Nove giorni fa (martedì 23) ho scritto al Comune di Milano, compilando il modulo web e chiedendo un paio di informazioni sulle piste ciclabili (esistenti: sono molto pragmatico). Non scrivo molto spesso, tanto che tutte le volte devo cambiare password perché scaduta: diciamo in media una volta o due l’anno. Ai tempi della giunta Moratti ho sempre avuto risposte puntuali e rapide: questa è la seconda volta di fila in cui non ho avuto nessuna comunicazione in merito.
Capisco che siamo in periodo di ferie, e non mi aspettavo una risposta immediata da parte dell’ufficio preposto: però non mi sembrava così difficile che in ventiquattro, massimo quarantott’ore la richiesta venisse “protocollata” e un impiegato mi avvisasse che la mia richiesta è stata inoltrata all’ufficio competente. Soprattutto, visto che siamo nel 2013, non mi pare di pretendere troppo nell’aspettarmi una risposta automatica col testo della mia domanda per essere certo sia stata ricevuta: una paginetta web con su scritto “ok” è un po’ poco.
Ma forse dovevo aspettarmelo: per avere quell’account – di livello di autenticazione superiore a quello standard – avevo dovuto inviare un fax con la mia carta di identità. Probabilmente stanno cercando di inviarmi un fax di risposta.
Aggiornamento: (14 agosto) alla fine ho avuto risposta (ancora il 6 agosto, per la cronaca)
l’internazionalismo italiano
In India il partito del Congresso ha deciso di creare un nuovo stato, il Telangana, suddividendo l’Andhra Pradesh. Gli abitanti della parte dell’Andhra Pradesh rimasto, che si troverebbero senza capitale (Hyderabad resterebbe nel territorio del Telangana, anche se per dieci anni sarebbe una “capitale condivisa”: la cosa non è banale, perchè Hyderabad è la sesta città dell’India, ha per esempio il quartier generale indiano di Facebook), sono insorti come avevano già fatto nel 2009; ma sono corsi e ricorsi storici, perché il Telangana era stato unito all’Andhra cinquant’anni fa tra le proteste dei suoi abitanti. Insomma, la situazione è piuttosto pesante.
Però se uno legge i quotidiani italiani, almeno quelli online, non sa nulla. Ho controllato le sezioni Esteri di Corriere, Repubblica, Stampa, Messaggero (no, loro non hanno una sezione esteri), Giornale, Libero, Padania. Zero. Di notizie da quelle parti c’è solo quella dello show pakistano che dà in premio neonati – notizia di cui per esempio non v’è traccia sul Guardian. Ah, sì: c’è un flash sull’India nel sito del Corriere: questo. Abbiamo titoloni su Berlusconi che dice sempre le stesse cose, titoloni su Marchionne che dice sempre le stesse cose, titoloni su Manning dichiarato colpevole (perché se si parla di USA allora sì che siamo internazionali): punto.
Una cosa minimale sul declino totale italiano: stamattina sono andato a vedere la voce di Wikipedia sul Telangana. La versione inglese era semiprotetta perché anche da loro si scambia un’enciclopedia con un sito di cronaca; c’erano versioni in una ventina di lingue, tutte le principali del mondo… tranne quella italiana. Probabilmente chi lavora su it.wiki era troppo preoccupato ad aggiornare le voci sul calciomercato. (Per la cronaca, per la prima volta da penso un anno a questa parte ho aggiunto una voce: giusto un abbozzo, ma almeno se per sbaglio qualche italiofono passa di là sa da dove partire)
Google Translate funziona male? nema problema
Mi sono sempre chiesto come facciano i phisher a pensare che un italiano possa credere che il messaggio scritto in una lingua non del tutto dissimile dall’italiano sia autentico. Anche qualche phisher se lo deve essere chiesto: uno degli ultimi esemplari che ho ricevuto afferma testualmente (il grassetto è mio)
Questo messaggio è stato tradotto in italiano. Il tuo indirizzo email è stato redatto, hai vinto il secondo lotto della “Rotary International” Canada occidentale Lotteria “Rotary International”, è la somma di 120.000 Euros . Il tuo codice id è DH 32/45 e il numero del biglietto7PWYZ0384 Per prendere possesso del vostro premio, è necessario registrare rapidamente con ufficiale giudiziario per sorvegliare la lotteria. Si prega di compilare la griglia di informazioni qui di seguito, e inviarlo al
Maestro BENABU MARTIN : cabinet-maitre-benabu@outlook.fr
O raggiunto per telefono al numero: 00225 0492 4748
P.S.: mi sa che ho perso una grande occasione per vincere un po’ di soldini, visto che il messaggio continua
Ps: si prega di tenere le tue informazioni riservate da guadagnare, almeno fino a quando le tue vincite saranno restituite per intero. Perche alcune persone usano la nostra immagine per uso personale.
tra moglie e marito non mettere il 730
Leggo da Mantellini che il PresConsMin ha ufficialmente comunicato che non si possono sapere i redditi di sua moglie e dei suoi genitori perché hanno (legittimamente, nel senso che la legge lo prevede) rifiutato di renderli pubblici.
Ora, anche se trovo il beppegrillo(tm)pensiero demagogico anzichenò, io sono della scuola che pensa che un gestore della cosa pubblica debba essere molto più trasparente di una persona comune: quindi trovo corretto che si chieda di pubblicizzare non solo la sua situazione patrimoniale ma anche quella dei parenti stretti. Nessuno ti obbliga a fare il parlamentare. Ciò detto, però, sono disposto a discutere senza preconcetti con chi non è d’accordo: diciamo che non è un tema su cui ho posizioni ideologiche.
Le posizione ideologice però ce l’ho su un altro punto. Decidete di fare una legge per rendere pubblici anche quei redditi, e non solo quelli del parlamentare? Allora la rendete obbligatoria, e non permettete l’opt-out. Posso solo dare il beneficio del dubbio per una semplice ragione: l’obbligo (pardon, il non-obbligo) di legge deriva dall’articolo 14, comma 1, del d. lgs. n. 33 del 14 marzo 2013, pubblicato quindi dal governo Monti dopo le elezioni politiche (e su questo invece devo dare ragione a beppegrillo(tm): questi non erano proprio “affari correnti”). Quindi i candidati si sono candidati senza sapere di questa legge. Però sarebbe bastato scrivere nella legge che l’obbligo sarebbe appunto stato un obbligo dalla legislatura successiva, no? No. Le leggi in Italia si fanno sempre così, sulle spinte contrapposte dell’indignazione pubblica e delle resistenze locali…
Quizzino della domenica: Catena di primi
Disponete in cerchio i numeri da 1 a 14 in modo tale che la somma e (il valore assoluto della) differenza tra due numeri vicini sia sempre un numero primo. Vi ricordo che 2 è un numero primo, ma 1 non lo è.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p112.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Wordplay – New York Times.)
_La filosofia di Topolino_ (libro)
Avete presente quei libri che prendete solo perché il titolo vi fa pensare a chissà quale goduria? Ecco. Inutile dire che in questo caso (Giulio Giorello con Ilaria Cozzaglio, La filosofia di Topolino, Guanda 2013, pag. 253, € 17, ISBN 978-88-235-0244-4) la goduria era per il nome di Topolino, mentre la parola “filosofia”, che generalmente mi fa scappare, in questo caso mi faceva sperare di riuscire per una volta a imparare qualcosa di più.
Peccato che non ci sia riuscito. Probabilmente il libro funziona alla rovescia, nel senso che chi di filosofia ne sa potrà imparare molte cose sulle origini di Mickey Mouse, o perlomeno delle storie che Floyd Gottfredson disegnò e sceneggiò negli anni 1930 e 1940 e contribuirono a rendere Topolino un vero personaggio. In appendice, in effetti, ci sono degli approfondimenti filosofici: ma il testo sembra quasi una parodia dei bignamini che mettono etichette sui vari comportamenti del topo (o degli altri personaggi, come Pippo il “fool” e tutti i poliziotti irlandesi da Basettoni a Manetta). Il risultato è una lettura leggera e piacevole, ma che però non lascia molto.
Una curiosità: cosa vuol dire esattamente quando un libro è indicato come scritto da “XY con ZW”? XY mette il nome e XW fa il lavoro sporco? Queste cose le ho viste in genere con sportivi attori e tronisti, ma Giorello è sicuramente in grado di scrivere un bel libro. Mah: sono i piccoli misteri dell’editoria che continuano a sfuggirmi.
AnVir Task Manager
Gestire un PC per me è sempre un problema, nel senso che continuo ad appiccicarci su della roba di cui poi mi dimentico e mi ritrovo con un sistema boccheggiante. Essendo poi io notoriamente pigro, cerco sempre di trovare un sistema integrato di utilities per il PC, così almeno ho solo un programma da lanciare per fare tutto quello che mi serve, magari non al meglio ma in maniera sufficiente.
Ho provato AnVir Task Manager (l’edizione gratuita) per una sua caratteristica che mi serve parecchio: il lancio automatico ritardato dei programmi. Far partire il mio vecchio PC con XP è una tragedia, proprio perché ci sono troppi programmi in esecuzione automatica, che mi servono ma non subito: dirgli “questo lancialo dopo dieci minuti, quest’altro dopo un quarto d’ora” mi semplifica un po’ la vita. Ma il programma ha anche altre caratteristiche interessanti, tipo la cancellazione delle tracce di un programma (spesso non basta disinstallarlo, la rumenta rimane sempre); meglio ancora, si possono installare i programmi con la funzione tracing, per essere certi al 100% di togliere poi tutto.
Un’altra bella cosa che non mi dispiace è che spesso ti segnala cose che non riesce a verificare per conto suo: meglio così che far finta di nulla. Ho invece dei dubbi sui tab aggiuntivi che ti chiede di aggiungere alle finestre (e che non ho ancora capito come togliere… ma adesso mi applico) e soprattutto non mi piace il fatto che il Registry Cleanup abbia una licenza da acquistare per conto suo (il che va bene), ma che ti faccia fare tutto il controllo per poi dirti “tu mandare soldi, noi aggiustare registro”. Sarebbe stato più corretto lasciare l’icona in grigino per far capire subito la cosa.
AnVir Task Manager, oltre alla versione standard, ne ha una Pro a 49,99$ e una regular a 29,99$. In teoria quest’ultima sarebbe in promozione, e se uno scrive una recensione gli danno una licenza: in pratica mi sa che scrivere in italiano non vale, ma adesso vediamo.
13 minuti
Stamattina ho depositato al volo i gemelli, la loro mamma nonché mia moglie e il loro nonno nonché mio suocero in Centrale, dove hanno preso il treno per Chiavari.
Cinque minuti fa mi telefona Anna, dicendomi: “scusa, puoi controllare gli orari del nostro treno? Siamo a Santa Margherita Ligure, e mi dicono che dobbiamo aspettare un quarto d’ora, il che mi sembra impossibile”. La capisco: sentivo in sottofondo Jacopo gridare una filastrocca, e ogni minuto di attesa inutile è una tortura.
Apro una finestra, scopro che la versione non mobile di Viaggiatreno è diventata una schifezza, metto il numero del treno, e leggo “Il treno si trova nella stazione di Santa Margherita Ligure. Arrivo programmato: 10:28 – Arrivo previsto: 10:15”. Considerando che a Brignole sarà ben partito in orario, come ha fatto a guadagnare 13 minuti su un percorso di 33 minuti?