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matematto non praticante

Caro (si fa per dire) Maurizio Lupi

Lo so bene. Un’improvvida legge nata sessant’anni fa, quando la comunicazione era completamente diversa da oggi, ti permette di carpire il mio indirizzo nelle liste elettorali e spedirmi il tuo spam elettorale pagando Posteitaliane la bellezza di 4 (quattro) centesimi. Diciamo otto, perché per sicurezza hai scritto anche a mia moglie; o meglio hai scritto a lei che è il capofamiglia e per sicurezza anche a me.

Però non puoi avere la faccia di tolla di scrivere che “per dare il tuo contributo” ti sei candidato come capolista alle elezioni europee di domenica prossima. A me infatti risulta che un Maurizio Lupi del tuo stesso partito è attualmente ministro delle infrastrutture e trasporti del governo Matteo R., e presumo non sia un caso di omonimia. Non penso proprio che in caso di tua elezione lascerai la bella cadrega ministeriale per andare a chiuderti a Bruxelles (e Strasburgo). Spero che, anche nell’improbabile caso in cui tu abbia la possibilità legale di essere contemporaneamente ministro ed eurodeputato, non ti salti in mente di farlo. E allora perché ci pigli per i fondelli così?

(sì, lo so che Spinelli e Ovadia fanno lo stesso con la lista Tsipras. Ma tanto lì non ci sono problemi, il 4% non lo pigliano. E soprattutto non mi hanno spedito pubblicità elettorale a tariffa agevolata postale)

V come… virale? vero? vaffanc?

Scopro da Mantellini questo brano dell’intervista che il Fatto Quotidiano ha fatto a Gianroberto Casaleggio:

R: Esistono gruppi pagati dai partiti per diffondere messaggi virali contro me e Grillo.

D: È la stessa accusa che molti rivolgono a voi.

R: Ma noi non abbiamo bisogno di farlo, perché i nostri messaggi sono virali di per sé, dunque veri, e si diffondono da soli. Quelli degli altri, palesemente falsi, hanno bisogno di un supporto di truppe ascare, pagate magari 5 euro al giorno.

Lasciamo da parte il complottismo e limitiamoci alla logica. La frase «i nostri messaggi sono virali di per sé, dunque veri» ha la stessa validità della frase «miliardi di mosche non possono sbagliarsi, dunque mangiate merda!» I pentastellati se ne saranno accorti? Probabilmente no, leggendo questa simpatica aggiunta in una pagina di discussione su Wikipedia. All’osservazione «Sinceramente non ritengo che un CV possa essere inserito come fonte riguardo a voti di laurea o altre esperienze personali» un anonimo contributore ha spiegato che

Quello che dici vale in generale, ma se si entra nel caso specifico dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle i curricula fanno eccezione: sono fonti molto solide e affidabili, sia per l’indubbia onestà intellettuale e morale dei singoli sia per il controllo sulle credenziali effettuato da Beppe Grillo in persona. Quindi ci si può fare tranquillamente affidamento senza se e senza ma.

il nuovo recordman del crapware: flac2mp3

Per crapware si intende il software che cerca di installarti non so quant’altra robaccia che tu non sei assolutamente interessato a usare. Tanto per dire, le barre di ricerca si installano a pacchi.
Orbene, l’altra settimana Anna mi ha chiesto di installare sul suo pc un convertitore da FLAC a MP3. Io di formati audio non ne so nulla, e ho preso il primo che mi è capitato, da http://www.flac2mp3.biz/ . Ordunque, lancio il programma (troppo piccolo per i miei gusti, ma ormai è anche di moda scaricare solo il primo installatore…) e mi esce una schermata con una licenza d’uso per un altro programma. Occhei, penso io, nema problema: ammazzo l’installazione e poi andrò a cercare un altro programma. Come sempre me ne sono dimenticato, ma un paio di giorni dopo Anna mi chiama e mi dice “che devo fare con questo?” Era ancora la schermata di installazione di quel convertitore.
A questo punto ho dovuto applicare tutto il mio neurone alla procedura di installazione e leggere attentamente tutto quello che veniva scritto. In pratica, se si annullava l’installazione appariva una nuova finestra che spiegava come se proprio volevi smettere di installare il programma con i suoi maravigliosi programmi ancillari dovevi cliccare su Cancel, se avevi chiuso la finestra solo perché avevi erroneamente sfiorato il tasto del trackpad potevi continuare l’installazione senza problemi cliccando su Continue, e infine se eri così pazzo da voler proseguire l’installazione senza i maravigliosi programmi ecc. ecc. ti era permesso di cliccare su skip. Questo per 2 (due) diversi programmi. Ah: nel caso della prima opzione, anche se non veniva esplicitato, era necessario togliere la spunta all’opzione “rilancia il programma all’avvio del computer”. Insomma, una faticaccia.

Moratoria libraria?

Al Salone del libro mi sono limitato: ho comprato due soli libri, quello del mio amico Achille Varzi sulle tribolazioni del filosofare (scritto in terzine dantesche, come farne a meno?) e La scienza dal giocattolaio che è troppo carino anche esteticamente. Persino il mio compleanno è passato senza troppi danni. Ma il mio scaffale di libri da leggere è tracimato su un secondo scaffale, e sto solo parlando dei libri cartacei: quelli in formato elettronico che mi sono procurato sono così tanti che ho fatto un rapido conto e non potrò mai leggerli tutti nella mia vita, considerando una media di un libro la settinana per 35 anni. (La mia media di lettura attuale è di una cinquantina di testi l’anno, generalmente di saggistica che non si possono scorrere troppo in fretta). Ho le mille e più pagine di Tune in – vol. 1 che ho per il momento lasciato dopo averne letto poco più di un decimo: non me la sento di stare due mesi fermo su un singolo libro. I bimbi giustamente vogliono il loro papà, non solo per giocare ma magari perché io legga loro qualcosa. Scrivere diventa sempre più pesante, anche perché per non scrivere sciocchezze devo mettermi a leggere altre cose (ok, questo post lo sto scriverndo nel mezzo dell’ennesima riunione inutile, ma è un’eccezione). Ci sono anche i librini di Altramatematica da controllare.
Riuscirò a fare il buon proposito di smetterla di acquistare libri per un po’? (mi sa di no)

Test della domenica: che presidente USA siete?

Sono solo otto domande, e le risposte probabilmente vi diranno qualcosa: questo quiz vi dirà a quale presidente americano assomigliate di più.

Per la cronaca, io sono uscito come Barack Obama: «You are strong, charismatic, and have a powerful personality. This is at times combined with a laid-backed coolness, you are not easily ruffled and stayed focused on what you considered important. Adjectives often used to describe you are calm, down to earth, scholarly, assured and confident. Your critics call you egotistical and a control freak, but you’re far too busy running the country to worry about that.» Che ne pensate?

_L’America dimenticata_ (libro)

[Copertina] Lucio Russo è uno storico della matematica, noto soprattutto per il suo libro La rivoluzione dimenticata – ne ho parlato anche nelle mie Notiziole – in cui espone la sua teoria secondo la quale Roma ha distrutto le conoscenze scientifiche ellenistiche, e il “piccolo rinascimento” del primo e secondo secolo dopo Cristo non è altro che il recupero di nozioni da autori a noi ignoti e neppure troppo ben compresi dagli scrittori che conosciamo. Mentre in quel caso mi sento di accettare la teoria, con questa sua nuova opera (Lucio Russo, L’America Dimenticata : I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo, Mondadori Università 2013, pag. 271, € 18, ISBN 9788861843080) la mia personale impressione è che abbia fatto il passo più lungo della gamba. La tesi che Russo sostiene è che la cesura netta avvenuta quando Roma quasi contemporaneamente distrusse Cartagine e la Lega Achea, oltre ad averci fatto perdere un’enorme quantità di opere, abbia cancellato dal ricordo degli uomini i vari secoli di contatti dei navigatori prima fenici e poi cartaginesi con il continente americano. Con una serie di conti fatti a partire da alcuni dati riportati nell’Almagesto di Tolomeo, Russo mostra come le isole Fortunate – che Tolomeo identifica con le Canarie – dovrebbero in realtà essere le Piccole Antille, con una precisione che ha dell’incredibile; recupera anche la posizione di Thule dal resoconto di Pitea, e la situa sulla costa orientale della Groenlandia. La quantità di dati portata a favore della tesi è imponente: però essi mi danno l’idea di essere scelti apposta per avvalorare la tesi. Per esempio, è vero che l’Italia disegnata secondo le coordinate di Tolomeo è molto più schiacciata rispetto al vero, ma Otranto e Reggio ritornano nella posizione corretta: insomma il problema potrebbe essere che Tolomeo prende fonti a caso e le assembla, quindi non è banale scegliere località. Ma soprattutto perché, se ci fosse davvero stato un contatto di qualche secolo tra fenici/cartaginesi e le Piccole Antille, nessuno è mai arrivato sulle coste settentrionali del Sudamerica che sono lì vicine? Insomma, mentre un contatto casuale potrebbe esserci stato, uno continuativo appare più problematico.
L’ipotesi di Russo, come l’autore spiega implicitamente nei primi capitoli del libro quando parla del diffusionismo, avrebbe tra l’altro conseguenze molto importanti per la filosofia della matematica. Da Gödel in poi, infatti, la grande maggioranza dei matematici è di fede platonista: i concetti matematici esistono per conto loro – nell’iperuranio o dove preferite – e gli uomini si limitano a scoprirli. Solo verso la fine del secolo scorso è cresciuta di importanza la corrente che si rifà a Reuben Hersch, corrente secondo cui la matematica è un’opera dell’ingegno umano. Una delle prove portate dai platonisti a favore della propria tesi è la scoperta dello zero avvenuta indipendentemente in Mesopotamia e dai Maya: se però si assume che i Maya hanno avuto contatti con le civiltà occidentali allora quell’elemento cade.

Io sono là

OpenPolis ha preparato anche per le elezioni europee il suo test per sapere qual è il partito più vicino alle nostre opinioni. Rispondendo a una serie di domande e confrontando le nostre risposte con quelle dei principali partiti si può infatti calcolare una mappa di compatibilità. Il mio risultato è questo:
[io sono qui]
Finalmente posso mostrare di essere centrista dentro :-) (e soprattutto far notare come i due partiti a me più lontani sono Lega Nord e Movimento 5 Stelle: l’avreste indovinato?)
(seriamente, a mio parere questi test mancano di un controllo sull’importanza relativa dei vari temi, sia per noi che per i partiti. Niente di pesante, semplicemente la possibilità di indicare tre temi fondamentali e altri tre inutili…)

Vuoi scommettere con Mediaworld?

[quanto vuoi vincere?]
Nel 2006 Mediaworld decise che serviva loro una grande idea per vendere le tv di dimensioni enormi, e si inventò un sistema: promise un buono acquisto pari al prezzo della tv nel caso l’Italia avesse vinto il mondiale. Incredibilmente l’Italia ce la fece: spero per i signori di Mediamarkt che avessero fatto un’assicurazione, e quindi abbiano ribaltato il costo su qualcun altro. Comunque sia, l’iniziativa è diventata un marchio di fabbrica e si ripete a ogni manifestazione calcistica: qui sopra vedete il ritaglio del volantino che spiega l’offerta 2014.
La parte più interessante è che quest’anno ci si può fermare o proseguire a ogni passo. La seconda cosa più interessante è che a prima vista sembrerebbe che passare il primo turno sia considerato relativamente poco probabile, visto che si vincerebbe un buono maggiore rispetto a quello che si avrebbe senza voler tentare la sorte. Ma è proprio così? Beh, sicuramente c’è una probabilità non nulla che gli azzurri non passino il primo turno; ma secondo me il ragionamento che viene fatto è più sottile. Chi ha voluto scommettere sull’Italia non si ferma certo a un risultato che non gli porta poi così tanto rispetto alla scelta di non giocare; quindi quel 15% è in realtà solo teorico e bisogna cominciare a pensare dal 30% in su. Insomma non si parla solo di calcolo delle probabilità ma anche di psicologia, come sempre in teoria dei giochi. Che ne pensate?