizio se ci sono fondati sospetti.
Ma se prendi le tue informazioni da Internet e non hai uno straccio di prova, perché mai ti metti a sbandierare ai quattro venti le tue idee – chiamarle ipotesi è davvero troppo – anziché fare indagini riservate e uscirtene fuori quando hai in mano qualcosa? Speri che l’intelligenza collettiva della Rete ti tiri fuori le prove, #ovviamentegratis?

Ultimo aggiornamento: 2017-05-04 09:43

Il Javascript di Facebook

Mentre salvavo su archive.is una copia dello status Facebook del senatore Bartolomeo Pepe per usarlo nel post di ieri, ho dato un’occhiata alla lista dei file scaricati per arrivare al risultato finale. C’erano diversi javascript di centinaia di KB ciascuno: immagino che in totale gli islandesi si siano dovuti scaricare svariati megabyte di programmi (che poi vengono eseguiti in locale, ricordo). È vero che probabilmente quando usa Facebook non deve sempre ricaricare tutto, ma comincio a capire perché da telefonino (e senza app, che ciuccia ancora di più…) ci vada sempre una vita prima di riuscire a vdere qualcosa. Ragione di più per usarlo il meno possibile :-)

Bartolomeo Pepe e le percentuali

Ieri notte il senatore Bartolomeo Pepe ha pubblicato su Facebook questo post (qui una copia, non si sa mai nella vita: a quanto pare già il post originale era diverso.) Nel post il senatore Pepe scrive

Quando si parla dell’effetto gregge al 95% di vaccinati
Significa vaccinare bambini a tre mesi ma anche i loro professori,le maestre, collaboratori scolastici, segretari, gli applicati di segreteria, gli addetti alla mensa e i genitori e chiunque metta piede una scuola … rifornitori di merendine e bibite compresi?? E degli autisti dei bus,dei macchinisti,dei fuochisti e di tutta la gente presente alle fermate degli autobus,delle stazioni.. delle metropolitane .. e dei pendolari ?
Ma siete sicuri?

Ora, non so quale sia il titolo di studio del senatore Pepe. Sono ragionevolmente certo che in passato le schede sui siti istituzionali riportassero tale informazione, ma non trovo nulla: né è dato sapere qualcosa dal suo sito personale perché http://www.bartolomeopepe.it/ punta a http://www.terra-libera.org/ che mi dice “This domain has expired. If you owned this domain, contact your domain registration service provider for further assistance. If you need help identifying your provider, visit http://tucowsdomain.com”. Non è un grande problema; al più il problema che vedo è che afferma di essere un “Consulente tecnico I.S.D.E. (medici per l’ambiente)”; ma anche qua Gigerenzer ci insegna che i medici (e a fortiori i consulenti tecnici) hanno dei problemi con i concetti matematici di probabilità e percentuali. Nell’improbabile ipotesi che il senatore Pepe legga queste mie notiziole, provo a spiegare qual è la fallacia nel suo ragionamento, sperando di non scrivere cose troppo complicate.

È vero che se vogliamo avere il 95% di vaccinati non basta vaccinare i bambini. Su questo siamo tutti d’accordo, e non capisco perché il senatore Pepe abbia tolto la frase sul fatto che i bambini e i ragazzi sono solo il 14% della popolazione. Potremmo obiettare che il traguardo è per il futuro e se non cominciamo subito non potremo mai arrivarci, ma il senatore Pepe è più o meno mio coetaneo e quindi magari non è interessato a cosa succederà tra 70 anni. Guardiamo ora al passato: è chiaro che molti dei vaccini che usiamo oggi sono relativamente recenti, e quindi non possiamo dire “siamo in una situazione di stato stazionario: la popolazione è già vaccinata al 95% e dobbiamo limitarci a continuare a mantenere questa percentuale con i nuovi nati”. Per esempio quando ero bambino io non esisteva un vaccino contro il morbillo, o se esisteva non veniva somministrato. Avete trovato la fallacia, ora? No?

Il punto è che l’immunità di gregge non richiede il 95% di vaccinati ma il 95% di immunizzati. Il vaccino è un modo per immunizzarsi (di solito: tralasciamo per semplicità i casi in cui non fa nessun effetto, che però sono molto pochi) ma non è l’unico modo: ci si immunizza anche ammalandosi dalla malattia e guarendo (occhei, tecnicamente se uno muore non prende più la malattia, ma credo conveniate che non sono casi che ci interessano molto). Per fare un esempio personale, io ho contratto il morbillo a quasi sette anni, mentre ero in ospedale in una camera asettica perché mi ero preso una polineurite che ha rischiato di ammazzarmi e mi ha lasciato mezzo cecato. Nella camera vicino alla mia c’era un bambino immunodepresso con il morbillo: i camici che i parenti usavano per entrare erano promiscui e il risultato è stato questo. A parte i giudizi su come venivano gestite le Molinette nel 1970, il risultato è che io sono appunto immune dal morbillo, e come me tanti altri.

In pratica la fallacia del senatore Pepe sta nel modello errato che ha scelto: è possibile, forse probabile, che per arrivare oggi al 95% di immuni occorrerebbe vaccinare anche degli adulti, ma né io né credo il senatore abbiamo dati precisi; inoltre i conti fatti con il primo punto toccato, cioè il tempo necessario per arrivare alla soglia dell’immunità di gregge, sono comunque da rifare. In definitiva, mai usare la matematica senza sapere che si sta facendo.

Il concertone

Da quanto ho capito, lo scopo principale del Concertone del Primo Maggio è permettere ai commentatori di Facebook di lamentarsi di quanto sia brutto, e ai metacommentatori di lamentarsi perché la gente continua a guardarlo se è così brutto. Quest’anno devo dire che si è raggiunto un livello ulteriore, con l’ufficio stampa di Edoardo Bennato che si è lamentato (sempre su Facebook, non so se anche altrove) perché la Rai ha inopinatamente tagliato l’ultimo dei quattro brani della sua performance per mandare in onda la pubblicità.

Io non entro in queste dinamiche: non avendo mai seguito il Concertone non saprei decantarne i pregi e stigmatizzarne i difetti, né la cosa appunto mi cambia la vita. Però una curiosità mi resta: che ci azzecca la musica, bella o brutta che sia, con la Festa dei Lavoratori?

La legge elettorale proposta da YouTrend

Quando stamattina ho visto che YouTrend ha preparato una proposta di legge elettorale (occhei, l’ha proposta due settimane fa, ma non è che io sia sempre sul pezzo) mi sono detto “sarà la solita schifezza”. Poi sono andato a leggerla e mi sono dovuto ricredere.

Nella loro proposta, in entrambe le camere si vota metà con il maggioritario e metà con il proporzionale: 309 collegi alla Camera e 154 al Senato. I primi sono anche stati presentati, i secondi che io sappia no. La scheda sarebbe unica, simile a quella delle elezioni del sindaco nei grandi comuni: in ogni collegio sono indicati i candidati all’uninominale, con le liste collegate, e quelli al proporzionale. Non esiste nessun concetto di scorporo: l’unico “passaggio di voti” si ha se si indica solo una preferenza di lista nel qual caso il candidato uninominale corrispondente prende il voto, mentre non è vero il viceversa (un voto solo a un candidato uninominale non viene assegnato a nessuna lista); è anche possibile il voto disgiunto. Nella parte uninominale vince chi prende più voti, non c’è il doppio turno; in quella proporzionale si ha un proporzionale puro su base nazionale alla Camera (metodo Hare, quindi quozienti interi e i seggi non assegnati vanno a chi ha i resti più alti) e su base regionale al Senato (Hare modificato, perché occorre aver avuto almeno un seggio come quoziente per accedere alla ripartizione dei resti).

La “dimenticanza” che io vedo nella proposta è il non avere esplicitato l’impossibilità di candidarsi in più collegi nella parte proporzionale (e magari anche in un maggioritario, giusto per fare l’en plein). Per il resto, mi pare un buon compromesso per tenere insieme una rappresentanza popolare con un’attenzione al territorio. Che il tutto funzioni in pratica in un contesto fondamentalmente tripolare non lo so, ma tanto non è che le altre alternative siano così migliori… a meno naturalmente che non si scelga il modello “enorme premio maggioritario a chi arriva primo”. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2017-05-02 10:37

_Behind the Mask_ (ebook)

[Ho ricevuto il libro con il programma Early Reviewers di LibraryThing]

L’idea alla base di questa antologia di racconti è semplice: cosa fanno i supereroi (e i supercattivi…) quando non stanno facendo il loro lavoro? Potreste dire che già dai tempi dei supereroi Marvel – L’Uomo Ragno è il primo che mi viene in mente – si parla anche della loro vita normale, ma almeno per come la vedo io quello è solo lo sfondo per far risaltare meglio le loro avventure. In questa antologia (Tricia Reeks e Kyle Richardson (ed.) Behind the Mask : A Superhero Anthology, Meerkat Press 2017, pag. 290, € 5,99, ASIN: B01MDMXV6F) i superpoteri sono lo sfondo, e possiamo leggere racconti sui problemi di andare a fare la spesa senza essere riconosciuti, di avere l’Alzheimer, o anche di scoprire come e perché i supereroi non ci sono più e sono rimasti intrappolati nei fumetti.

Tra i venti racconti non me ne sono per nulla piaciuti solo due, il che è un grande risultato per un’antologia. Quelli che mi sono piaciuti di più sono Destroy the City with Me Tonight (Kate Marshall), Pedestal (Seanan McGuire), As I Fall Asleep (Aimee Ogden), Inheritance (Michael Milne), Quintessential Justice (Patrick Flanagan), Salt City Blue (Chris Large), The smoke means it’s working (Sarah Pinkster), The beard of truth (Matt Mikalatos), Over an Embattled City (Adam R. Shannon). In definitiva, un libro da leggere (se vi piacciono i supereroi, ovvio!)

Ultimo aggiornamento: 2017-05-01 11:06