Pareggio di bilancio in Costituzione

Probabilmente avevate sentito dire che l’anno scorso il pareggio di bilancio per lo Stato era stato introdotto nella Costituzione; ancora più probabilmente ve ne sarete dimenticati, perché non c’è stato nessun referendum confermativo (non serviva, visto che era stata raggiunta la maggioranza dei due terzi sia alla Camera che al Senato). Ve ne avevo parlato giusto un anno fa, e avevo già espresso i miei dubbi nel merito (non mi sembra una grande idea) e nel metodo (c’è tutta una serie di clausole varie, e comunque sarebbe bastato rafforzare il vincolo che c’era già in Costituzione: tutte le leggi devono avere una copertura di spesa). Ma tant’è, e dalla fine di quest’anno saranno cavoli amari.
Quello che però ho scoperto per caso stamattina è che il testo della Costituzione presente nel sito del Quirinale – quello che per me è la versione ufficiale e che ormai consulto diuturnamente: mica sono un grillino che la legge tanto per passare il tempo in Parlamento – non contiene affatto queste modifiche, che si possono recuperare solo su Normattiva: qui il testo della legge costituzionale che ha introdotto il pareggio di bilancio, qui la Costituzione tutta.
Ora, è vero che le modifiche alla Costituzione «si applicano a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2014», e questa è la ragione per cui adesso sono state sbloccate alcune decine di miliardi per i pagamenti arretrati alle aziende: è l’ultimo anno possibile. Però il testo in vigore è quello nuovo, anche se non è ancora applicabile: piuttosto si metta una nota avvisando della cosa, o perlomeno si metta una nota al testo vecchio indicando le modifiche approvate ma non ancora valide. Scrivere per chiarimenti è assolutamente inutile: una decina di giorni fa ci ho provato, senza risultato alcuno. Almeno un piccolo sfogo lasciatemelo!
Aggiornamento: (17:15) non è vero! Il Quirinale mi aveva risposto! Domani racconto tutto.

nomenclatura pentastellata

Come certo sapete, beppegrillo(tm) e i suoi apostoli parlano sempre di “pidielle e pidimenoelle” per indicare le altre due compagini principali nel quadro politico italiano. Bisogna riconoscere al Vate di Sant’Ilario di essere stato tra i primi a comprendere l’irrilevanza del cosiddetto Centro, mostrando la Via a Pierferdi: però devo lamentarmi della sua scarsa correttezza grammaticale.
Che cosa può voler dire “pidimenoelle”? Nella sigla “PD” non c’è nessuna l; nemmeno nel nome completo “Partito Democratico” ce ne sono, a meno di usare una plonuncia cinese. Per indicare che il PD è la stessa cosa del PDL ci sono molte possibilità: “pidiellemenoelle”, che convengo sia un po’ lunghetta, oppure “pidisenzaelle” che dal mio punto di vista è preferibile.
Poi si può anche decidere di usare un solo termine per entrambi i partiti, cosa che porterebbe anche dei risultati impliciti come una migliore asserzione dell’uguaglianza: “pidiparentesielle” è forse un po’ criptico in forma scritta, però presenta il vantaggio di permettere una gestualità tale durante la sua pronuncia da aggiungere il sottinteso “vi faccio un culo”. Infine, se e quando lo zip war aiganon funzionerà, potremmo aggiungere una parte di riconoscimento di espressioni regolari e scrivere “PD[L]?”. Non è bella l’informatica?

una lungimirante città

Una lungimirante città può anche pensare di promuovere la mobilità sostenibile decidendo con congruo anticipo di fermare il traffico automobilistico di domenica. Una lungimirante città rafforzerebbe il servizio di trasporti pubblici, per mostrare come in fin dei conti sia possibile muoversi anche senz’auto. Una lungimirante città prevederà naturalmente le doverose eccezioni, ma al contempo istituirà un limite di velocità di 30 all’ora anche per chi ha il diritto di circolare, in modo che si parli comunque di mobilità sostenibile. Una lungimirante città, sapendo che i suoi cittadini non sono necessariamente così lungimiranti, schiererebbe i vigili urbani per multare chi vuole fare il furbo.
Poi c’è Milano. Milano, dove a mezzogiorno, scesi dalla linea gialla, il treno successivo era atteso in nove minuti. Milano, dove il tram era atteso in sei minuti, ci siamo fatti il tratto fino alla fermata successiva con due bimbi recalcitranti, e arrivati abbiamo visto che il tram era atteso in otto minuti. Milano, dove decine di macchine percorrevano corso Marche e via Valassina, sfrecciando veloci e felici. Milano, dove sicuramente i vigili non erano dove eravamo noi.
(p.s.: a chi mi venisse a dire “ma i vigili erano impegnati per la maratona” replico “e allora perché mai bisognava scegliere proprio oggi per bloccare il traffico nel resto della città?”. E già che ci siamo, capisco la necessità di sponsor per la maratona: ma era proprio necessario mettere in corso Venezia un palco mobile con signorina che cantava pessima musica tra i 90 e i 100 decibel?)

Quizzino della domenica: pazzi vampiri

Forse conoscete i libri scritti da Raymond Smullyan, che si diverte a creare problemi di logica che possono spesso essere non proprio facili da risolvere; eccovene qui uno.
In una cittadina della Transilvania molti abitanti sono diventati dei vampiri. Esternamente i vampiri sono indistinguibili dagli umani, ma si sa che un umano dice sempre la verità, mentre un vampiro mente sempre. Come se le cose non fossero già abbastanza complicate, parecchi umani e vampiri sono impazziti, e sono convinti che quello che sia vero è falso e viceversa. Insomma, un umano pazzo mentirà sempre, ma credendo di dire la verità, e un vampiro pazzo dirà sempre la verità, pensando di mentire.
L’ispettore Craig di Scotland Yard è stato chiamato per risolvere un caso riguardante padre e figlio. Entrambi concordano che almeno uno di loro è pazzo, ma si è anche sentito il padre mormorare “no, io non sono un vampiro”. Sapendo che al più uno di loro è un vampiro, sapreste dire chi è? E senza quest’ultima affermazione, che si può dire?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p091.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.

copiare non è bello

[non vinse...]
Quello qui sopra è un ritaglio di un articolo del Corriere. Peccato che Bigas Luna non vinse la Mostra di Venezia ma ottenne solamente il Leone d’Argento. Com’è possibile uno svarione simile?
Io un’ideuzza ce l’avrei. Fino a pochi minuti fa (dopo che la cosa mi è stata segnalata) la voce di Wikipedia diceva appunto che «Prosciutto, prosciutto vinse la Mostra di Venezia ed attirò attenzioni e critiche al regista spagnolo.» Per la cronaca, lo diceva dal 2005
Diciamo che se al Corriere avessero citato le fonti almeno avrebbero potuto evitare la figuraccia ;-)

_The Joy of x_ (libro)

[copertina] Qualche anno fa Steven Strogatz ha tenuto una rubrica settimanale sul New York Times (ehm…) raccontando della matematica di base in termini non matematici ma più terra terra. A partire da quegli articoli ha poi scritto questo libro (Steven Strogatz, <a href="The Joy of X : A Guided Tour of Math, from One to Infinity, Eamon Dolan 2012, pag. 336, $27, ISBN 9780547517650), che in ventinove brevi capitoli, riuniti in sei sezioni (numeri, relazioni, forme, cambiamenti, dati, frontiere) permette al lettore curioso di farsi un’idea non scolastica di cosa può essere la matematica.
A parte i titoli “musicali” dei capitoli – io ho notato immediatamente Take It to the Limit, Step Into the Light, Twist and Shout, ma il capitolo che parla di moltiplicazione per esempio si intitola Rock Groups – il libro mi è piaciuto proprio per questo suo approccio non standard, più interessato a far vedere la matematica al nostro fianco che a spiegare come funziona. Tanto che funziona lo sappiamo tutti, no? Al limite non la sappiamo far funzionare, ma in un certo senso questo è secondario. Ecco: invece che mettersi a parlare della bellezza della sua matematica o della sua utilità, cose che in effetti dopo un po’ cominciano a stancare, è bello vedere parlare per una volta della normalità della matematica: con le sue idiosincrasie, certo, ma chi di noi non ha qualche tic? Un’altra sezione che di solito viene snobbata ma in questo caso merita davvero è la bibliografia ragionata: non una semplice serie di (bei) testi, ma anche una spiegazione di cosa ci potete trovare. Strogatz non è il primo a fare qualcosa del genere, ma è sempre bello trovare qualcuno che lo faccia.
Se sapete abbastanza bene l’inglese, cercatevi il libro; so che ne esiste anche una traduzione in spagnolo, mentre mi è stato detto che la traduzione italiana è in corso d’opera: insomma, al limite potete provare ad aspettare qualche mese.
P.S.: ho tradotto alcune frasi del libro che mi sono particolarmente piaciute: le potete vedere sul Post.

viaggio nel tempo

In ufficio ho una stazione meteo made in Lidl. Niente di che, segna la temperatura interna ed esterna (con apposito sensore) e l’ora. Martedì torno in ufficio e mi accorgo che l’orologio non si è sincronizzato con l’ora legale. Niente di strano: dentro l’open space ci sono troppe apparecchiature elettroniche e il segnale radio da Francoforte non arriva mai. A pranzo così faccio la solita operazione: faccio partire la richiesta manuale di aggiornamento, metto la stazione sul poggiolo esterno, e me ne vado a mangiare. Al ritorno riprendo la stazione: effettivamente aveva riconosciuto l’ora legale e già che c’era aggiustato l’orologio, che non è esattamente dei più precisi. Tutto bene? Quasi. Invece che segnare il 2 aprile, indicava il 22 aprile. Martedì, poi, il datario era “regolarmente” passato al 23.
Un secondo aggiornamento da poggiolino ha rimesso a posto la data, ma mi rimane il dubbio. Immagino che questi segnali siano codificati in maniera da essere relativamente resistenti agli errori di trasmissione: come è possibile un erroraccio di questo tipo?

Tablet School

Domani e sabato a Bergamo, Centro Congressi Papa Giovanni XXIII, ci sarà il meeting Tablet School, promosso e supportato dal Centro Studi ImparaDigitale che – cito dal sito – «ha come obiettivo modellizzare un metodo di didattica per competenze per una scuola inserita nel cloud computing, attraverso l’utilizzo di tecnologie personali e mobili.»
Qui c’è il programma della manifestazione: il Vostro Affezionato, sperando che i tremezzenni non si ammalino del tutto proprio oggi, sarà uno degli esperti, in quota Wikipedia. Sapevàtelo!