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tanto è la cosa di cui parlo di più da un anno a questa parte

coda in pausa

Questo è quello che ho trovato stamattina quando ho provato a registrarmi per il vaccino. In realtà dopo dieci minuti o giù di lì mi è arrivato l’invito a prenotare il vaccino.

Già non capisco la logica di fermare una coda informatica, che non è che richieda molte risorse: ma qualcuno mi sa spiegare il “numero in coda” scritto in piccolo in fondo alla pagina, con un numero di caratteri che è almeno il triplo di un qualunque codice ridondante che sarebbe stato sufficiente?

I terroristi di ilmeteo.it


Spero che nessuno dei miei ventun lettori usi ilmeteo.it per alcunché. Questa azienda (nel footer c’è scritto “Iscrizione registro delle imprese di Padova”) non è mai stata interessata a fare previsioni del tempo, ma solo a produrre titoloni perché la gente vada a leggere i suoi articoli e quindi dargli soldi con la pubblicità. Solo che dopo un po’ la fantasia comincia a difettare, e dopo una sfilza di “sciabolata vichinga”, “invasione scandinava”, “aggressione temporalesca sull’Italia” correvano il rischio di ripetersi. Per fortuna loro è arrivato il Covid, e una nuova serie di titoloni su temi molto più tristi.

Solo che, come mi ha segnalato il mio amico Stefano Scardovi, hanno passato il segno. Ecco qua il titolo: VACCINI: SEGNALAZIONI GRAVI da oltre il 7 per cento delle DOSI, gran parte da ASTRAZENECA. I DATI dell’AIFA (Il maiuscolo è loro, e chi sono io per toglierglielo?) Il 7% delle dosi significano una persona ogni 14: è una catastrofe. E in effetti leggendo l’articolo (mi è toccato farlo…) scopriamo che di queste segnalazioni “il 92,7% si riferiscono a situazioni non gravi, che si risolvono completamente” mentre “[quel]le gravi corrispondono al 7,1% del totale”. Peccato che queste percentuali si riferiscano alle segnalazioni, che sono state “46.237 su un totale di 9.068.349 dosi somministrate” (grassetto loro). Pertanto i casi gravi sono stati “36 eventi ogni 100 mila dosi somministrate” (stavolta il grassetto è mio). Peggio ancora: l’articolo continua con “indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (se prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione”. Ma allora perché la gran parte delle segnalazioni arriverebbe da AstraZeneca? hanno fatto più vaccini? Macché. Sempre dall’articolo si legge che la maggior parte dei casi gravi è collegata a Pfizer, per l’ottima ragione che sono loro la maggior parte delle dosi inoculate.

Detto in altre parole, siamo ben oltre il clickbait, che sarebbe stato qualcosa come “migliaia di segnalazioni gravi dopo il vaccino!!!11!” Qui abbiamo un titolo scientemente fuorviante, sfruttando il fatto che saranno in pochi a leggere l’articolo. A me piacerebbe che qualche avvocato li denunciasse per procurato allarme…

Un’influenza contratta con trent’anni in più

Riccardo Stucchi racconta di come si può leggere in modo diverso la frase “Il Covid non è tanto diverso da un’influenza” che si sente spesso dire dai no-Covid.

Mortalità da Covid e influenza – (C) Riccardo Stucchi, http://www.theboxisthereforareason.com/

Come vedete nella figura qui sopra, le varie stime di mortalità per Covid sono indicate con le curve rosse mentre quelle storiche per l’influenza in USA sono in azzurro. In pratica, Stucchi nota come la mortalità per influenza a n anni corrisponda a quella per covid a n-28 anni, e quindi si possa affermare che il Covid è “come un’influenza contratta con trent’anni in più”, sapendo bene che più si invecchia più l’influenza può essere letale.
La conclusione è assolutamente corretta almeno dal punto di vista matematico. Temo però che il concetto non riuscirà a fare presa sul cervello della gente. Già ho dei grandi dubbi sul fatto che sia chiaro che dai cinquant’anni in su il rischio di morire è circa venti volte maggiore che per un’influenza. Ma pensare a come saremo noi tra trent’anni è un esercizio davvero impossibile…

Ultimo aggiornamento: 2021-04-12 11:06

Balzo di morti covid. Chi l’avrebbe mai detto?

Oggi ci sono stati 607 morti di covid: il dato più alto dell’ultimo mese. (La figura qui sopra, presa da Google, è ferma ai dati di ieri). Stupiti? Per nulla.

I dati che arrivano ogni pomeriggio alle 17.30 sono quelli contabilizzati nelle ultime 24 ore, e quindi sono sempre in ritardo di qualche giorno. Se date un’occhiata al grafico, vi accorgerete subito che ogni domenica c’è un minimo relativo – non c’è poi così fretta di segnalare, evidentemente – seguito da un aumento il lunedì e da un picco il martedì. Ma questa settimana lunedì è stata Pasquetta; ecco che il picco si è spostato al mercoledì, e se volete ecco perché lunedì e martedì la media mobile a sette giorni (l’unica che è davvero importante per capire l’andamento) stava scendendo. Non perché le cose andassero meglio, ma per semplici ragioni dettate dal calendario. Se non ho fatto male i conti, la media a sette giorni oggi salirà a 453 decessi, questo sì nuovo record del mese: siamo più o meno su un plateau ma non riusciamo a scendere e anzi c’è ancora una leggera salita. I 13708 nuovi casi potrebbero essere invece un segno positivo, ma aspetterei prima di accendere la speranza che la terza ondata si stia riducendo…

Ultimo aggiornamento: 2021-04-07 18:30

Concentrato di fallacie

Ieri sera mi è capitato di leggere il thread che parte da questo tweet di Salvatore Merlo, che leggo essere il vicedirettore del Foglio. Per comodità riporto il testo del tweet:

L’Italia ha vaccinato il 5,03 per cento della popolazione, proprio come la Gran Bretagna (5,51 per cento).
Ma noi abbiamo ogni giorno circa 500 morti. E loro quasi zero.
Perché?
Perché stiamo vaccinando le persone sbagliate.
Qualcuno dovrà risponderne

Non è facile indicare tutte le fallacie inserite in meno di 280 caratteri, ma ci provo lo stesso.

  • Merlo ha volontariamente (lo dice lui nel thread) scelto di parlare di vaccinati, cioè persone che hanno avuto due dosi del vaccino, e non di inoculati. Come sapete, per AstraZeneca si è scelto di allungare il tempo tra la prima e la seconda dose fino a tre mesi, per l’ottima ragione che già con una sola dose il rischio di morire per Covid è molto ridotto. Tralasciando il fatto che noi abbiamo avuto molte meno dosi di AZ e quindi non avremmo potuto comunque seguire la linea britannica, Merlo fa un conto intrinsecamente errato, considerando la vaccinazione come tutto-niente se ci sono o no le due dosi.
  • La lista delle priorità nelle vaccinazioni UK è questa. Come vedete, sono partiti esattamente come noi (operatori sanitari e RSA, poi over 80). La differenza è arrivata solo dopo con gli insegnanti, a cui erano state assegnate le dosi AZ che non si potevano inizialmente dare (in UE) agli over 60. Quindi non è un problema di priorità, ma di vaccini a disposizione.
  • Merlo non considera che in UK c’è stato un lockdown molto più stretto che da noi, e quindi le statistiche sulle vittime sono falsate in partenza.

Anche ammettendo caritatevolmente che tutto questo sia stato scritto per accendere la discussione, a voi verrebbe voglia di leggere un quotidiano la cui linea editoriale è gestita da persone così?

Gli hub della disinformazione

La CBS riporta uno studio del Center for Countering Digital Hate, che mostra come i due terzi dei contenuti contro i vaccini e la loro sicurezza si possono far risalire a dodici persone, tra cui Robert F. Kennedy Jr., figlio di Bob e quindi uno dei millemila nipoti di John Kennedy. Per i curiosi, il documento si può scaricare da qui.

Da un punto di vista strettamente matematico – e che credo possa essere condiviso anche dagli antivaxx – questo risultato è molto interessante, perché mostra la portata della legge di potenza e del potere degli hub, di cui ho parlato con il mio amico e collega Paolo Artuso in Scimmie digitali. In pratica, pochi punti ben collegati – se volete, potete chiamarli “i poteri forti”… – bastano per una diffusione capillare delle informazioni. Questo accentramento è assolutamente normale in rete, per la semplice ragione che da un lato la diffusione di un’informazione è indipendente dalla distanza, e dall’altro che noi esseri umani siamo cablati per credere una cosa più vera se ci arriva da fonti che crediamo indipendenti.

Paradossalmente, insomma, diamo più credito a una stessa notizia ripetuta più volte che a tante notizie coerenti ma un po’ diverse tra loro; visto che le fonti antivaxx sono molto meno di quelle provaxx, ecco che molta gente dà più retta alle prime. Certo, qualcuno potrebbe dire che le grande piattaforme potrebbero fare qualcosa per bloccare quella sporca dozzina. Ma secondo voi succederà mai?

Ultimo aggiornamento: 2021-03-29 08:12

Minimizzare le morti per Covid

Stavo cercando dei dati visuali per farmi un’idea dell’andamento della terza ondata di Covid e ho commesso l’errore di consultare quelli di Repubblica, che potete vedere – in versione statica – qui sopra. Notate nulla di strano?

Mentre i valori “variazione totale contagiati”, “variazione attualmente positivi”, “variazione dimessi/guariti” (le linee rispettivamente rossa, azzurra e gialla) sono più o meno dello stesso ordine di grandezza e quindi facilmente riconoscibili se non si è daltonici, il numero di morti è molto più piccolo, diciamo un ordine e mezzo di grandezza, e quindi la linea corrispondente è completamente appiattita. Certo, se si sceglie di visualizzarla da sola allora la scala del grafico cambia e quindi si possono apprezzare le differenze nel tempo; ma allora tanto vale separare quella linea e lasciarla in un grafico da sola, visto che non si possono comunque fare confronti di nessun tipo con le altre.

Chi fa grafici per mestiere o abitudine sa bene cosa fare in casi come questo: si usano due scale diverse, indicate ai due lati del grafico, e magari si disegna anche la linea con scala differente in modo diverso per rimarcare la differenza. Certo, in quel modo si rischia che la gente confronti mele con pere; ma questo lo fa anche con un grafico così. L’unica idea che può giungere è che la mortalità per Covid è infima, dell’ordine di qualche punto percentuale rispetto agli infetti. A questo punto mi viene quasi da sperare che la cosa sia esplicitamente voluta, anche se non lo credo…

Occorrerebbe un vaccino contro l’innumeracy

Non credo sia una consolazione sapere che la sospensione delle vaccinazioni con AstraZeneca non sia avvenuta solo in Italia ma anche in mezza Europa, a partire da Francia e Germania. Il tutto mentre EMA, che dovrebbe essere l’organismo che si occupa dei temi medici, si limita a scrivere comunicati e aspetta giovedì prima di riunirsi, probabilmente per la balzana idea di far credere che non c’è nulla da preoccuparsi.

Ma c’è da preoccuparsi? Se guardiamo i numeri, no. Sia BBC che Financial Times fanno notare che il numero di casi avversi è intorno a 40 rispetto a 17 milioni di inoculazioni, molto meno di quanto ci si potrebbe aspettare statisticamente in una popolazione di pari numerosità. Il “molto meno” non significa molto, perché probabilmente molti casi non sono rilevati. (Ah, non è un caso che io non abbia citato giornali italiani). È però vero che in Germania, riporta Marco Cattaneo, ci sono stati 7 casi di trombosi associata a un numero basso di piastrine: in questo caso l’incidenza (6 casi sul milione) sarebbe il doppio di quanto previsto, e quindi può avere senso verificare se è solo una fluttuazione statistica o c’è qualcosa di più serio. (Ma è anche vero che negli USA si sono verificati casi simili con Moderna e Biontech, e i loro dati sono nella media dei casi che ci si potrebbe aspettare).

È giusto e doveroso fare verifiche. È un po’ meno giusto bloccare a priorio con numeri cosi bassi, che come dicevo potrebbero essere semplici fluttuazioni statistiche. È molto meno giusto che a bloccare non siano state le autorità farmacologiche ma i singoli governi, quando non addirittura i magistrati. Capisco che già il calcolo delle probabilità non è una cosa che ci viene naturale, e la statistica è ancora peggio, ma pensate a quello che succederebbe se – visti i casi di incidenti stradali – si decidesse di imporre un limite di velocità di 30 km/h su tutte le vie cittadine… Il tutto tralasciando la solita disinformazione, che punta sui titoloni a nove colonne anziché cercare di spiegare oggettivamente quello che potrebbe succedere. Ma questa è una lotta che ormai abbiamo perso da anni.

Ultimo aggiornamento: 2021-03-16 12:27