Archivi annuali: 2009

gioco della domenica: Toggle

In inglese, il verbo “to toggle” significa più o meno “cambiare da uno stato a quello opposto”. Scopo del gioco (in flash) è appunto quello di far diventare tutti i quadratini dello stesso colore, sia esso bianco oppure azzurro. Ci sono due tipi di mosse: se si clicca sui Togglers, tutti i quadratini su quella riga / colonna / diagonale cambiano di colore (ma va?), mentre se si clicca sugli Spinners i quadratini lì intorno cambiano di colore.
Il gioco ha quaranta livelli e un editor interno, dovrebbero bastare per un po’ di relax… sempre che non cerchiate di raggiungere il minimo numero di mosse per livello!

Ultimo aggiornamento: 2009-05-10 07:00

Siamo tutti europei, vero?

Oggi è il 9 maggio. Si festeggerebbe la Festa dell’Unione Europea, in ricordo della dichiarazione Schuman che sancì l’inizio del processo che portò prima alla CECA, poi alla CEE e infine alla UE.
Il condizionale è dovuto: io non mi sono accorto assolutamente di nulla leggendo il giornale, e se non fosse che conosco la data per le mie passate frequentazioni bruxellesi non avrei certo potuto saperlo. D’accordo, c’è la fregatura che non è un giorno di festa, non si può fare il ponte e quindi per l’italiano medio la cosa è assolutamente trasparente. Però i nostri partiti politici sono a parole tutti europeisti, tranne Lega e Comunisti-puri-e-duri (non chiedetemi il nome dell’ultima scissione a sinistra: sono insomma la parte rimasta di Rifondazione Comunista con qualcuno dei Comunisti Italiani). Avremo anche le elezioni per l’Europarlamento tra meno di un mese. Parlare un pochino dell’Europa fa così schifo?
Aggiornamento: (19:45) A Torino oggi c’era una Festa per l’Europa organizzata dal PdL. Meno male che Silvio c’è?

Ultimo aggiornamento: 2009-05-09 17:00

La crisi riporta in auge la derivata seconda!

C’è crisi. C’è brutta crisi, e non sembra che stia finendo. I media sono caldamente invitati a infondere fiducia alla gente, ma è difficile farlo senza mentire spudoratamente. Capita così che soprattutto all’estero l’arte di arrampicarsi sugli specchi faccia improvvisamente tornare alla mente la matematica liceale.
Prendiamo ad esempio questo articolo della BBC. Il titolo è «Pace of US job losses is slowing», il che significa che negli USA si continuano a perdere posti di lavoro, ma meno di prima. Insomma, la funzione “posti di lavoro nel tempo” è quindi decrescente, però la funzione “differenza di posti di lavoro rispetto al periodo precedente” passa da numeri negativi grandi a numeri negativi un po’ meno grandi, e quindi cresce (Se la temperatura è -5 fa un freddo becco, ma sicuramente fa più caldo che se è -15, no?) Tecnicamente la derivata prima della funzione posti di lavoro è negativa, ma la derivata seconda è positiva: come in una parabola, si spera che prima o poi a furia di scendere sempre più dolcemente la discesa termini e ricominci una salita; ma al momento si scende e basta.
Devo però aggiungere che se misuriamo la portata della crisi dall’ordine della derivata usata nelle spiegazioni allora non siamo arrivati ancora al peggio. Il matematico Hugo Rossi osservò (trovate la citazione originale ad esempio qui): «Nell’autunno del 1972 il presidente Nixon annunciò che il tasso di crescita dell’inflazione si stava riducendo. È stata la prima volta in cui un presidente in carica usò una derivata terza per promuoversi durante la campagna elettorale.».
Aggiornamento: (11 maggio) Come si può vedere qua (“Svolta vicina, rallenta il calo del Pil”), anche in italiano sono arrivate le costruzioni con la derivata seconda.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-08 15:19

tutto torna

Molti si sono chiesti come mai Silvio conosca Benedetto Letizia, il padre di Noemi. Non sarà mica stato lui a corrompere David Mills?

Ultimo aggiornamento: 2009-05-08 12:31

Leggi razziali

Matteo Salvini – e la tassista celodurista Raffaella Piccinni – si sentono sicuramente spiazzati, e quindi se ne sono usciti con l’ideona: vagoni della metro riservati ai milanesi.
In effetti non sarebbe una pessima idea: obblighiamo i milanesi ad andare in giro con la croce biancorossa sul petto e vietiamo loro di frequentare negozi non gestiti da milanesi: il tutto ovviamente per il loro bene, visto che altrimenti potrebbero inquinare il loro sangue puro anche solo con l’avvicinarsi agli esseri inferiori.
L’unico guaio è che se Salvini mai leggerà questa notiziola potrebbe scipparmi l’idea.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-08 10:07

Gli elicotteri neri!

Ne parla Paolo Attivissimo, che a sua volta cita The Register.
Quanti tra i miei ventun lettori si ricordano dei “nostri” elicotteri neri, e soprattutto del colore del “mio” elicottero? Su, appalesatevi, e non temete di mostrarvi vecch internauti forse non della prima ma almeno della seconda ora!

Ultimo aggiornamento: 2009-05-08 08:00

Non si fidano nemmeno di sé stessi

Ieri Ugo mi ha mandato una simpatica notiziola. In una delle FAQ di MSDN si può leggere questo testo:
Q: What is a .WIM file?
A: According to Wikipedia, a .WIM file “is a file-based disk image format. It was developed by Microsoft to deploy its latest Windows operating system releases, Windows Vista and Windows Server 2008, which use it as part of their standard installation procedure. It works equally well with legacy versions of Windows however, and is used as part of Windows Fundamentals for Legacy PCs.”
Detto in altro modo: Microsoft ha definito un formato in uso con i suoi sistemi operativi; però preferisce usare una fonte esterna per spiegare cos’è. Non si sa mai che qualcuno non riesca a capire la documentazione interna Microsoft…

Ultimo aggiornamento: 2009-05-08 07:00

notizie alla rovescia: le pensioni si svaluteranno

Avessi trovato questo articolo sul Sole-24 Ore, non mi sarei stupito. Anche Libero / il Giornale sarebbero stati adatti, e probabilmente anche il Corriere. Invece no: sta su Repubblica.
L’articolo racconta di «un corposo studio voluto ed elaborato dal Cnel e dal Cer» – e già mi piacerebbe sapere cosa diavolo sia il Cer, ma si sa che l’italica stampa non si degna di mettere i link ai documenti che cita, non fosse mai che qualcuno smettesse di leggere i loro articoli – dal quale si evincerebbe che «chi può avvalersi a pieno del sistema retributivo va oggi in pensione con il 67 per cento dello stipendio»: considerando che si calcola la media degli ultimi dieci anni di stipendi e che in questi anni gli stipendi stessi non sono poi cresciuti più di tanto, posso immaginare che si parli di chi va in pensione con 35 anni di anzianità. Invece la percentuale dello stipendio di «chi lascerà il lavoro fra il 2040 e il 2050 [sarà] solo del 48.» Non si sa bene come sia stato calcolata questa cifra: o meglio lo si sa, perché l’articolo aggiunge che il poveretto che ha iniziato a lavorare adesso per avere la stessa percentuale di pensione dovrebbe lavorare «cinque anni e mezzo in più (che si aggiungerebbero al 61 anni considerati età minima pensionabile». Questo significa che si tiene conto del taglio delle pensioni per chi esce prima dei 65 anni.
Inutile dire che tutti questi conti sono assolutamente campati in aria, non foss’altro che perché i coefficienti di rivalutazione dei contributi dovrebbero essere aggiornati a seconda della variazione della durata della vita: la riforma pensionistica infatti parte dal banale principio che non essendoci più una crescita esponenziale del numero di lavoratori non ci si può più permettere il lusso di pagare i pensionati attuali con i soldi dei lavoratori attuali, ma sarà il singolo lavoratore che in un certo senso deve far mettere da parte i soldi per la sua pensione. Questo, volenti o nolenti, è un fatto: ma andare a intervistare il «professore di Scienza delle Finanze all’Università di Bolonga (sic)» e fargli dire che «Questo quadro nasce dalle riforme Amato e Dini» in maniera tale che il lettore disattento legga “è colpa di Amato e di Dini”. Sì, è colpa loro: ma in collaborazione col sindacato che non ha accettato di partire subito col sistema pensionistico misto per paura di perdere i consensi che tanto ha perso lo stesso.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-07 14:57