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matematto non praticante

I numeri di Ulam

Stanislaw Ulam è stato un matematico novecentesco noto per aver lavorato al progetto Manhattan e avere ideato insieme a John Von Neumann il metodo Monte Carlo, che possiamo definire come “se non sai come risolvere un’equazione troppo complicata, butta tanti numeri a caso e vedi cosa succede”. Ma Ulam era uno che in genere si divertiva con i numeri, unendoli in modi diversi per vedere se capitava qualcosa di interessante. Per esempio chi come me si è bevuto tutti i libri di Martin Gardner conosce sicuramente la spirale di Ulam, che esibisce alcune particolarità dei numeri primi che paiono disporsi secondo alcune linee specifiche.

Quello che non conoscevo erano invece i numeri di Ulam, una successione di numeri che ha delle proprietà davvero strane (non diciamo interessanti per non dover sentire gli alti lai di chi afferma che di interessante non c’è nulla). I numeri di Ulam $U_n$ si definiscono ricorsivamente in questo modo: $U_1 = 1$, $U_2 = 2$, e per $k \gt 2$ abbiamo che $U_k$ è il più piccolo numero naturale che può essere espresso in un solo modo come somma di due numeri (precedenti) di Ulam distinti.

Quali sono i primi numeri di Ulam? $U_3 = 3$, perché l’unico modo di ottenerlo è scrivere 1+2. $U_4 = 4$; infatti è vero che abbiamo 4 = 1+3 = 2+2, ma gli addendi devono essere distinti e quindi la seconda somma non vale. Però $U_5 = 6$: infatti 5 = 1+4 = 2+3. Ecco l’inizio della successione, che è la A002858 in OEIS:

1, 2, 3, 4, 6, 8, 11, 13, 16, 18, 26, 28, 36, 38, 47, 48, 53, 57, 62, 69, 72, 77, 82, 87, 97, 99, 102, 106, 114, 126, 131, 138, 145, 148, 155, 175, 177, 180, 182, 189, 197, 206, 209, 219, 221, 236, 238, 241, 243, 253, 258, 260, 273, 282, ...

I numeri di Ulam sono infiniti, anche se al momento in cui scrivo Wikipedia in inglese ha una dimostrazione errata (poi l’aggiusterò… l’errore risale al 2010, tra l’altro), mentre quella in italiano è corretta ma convoluta. Supponiamo infatti per assurdo che essi siano un numero finito $n$, e consideriamo $U := U_{n-1} + U_n$. Poiché non può essere un numero di Ulam, deve essere esprimibile come somma di due numeri di Ulam in almeno un altro modo: ma poiché tutte le altre somme sono minori di $U$, avendo preso i due numeri più grandi possibili ci deve essere un altro numero di Ulam tra $U_n$ e $U$ che permette di arrivare a $U$ sommando un altro numero.

grafici dei primi numeri di Ulam, da https://oeis.org/A002858/graph

grafici dei primi numeri di Ulam, da https://oeis.org/A002858/graph

I numeri di Ulam hanno una distribuzione apparentemente casuale, con buchi come quello tra 155 e 175 e cluster come 238, 241, 243. Ulam congetturò che ci fossero sempre meno elementi della successione al crescere dei valori, cioè $lim_{n \to \infty} \frac{n}{U_n} = 0$, ma sperimentalmente si direbbe che la crescita di $U_n$ è lineare, con una densità di circa 0,074; o se preferite dirlo in un altro modo che $U_n \approx 13,\!51 n$. Ci sono due numeri di Ulam consecutivi, a parte gli iniziali 1, 2, 3? Sì, c’è la coppia 47-48, ma nei primi 28 miliardi di numeri non ce ne sono altri. I gap possono essere grandi a piacere? Presumibilmente sì: Donald Knuth ha notato che $U_4952 = 64420$ e $U_4953 = 64682$. In compenso, riprendendo la dimostrazione dell’infinità dei numeri di Ulam, gli unici casi sempre tra i primi 28 miliardi di numeri in cui la somma di due numeri consecutivi di Ulam è anch’essa un numero di Ulam sono 1+2 = 3 e 62+69 = 131.

distribuzione dei numeri di Ulam modulo 2,5714475 circa

i numeri di Ulam non sembrano poi così casuali (immagine di Richard Green)

Insomma, i numeri di Ulam non sembrano essere periodici. Però Richard Green racconta come nel 2015 Stefan Steinerberger ha mostrato come esista una costante $\alpha \approx 2,\!5714475$ per cui tra i primi dieci milioni di numeri di Ulam il valore di $\alpha U_n \mod 2\pi$ è quasi sempre compreso tra $\frac{\pi}{2} e \frac{3\pi}{2}$; le uniche eccezioni sono 2, 3, 47 e 69 (vi ricordano qualcosa?). Detto in altri termini, $\cos(\alpha U_n)$ è sempre negativo, tranne che nei quattro casi sopraddetti. Un comportamento simile è in genere sintomo di una periodicità che in questo caso non pare esistere, mentre per esempio c’è nella successione Ulam-like che comincia con 2 e 5 e continua con 7, 9, 11, 12, 13, 15, 19, 23, 27, 29,… Si può infatti dimostrare che se chiamiamo $U(a,b)$ una successione di Ulam generalizzata che comincia con $a$ e $b$ allora tale successione contiene solo due numeri pari, e si può dimostrare che le successioni di Ulam generalizzate con un numero finito di numeri pari sono prima o poi periodiche. In definitiva la successione dei numeri di Ulam sembra essere un mistero!

PS: un letterato che per caso sia riuscito ad arrivare fino a qua potrà deliziarsi nel sapere che Raymond Queneau scrisse il paper Sur les suites s-additives che parla proprio di successioni di questo tipo!

No, Nordio non ha detto quello

Quello che Nordio non ha detto Stefano mi ha segnalato questo lancio d’agenzia, dove il ministro Nordio avrebbe affermato «Noi in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e 500mila stranieri. Se andiamo a vedere i femminicidi commessi, il numero commesso dagli italiani è sicuramente maggiore, ma tenuto conto del rapporto tra italiani e stranieri di 10 a 1, se va a vedere i femminicidi commessi dagli stranieri allora la percentuale aumenta a scapito degli stranieri”.»

Premessa: un omicidio è un omicidio, chiunque l’abbia commesso e su chiunque l’abbia commesso. Fare calcoli percentuali sulla probabilità che gli autori siano maschi o femmine è insultante nei confronti di tutti. Io però mi sono fermato sui numeri riportati. Mentre il rapporto tra italiani e stranieri è effettivamente intorno a 10:1, vedere che questo rapporto è di 50 milioni a 500000 mi ha fatto pensare che Nordio avesse un rapporto molto conflittuale con la matematica. Ma decenni di lettura dei media non mi fanno fidare molto di quanto letto, e quindi sono andato a cercare il video dell’intervista. Il pezzo incriminato parte dopo il minuto 21’15”, e si sente perfettamente che Nordio dice che in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e cinque o sei milioni di stranieri, dati sostanzialmente corretti (in quel contesto una stima spannometrica è la soluzione corretta).

Come hanno fatto questi cinque o sei milioni a diventare 500mila? Come refuso mi pare parecchio strano. Ma ripeto: lamentiamoci che Nordio ha reiterato che ci sono delle culture che considerano “la donna una res, una cosa”, anziché concentrarsi sui reati; ma non diamogli colpe che non ha.

Quando Windows va a pezzi

Sul PC di lavoro non posso installare praticamente nulla, non avendo i privilegi di amministratore. Nello specifico, non posso installare GoogleDriveFS (c’era stato un momento in cui sembrava che saremmo passati alla suite Google ed era disponibile, ma poi ho dovuto cambiare PC perché il vecchio non funzionava). Mi sono detto “bene, sincronizziamo sul PC di casa la directory di Google Drive che uso ovunque con OneDrive, che in ufficio funziona”. Dal mio socialino di nicchia mi suggeriscono di usare FreeFileSync + RealTimeSync. Tutto bene. Peccato che il Task Scheduler di Windows non mi funzionasse: anche lanciandolo a mano partiva e si fermava subito. A quanto pare il problema è ben noto, dal numero di risultati che una ricerca mi ha ritornato: ma la maggior parte delle pagine dicevano semplicemente di aggiustare il registro, cosa nel mio caso assolutamente inutile.
Per fortuna Eleven Forum mi ha dato la dritta giusta: un “upgrade in place” di Windows 11. In pratica, se non ho capito male, Microsoft sa fin troppo bene che a furia di pezzi di aggiornamento il PC può andare in palla, e quindi ha trovato un sistema per resettare tutti i file di sistema senza toccare il resto. Certo che ce n’è voluta di fatica… (L’aggiornamento di per sé non è complicato: è più o meno come quelli classici di Windows Update)

BOLD! Declinazioni tipografiche Campari (mostra)

un manifesto Campari Ieri sono andato con Anna a vedere la mostra nei locali della Galleria Campari a Sesto San Giovanni. Come sempre almeno a Milano uno si chiede se 12 euro siano un prezzo equo (e non vi dico i prezzi del merchandising…): però la mostra è davvero interessante. Già l’architettura della Galleria Campari merita, ma il materiale è davvero interessante, anche perché oltre alla mostra in questione si può vedere anche tutta la parte relativa alla pubblicità del marchio Campari nel tempo. Davide Campari, il figlio del fondatore Gaspare e colui che ha portato il marchio alla notorietà internazionale, aveva evidentemente capito che la pubblicità era necessaria per raggiungere nuovi mercati ma serviva anche trovare qualcosa di diverso: si avvalse pertanto di grandi artisti, soprattutto nel periodo futurista: Depero è sicuramente quello più presente, e si deve a lui l’ideazione della bottiglietta del Camparisoda, con la forma a tronco di cono che ricordava un calice rovesciato e inizialmente non aveva nemmeno il nome indicato – iconicità allo stato puro. Sempre in quel periodo veniva fatto un po’ di tutto, compresi alcuni volumi di racconti, illustrati anche da Sergio Tofano. Ma anche dopo la seconda guerra mondiale Campari ha continuato queste collaborazioni: il manifesto di Munari in occasione dell’apertura della metropolitana di Milano, formato solo dalla parola Campari in tante font diverse – da qui il titolo della mostra – ne è un esempio, così come i poster coloratissimi di Ugo Nespolo. Il manifesto qui a fianco mostra uno dei tanti esempi tipografici: la figura è infatti formata solo da parole.

Chi non è milanese può avere qualche informazione in più (ma non le immagini…) qua.

Quizzino della domenica: Niente 7

743 – aritmetica

Sia S un sottoinsieme di {1, 2, 3, …, 49, 50} tale che non ci sia nessuna coppia di elementi distinti di S la cui somma sia divisibile per 7. Quanti elementi può avere al massimo S?

123456_89
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p743.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dall’AHSME 1992, da J. Douglas Faires, First Steps for Math Olympians.)

Time Finders: 3 Book Series (ebook)

copertina

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Nella parte finale di questa trilogia (ma più che libri li chiamerei racconti lunghi) Edwards segnala tutti gli altri libri che ha scritto, dei più svariati argomenti. Si vede la differenza con me, che scrivo ma sono un monomaniaco…
Il primo volume (Clipbook Time Finder parte molto bene, ma alla fine secondo me si avvita, come se Edwards non sapesse come terminare il testo. Il secondo, a parte introdurre i Watcher, mi è parso assolutamente inutile; il terzo l’ho trovato molto confuso, e non per il problema dei viaggi nel tempo e delle timeline, cosa invece perfettamente comprensibile. Ma soprattutto ho trovato la prosa molto difficile da seguire: è vero che se io scrivessi in inglese il risultato sarebbe forse peggiore, ma da un madrelingua mi aspetto un testo più sorvegliato. Se aggiungiamo il fatto che nel secondo e nel terzo volume ci sono troppe considerazioni dell’autore su come funziona il mondo attuale, e se io voglio sapere quelle cose cerco un altro tipo di libro, il risultato è che non posso consigliare il testo.

Roderick Edwards, Time Finders: 3 Book Series, independently published 2024, pag. 348, € 8,63, ISBN cartaceo 9798300920302 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me

Voto: 2/5

Proton VPN integrata in Vivaldi

Vivaldi+Proton È ormai abbastanza di moda avere un browser con una VPN integrata per bypassare alcune protezioni basate sull’IP. Come sempre, vale la regola “se vi serve davvero farlo, evitate come la peste le VPN gratuite e sganciate un po’ di soldi”.

Detto questo, le ultime versioni di Vivaldi hanno integrato la versione base di Proton VPN. Nulla di più e nulla di meno, come si può leggere qua: non è possibile scegliere quale proxy usare, e se ne hanno a disposizione solo cinque, proprio come se si usa la versione free di Proton. Per il resto è necessario acquistare la versione Pro. Insomma, direi che più che altro questa “integrazione” è un teaser pubblicitario: mi sarei aspettato perlomeno di poter scegliere quale dei cinque proxy usare, il che avrebbe avuto un po’ di senso in più. Ma come dicevo all’inizio…