La ritirata dei moderati

Il mio amico Franco Abitante ha condiviso su Facebook questo articolo di Avvenire (il noto quotidiano progressista) sulla “ritirata dei moderati”: Gigio Rancilio, il responsabile dei social nel quotidiano della CEI, racconta di come le persone tranquille, i moderati per l’appunto, stanno smettendo di commentare i post degli amici. Il (non) commentatore tipo indicato da Rancilio «ama il confronto ma non sopporta lo scontro». Tutt’al più, «Chi resiste spesso sceglie altre strade e condivide storie e momenti personali», tanto che « i social sembrano sempre di più tanti diari personali».

Dai vent’anni di esperienza del mio blog, e dai quasi quaranta di frequentazione della rete, penso di avere la possibilità di esprimere il mio pensiero. È vero: in dieci anni i commenti alle mie Notiziole si sono quasi dimezzati. Resiste chi continua a dimostrarmi che sbaglio, sia come concetti espressi che per gli errori di digitazione o di sintassi HTML; ogni tanto qualche post ha un gruppetto di commenti, ma ce ne sono tanti che se ne rimangono sconsolati. La cosa però non mi preoccupa più di tanto. Il mio è un blog personale, dove scrivo di quello che interessa e colpisce me; e soprattutto lo scrivo nel mio stile. Potrei forse provare a fare una campagna social come tanti influencer veri e falsi, parlando delle cose sulla bocca di tutti e scrivendo in modo da far partire i flame; ma non vedo perché. Se qualcuno ha considerazioni costruttive su quello che scrivo lo può fare liberamente, e il fatto di restare abbastanza di nicchia mi permette di non dovere mettermi praticamente mai a moderare. Sono abbastanza convinto che parecchi dei miei ventun lettori si limitino appunto a leggermi senza commentare, ma apprezzano un punto di vista spero non troppo mainstream e sicuramente non troppo alternativo-perché-così-mi-si-nota-di-più; magari non saranno d’accordo con me, ma il fatto stesso che abbiano potuto vedere le cose da un altro punto di vista è per me positivo. Per quanto riguarda il sottoscritto, potete magari dire che il mio commentare “a casa mia” e non sul luogo originale dei testi sia un modo per nascondersi, ma non credo sia così. (In questo caso non c’era la possibilità di commentare sul sito di Avvenire, e non vedo perché scrivere queste mie cose su Facebook o Twitter)

Quello che però posso aggiungere è che sono parecchi anni che mi sono ritirato, almeno secondo questa definizione. Ma più che altro mi sono costruito i miei piccoli luoghi dove posso fare le dispute felici con quelle poche persone che so avere il mio stesso punto di vista sulle baruffe in rete (e spesso punti di vista totalmente diversi sui temi che ci capita di discutere, per fortuna). È un ritirarsi? Può darsi: ma non si possono raddrizzare le zampe ai cani. È inutile interloquire con chi non ha nessuna voglia di discutere ma solo di sbraitare, ed è folle pensare che costoro cambino idea.

4 pensieri su “La ritirata dei moderati

  1. Bubbo Bubboni

    Mah, forse va considerata anche la questione generazionale. I vecchi comunque tendono a non commentare/chiudersi in circoli troppo omogenei. I giovani sono educati ad essere “precari calpestabili con vocabolario, anche emozionale, limitato”, quindi non possono commentare nel merito ma possono far riferimento al divismo/tifoseria per esprimere qualche rozzo insulto o grido di approvazione.
    “La disputa felice” di Vera Gheno sarebbe la guida adatta ma proprio se a uno interessa… e non sono di certo io che vado di blocchi & filtri a manetta.

  2. Metello

    Una domanda: in dieci anni i commenti sono dimezzati a partirà di visualizzazioni?

    Secondo me c’è da aggiungere un altro punto: ora i luoghi dove si possono inserire i propri commenti/riflessioni sono aumentati;
    magari i commenti, nel numero, sono gli stessi, ma sono più frammentati.

    1. .mau. Autore articolo

      ho solo guardato il numero medio di commenti per post (tenendo conto che il numero dei miei post è più o meno costante).
      È vero che rispetto a dieci anni fa i post sono anche su Facebook e Twitter, ma in genere lì i commenti non ci sono :-)

  3. mestessoit

    I fattori in gioco sono sicuramente diversi. In aggiunta a quanto detto prima, un fattore potrebbe essere anche la readership. I 21 lettori fedeli sono costanti da tempo ed invecchiano insieme al tenutario. Invecchiando si tende a commentare di meno, in generale. E’ pure possibile che i temi trattati solo raramente vengano googlati da “esterni” e questo contribuisce ad abbassare la frequenza di commentatori estemporanei.

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