Mario Draghi non è democristiano

Io sono un democristiano dentro. Quando ci sono situazioni di tensione in cui mi tocca stare, cerco tipicamente di trovare un compromesso. (Se posso, abbandono il campo: ma questa è un’altra storia). Mario Draghi no. È possibile che cerchi mediazioni prima di decidere qualcosa, ma quando l’ha decisa non lo schiodi più.

Prendiamo la storia del green pass. Non ho problemi a dire che secondo me non era quella la scelta da prendere, e sarebbe stato molto meglio introdurre l’obbligo vaccinale vero e proprio e non questo suo succedaneo surrettizio, ma tant’è: il governo ha deciso di usarlo non solo per gli spostamenti sovrannazionali, ma anche per accedere ai luoghi di lavoro. Tutti i novax sono insorti, hanno cominciato a fare manifestazioni più o meno autorizzate ogni sabato (con varie diversioni…) e con l’avvicinarsi della fatidica data hanno praticamente monopolizzato le notizie. Evidentemente speravano in un allentamento dell’ultimo minuto. Cosa è successo? Niente. Non si è allentato nulla, sabato pomeriggio ho visto una coda inverosimile davanti a una farmacia che presumo facesse tamponi rapidi (ah: Draghi non ha nemmeno portato a 72 ore la validità di quel tipo di tamponi, tanto per dire) e la vita continua come prima.

L’unica cosa che mi domando è come mai tutti questi protestatari non si siano accorti che non ci sarebbe stata trippa per gatti… e dire che avevano visto come Draghi tratta Salvini!

5 pensieri su “Mario Draghi non è democristiano

  1. Mestesso

    Il suo modus operandi deriva dalla sua esperienza precedente con la BCE, dove ti scontri con gente che conta davvero, e devi adeguare la tua linea a quanti ti si presentano davanti con le loro esigenze. Chi è sul ponte deve prima capire bene cosa tutti gli altri vogliono e poi detta la sua linea, che tiene ovviamente conto di chi ha davvero il potere in mano, ma con punti fermi irrinunciabili, per tenere alta la propria linea.

    Dato che nello scenario attuale non esiste un uno,o politicamente forte o predominante in Italia (Salvini sta lentamente perdendo terreno, la Meloni deve ancora remare, gli altri sono ancora deboli) la sua linea può correre veloce. Le cose però cambieranno, perché tutto il potere di Draghi deriva dai soldi del piano UE, e dal fatto che è stato messo lì dalla UE per gestire questi soldi, una volta che quei soldi saranno spesi, è fottuto, gli altri se lo mangiano in un baleno.

    Dato che è uomo abile, si troverà un posto tranquillo in qualche istituzione di alto livello, ma sarà finito (in Italia almeno). Sempre che la UE non tiri fuori un altro cilindro di soldi, nel qual caso potrebbe ancora rimanere al suo posto, ma iniziando comunque a perdere colpi.

  2. brigaboom

    Mi interessa la questione ontologica: la summa del democristianesimo era proprio la ricerca ad ogni costo del compromesso? Lo chiedo da persona per la quale la DC vissuta in prima persona per motivi anagrafici è consistita principalmente in qualche vignetta di Forattini sbirciata dal me settenne nei primi anni 90: non ho vissuto in prima persona gli anni della balena bianca, quindi non ho un’esperienza diretta dello “stile DC”. Insomma, consideralo un interesse storico.
    Anzi, pensavo addirittura che quello che tu noti su Draghi potesse essere un tratto democristiano: alle decisioni, anche quelle forti, impattanti e dalle quali poi non si torna in dietro. ci si arriva senza strappi, senza troppe urla e senza invocare la rivoluzione, ma quando la scelta è fatta, la si porta avanti.

    Immagino che dipenda anche da quale politico si prende a esempio del democristiano: ma mi vien da dire che, con questa definizione, De Gasperi sarebbe più un draghiano che un democristiano.

    E ora, come direbbe Guidobaldo Maria Riccardelli, “Apriamo il nostro solito dibattito”

    1. .mau. Autore articolo

      beh, io ho una ventina d’anni in più, quindi parto con Fanfani Moro Andreotti (ok, Andreotti c’è sempre stato…)

      Quello che io ho visto è un clientelismo diffuso, che ovviamente portava alle tangenti anche se più per far funzionare tutta la macchina che per le singole persone. Però dietro di questo c’era l’idea di trovare un sistema perché alla fine ci guadagnassero un po’ tutti (trasferendo i costi allo Stato, ovvio). Questo portava automaticamente alla ricerca di un compromesso, a volte al ribasso come nel caso della riforma agraria altre volte in positivo come lo Statuto dei Lavoratori.

      Nei primi anni ’90 il sistema si era rotto non tanto per la Lega (prima ancora che arrivasse Berlusconi e Forza Italia), quanto perché c’erano troppe bocche da sfamare e quindi gli industrialotti non ce la facevano più a dover sborsare un 20-30% di tangenti.

  3. layos

    Mau, ti faccio la domanda che faccio a tutti quelli che parlano di obbligo vaccinale.
    Ma secondo te, questo obbligo, come si sarebbe dovuto esercitare? Se non ti vaccini ti multo? Ti mando i carabinieri a farti un buco nel braccio obtorto collo?
    Non capisco.
    L’unico modo che hai di coercire le persone a vaccinarsi è lo stesso che usi per i bambini “niente vaccini, niente scuola”. E siccome la scuola e dell’obbligo, ca va sans dire….

    1. .mau. Autore articolo

      Tecnicamente puoi iscriverti a scuola senza essere vaccinato, a dire il vero.

      Quanto alla domanda, la risposta è semplice: l’obbligo si esercita esattamente come lo si sta esercitando per il green pass. Vai a lavorare? presenti il certificato di vaccinazione. La differenza è che lo fai una volta sola :-)

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