Archivi annuali: 2012

Bici in itinere

Leggo sul Post questa lettera e scopro il sito Bici in itinere. Il latinorum è necessario, perché si parla proprio di un tipo di infortunio “sul lavoro”. Dovete sapere che secondo varie sentenze della Cassazione chi lavora ha una copertura assicurativa particolare non solo per gli infortuni sul lavoro, ma anche nel caso di infortuni sul tragitto casa-ufficio – “in itinere” significa “durante il percorso”; questo naturalmente se si sta prendendo la strada normale e non si fanno chissà quali deviazioni. Questo vale se si va a piedi o si usano i mezzi pubblici: se uno va in automobile sono problemi suoi, a meno che non ci siano mezzi pubblici a disposizione.
Peccato che la bicicletta sia un mezzo privato, e quindi se subissi un incidente mentre vado in ufficio non ci sarebbe la copertura di incidente sul lavoro. Peggio ancora: come si legge qui (a parte il refuso :-) ) l’interpretazione attuale è che la copertura varrebbe se sto percorrendo una pista ciclabile: insomma, una presa per i fondelli doppia. La colpa non è dell’INAIL, come la FIAB spiega nel post succitato; la legge è quella, ci possono essere interpretazioni estensive ma non ci si può estendere più di tanto. Bisognerebbe cambiare la legge, equiparando l’uso della bicicletta al camminare: sarà possibile?
(p.s.: paradossalmente usare BikeMi è dunque permesso?)

Ultimo aggiornamento: 2012-06-14 14:47

Sostituite

A Roma hanno inaugurato la diramazione B1 della metropolitana, costringendo il sindaco a farsi una notte in piedi per poter arrivare alle 5:30 a tagliare il nastro.
Come (giustamente) capita in questi casi, la rete dei trasporti urbani viene modificata per sfruttare meglio la metropolitana: nulla di strano. Si spostano linee di bus, se ne creano magari di nuove e se ne sopprimono altre che sono diventate inutili o doppioni.
Però all’ATAC la parola “sopprimere” deve sembrare inutilmente cattiva, e “soppressa” è qualcosa che si mangia: così nella loro mappa si parla di linee “sostituite”. Sostituite col nulla, ovviamente, visto che non è specificato cosa usare al loro posto…

Ultimo aggiornamento: 2012-06-14 10:08

Frequenze rubate

Ieri mattina rientro in cucina per fare colazione, dopo essermi vestito, e sento che alla radio vengono pronunciate delle preghiere in forma di responsorio. Toh, dico io, una pubblicità un po’ blasfema di Radio Popolare? La preghiera dura un po’ troppo per essere una pubblicità, però; quando la voce guida intona l’inizio del secondo mistero doloroso capisco che sto ascoltando Radio Maria. Guardo se per caso qualcuno ha spostato la sintonia, anche se i bimbi dormono ancora e le gatte in genere non toccano la radiolina: no, siamo sui soliti 107.6 MHz. In quel momento arrivno le note della sigla della rassegna stampa, e tutto scorre poi normale. Mi faccio un appunto mentale sulla cosa, appunto che poi mi perdo come troppe cose in questi giorni.
Ieri sera scopro dal mio socialcoso di riferimento questo comunicato di Radio Popolare: «L’emittente milanese ha da ieri in programmazione gli spot della Campagna “Io scelgo”, che attraverso testimonial come Moni Ovadia, Lella Costa o Gherardo Colombo chiede al Comune di istituire il registro del testamento biologico.
Ad ogni messa in onda dello spot, sistematicamente, la frequenza di Radio Popolare “salta” dopo alcuni secondi e viene occupata per oltre un minuto da quelle di Radio Maria, rendendo impossibile ascoltare lo spot in questione e quelli successivi.»
Per quanto mi riguarda, un boicottaggio di questo tipo è una cosa gravissima, indipendentemente dalla posizione che uno può avere sul registro del testamento biologico (e sull’utilità di un tale registro su base comunale… Il registro delle coppie di fatto ha un uso pratico, perché ci sono varie possibilità per il comune di stabilire graduatorie considerando anch’esso, ma qua che fa? elimina le cure per il malato terminale che l’ha chiesto?) Se qualcuno pensa che lo spot sia illegale, ci sono i modi legali per bloccarlo: non è che facendo la voce grossa si ottenga nulla se non tanta pubblicità in più.
(poi è chiaro che se io scoprissi che tutta questa storia è stata montata da Radiopop per fare pubblicità “diversa” alla campagna, e sono loro ad autocoprirsi, allora mi incazzerei il triplo)

Ultimo aggiornamento: 2012-06-13 07:00

Primo approccio con la scuola pubblica

Come probabilmente sapete, per due anni ho mandato i miei gemelli al nido aziendale. Sono stato abituato troppo bene, mi sa.
A settembre i due futuri treenni inizieranno la scuola dell’infanzia, quella che ai miei tempi era l’asilo infantile. A marzo ho debitamente compilato le domande online, dopo essere impazzito per ottenere il magico token per l’accesso certificato. A maggio sono andato a formalizzare l’iscrizione, naturalmente di persona perché il magico token per l’accesso certificato non permetteva cose così complicate. Mentre compilavo i moduli, ho chiesto se era possibile che i gemelli restassero nella stessa classe. Naturalmente la richiesta aveva un suo senso: avevamo chiesto alle educatrici del nido, che li hanno visti per due anni in mezzo agli altri bimbi, cosa ritenevano più opportuno e loro ci avevano risposto che i due non sono così attaccati l’un l’altro, e quindi lasciarli insieme non era di nocumento per il loro sviluppo e anzi sarebbe potuto essere un vantaggio (per la serie “faccio da solo ma so che c’è un compagno se mai servisse”). Avrei dovuto immaginare che ci fosse qualcosa che non andava quando la richiesta era stata aggiunta in un foglietto a parte e non inserita nei moduli veri e propri.
Ieri pomeriggio c’è stata la riunione iniziale coi neogenitori. (Non c’entra un tubo: al nido ho sempre visto praticamente tanti papà quante mamme; qui le mamme erano in preponderanza e i pochi babbi erano in genere come accompagnatori delle mamme, tranne io, il nostro vicino di casa e un terzo papà). Danno tutte le spiegazioni burocratiche, e poi dividono i genitori tra le due classi. Solo in questo momento ho scoperto che Cecilia e Jacopo erano stati messi in sezioni diverse. Alla fine della riunione ho chiesto alla dirigente il motivo di questa scelta. Le risposte sono state “perché noi facciamo così”; “ma le educatrici del nido avrebbero potuto avvisarci di questa loro valutazione” (vi ricordo che i bimbi sono andati a un nido aziendale, e anche se la dirigente ha detto “ma loro sanno dove andranno poi i bimbi” permettetemi di dubitare della cosa e soprattutto chiedermi perché mai dovrebbero fare qualcosa); “adesso comunque ci penso e a inizio settembre vi farò sapere la decisione” (che ovviamente si traduce con “non rompetemi le palle”).
Immaginiamo pure che chissà quali esperienze didattiche pregresse abbiano fatto sì che in questa scuola i bambini debbano essere divisi. Bene: quanto sarebbe costato fare una telefonata o inviare un’email mentre preparavano le classi, spiegando il motivo della loro scelta? I nostri recapiti sono indicati ben chiaramente nei moduli di iscrizione, e naturalmente ho lasciato i permessi privacy non essendo io un talebano della riservatezza. Ecco quello che intendo come “primo approccio”. Chissà come peggioreranno le cose.
p.s.: abbiamo la data del colloquio di pre-inserimento per Jacopo (occhei, è la sera del primo giorno del loro inserimento, ma non disquisiamo). Non abbiamo la data del colloquio di pre-inserimento per Cecilia. Sempre per parlare di organizzazione.

Ultimo aggiornamento: 2012-06-12 13:58

crolli derivati

[meno venticinque percento?]
Silvia mi ha segnalato questo articolo di rep.it, citato anche in homepage. Cosa dice una persona con un minimo di conoscenze matematiche, se legge un titolo “Crollano le partite Iva, aprile -25,8%”? Presumibilmente che rispetto all’anno scorso (o al mese scorso, se è un tipo molto pessimista) il numero totale di partite Iva si è ridotto di un quarto. Milioni di persone lasciate a spasso dal loro lavoro pseudoindipendente.
Una persona che conosce come i titolisti dei giornali nostrani ne sappiano di matematica inizia a leggere il testo dell’articolo, e scopre che «Nello scorso mese di aprile sono state aperte 46.337 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dello scorso anno si registra una flessione del 3%, mentre, rispetto al mese precedente, il calo è pari al 25,8%». Insomma si sbatte come titolone un dato assolutamente inutile – non sappiamo affatto se ci sono motivi congiunturali per aprire partite Iva a marzo rispetto ad aprile, per esempio, e nell’articolo non viene certo spiegato – e soprattutto un numero che è al più assimilabile a una derivata e non a un valore assoluto: per quanto ci è dato di sapere, il numero di partite Iva ad aprile 2012 può essere ben maggiore sia di quello di marzo 2012 che di quello di aprile 2011, e di nuovo dall’articolo non si può ricavare nulla visto che quei dati sono accuratamente taciuti. (Poi possiamo appunto discutere se avere più o meno partite Iva sia una cosa buona o una cosa cattiva, e neppure qua il titolo aiuta, visto che dà già una sua interpretazione)
Insomma, come al solito la matematica è negletta :-(

Ultimo aggiornamento: 2012-06-11 14:51

timbratura in uscita

E così si sperimenta il blocco dei tornelli della metropolitana in uscita. Non nelle ore di punta, non nelle stazioni tipo quelle su viale Monza dove già adesso entrare e uscire è un incubo visto il numero infimo di tornelli, ma si inizia.
Avrei dei dubbi sul “costo zero per ATM”, vista la quantità di tutor che saranno messi per spiegare ai furbetti del tornellino che hanno da pagare; ma il principio resta valido. Quello che però mi chiedo è un’altra cosa: sono così in tanti quelli che entrano con un biglietto solo suburbano e non cumulativo da fuori Milano e poi escono fischiettando in pieno centro? E allora, come fanno ad esserci così tanti portoghesi, visto che almeno in teoria per entrare devi passare dai tornelli e c’è del personale che dovrebbe controllare?
(poi c’è un’altra cosa che mi disturba un po’. Io giro con la tessera ricaricabile, il che significa che non posso assolutamente sapere se i novanta minuti di validità del mio biglietto siano o no scaduti quando esco. Naturalmente il problema pratico non si pone, nella tessera c’è sicuramente almeno un altro biglietto e quindi quando la passerò sul lettore al limite me ne verrebbe scalato un altro; però se il tutto avvenisse con segnalazione acustica per additare alla pubblica gogna il presunto portoghese allora sì che mi arrabbierei. ATM, che mi dici?

Ultimo aggiornamento: 2012-06-11 11:23

Quizzino della domenica: Cifre in economia

Scrivete in ordine i numeri da 1 a 60 uno a fianco all’altro:
1 2 3 4 5 6 … 57 58 59 60
Cancellate ora 100 cifre in modo che il numero che si ottiene compattando le cifre rimaste senza spostarle sia il maggiore possibile.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/mate/problemi/p038.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:20

_Gemelli nel mondo_ (libro)

[copertina] L’autrice di questo libro (Alessandra Piontelli, Gemelli nel mondo – leggende e realtà [Twins in the World], Raffaello Cortina – Culture e società 2012 [2008], pag. 369, € 26, ISBN 978-88-6030-442-1) è italiana, lavora anche in Italia, ma questo libro l’ha scritto in inglese (e poi se l’è tradotto in italiano): buffo, anche se non è il primo caso a me noto (ricordo l’ottimo Achille Varzi coi suoi “Buchi e altre singolarità”…)
Il libro l’ho letto perché me l’ha passato mia moglie, e perché abbiamo due gemelli quasitreenni. Beh, il mio giudizio sul testo si può condensare in una parola: inquietante. La Piontelli ha girato il mondo nell’ambito di programmi medici dedicati alle popolazioni più povere del mondo, e ha cercato ovunque notizie sui gemelli. Il quadro è sconfortante: anche quando apparentemente le cose vanno bene e i gemelli sono considerati doni divini, si scopre che sotto sotto la loro vita è peggiore di quella non certo felice dei loro compagni; e non parliamo dei luoghi in cui i gemelli vengono venduti, costretti a prostituirsi, o semplicemente ammazzati perché la loro madre non può fisicamente farcela, ad allattare e crescere due bambini. Da questo punto di vista devo ritenermi davvero fortunato a vivere nel primo mondo, e avere avuto a disposizione esami medici e cure pre- e postnatali per i miei bimbi.
Il libro è corredato da molte note – stiamo comunque parlando di un testo sociologico, in fin dei conti. Avrei però apprezzato una maggiore asciugatura, visto che alcuni concetti sono ripetuti fin troppo spesso.

Ultimo aggiornamento: 2012-06-09 07:00