clickbait: arriva anche Repubblica.it

[chissenefrega] Quello che vedete qui a sinistra (per chi non vede le immagini, il testo è «Lo ‘sballo’ del reporter: la droga va a fuoco, lui la respira e…») è un classico caso di clickbait: una (non-)notizia che non interesserebbe praticamente nessuno, ma viene scritta come esca (bait) in modo tale da invitare il lettore a cliccarci su, e far così partire un po’ di pubblicità. Tra l’altro questo è un link a un video, quindi probabilmente la pubblicità è inserita direttamente nel video e non si può dunque eliminare.

Giornali come Libero sono esperti nel clickbait, ne scrivevo qui. Vedere che la deriva sta raggiungendo anche Repubblica è davvero triste.

Ultimo aggiornamento: 2014-12-23 11:06

10 pensieri su “clickbait: arriva anche Repubblica.it

  1. nicola

    Con adblock plus, almeno con la mia configurazione, non si vedono pubblicità. Io sto imparando a saltare i clickbait…

    1. .mau. Autore articolo

      anche se è embedded nel video?
      (io i clickbait li salto per principio)

      1. nicola

        Adblock non fa vedere la pubblicità all’inizio, prima del video. I pop up all’interno del video non riesce a bloccarli, almeno non tutti.

  2. mestesso

    C’è anche sul corriere, ma non mi stupisco affatto per il semplice motivo che pescano nello stesso bacino di utenti e quello che fa uno deve fare l’altro per evitare di perdere click.

  3. mestesso

    Dimenticavo: non vedo la novità della cosa (sia per Rep che per Cor). Da che io mi ricordo le notizie fuffa ci sono sempre state. Il fatto che siano direttamente collegate ad un banner pubblicitario o meno (come è il caso di Cor e penso anche di Rep) lo trovo puramente incidentale. Il motivo è pompare il traffico, nella speranza che si fermino anche in altre parti del sito (e sfuggano alla cattura adSense).

    1. .mau. Autore articolo

      la novità è che prima le colonne infami davano la “notizia” incitandoti implicitamente a cliccare per saperne di più, ora non la danno nemmeno più.

  4. enrico

    Spero che, prima o poi, si accorgano che fare i conti sul numero dei click è una boiata. L’efficacia della comunicazione-reclame-propaganda non si dovrebbe misurare in quantità, ma sarebbe meglio cercare un indicatore che tenga conto degli effetti reali e della qualità. Lo stesso vale per i programmi radio-TV. Qualcuno ricorda “alto gradimento” ? valutato in numero di ascoltatori, sarebbe un fiasco. Ma evidentemente, noi che lo ascoltavamo eravamo degli opinion leader senza saperlo; e abbiamo fatto la storia della cultura radiofonica. Prima o poi qualcuno si accorgerà che “il re è nudo”

  5. layos

    Però in questo caso non capisco il problema, il video l’ho visto, e effettivamente si vede un tipo che dovrebbe fare un servizio serio per la BBC che scoppia in risolini tipici di uno strafatto e l’effetto complessivo è piuttosto divertente, visto che si presume che lo “sballo” di questo tizio sia un effetto collaterale del fatto di essere a pochi passi da un bracere ricolmo di ogni genere di sostanze.

    1. .mau. Autore articolo

      ergo, bastava scrivere “la droga si incendia e il giornalista ‘sballa’”, no? Invece ti vogliono far credere chissaché (si fa per dire)

  6. Banasci

    Per me è più semplice: i clienti di quei giornali sono gli inserzionisti, quelle notizie servono a portare traffico per gli inserzionisti. Quando cambieranno i clienti, cambieranno i loro bisogni e cambieranno gli strumenti per soddisfarli

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