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matematto non praticante

Quanto valgono i vostri dati per Zuckerberg?

Come forse ricordate, ho eliminato il mio profilo Facebook. Avrei un account Instagram, ma ieri mi sono accorto che quando in primavera ho dovuto resettare il mio telefono non l’avevo neppure reinstallato. Insomma, non posso dare la notizia di prima mano, ma pare che effettivamente Meta abbia ufficialmente lanciato la possibilità di abbonarsi ai suoi servizi per soli 12,99 euro al mese (9,99 euro al mese se ci si accontenta della versione desktop) e in cambio non avere pubblicità nei feed. In altre parole, questo è il prezzo che Zuckerberg ritiene corretto per i nostri dati!

Ovviamente non è così, e lo si capisce facilmente dal comunicato di Meta. Lo dicono chiaramente: loro credono in una Internet supportata dalla pubblicità, che dà accesso a “prodotti e servizi personalizzati” (grassetto mio) indipendentemente dal loro status economico. Che “noi siamo il prodotto” è un mantra ben noto. Purtroppo per loro, il GDPR e soprattutto il prossimo Digital Markets Act non glielo permette, a meno che l’utente non accetti esplicitamente di essere profilato. Non so se vi siete accorti che Google e Microsoft chiedono questo consenso, mascherandolo come un favore che ci fanno “se non accetti vedrai lo stesso numero di pubblicità, solo che saranno meno interessanti per te” – come se quelle che vediamo da profilati lo fossero. Evidentemente Meta ha fatto un po’ di conti e deciso che se dà la possibilità di accettare pubblicità solo se non personalizzata le aziende chiederanno di farla così. I 12,99 euro sono il risultato di un conto diverso, più sulla linea di “quanto possiamo far pagare un servizio che non vogliamo dare, senza che l’Unione Europea ci rompa le palle e dica che la nostra è solo un’offerta di facciata?” Ad ogni buon conto, non sono problemi miei almeno per il momento: potranno esserlo quando gli altri OverTheTop seguiranno la strada, ma tanto io non guardo le pubblicità :-)

Statistiche del sito per ottobre 2023

Eccoci alle statistiche per ottobre. Come si suol dire, poteva andare peggio, anche se mi sogno le punte dell’inverno:

Visitatori unici 14.888 (+1011)
Numero di visite 39.110 (-9)
Pagine accedute 152.578 (+19397)
Hits 369.892 (+43139)
Banda usata 5,04 GB (+0,56 GB)

Due giorni (sabato 7 con 773 e venerdì 13 con 965) sono scesi sotto le 1000 visite: il record è di martedì 10 ottobre con 2044 visite, e la media giornaliera è stata 1261 (-42). La Top 5:

  1. Quizzino della domenica: cento carte: 1968 visite
  2. Codice bianco all’Ikea: 1864 visite
  3. Siamo pazzi?: 1775 visite
  4. L’intelligenza artificiale e la morte della matematica: 961 visite
  5. Il dato è tratto: 808 visite

Sembra incredibile, ma ci sono altri nove post sopra le 500 visite. Tra gli evergreen, romanaccio ha 880 visite: inoltre il quizzino 26 ne ha 507.


Quanto alle query Google, abbiamo 3523 clic da mobile (-129), 1082 da desktop (+41) e 85 da tablet (+16). Ecco le prime 10 query (tra parentesi le impressions, per capire quanto la mia pagina sia piaciuta a chi cerca: più il rapporto è basso, meno sono stato ritenuto interessante).

codice bianco ikea 390 (791)
insulti romani 111 (361)
zolva1 109 (412)
potenze di 5 108 (408)
zolva1 sms 104 (165)
ikea codice bianco 63 (122)
insulti in romano 45 (722)
xmau 40 (89O)
insulti romaneschi 39 (66)
soluzione indovinello 100 prigionieri cappelli
30 (117)

La clotoide

grafico di una clotoide
Ci sono tante curve non solo carine a vedersi, ma che hanno anche un uso pratico anche se a prima vista non sembrerebbe. E proprio perché hanno un uso pratico sono state riscoperte più volte. Prendiamo la clotoide, che potete vedere raffigurata qui sopra. La sua definizione iniziale si trova in un’opera di Jakob Bernoulli che risolveva un problema diverso: quello di trovare la forma che assume una banda elastica non estensibile (insomma, che si può piegare a piacere applicando una forza ma non allungarsi) a cui viene messo un peso alle estremità. La curva che risulta, che in inglese viene chiamata “elastica”, può essere definita modernamente come quella la cui curvatura è in ogni suo punto propostizionale alla distanza da una linea fissa, detta direttrice: ma per parlare di curvatura dovremo aspettare Gauss. La clotoide è in un certo senso la curva inversa: la forma di una banda elastica che diventa retta se le si aplica una forza su un estremo. Bernoulli non riuscì a trovare la forma della figura, e ci volle il solito Eulero per tirare fuori una sua equazione parametrica. Passa un secolo: Prima Augustine Fresnel e poi Alfred Cornu, entrambi fisici francesi, ritrovarono la stessa equazione studiando la diffrazione della luce, tanto che la clotoide è anche detta “spirale di Cornu”. Il nostro nome le è stato dato da Ernesto Cesàro, che notò la rassomiglianza con i due fusi filati da Cloto, una delle Parche. Ma la storia non finisce qua!

Innanzitutto facciamo un balzo avanti nel tempo e definamo la clotoide come una curva la cui curvatura è proporzionale alla distanza dall’origine, calcolata lungo la curva stessa. Come vedete, infatti, parte orizzontalmente dall’origine e si avvolge in due spirali sempre più strette, una oraria e una antioraria. Questa proprietà è molto interessante in pratica. Pensate di dover raccordare un percorso rettilineo con un arco di cerchio. Qual è il problema, direte? Facciamo in modo che finito l’arco di cerchio si parta per la tangente nel senso letterale del termine. Certo, virgola, certo. Provate a percorrere una siffatta strada a 200 all’ora e poi ne parliamo. State azzerando di colpo la forza centripeta, e quindi stressate tantissimo il vostro veicolo. Dunque? Per non saper né leggere né scrivere, Arthur N. Talbot, Professore di Ingegneria Municipale e Sanitaria alla University of Illinois, nel 1890 propose una soluzione: invece che passare bruscamente dalla curvatura costante positiva della circonferenza alla curvatura zero della retta, raccordiamole in modo che la curvatura cali linearmente. Vi ricorda nulla? Proprio così: la clotoide è stata riscoperta per la terza volta. Ancora oggi la clotoide viene usata nelle linee ferroviarie per definire una curva; un tempo si usavano tavole precompilate, ormai si può fare tutto col computer. E non è tutto? Se fate grafica vettoriale con Inkscape, troverete che potete creare curve con il tool “Spiro”. Questo toolkit è stato creato da Raph Levien: la sua idea era di creare delle font che uniscano in modo aggraziato le linee curve con quelle dritte, e cosa meglio della clotoide per farlo? Da qui ad applicarlo in generale per la grafica vettoriale il passo è stato breve. Insomma, possiamo dire che la clotoide è il classico esempio di curva poco conosciuta ma che abbiamo spesso davanti ai nostri occhi!

Se volete sapere di più sulla clotoide, potete leggere questo blog oppure questo articolo più completo.

Figura di Inductiveload, da Wikimedia Commons

nazionalità elargite

Il governo italiano ha conferito la cittadinanza italiana a Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi che soffre di una grave malattia genetica. Non è il primo caso: come ricordato dal Post, cinque anni fa il governo Gentiloni fece lo stesso. Il tutto «ai sensi dell’art. 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91».

Cosa dice il suddetto comma? «Con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri, la cittadinanza puo’ essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato.». Chiaramente la piccola Indi non può averci reso eminenti servizi, e infatti il comunicato stampa spiega che la cittadinanza è stata conferita «in considerazione dell’eccezionale interesse per la Comunità nazionale ad assicurare alla minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute.». Io mi domando e chiedo: quale sarebbe il nostro interesse ad assicurare ulteriori sviluppi terapeutici? Forse il Bambino Gesù (che comunque sarà pagato dal Governo) ha un trial clinico su questo tipo di malattia, e l’eccezionale interesse è quello di avvicinarsi a una cura? Mi sa di no, o almeno una rapida ricerca nel sito dell’ospediale pediatrico non mi ha fatto trovare nulla. Quali sono i valori umanitari che non sono invece presenti nel trattamento dei migranti?

DIciamocelo: questa povera bambina è semplicemente una pedina in un gioco puramente politico.

Tiscali e le password

Ieri pomeriggio Anna mi dice che la sua password per entrare nella mail Tiscali non funziona. Ovviamente la password non l’aveva cambiata, ed era improbabile che un gatto camminando sulla tastiera avesse combinato quel tipo di pasticcio. Dopo essere arrivato a casa e aver cercato di spiegare un po’ di fisica a Jacopo, sono andato al suo PC per vedere cosa era successo.

La password non funzionava, e Anna non aveva messo nessun numero telefonico o email di ricupero. Dunque? Mah. Esisteva sempre la possibilità – l’avevo sfruttata una decina d’anni fa, quando volevo recuperare la mia password email che non avevo mai usato – di mandare copia di un documento di identità, ma se l’avessi suggerito sarei stato oggetto di lanci di oggetti contundenti, mi sa. Continuando a girare, a un certo punto sono finito su My Tiscali, in una pagina di aiuto “password dimenticata?” dove sembrava che si dicesse che forse la password era stata bloccata perché troppo semplice, e mandava a un’altra pagina dove si poteva cambiarla… scrivendo quella vecchia, cosa che ho prontamente fatto.

Posso immaginare che telefonando al servizio clienti un qualche operatore ci avrebbe indicato quella pagina. Ma trovo buffo che occorra divinare il da farsi partendo dal sito.

(Ah: ho poi provato a modificare i dati di Anna, il cui indirizzo fisico era due case prima della nostra attuale. Al primo tentativo il sistema mi ha detto “modifiche registrate” ma in realtà non aveva fatto nulla; al secondo mi ha semplicemente scritto “errore, riprova più tardi. Qualche problemuccio ce l’hanno)

Paga Pantalone

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Quizzino della domenica: Qualcosa non va

Nel rettangolo in figura, di lati 15 cm e 6 cm e con una diagonale tracciata, ho tracciato una diagonale e per un suo punto due segmenti paralleli ai lati. I due triangoli colorati hanno area rispettivamente 4 cm² e 16 cm². Quanto vale l’area del rettangolo R in basso a destra?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p668.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions.)

Mondi paralleli (libro)

La data originale di pubblicazione di questo libro è il 2003: sappiate dunque che non potrete trovare le “ultime notizie” sulla cosmologia, come per esempio la rilevazione di onde gravitazionali. (Non che mi pare ci sia stato molto altro: occhei, il bosone di Higgs, ma Kaku lo dava già praticamente per scontato). Kaku è siouramente innamorato della sua materia, e lo si vede quando racconta le cose. La prima parte del libro è ottima per avere uno sguardo globale sulle varie facce della cosmologia. Poi però nella seconda parte comincia a esagerare con la teoria – anzi LE teorie – delle stringhe, che per fortuna hanno perso l’appeal che avevano al tempo. La terza parte sugli universi paralleli è proprio a livello di romanzetto di fantascienza, e si può tranquillamente saltare. Non aspettatevi insomma troppo.

Qualche caduta nella traduzione di Andrea Migliori, con un “piuttosto” alla milanese e le decades che diventano secoli.

(Michio Kaku, Mondi paralleli : Un viaggio attraverso la creazione, le dimensioni superiori e il futuro del cosmo [Parallel Words], Codice 2019² [2005,2010], pag. 430, € 25, ISBN 9788875788254, trad. Andrea Migliori)
Voto: 3/5