Siamo matti?

Alle 10:37 di stamattina guardo la posta e scopro che alle 10:15 (e alle 10:23 in copia) la scuola dove vanno i ragazzi mi ha scritto dicendo che causa vaccinazione di professori la classe di Jacopo uscirà oggi alle 12:00. La mia risposta – spedita alle 10:39 – non dev’essere stata molto educata, considerato che mi hanno telefonato due volte alle 10:40 e alle 10:41: io ero giù a raccontare la cosa ad Anna e quindi non ho risposto, poi hanno chiamato lei che fortunatamente è molto più educata del sottoscritto.

Di per sé Jacopo ha la liberatoria per tornare a casa da solo. Peccato che debba prendere la metropolitana e non abbia la tessera con sé, visto che tanto sarei andato a prenderlo in auto. Auto che tra l’altro è parcheggiata da tutt’altra parte perché io dovrei andare in palestra in un posto dove non si trovano parcheggi e quindi stamattina l’ho lasciata in posizione strategica. Notate anche che in questi giorni ci sono stati varie assenze causa richiamo del vaccino: ieri per esempio Cecilia è entrata un’ora dopo (assieme a Jacopo, perché non posso andare avanti e indietro tutta la giornata) ma almeno la cosa ci era stata comunicata il pomeriggio precedente. E notate soprattutto che continuano a smistare classi, cosa che mi pare ancora più pericolosa. Vi pare possibile una cosa del genere?

Il prigioniero libero (libro)

Sono rimasto piuttosto deluso da questo libretto (Giuseppe Trautteur, Il prigioniero libero, Adelphi 2020, pag. 140, € 18, ISBN 9788845935145). L’argomento è il libero arbitrio, che da qualche millennio è una spina nel fianco per filosofi e teologi. Trautteur ha una formazione scientifica e quindi tratta il tema in quel modo, ma il libretto è fondamentalmente filosofico. Io ormai ho una certa età e sono abituato a leggere testi di filosofica che alla fine ti lasciano più domande di quelle che ti facevi all’inizio: sono abbastanza convinto che la filosofia serva appunto a fare domande e non a dare risposte. Però in questo caso non sono neppure riuscito a capire quali sono le domande. Personalmente il fatto che il nostro corpo si prepari a fare qualcosa prima che noi pensiamo di farlo non significa nulla né in un senso né nell’altro; e alla fine della lettura non mi è rimasta in testa nessuna nuova idea. Certo, probabilmente il problema è mio: resta il punto che per me il libro è stato del tutto inutile.

nuove frontiere di BRT

Ieri alle 11 è suonato il citofono. Guardo, è il corriere. Scendo, chiedo se il pacco è per mia moglie, conferma, prendo il pacco e risalgo. Anna stava tenendo un’aula virtuale ma aveva una pausa: esce, apre il pacco, e trova roba mai acquistata. Guardiamo la bolla di accompagnamento allegata al pacco: dice indubbiamente che è per lei. Poi Anna guarda bene il pacco: c’è un’altra etichetta, con un nome e indirizzo a qualche centinaio di metri da casa nostra.
In effetti dopo una decina di minuti il corriere è tornato con il pacco giusto: ho richiuso alla bell’e meglio l’altro pacco – almeno non avevamo toccato le confezioni della roba comprata dall’altra persona – e tutto è più o meno finito bene. Certo che però qualche problemuccio c’è…

Humanitas e la privacy informatica

La scorsa settimana Jacopo non è stato bene, e a un certo punto ha detto che non sentiva i sapori. Inutile dire che ci siamo lanciati al volo a chiamare la pediatra che altrettanto al volo ha richiesto un tampone. Visto che la richiesta è stata fatta per telefono non siamo andati a fare il tampone all’ASL come la volta precedente ma alla clinica Pio X, che da qualche anno è stata assorbita dalla Humanitas. Beh, venerdì pomeriggio non è stato possibile fare il tampone: non per colpa loro ma perché Jacopo è stato assolutamente impossibile d atenere fermo. (Sì, stava molto meglio). Tornati a casa con il sottoscritto con un diavolo per capello, mi telefonano dalla clinica dicendo che avremmo potuto riprovare sabato mattina, anche se fuori procedura standard.

Sabato torniamo insieme ad Anna e riusciamo finalmente a fare questo tampone. (Ah, tutta la clinica sapeva cosa era successo il giorno prima). Ci danno il foglio per ritirare gli esami il lunedì successivo. (Ma anche se avessimo fatto il tampone venerdì sarebbe stata la stessa cosa). Certo, in teoria si potrebbe accedere online dopo 24 ore… solo che essendo Jacopo minorenne la cosa non è possibile, a differenza di quello che per esempio succede all’ASL. Grande attenzione ai problemi di privacy con i minori, insomma? Beh, non proprio. Ieri mattina mi sono regolarmente presentato alle 8 in punto, ho consegnato il foglio e mi è stato dato il referto. Non ho dovuto mostrare null’altro: né un documento di Jacopo né uno mio. Ecco. Qualcuno mi può spiegare perché online ci sono tutte queste pippe di sicurezza e de visu non c’è proprio nulla?

Difficoltà di traduzione

La vignetta di oggi dei Peanuts vede Snoopy scrivere a macchina “Ma la volpe col suo balzo ha raggiunto il povero Fido”. Lucy legge il testo, commenta “dovrebbe essere il quieto Fido” e Snoopy replica “È venuto il momento di ristabilire la verità storica”.

Chiunque abbia un po’ di conoscenza dell’inglese avrà capito che la frase originale di Snoopy era il classico pangramma “The quick brown fox jumped over the lazy dog”, dove Snoopy ha sostituito “lazy” con “unfortunate”. Com’è andata la traduzione? Beh, la frase di Snoopy forse si poteva accorciare un po’: ma in effetti nella versione emendata da Lucy è anch’essa un pangramma (anche d’autore, perché è presente nella traduzione di Mario Sica di Scautismo per ragazzi.) La voce di Wikipedia riporta anche una versione più breve di Daniele Petruccioli, “Fu questa volpe a ghermir d’un balzo il cane”, ma mancherebbe l’aggettivo da modificare per il cane. Insomma, i due punti fondamentali della battuta (pangramma sbagliato e verità storica snoopyana sul cane) ci sono entrambi. Poi io avrei provato con “Sì, fu la volpe a ghermir d’un balzo il quieto cane” o anche “Fu sta volpe a ghermir d’un balzo il quieto cane”, ma forse esagero…

Quizzino della domenica: Test finale

In uno dei troppi corsi online che sono costretto a seguire in ufficio, il test di apprendimento finale consiste in tre domande, di quelle “Vero o falso?”. Il test è passato se si è risposto a tutte le domande e le risposte sono tutte corrette; alla fine del test viene comunque comunicato quante (non quali, purtroppo…) sono state le risposte corrette. Io naturalmente non ho seguito il corso, perché era noiosissimo; quindi do risposte a caso, tanto posso sempre ritentare il giorno successivo sempre con le stesse domande. Se fossi davvero fortunato, imbroccherei subito tutte e tre le risposte. Ma nel caso peggiore quante volte devo ritentare il test? Ricordate che non basta sapere quali sono le risposte corrette, ma bisogna anche darle. Per esempio, se ci fosse una sola domanda e la sbagliassimo, ci vorrebbe un secondo tentativo per avere l’ok anche se dopo il primo tentativo sappiamo di sicuro in un modo o nell’altro qual è la risposta corretta.



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p520.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema originale; immagine da FreeSVG)