Leggo sul Post questa lettera e scopro il sito Bici in itinere. Il latinorum è necessario, perché si parla proprio di un tipo di infortunio “sul lavoro”. Dovete sapere che secondo varie sentenze della Cassazione chi lavora ha una copertura assicurativa particolare non solo per gli infortuni sul lavoro, ma anche nel caso di infortuni sul tragitto casa-ufficio – “in itinere” significa “durante il percorso”; questo naturalmente se si sta prendendo la strada normale e non si fanno chissà quali deviazioni. Questo vale se si va a piedi o si usano i mezzi pubblici: se uno va in automobile sono problemi suoi, a meno che non ci siano mezzi pubblici a disposizione.
Peccato che la bicicletta sia un mezzo privato, e quindi se subissi un incidente mentre vado in ufficio non ci sarebbe la copertura di incidente sul lavoro. Peggio ancora: come si legge qui (a parte il refuso :-) ) l’interpretazione attuale è che la copertura varrebbe se sto percorrendo una pista ciclabile: insomma, una presa per i fondelli doppia. La colpa non è dell’INAIL, come la FIAB spiega nel post succitato; la legge è quella, ci possono essere interpretazioni estensive ma non ci si può estendere più di tanto. Bisognerebbe cambiare la legge, equiparando l’uso della bicicletta al camminare: sarà possibile?
(p.s.: paradossalmente usare BikeMi è dunque permesso?)
Ultimo aggiornamento: 2012-06-14 14:47