Oggi, mentre stavo andando a prendere i ragazzi a scuola, un’auto di un qualche “servizio rapido” è sfrecciata in via Solferino scambiandola per un circuito automobilistico. Solo che c’era il vigile per controllare l’uscita degli studenti, che l’ha fermato e l’ha fatto mettere a lato (sulle strisce pedonali, ma vabbè). Quando dieci minuti dopo è uscito anche Jacopo, l’auto era ancora lì :-)
International Forum on Digital and Democracy
Se vi ricordate, a settembre avevo partecipato a un panel online promosso dall’Associazione Copernicani sull’applicazione in Italia della direttiva copyright. I Copernicani stanno preparando ora una conferenza digitale (in inglese, ancorché sottotitolata in italiano) che aspira a diventare una specie di Davos democratica per ragionare sui temi dell’impatto delle tecnologie digitali sul funzionamento della democrazia.
L’International Forum on Digital and Democracy si terrà il 10 e 11 dicembre, in comodo (per noi) orario tardopomeridiano, e avrà come relatori un bel po’ di persone note. Tra le quattro sessioni (Democracy and political decision; Social involvement and participation; Participation and functioning of parties; Information access and integrity) come potete immaginare il mio animo wikipediano si focalizza sull’ultima; ma penso che tra i miei ventun lettori ci possa essere qualcun altro interessato. Il bello di una conferenza virtuale è che la partecipazione è facile, e in questo caso anche gratuita, previa registrazione su Eventbrite… Sapevàtelo!
Quizzino della domenica: primi vicini
È possibile disporre in fila i numeri da 1 a 9 in modo che la somma di qualunque coppia vicina sia un numero primo?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p479.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Matt Parker.)
Il pensiero matematico contemporaneo (libro)
Da una decina d’anni o giù di lì la filosofia della matematica ha cominciato a incuriosirmi. Mentre la filosofia della scienza è abbastanza nota almeno a chi mastica un po’ di questi temi – Popper, Kuhn, Feyerabend sono nomi che si sentono in giro – il corrispondente matematico si ferma di solito ai fondamenti o al più a Bertrand Russell. Ho preso così questo libro (Frédéric Patras, Il pensiero matematico contemporaneo [La pensée mathématique contemporaine], Bollati Boringhieri 2017, pag. 182, € 12, ISBN 9788833928586, trad. Giovanna de Vivo e Paolo Pagli) ma devo ammettere che è troppo complicato per me. Il problema non è la buona traduzione di Giovanna de Vivo e Paolo Pagli; è proprio che mi manca il lessico filosofico e fors’anche quello matematico necessario per comprendere cosa scrive Patras. Mi è chiaro che afferma che il formalismo e il metodo assiomatico hilbertiano sono una strada ormai chiusa, ma questo era già noto. Per il resto, racconta delle due teorie del ventesimo secolo, lo strutturalismo partito da Bourbaki e le categorie, entrambe nate per unificare la matematica senza però riuscirci. I nomi dei matematici che a suo dire hanno più pensato alla filosofia della matematica sono Hermann Weyl, René Thom (di cui stronca la teoria delle catastrofi, o meglio il tentativo di renderla un concetto unificante) e soprattutto Alexander Grothendieck. Patras nota come costoro non abbiano mai pensato alla matematica come qualcosa di astratto, pur se l’astrazione serve a trovare punti in comune tra le varie branche, ma come qualcosa di strettamente collegato alla realtà. Di più non ho capito, lo ammetto…
Guardians of Time (ebook)
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] I Guardians of time sono un gruppo di persone in grado di tornare indietro nel tempo per modificare il passato, in modo da migliorare il mondo attuale. Questo libro (AA.VV., Guardians of Time : A Collection of Time Traveling Tales, Zimbell 2020, pag. 280, € 6,29, ISBN 9781643901770) contiene vari racconti che partono da questo setup; non c’è però una continuità tra i vari racconti, e ciascun autore ha scelto come declinare il viaggio nel tempo.
Ho trovato molto disuguale il livello dei racconti; i primi soprattutto avrebbero avuto bisogni di un editing pesante sullo stile. Ci sono però alcuni racconti che meritano. “Temporal Agent Walker” di Owen Morgan, che mostra come può essere complicato rimettere le cose a posto; “The Day That Wasn’t” di Taylor Roth, che termina in modo inaspettato; e “The Xenobot Paradox” by Lyle Stiles, che aggiunge all’ambientazione comune gli esseri viventi artificiali. Avrei anche apprezzato “Training Days” di Bob Price, che si direbbe essere la prima parte di un romanzo vero e proprio, ma le molte idee interessanti sono rovinate da uno stile esplicativo che mi ricorda il peggior Clarke…
è inutile, io sono un influencer
Ricordate la mia domanda al Comune di Milano sulle strisce disegnate in via Murat e la relativa (non) risposta? Bene, stamattina stavo pedalando verso casa dopo avere accompagnato i gemelli a scuola e mi sono accorto che la striscia di mezzeria è stata ridisegnata più o meno come prima di quest’estate, lasciando lo spazio per due auto affiancate in direzione centro (immagino lunedì notte, visto che ieri pioveva e non potevano certo fare nulla). Considerando che non so quanti siano a rompere le palle con segnalazioni di questo tipo, posso bullarmi di avere contribuito a muovere il macchinario burocratico comunale. Potrei a questo punto sfruttare il momento buono e tentare di fare finalmente diventare piazzale Lagosta una rotonda come tutte le altre, in cui chi entra dà la precedenza.
C’è solo un piccolo problema. Così ad occhio hanno esagerato, e ora la corsia in direzione periferia mi pare così stretta che mi sa che non riesco a pedalare affiancato a un’auto. Insomma il traffico in genere ci ha guadagnato, ma io ci ho perso. Boccaccia mia statti zitta!
pensieri pochi ma confusi
Il Parlamento continua a occuparsi, anche se sottotraccia, della legge delega di recepimento delle direttive europee tra cui quella copyright che come wikipediano mi sta tanto a cuore. Martedì è stata presentata questa mozione, presentata da Valentina Aprea con altri quattro parlamentari di Forza Italia. Per chi non avesse voglia di leggerla tutta – ma non è lunga – l’executive summary è “Il pubblico dominio è così bello che preferiamo che non venga usato, ché altrimenti si potrebbe rovinare.”
Attenzione: il problema generale non è tanto la conclusione, che a me ovviamente non piace ma di per sé è legittima: immagino per esempio che chi possiede opere in pubblico dominio non voglia perdere la rendita di posizione sulle opere derivate. Il punto è che se un’opera è in pubblico dominio il diritto d’autore non c’entra più per definizione… E fortuna che Forza Italia si definisce un partito liberista.
(Per la cronaca, la Lega ha una mozione molto più condivisibile, mentre mi dicono che quello PD “è aria fritta”.)
Almeno scegliete gente che capisca l’italiano
Ieri sera verso le 21 squilla il cellulare di Anna. Numero di rete fissa milanese (ma si sa che non vuol dire molto). Anna risponde, e poi mette in viva voce. Una voce femminile dice in un italiano molto approssimativo – così ad orecchio direi che la signora era albanese, ma che in Italia c’è stata al più un mese – qualcosa di non meglio identificato sui problemi della bolletta. Comincio a parlare io, chiedo quale bolletta (“energia elettrica”) e a chi è intestata la bolletta (Anna). Per tre volte le dico “impossibile, la bolletta elettrica non è intestata a lei”, per tre volte lei continua con il suo discorso “bisogna vedere la bolletta”, finché ho chiuso la chiamata.
A parte lamentarmi dei soliti tentativi di truffa e la considerazione molto peggiore che qualcuno ha passato a questi tipi qua l’associazione nome-telefono per Anna, mi chiedo quale sia la logica di far fare queste chiamate outbound a qualcuno che evidentemente non comprende l’italiano e non ha neppure il buonsenso di buttare giù la chiamata quando si accorge che tanto non arriverà a nulla…