Non vorrei dire, ma se qualcuno vuole proprio mandarmi un messaggio di spam pubblicizzando la propria società di traduzioni magari dovrebbe scriverlo un po’ meglio di così:
Faciamo le traduzioni di vari testi in 17 lingue.
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Nostri taduttori sono soltanto di madrelingua. Così una traduzione perfetta è garantita.
Insomma, babelfish funziona meglio…
Censura, stavolta in UK
A me la notizia era arrivata ieri pomeriggio da Marco d’Itri, ma ormai penso la sappiate tutti: come fa notare la Capa, il Corsera ha scritto al riguardo, unico tra i grandi quotidiani online. Dai primi due link che vi ho dato trovate tutta la storia, ma faccio comunque un riassunto per i più pigri.
Da noi in Italia il governo invita “gentilmente” gli Internet Provider a bloccare l’accesso ai siti “cattivi” (quelli pedopornografici, dove il termine è inteso in maniera piuttosto ampia, e quelli di scommesse che non pagano il pizzo all’AAMS). Nel Regno Unito nessuno si sognerebbe di bloccare le scommesse e nessuno accetterebbe imposizioni statali: però il 95% degli internet provider locali fa parte di un’associazione che blocca volontariamente le immagini pedopornografiche. Tecnicamente viene fatta una redirezione della vostra richiesta, che non arriva più al sito originale ma a un proxy che verifica se la pagina richiesta è “buona” e la chiede a sua volta, oppure vi risponde picche.
Venerdì sera sono state aggiunte due pagine di wikipedia in lingua inglese: quella dell’album degli Scorpions Virgin Killer e dell’immagine della copertina dell’album, http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Virgin_Killer.jpg. Non l’ho scritta come link perché se uno vuole vedersela deve farlo esplicitamente. Per la cronaca, la copertina mostra una ragazzina preadolescente nuda, con le righe di un vetro rotto che coprono il pube. Sempre per la cronaca, la copertina restò in uso dal 1976 (data di produzione dell’album) fino al 2004, quando in un cofanetto con le riedizioni degli album degli Scorpions il CD apparve con una nuova copertina. Amazon, che fino alla scorsa settimana manteneva tranquillamente la copertina, l’ha tolta senza dire nulla: play.com, che pure è britannico, al momento in cui scrivo la fa ancora vedere a http://www.play.com/Music/CD/4-/3348266/In-Trance-Virgin-Killer/Product.html.
Premesso che trovo la copertina di pessimo gusto, ribadisco che a mio parere non è per nulla pornografica, e chi ha potuto pensare diversamente ho il sospetto che abbia dei forti problemi di suo. Ma soprattutto, se per decenni quel disco è stato venduto in svariate nazioni del mondo, com’è che ci si è svegliati solo ora? Tra l’altro, la cosa ha avuto risonanza internazionale perché Wikipedia è ovviamente famosa, e perché l’accesso all’enciclopedia è stato rallentato fin quasi al blocco – e bloccato in scrittura agli anonimi – per un’intera nazione; ma chissà in quanti casi non ci si è accorti di niente. E chissà cosa succederà quando si accorgeranno di tutti quei bimbetti nudi col pisello al vento che fanno i putti nei quadri del Seicento e Settecento.
L’idea di un gruppetto di persone che decide cosa può essere visto e cosa no a me continua a far paura.
Bilancio di una carriera di corista
Come avevo già deciso fin dall’inizio di questa avventura, mi sono buttato a cantare la Nona di Beethoven perché questa era una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita, ma non ce la farei a gestire un impegno continuativo. Ecco un resoconto complessivo, tralasciando i problemi a San Marco di cui ho parlato in separato post.
Cantare in un coro è un’esperienza che è difficile da spiegare a chi non l’ha mai fatto. È completamente diverso dal cantare da soli, o anche semplicemente all’unisono accompagnati da una chitarra. Nel coro tu canti insieme a quelli col tuo tipo di voce – il che ti aiuta e ti dà quella sensazione di appartenenza, ma hai anche le altre voci che giocano con te e con cui ti incroci in plural tenzone; e questo aumenta esponenzialmente il piacere di cantare, soprattutto quando dopo le prime prove si riesce a prendere le proporzioni ed essere abbastanza sicuri della propria parte. Una produzione enorme come quella a cui ho partecipato – 102 coristi! – moltiplica ancora il piacere, perché senti la massa delle voci e sai che è anche in parte opera tua. A Lodi ci hanno detto che superavamo in volume di suono l’orchestra stessa! Il nucleo centrale del coro, quelli insomma del Cantosospeso, si sente che è formato da persone che non solo amano la musica ma sono anche molto coese e hanno uno scopo comune: non è da tutti rimettersi a cantare il repertorio del coro in pullman mentre tornavamo da Lodi.
Per quanto riguarda la Nona, non bisogna aver paura di affermarlo: è kitsch. Nel quarto movimento c’è un certo punto in cui l’orchestra parte come fosse una banda di paese: il tema dell’Inno alla Gioia, che poi è addirittura assegnato inizialmente ai contrabbassi, è in effetti banalotto e ci si può chiedere perché mai in una sinfonia ci debba essere il coro. Tutto questo ovviamente in teoria, perché quando alla fine del recitativo del baritono la parte maschile del coro risponde due volte “Freude!”, bastano quelle quattro sillabe per capire come poi non sia così importante il valore musicale dell’opera, quanto quello che sta dietro: e quello sì che vale davvero molto. Personalmente avrei eseguito la sinfonia un po’ più lenta, ma credo e spero che chi l’abbia ascoltata abbia sentito quella sensazione che poi è forse la ragione per cui l’Inno alla Gioia è stato scelto come inno ufficiale dell’Unione europea.
Ad Arcore è stato bello cantare prima dell’esecuzione ufficiale solo per i bambini: alcuni erano un po’ addormentati o scocciati, ma lo sguardo di un paio di loro mi è bastato per essermi guadagnato la giornata. Lodi – ma quanto è bello il duomo! – invece è stato più serio, con discorso iniziale di sindaco e vescovo che effettivamente fa tanto provincia italiana o se preferite anni ’50. Sto cercando di capire se e quando uscirà la registrazione del tutto.
P.S.: com’è che nessuno ha risolto la crittografia mnemonica della scorsa settimana? :-(
vi siete preparati per il prossimo carnevale della matematica?
Ricordo a tutti che domenica prossima è il 14 del mese, e da Matematica 2005 troverete la prossima edizione del Carnevale della Matematica. Mandate entro venerdì i vostri contributi a ehypatia[at]gmail.com.
Ciò detto, ricordo a tutti che non c’è ancora nessuno che si è offerto per ospitare le prossime edizioni del Carnevale (forse Marcello ha chiesto febbraio…) Mi state dicendo che la spinta propulsiva si è esaurita? Inutile dire che anche se ne avete già ospitato uno potete comunque rimettervi in lista!
Inaugurazione segreta
Oggi alle 12:30 Anna e io eravamo in piazzale Lagosta ad aspettare l’11. In lontananza vediamo arrivare un tram verde, e pensiamo “probabilmente è il 7”. Poi il tram si è avvicinato e abbiamo visto che era… un 31.
Sì, a Milano la linea 31 non esiste da decenni, ma la nuova metrotranvia Milano-Cinisello riprenderà questo numero in onore di una vecchia linea che finiva in Fulvio Testi angolo Bignami. Quello che abbiamo visto era probabilmente il viaggio di inaugurazione, con un po’ di gente ATM dentro il tram, il cui numero di serie era opportunamente 7131 ed aveva tutta una pubblicità adesiva che spiegava come dal 7 dicembre si potesse andare da Milano a Cinisello senza code. In effetti oggi è il 7 dicembre: peccato che la metrotranvia non sia affatto completata, e che in effetti il sito ATM non porti traccia dell’inaugurazione della nuova linea. Un addetto ATM che era lì alla fermata era stupito quanto me, del resto.
Insomma, i casi sono due: o avevano già preparato la pellicola da mettere sopra il bus, e quindi dovevano far partire una vettura il 7 dicembre, oppure in realtà l’inaugurazione sarà il 7 dicembre 2009 e quello che abbiamo visto oggi era solo l’effetto di una distorsione spaziotemporale.
(ho fatto qualche foto al volo, perché poi l’11 stava arrivando davvero: uno – due – tre)
Il mese peggiore dell’anno
Essendo sant’Ambrogio, oggi Anna mi ha gentilmente fatto schiodare dal pc e mi ha fatto offrire come volontario per mettere le decorazioni natalizie in casa, o almeno la parte più in alto. Come tutti gli anni, per un mese avrò difficoltà a salire in studio perché il mancorrente è impegnato dalla Scala di Natale; ogni tanto sentirò cascare una ventosa con relative stella o angioletto; pregherò perché le gatte non decidano di considerare qualche festone un interessante nuovo gioco.
Ma a Natale bisogna essere più buoni. (E poi il risultato è anche carino, bisogna ammetterlo)
Il prezzo percepito della benzina
In queste settimane, con il crollo del prezzo dell’euro a livelli impensabili anche solo sei mesi fa, sento ovunque lamentarsi del fatto che il petrolio scende rapidamente e la benzina no. Rimanendo nel giardinetto dell’italico blogocono, DElyMyth lo scrive spesso commentando le notizie condivise con Google Reader, e Mantellini ieri ci ha dedicato un post.
Lungi da me il voler difendere i petrolieri: basta vedere come funziona il differenziale tra i prezzi alla produzione italiano e del resto dell’Europa per capire che come minimo da noi sono molto inefficienti. Vorrei però far notare alcune cose.
– Il prezzo della benzina nei self service è salito al massimo a quasi 1.50 euro al litro, mentre in questi giorni l’ho visto sotto 1.10 euro al litro, circa un 30% in meno.
– Il prezzo del greggio (tralasciando il particolare non trascurabiel che quelli che vengono snocciolati tutti i giorni sono per forniture spot, e si suppone che quelle a lungo periodo abbiano altri prezzi) è calcolato in dollari: oggi un euro vale 1.26 dollari, a giugno valeva 1.55 dollari, con un 25% di perdita di valore. Quindi il passaggio da 140$ al barile a 45$ è in realtà da 90 euro a 35.
– Voi direte “è comunque un calo del 60%, contro nemmeno il 30% di decremento del prezzo della benzina”. Certo. Però a gennaio 2007 il petrolio costava 45 euro al barile (vedi ad esempio qua), la benzina era intorno a 1.20 euro il litro e non mi pare che a giugno 2008 fosse salita a 2.40. Insomma, è vero che il prezzo alla pompa sta scendendo molto meno di quello del petrolio, ma era anche cresciuto molto meno.
Che è successo, allora? Beh, ci possono essere varie ipotesi. In parte il costo per trasformare il petrolio in benzina è restato immagino costante, e quindi dà un certo effetto freno a rincari e ribassi; ma credo che non incida più di tanto. Più probabile che sia appunto fasulla l’ipotesi che la maggior parte del petrolio sia comprato ai prezzi che ci comunicano giorno per giorno, come accennavo sopra.
E con la “povera matematica”, che c’entra tutto questo? Beh, è semplice: i numeri possono trarti in inganno, soprattutto quando sono cose che ci toccano. Più che di povera matematica dovrei parlare di “povera economia”, ma spero che me lo passiate comunque!
Responsabilità sociale
Ieri sera Anna mi ha fatto notare una scritta in fondo alla confezione di budino che mi aveva fatto (budino San Martino collezione oro, per la cronaca). C’era scritto “CLECA certificata da SGS tutela la persona e il suo lavoro sotto ogni aspetto e lo pretende anche dai suoi fornitori”, e sotto “Responsabilità sociale SA 8000”.
Confesso di non avere mai sentito parlare in precedenza di questo tipo di certificazione, che pure in Italia ha una certa visibilità, almeno secondo wikipedia. In un periodo in cui tutti fanno tante affermazioni di “controllo sui lavoratori”, credo sia importante che ci sia chi fa sul serio queste cose, tanto da fare tutta la trafila per avere una certificazione. Ah: la certificazione dà obblighi anche per i subfornitori, quindi le classiche scuse “non sapevo da dove mi arrivava il materiale” sono automaticamente inutili… altra buona cosa.