La quarta di copertina di questo vecchio libro (Peter Maurice Holland Kendall e Gerry Michael Thomas, Mathematical Puzzles for the Connoisseur , Thomas Y. Crowell 1962, pag. 161) racconta
“Quasi tutti i libri di problemi matematici pubblicati oggi sottovalutano pesantemente l’intelligenza del loro pubblico. Il lettore non si diverte più con i semplici giochini con le monete o i fiammiferi, né vuole vedere problemi puramente matematici in natura, come quelli che si possono trovare in un qualunque libro di scuola. Abbiamo tentato di produrre un libro di problemi che si situano a metà tra questi due estremi”.
Ci sono riusciti? Mah. Alcuni dei problemi sono effettivamente carini, e devo dire che ce ne sono pochi di “riciclati”, il che non è certo così comune. Però parecchie sezioni, come quella dei crucinumeri, oggi non sono più di moda; non parliamo poi dei problemi di carte e scacchi che ormai fanno parte di una categoria completamente separata. Detto tutto questo, è sempre abbastanza interessante vedere cosa succede con i vari approcci storici alla matematica ricreativa :-)
Ultimo aggiornamento: 2015-01-11 13:44
Quello che vedete qui a sinistra (per chi non vede le immagini, il testo è «Lo ‘sballo’ del reporter: la droga va a fuoco, lui la respira e…») è un classico caso di clickbait: una (non-)notizia che non interesserebbe praticamente nessuno, ma viene scritta come esca (bait) in modo tale da invitare il lettore a cliccarci su, e far così partire un po’ di pubblicità. Tra l’altro questo è un link a un video, quindi probabilmente la pubblicità è inserita direttamente nel video e non si può dunque eliminare.
Stefano Bartezzaghi è sempre stato un attento osservatore della “lingua italiana pratica”, quella insomma che viene (ab)usata ogni giorno: nelle sue rubriche non si contano gli esempi di quelle che chiama frasi matte, più o meno volute. In questo libro (Stefano Bartezzaghi,