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matematto non praticante

Macché angolo morto

Ogni mese o giù di lì a Milano un ciclista viene ammazzato da un camion. L’ultimo incidente (la vittima era una mia coetanea…) è stato la scorsa settimana dietro il mio ufficio. I commenti tipicamente vanno da “È colpa dell’angolo morto che non permette di vedere arrivare la bici” a “È colpa dei ciclisti che si infilano dove non dovrebbero”.

Lo so, un caso non fa scuola. Però stamattina Anna e io eravamo andati (a piedi, non in bicicletta) a fare spese e stavamo attraversando via Galvani al semaforo di via Melchiorre Gioia. Siamo partiti col verde, e a metà carreggiata mi sono trovato un furgone – non una betoniera, nessun angolo morto – che ha inchiodato a dieci centimetri dal sottoscritto, che con una borsa in mano e uno zaino in spalla non stava certo buttandosi in mezzo alla strada. Mancava ancora un po’ che l’autista si incazzasse con me, e pare che alla fine abbia anche fatto benignamente il gesto di lasciarmi passare (dopo che ero passato, ovviamente). Insomma, più che le telecamere per evitare gli angoli morti mi sa che bisogna cominciare a togliere patenti.

Stanislao Lepri

Stavolta Anna e io siamo davvero arrivati al fotofinish: abbiamo infatti visitato la mostra su Stanislao Lepri, presso la Galleria Tommaso Calabro – un posto bellissimo di suo, tra l’altro – l’ultimo pomeriggio della sua apertura.

La vita di Lepri è già strana di suo, per quel poco che ho trovato (non c’era nemmeno una voce su it.wiki). Membro della nobiltà nera romana, nel 1941 era console italiano nel Principato di Monaco (ok, non una grande carriera) e conosce casualmente la pittrice Leonor Fini. Prende, se ne va via con lei, lascia la carriera diplomatica e comincia a fare il pittore (a Parigi). Quando Fini si innamora dello scrittore polacco Constantin Jelenski non se ne cura più di tanto e comincia un ménage a trois: il trio è addirittura sepolto nella stessa tomba. Ma parliamo delle sue opere. Lepri non è certamente un pittore di quelli che riconoscono tutti: è anche vero che non ha uno stile personale, e si vedono molto gli influssi di Hieronymus Bosch, De Chirico e in generale del surrealismo, anche se la mancanza di un tratto netto lo allontana un po’ dal mainstream. Purtroppo non c’erano spiegazioni sui quadri, e anche il QR code portava semplicemente a un catalogo con i nomi dei quadri, il che non dice molto a un ignorante come me. Alcuni dipinti sono inquietanti, come Du matin au soir; ma anche Les Dieux s’en vont ha questo insieme di persone (e animali) sotto gli dei che a me almeno fanno un po’ di senso. Nella parte più vicina al surrealismo segnalo Il tempio e Ristorante di lusso, ma anche altri dipinti non sono male. Peccato solo, come dicevo, di non riuscire a saperne di più.

Stanislao Lepri – Les Dieux sen vont

Stanislao Lepri – Du matin au soleil

Stanislao Lepri – Il tempio

Stanislao Lepri – Ristorante di lusso

Quizzino della domenica: Vela

Il rettangolo ABCD in figura ha lati di misura 4 cm e 8 cm. E e F sono i punti medi rispettivamente dei lati AB e CD; DE è il quarto di circonferenza con centro A, e FB un quarto di circonferenza con centro E. Qual è l’area della vela DEBF?

la vela
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p649.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions.)

Prigozhin e Putin

Perché dopo tutte le minacce delle settimane passate Yevgeny Prigozhin se ne è andato dall’Ucraina e ha occupato (con la gioia dei locali…) Rostov? A parte certe ricostruzioni giornalistiche, eccovi in prima mondiale assoluta i possibili motivi di questa improvvisa novità. Scegliete pure voi qual è la più probabile

* Sono tutte fake news, messe apposta in giro da fascisti, nazisti, imbolsiti occidentali e chi più ne ha più ne metta per nascondere la vera verità.
* È tutta una trappola: gli ucraini toglieranno truppe da quel fronte e ci sarà una contro-controffensiva russa.
* Qualcuno in Occidente si è accorto che si spendeva molto meno a pagare Prigozhin più di quanto facesse Putin, piuttosto che continuare a mandare armi; anche perché quelle vecchie sono state già spedite e ora bisognerebbe dare roba nuova.
* È TUTTA COLPA DI WIKIPEDIA!!!!1!1!

Argomentare (libro)

Il mio amico Paolo Artuso è un filosofo della scienza, anche se ha sempre fatto finta di nulla. Questo significa che sa comunque come muoversi nel campo scivoloso dell’argomentazione. Attenzione: questo non è un testo che vi insegna a vincere le discussioni con amici e nemici: il suo scopo è spiegare scientificamente cos’è un’argomentazione e quali sono le posizioni principali al riguardo, partendo da Platone e Aristotele e arrivando fino ai contemporanei. Dopo un capitolo introduttivo sulla logica si prende la strada della cosiddetta “logica informale”, che è alla base dell’argomentazione proprio perché si lascia perdere il metodo deduttivo e si usano tecniche che permettono di avere un margine di manovra. Si passa poi all’uso pratico del linguaggio, tra una descrizione delle principali figure retoriche e la “comunicazione con il non detto”, che generalmente non viene trattata ma è molto importante. Il libro termina con alcune divagazioni: la ricerca e l’uso delle fonti, l’argomentazione legale e scientifica, e la gestione dei bias. In definitiva un’ottima opera introduttiva, con in più una serie di esempi molto terra terra che faranno tirare un sospiro di sollievo a chi come me cerca di scappare non appena qualcuno pronuncia la parola “filosofia”.

(Paolo Artuso, Argomentare : Tra logica, retorica e scienze cognitive, Franco Angeli 2023, pag. 192, € 26, ISBN 9788835145363)
Voto: 5/5

Cultura in luoghi inaspettati

quantum theoryLa scorsa settimana sono andato a fare gli esami del sangue. La persona prima di me ci ha messo tredici minuti (non ho idea come mai), e quindi dopo un po’ ho cominciato a innervosirmi e camminare su e giù per il corridoio. Una giovane donna stava leggendo un libriccino che ho subito riconosciuto essere della collana della Oxford University Press “A Very Short Introduction”. A questo punto mi sono incuriosito e ho cercato di sbirciare quale volume fosse: credo che ce ne siano almeno un centinaio su tutti i temi. Alla fine ce l’ho fatta: era quello sulla fisica quantistica. Ok: c’è gente più strana di me :-)

Natangelo non ha offeso la moglie del Cognato

Ricordate che Mario Natangelo era stato citato al Consigio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti per una vignetta contro il ministro Lollobrigida e signora. Bene: la posizione è stata archiviata all’umanimità.

Potrete dire che i giornalisti se la sono cantata e suonata da soli, e magari è anche vero (ma non mi pare che il ministro abbia querelato il disegnatore. Però voglio segnalare la frase finale: «Ciò costituiva offesa per la moglie del ministro? La maggior parte dei lettori del Fatto Quotidiano con molta probabilità non la conosce direttamente e poiché non ne viene fatto il nome il suo coinvolgimento, pur innegabile, non ha un esplicito significato di insulto alla persona.» Come avevo scritto, prima della vignetta e della chiassata mediatica piccata della Cognata del ministro Lollobrigida non sapevo assolutamente chi fosse la moglie del suddetto ministro. Vabbè, almeno da questa storia ho imparato qualcosa.

Discreto o continuo?

copertinaHo letto il libro di Daniele Caligiore IA – Istruzioni per l’uso. Non mi è piaciuto molto, ma ne parlerò un altra volta: qui volevo commentare una frase che ho trovato interessante soprattutto per quello che sottintende. Caligiore scrive a pagina 39:

ll problema dell’informazione complessa del mondo reale non è che non possa essere espressa in forma binaria, ma che può non esserlo in forma discreta. Binario o base 10 sono la stessa cosa.

La seconda frase è del tutto corretta: dal punto di vista teorico, lavorare in base 2 o in base 10 non cambia nulla. Occhei, lavorando con calcolatori finiti i numeri (“di macchina”) esprimibili in base 2 non sono gli stessi esprimibili in base 10, almeno se si usa una codifica a virgola mobile: ma non è molto importante. Quello su cui vorrei discutere è se davvero esistono fenomeni che possono essere espressi solo in maniera continua.

La mia prima osservazione è che il verbo usato da Caligiore non è corretto: quello che vogliamo davvero sapere è se l’informazione complessa del mondo reale non possa essere trattata in forma discreta. La differenza è enorme, non tanto per il “discreta” anziché “binaria”, come ho detto sopra, ma per il verbo usato. Noi non vogliamo entrare nelle diatribe se lo spazio e il tempo sono discreti o continui, diatribe che hanno alle spalle due millenni e mezzo di filosofia e mezzo secolo di fisica (se la distanza e il tempo di Planck sono le minime misure esprimibili con le attuali teorie fisiche, non è chiaro se esista qualcosa al di sotto di esse). Vogliamo semplicemente capire se possiamo usare un formato digitale e ottenere dei risultati pratici sensati. In fin dei conti, poi, l’uso di equazioni nel campo continuo per modellare le informazioni fisiche nasce con Galileo. È ovvio che il continuo era già considerato in passato: pensate al sistema tolemaico con cicli ed epicicli per rappresentare le orbite terrestri: ma il movimento era pensato come geometrico e non analitico, tanto che poi si usavano le tavole numeriche per ottenere il risultato originale.

Passiamo dunque alla domanda davvero importante, almeno per me. L’informazione del mondo reale può essere trattata in modo digitale? Caligiore sa sicuramente che i nostri neuroni lavorano in modo discreto: sotto una certa soglia di input non fanno nulla, sopra di essa lanciano una scarica. E sa ancora meglio che i modelli di IA che abbiamo adesso scimmiottano questo comportamento con neuroni virtuali il cui input può tecnicamente essere definito continuo (i pesi sono numeri di macchina semplicemente per le limitazioni hardware, ma sono da intendersi come approssimazioni di numeri reali) ma che hanno un output essenzialmente discreto. Si potrebbe trattare meglio l’informazione del mondo reale in modo analogico? In linea di principio può darsi. Ma dire che potrebbe darsi che sia impossibile trattarla in modo digitale significa che nemmeno noi esseri umani possiamo trattarla, il che di nuovo è di per sé possibile ma sicuramente preoccupante per le nostre speranze di capire il mondo. Quello di Caligiore mi sembra insomma un non-problema, o se preferite una frase a effetto buttata lì…