Il titolo di questo libro (Meredith Broussard, Artificial Unintelligence : How Computers Misunderstand the World, Mit Press 2018, pag. 248, € 10.59, ISBN 9780262346726) è sprezzante: ma in fin dei conti è quello che penso anch’io. Nonostante i grandi successi degli algoritmi, infatti, non possiamo certo dire di essere arrivati a una vera intelligenza artificiale, anche nel senso debole turinghiano di un sistema che possa essere scambiato per un essere umano. In pratica i sistemi AI sono ormai più bravi di noi in tanti campi specifici, ma manca ancora loro una visione globale.
Detto questo, il libro mi è sembrato però essere non ben riuscito. Il testo è diviso in tre parti: nella prima viene rapidamente raccontato come funziona un programma e come si fa data journalism, cioè come usare le informazioni che possiamo trovare per fare investigazioni; credo però che se uno non sa di cosa si parla non lo imparerà certo qui. Nella seconda parte Broussard mostra come alcuni dei “grandi successi dell’Intelligenza Artificiale”, come le automobili che si guidano da sole, in realtà non funzionano se non in ambienti molto controllati; questa secondo me è la parte migliore del testo. Infine l’ultima sezione è troppo legata alla visione personale dell’autrice, e non mi ha detto molto. Diciamo che questo non sarebbe certo il testo che consiglierei come primo impatto rispetto ai problemi dell’AI.
Bebras dell’informatica 2019
Come ogni anno, anche nel 2019 si terranno le gare a squadre Bebras, che in Italia sono gestite dal dipartimento di informatica dell’Università di Milano e dal centro Aladdin.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il Bebras nasce per avvicinare bambini e ragazzi all’informatica, e sono esplicitamente studiati per favorire la collaborazione sulla competizione, tanto che gli insegnanti possono scegliere il giorno in cui farle, senza contare che non sono individuali ma a squadre. Insomma, l’importante non è vincere ma imparare! Se conoscete qualche insegnante interessato, segnalategli la pagina con il regolamento; inoltre il prossimo 9 ottobre ci sarà anche un seminario (diffuso in streaming) intitolato “Il Bebras: una risorsa didattica per insegnare l’informatica come una disciplina scientifica”, rivolto agli insegnanti che vogliono allargare gli orizzonti dei loro studenti!
_The Dad Lab_ (libro)
Il sottotitolo di questo libro (Sergei Urban, The Dad Lab, TarcherPerigee 2019, pag. 182, $18, ISBN 9780525542698) recita “50 Awesome Science Projects for Parents and Kids”. Non posso garantire sulla meraviglia che può spuntare da questi esperimenti, ma posso garantire che sono divertenti da farsi, a seconda naturalmente dell’età dei bambini: ce ne sono per chi fa ancora l’asilo e per chi ha finito le elementari. Ci sono alcune ripetizioni nella parte scientifica dietro agli esperimenti, e la cosa è comprensibile. Ho però trovato molto utili le spiegazioni reali degli effetti (un paio non le conoscevo mica!), che poi ogni genitore dovrà adattare alle conoscenze dei propri figli; anche gli esperimenti correlati sono utili per suscitare curiosità. In definitiva, un ottimo libro “pratico”.
E poi dite che la matematica non è pericolosa
Sì, lo so che i matematici funzionano solo nelle barzellette. Però non vorrei dire, ma Jeff Bezos sa perfettamente qual è il potere della matematica, come si può vedere nell’avvertenza che mette sul librettino di Wigner sull’irragionevole efficacia della matematica ;-)
Pagare di più, pagare in meno
Secondo il ministro Speranza il ticket sanitario così com’è non funziona e deve andare per fasce di reddito, naturalmente in modo che il gettito totale resti costante. Bellissimo. Evidentemente il ministro Speranza non sa che già adesso, almeno qui in Lombardia, a me conviene fare una visita privata per molte cose: pago esattamente quanto il ticket più superticket, e le ottengo subito. Aumentare il costo della sanità pubblica per i “ricchi” significa ovviamente che i ricchi in questione non useranno più le strutture pubbliche; ma se i “poveri” pagheranno di meno il gettito totale scenderà. Non mi pare un conto così complicato…
Grandi errori
L’altro giorno la parlamentare PD Alessia Morani ha dichiarato “Premetto che lo ius culturae è un principio sacrosanto ed una legge di grande civiltà ma riprendere ora il dibattito sull’approvazione di questo provvedimento è un errore. Una legge di questo tipo deve essere approvata solo dopo avere dimostrato che c’è un modo efficace e diverso da quello di Salvini di governare i flussi migratori e di fare sul serio politiche di integrazione.”
Ora, dire “non vogliamo i migranti” è una posizione politica, che si può condividere o no. Dire “io vorrei far entrare i migranti, ma non lo faccio perché la gente non lo vuole” è un’idiozia sesquipedale per l’ottima ragione che a questo punto tu politico non hai più ragione di esistere: come diceva sempre Berlusconi, si fanno i sondaggi e ci si posiziona automaticamente lì (Berlusconi inoltre aveva almeno il buon gusto di non dire che lui avrebbe fatto qualcosa di diverso). Il tutto tralasciando la banale considerazione che chi arriva con i barconi con ogni probabilità non entrerebbe nelle maglie dello ius culturae: al massimo lo potranno essere i suoi figli. (Nota a latere: mentre ho dei dubbi sullo ius soli, ritengo che lo ius culturae abbia senso, perché in questo modo non si è più estranei a quello che pensa chi è già italiano. Ma come dicevo, qui stiamo parlando di idee personali, non di politica)
In una notizia solo apparentemente scorrelata, Olga D’Antona protesta contro il reddito di cittadinanza ottenuto dalla brigatista Federica Saraceni che uccise suo marito. Il virgolettato: «Non sempre ciò che è legale è anche giusto». L’amarezza della vedova D’Antona è comprensibile, ma quella frase no. Di nuovo, possiamo discutere sul fatto che Saraceni sia fuori di prigione (io non ne parlo perché non ho dati a disposizione per farmi un’idea). Ma il reddito di cittadinanza nasce per chi non ha altri redditi ed è disposto a cercare lavoro: se Saraceni è in queste condizioni ha diritto a quei soldi, che non sono stati pensati controllando anche la fedina penale.
A me preoccupa molto più questa deriva che vedere gente ignorante. Se qualcuno non sa, c’è sempre la possibilità che possa imparare e poi avere un’opinione informata…
il fischiettatore di Trump
Una caratteristica di Donald Trump dovrebbe essere ormai chiara a tutti. Prendiamo il caso del whistleblower, cioè della fonte anonima (e al momento sotto protezione…) che ha rivelato la sua telefonata al presidente ucraino dove secondo i democratici avrebbe fatto pressioni per fargli trovare qualcosa contro Biden figlio (e padre). Cosa fa Donald? Twitta.
Il punto è che anche se il whistleblower avesse effettivamente «rappresentato una perfetta conversazione con un capo di stato estero in modo del tutto inaccurato e fraudolento» quella telefonata esiste, è stata registrata e verrà messa agli atti. Se non ci sarà nulla di illecito, quello che si potrà dire è che si sono spesi soldi e tempo per nulla, un po’ come ai tempi di Clinton; ma visto che sono ragionevolmente certo che la telefonata sia stata ascoltata prima di partire con la richiesta di impeachment, Trump si sarebbe dovuto scagliare contro i democratici. Solo che è molto più semplice essere forte con i deboli…
Sharper Night – Pavia 2019
Venerdì scorso si è tenuta la Notte Europea dei Ricercatori. Tra le varie iniziative correlate, in alcune città d’italia si è tenuta Sharper Night, che se non ho capito male è fortemente voluta dall’INFN. Quest’anno ho pensato di far saltare mezza giornata di scuola ai gemelli e portarli a Pavia, la città lombarda che la ospitava, dopo aver visto che era adatta ai bambini.
Devo dire che nonostante le resistenze iniziali – soprattutto per il dover camminare dalla stazione di Pavia al Castello, compreso il mio avere sbagliato strada… – il risultato finale è stato un successone, tanto che ho fatto fatica a riportarli a casa. In tre ore avranno visto metà degli stand, con un bombardamento di informazioni di cui non so quanto sarà rimasto loro in testa: bisogna però dire che ricercatori, universitari, studenti liceali e semplici appassionati hanno fatto tantissimo per mostrare quante cose si possono fare se si studia la scienza. E gli sponsor hanno anche fatto tantissimo per fornire gadget che sicuramente sono stati apprezzati dai miei bambini e spero siano serviti per appiccicare un po’ più di nozioni nelle loro testoline. Io personalmente ho salutato il mio amico Adam Atkinson che era in trasferta per aiutare Daniele Aurelio nello stand di MathsJam, e ho finalmente visto dal vivo il Centro Meteo Lombardo, compreso l’estensore dei bollettini :-) Diciamo che mi è quasi venuta voglia di partecipare anch’io, ma so già di essere troppo pigro per riuscire a stare una giornata intera a spiegare cose…