Tutti quelli che affermano che l’Ecopass serve solo a portare soldi alle casse del Comune di Milano sono in piena malafede. Innanzitutto costoro non tengono conto di tutti i soldi che sono stati spesi per l’installazione delle telecamere e dei fantasmagorici sistemi per leggere le targhe, scrivere gli sms, e far di conto del numero di passaggi: secondo me siamo ancora in passivo. Ma d’altra parte bisogna muovere l’economia esattamente come la classifica del campionato di calcio.
Ma c’è un effetto collaterale dell’Ecopass che non sembra essere stato ancora considerato dai media, e che quindi porto alla vostra attenzione perché è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. Sto parlando dell’abilità dell’ineffabile assessore Croci a compulsare il dizionario della lingua italiana, abilità che si spera possa venire assorbita anche dagli autoctoni[*]. Prendiamo il penultimo comunicato stampa settimanale – perché il guaio è proprio questo: ogni due settimane bisogna dire qualcosa, e non è che si possano sempre riciclare gli stessi slogan. Il titolo è “Ecopass: effetti assestati” e nel testo ci viene spiegato che nella settimana dal 4 all’8 febbraio la riduzione degli ingressi è stata del 25% “non considerando i veicoli esenti” e del 21% in assoluto. No, non sono così cattivo da fare notare che non è che un veicolo esente dall’Ecopass non inquini affatto: questo sarebbe troppo bastardo persino per me. Però non posso fare a meno di notare che nella settimana dal 18 al 22 febbraio le riduzioni sono state rispettivamente del 18% e del 14%, il che mostra che l’assestamento vantato solo due settimane prima non c’è affatto. Che fare, allora? Semplice, si trovano parole nuove! Edoardo Croci, per gli amici EdoPass, così fa scrivere Ecopass. I dati parlano di riduzione dei veicoli (ovviamente rispetto al periodo pre-Ecopass, non rispetto a due settimane prima) e continua dicendo «I dati parlano di percentuali incoraggianti» – in effetti occorre coraggio per definirli in questo modo – e «Anche se è presto per dare un giudizio definitivo, le azioni intraprese, sia sul fronte della mobilità sostenibile che dellefficacia energetica, stanno già dimostrando la loro efficacia, non solo nella riduzione del traffico ma anche sulla qualità dellaria.» Ricordo che nella settimana dal 18 al 22 il PM10 è stato solo un giorno (mercoledì) sotto la soglia di allarme, e che da giovedì in poi è stato da due volte e mezzo a tre volte e mezzo sopra i limiti.
Restate sintonizzati per le nuove eclatanti avventure di EdoPass!
[*] autoctono, sm: composto da auto e ctonio, letteralmente ‘dannato dell’automobile’.
Gravina
Non so se Francesco e Salvatore Pappalardi siano stati buttati in quella cisterna, oppure siano caduti. Però so che se i nostri solerti sistemi di ricerca non sono riusciti a scoprire un posto potenzialmente pericolo a duecento metri dall’ultimo luogo in cui i due fratelli erano stati visti, tanto solerti non è che siano.
Morale-O-Meter
Vi è mai venuto da pensare “mi sento un po’ più giù del solito”? Non ve ne può importare di meno? Bene, allora evitate di andare qua. In pratica, dopo esservi iscritti a 43things.com, potete segnare ogni giorno quanto avete dormito / bevuto alcol / bevuto caffè e come vi sentite: vi verrà preparata una bella tabellina come quella che si vede lì sopra, o se preferite potrete leggervi il report, con tanti bei grafici giorno per giorno. Gli amanti delle statistiche possono persino vedere quali sono le medie dei partecipanti, anche se mi pare non vengano dichiarati i campioni del giorno… ma non si sa mai :-)
A che serve? A perdere un po’ di tempo, mi pare ovvio.
(via Ipazia)
Com’è difficile la vita di un senatore!
Viviamo in un mondo difficile. I quindici minuti a testa di popolarità pronosticati da Andy Warhol finiscono troppo in fretta, un po’ come gli stipendi dei lavoratori dipendenti. Così ieri abbiamo dovuto assistere a un fatto tragico. No, non la prima giornata del Festival di Sanremo: parlo di Fernando Rossi, senatore ex Pdci e fondatore / demiurgo / leader della lista “Per il bene comune” che si è incatenato alla statua di Garibaldi all’interno di Palazzo Madama. Motivo? Il suo movimento / partito / quel che l’è non è stato esentato dal presentare le liste per le prossime elezioni, visto che la leggina “liberi quasi tutti” prevedeva che l’esenzione fosse solo per i gruppi attualmente rappresentati da due persone, e lui sta facendo tutto da solo.
Su una cosa il Fernando – non lo chiamo Rossi perché è un cognome troppo comune e lui non è certo persona comune – ha ragione, in effetti: quella leggina è una porcatina, perché allarga artificiosamente le esenzioni, epperò fa una liberalizzazione col braccino corto. Diciamo che io costringerei tutti i partiti partitini e partitucoli a cercare le firme, almeno poi risparmieremmo sulla carta per fare le schede elettorali. Ma affermare che nessuno abbia mai parlato di lui, con tutto il casino che ha fatto in questi due anni, mi pare piuttosto azzardato. Non è che gli venga in mente che la magari gente lo conosce, ma non ha nessuna voglia di riaverlo, nelle migliori tradizioni del frazionamento atomico delle particelle… ehm, dei partiti di sinistra?
P.S.: devo dire che i senatori leghisti sono meglio di quanto pensassi: nessuno si era mai messo a fare qualche scherzo alla statua del loro nemico Garibaldi.
Altro clamoroso successo dell’Ecopass!
Dopo i peana autointonati dall’assessore Croci sui miracolosi risultati dell’Ecopass, siamo passati dal Carnevale alla Quaresima… e il livello di PM10 è schizzato verso l’alto. Sabato scorso (non certo per causa mia, visto che ero in Valsesia…) il valore misurato nella centralina milanese del Verziere è stato di 185 µg/m3, insomma quasi quattro volte la soglia di allarme… che in fin dei conti è stata superata solamente trentacinque volte in cinquantacinque giorni.
Interrogato in proposito, potrebbe persino darsi che l’ineffabile assessore Croci abbia affermato che il risultato dimostra vieppiù l’efficacia delle misure antiinquinamento prese dal comune di Milano: il fatto che il picco di inquinanti si sia raggiunto di sabato, quando l’Ecopass non è in funzione, starebbe a indicare come durante la settimana non ci siano più problemi con le polveri sottili.
Il ragionamento è molto interessante: aspetto che l’aumento globale del numero di incidenti stradali sia visto come un successo del Tutor, che facendo abbassare la velocità nei tratti in cui è stato installato istiga la gente ad accelerare negli altri tratti.
Ferrovie dimenticate
Domenica 2 marzo ci sarà la prima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. Il programma lo potete leggere dal sito: aggiungo solo che per la rapida scorsa che ho fatto è sparso per tutta Italia, e ciò è bello. Vorrei però spendere due parole sulle “ferrovie minori” e sulla tristezza di vedere che vengono man mano dimenticate. A volte è forse vero che usare degli autobus è molto più economico, ma se per questo anche tenere in ordine le aree verdi non è che sia poi così economico… Diciamo che bisognerebbe valutare caso per caso, e comunque pensare anche al riciclo di alcuni percorsi ad esempio come piste cicloturistiche – per definizione un percorso ferroviario ha poche pendenze… E ce ne sono tante di ferrovie dismesse, guardate qua!
Il senso del tingo (libro)
L’idea di per sé è molto carina: raggruppare un bel numero di parole di lingue straniere che esprimono in breve quello che a noi richiede invece un giro di parole. Ad esempio, in giapponese per indicare il rumore di una macchina che gira quietamente al minimo basta dire “sa”. Peccato che questo libro (Adam Jacot de Boinod, Il senso del tingo [The meaning of Tingo], Rizzoli 2006 [2005], pag. 207, € 14.50, ISBN 978-88-17-01182-2, trad. Marina Sirka Mosur) soffra di due problemi. Il primo è che alla lunga tutti questi elenchi di parole stufano, e quindi bisogna centellinarselo con calma per evitare l’indigestione; ma a questo si può anche ovviare. Purtroppo, però, resta il fatto che questo libro è basato sull’inglese, e quindi ci sono sezioni, come quella dei falsi amici, che sono poco utili (non per colpa della traduttrice, lo dico subito). D’altra parte ci sono delle chicche mica male, come una lista di tutti i termini eschimesi relativi alla neve! Ah: “tingo” è un’espressione in rapa nui che significa “prendere in prestito un oggetto dopo l’altro dalla casa di un amico, fino a svuotargliela”.
Brunch al Julep’s
Per la serie “viva il colesterolo”, quest’oggi siamo stati dei milanesi alla moda, e siamo andati a farci il brunch da Julep’s, locale immagino abbastanza modaiolo in via Torricelli all’altezza della circonvallazione. Oltre ad Anna ed io c’erano Simona, Cristina, Benny in trasferta milanese e Michi. Per dirla tutta, ho dei forti dubbi sul concetto di orario per il brunch (dalle 12 alle 16), che farebbe pensare che qua si dorme davvero fino a tardi: però non mi sono impuntato più di tanto anche se l’appuntamento era all’una, limitandomi a fare colazione al mattino.
L’arrivo al locale è stato allietato da un pullman granturismo che aveva deciso di proporre un giro molto personalizzato dei navigli, pensando di riuscire a fare una curva a 330 gradi senza l’ausilio di uno smaterializzatore. Fortuna che non c’era nebbia, e che non era una mattinata durante la settimana. Entrati finalmente nel locale ho scoperto che è piccolo, è buio, ed è pieno di gente, e ho capito perché Cristina avesse opportunamente pensato di prenotare. Ho anche scoperto che quello è un posto dove scrivere “prezzo fisso per persona: 22 euro” sembra sconveniente, e quindi scrivono “prezzo fisso per persona: 19.40 euro; coperto: 2.60 euro”. Non so perché, ma mi è venuta in mente la pletora di sovrapprezzi dei biglietti aerei, pur di dimostrare che loro mantengono i prezzi bassi.
A loro onore, nel buffet è anche compreso un refill a piacere di succo d’arancia e di caffè americano, il che significa che sono riuscito a sbafare abbastanza roba da ritenermi soddisfatto. Anna pensa che ci sono posti che fanno un brunch migliore e non le sono piaciuti più di tanto i pancakes che aveva ordinato fuori menu con Simona, ma io sarò un po’ più rustico e mi sono trovato assolutamente a mio agio, salvo appunto un po’ di claustrofobia.
Nota a piè di post: dovrò iniziare a girare mascherato. Mentre stavo facendo il secondo giro al buffet, un tipo si alza e mi chiede “Sei Maurizio Codogno?” Per la cronaca, il tipo è lui. Più che blogstar (anche se Marco ha accennato qualcosa sul fatto che il mio blog si veda da Alice… spero di avere capito male), in questo caso sono stato ricordato come Usenet Guru, a dire il vero. Certo che continuo a non capacitarmi di tutta questa fama… bah.