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matematto non praticante

Hangar Bicocca: mostre di luglio 2025

un'opera di YanagiL’arte contemporanea ha un problema di base: non sempre la capisci. E ha un problema correlato: se leggi le spiegazioni sei certo di capire ancora di meno. La visita che Anna e io abbiamo fatto all’Hangar Bicocca ci ha dato, diciamo, reazioni miste.

Improvisation in 10 Days, di Tarek Atoui, è un esempio di qualcosa che non abbiamo capito, né sappiamo che significhi la frase “Atoui esplora le potenzialità compositive in uno spazio, mettendo in dialogo le connotazioni materiali, scultoree, architettoniche e relazionali delle opere con la natura immateriale dei suoni e i loro riverberi nei corpi e nelle cose.” Può darsi che mettendosi in una certa posizione le opere esposte emettano suoni, ma non siamo proprio riusciti a capire come fare per farli emettere.

Per fortuna Icarus, di Yukinori Yanagi, è stata molto più interessante. L’autore, almeno per come abbiamo capito, è abbastanza ossessionato dall’autodistruzione del mondo, e comunque dall’assemblaggio di vari pezzi come si vede dalla foto che ho scattato. Ma forse non tutto è come sembra: l’installazione dove si entra e troviamo un insieme di specchi a 45 gradi che ci fanno credere di andare verso un’uscia quando in realtà dobbiamo girare da un’altra parte è molto interessante. Il risultato complessivo è piacevole, e comunque ci sono sempre i Sette Palazzi Celesti!

Valori assoluti e relativi

no, non  significa  "non dover più pagare interessi salatissimi sul nostro debito pubblico."
Il tweet che sbertuccio oggi è di Nicola Procaccini, co-presidente dell’eurogruppo parlamentare ECR, che dice

«Per la prima volta dopo alcuni decenni, i Titoli di Stato italiani sono più sicuri di quelli francesi. Una roba enorme. Che significa non dover più pagare interessi salatissimi sul nostro debito pubblico. E poter utilizzare quei soldi risparmiati per famiglie e imprese.»

Ho dato una rapida occhiata ai rendimenti e non è proprio così, come potete vedere anche voi qui per l’Italia e qui per la Francia; ma non è questo il punto. Rileggete la frase di Procaccini e fatevi questa domanda: c’è un’implicazione logica tra l’affermazione “i titoli di Stato italiani sono più sicuri di quelli francesi” (cioè, il rendimento dei titoli italiani è più basso di quello dei titoli francesi) e l’affermazione “non dover più pagare interessi salatissimi sul nostro debito pubblico”? Ovviamente no. Potremmo avere i titoli italiani con un rendimento del 10% e quelli francesi con un rendimento dell’11%, e quindi essere messi meglio ma dover pagare interessi salatissimi, oppure avere i titoli italiani allo 0,5% e i francesi allo 0,3%, essere dunque messi peggio ma comunque non pagare interessi salatissimi. Diciamo che una persona con un minimo di competenza avrebbe dovuto dire qualcosa come “Siamo riusciti ad azzerare il rischio Italia”: ma si sa che la competenza è una merce rara.

I soliti messaggi di errore di Aria

Sabato mattina alle 8.25 mi arriva una telefonata da un numero che ormai ho salvato come “Call Center Sanitario Lombardia”. Rispondo, dico “sì, mi ricordo che lunedì ho la visita di controllo”, ma dall’altra parte mi si risponde “no, la chiamo per una richiesta di aiuto che ha inviato l’altro giorno”. Nonostante fossi ancora mezzo addormentato, replico “ah, ok, ma alla fine sono riuscito a fare tutto da solo, grazie”.

Cos’era successo? Giovedì il nostro medico aveva mandato un’impegnativa per una visita a Jacopo. Essendo minore, non ha uno SPID; ed essendo noi in Lombardia, non posso vedere le impegnative per un minore dal mio fascicolo sanitario elettronico anche se ho dato l’ok (e posso per esempio cambiargli medico di base). Quello che bisogna fare è entrare con utenza, password e OTP a nome suo: e a un certo punto mi ero ricordato che l’avevo già fatto una volta. Solo che la tessera sanitaria di Jacopo era scaduta, e quindi dovevo fare tutta la procedura di prima autenticazione da capo. Mi accingo a farla, provo e riprovo: nulla da fare. Mi dice sempre “utente o password errata”. Torno a casa, chiedo ad Anna a cui era arrivata una copia dell’impegnativa di stamparla, mi dice “ma è protetta da password!”, le detto il codice fiscale di Jacopo che è la password, mi dice “non funziona!” e a quel punto ho l’illuminazione. Io ricordo a memoria i codici fiscali dei gemelli, cosa che non è difficile ovviamente; l’unica cosa importante è l’ultimo carattere di controllo. Io stavo continuando a usare per Jacopo quello di Cecilia: una volta messa la lettera corretta tutto è filato liscio e sono anche riuscito a entrare nel suo fascicolo sanitario elettronico.

D’accordo, era colpa mia. Ma cosa sarebbe costato ad Aria indicare come messaggio di errore “codice fiscale formalmente non corretto”? Avessi visto quel messaggio di errore ci sarei arrivato subito. Io capisco che spesso non convenga dare troppe informazioni sul perché la coppia utente-password non funziona; ma nel caso di un errore di sintassi il problema non si dovrebbe porre, perché un maleintenzionato quell’errore non lo farebbe. I soliti misteri dell’informatica.

Quizzino della domenica: Quasi un dado

755 – geometria

Considerate un tetramino a forma di L, come quello mostrato in figura con le linee intere. Al suo esterno sono indicati tratteggiati nove quadrati, numerati con molta fantasia da 1 a 9. Quanti dei nove poligoni ottenuti aggiungendo uno dei quadratini possono essere piegati per ottenere un dado senza una faccia?

la figura del problema
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p755.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema 13 dell’AMC 12A del 2003.)


First Steps for Math Olympians (libro)

copertina Da ragazzo non ho mai partecipato alle gare di matematica, ammesso che in Italia se ne facessero. Ne ho fatta qualcuna da adulto, ma sempre senza studiare nulla, come è mia abitudine inveterata. Se però qualcuno fosse interessato a saper risolvere i problemi delle gare di matematica – cosa diversa dall’imparare la matematica: per risolvere i problemi bisogna soprattutto imparare i trucchi del mestiere – questo testo è sicuramente utile. Douglas Faires ha raggruppato per tema i problemi più interessanti delle gare di matematica per gli studenti statunitensi; ma soprattutto ogni capitolo comincia con una spiegazione di cosa il partecipante si potrà aspettare in questi problemi e alcuni esempi di problemi con lo svolgimento immediatamente successivo al testo, per dare l’idea di come approcciarli. Avere per ciascun problema un numero finito di possibilità tra cui scegliere la soluzione serve nelle gare, dove il tempo a disposizione è poco: se uno è più interessato a risolvere i problemi può anche evitare di considerarle. L’unica pecca che vedo è che avere dieci problemi per capitolo sullo stesso tema diventa un po’ noioso verso la fine.

(J. Douglas Faires, First Steps for Math Olympians : Using the American Mathematics Competitions , MAA 2006, pag. 207, € 67,71, ISBN 9781470451264 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 4/5

Faceva sempre così caldo? Cerrrrto, col cherrypicking

facile trovare un singolo giorno
Occhei, la colpa è mia che mi ostino a guardare i porno (nel senso dei tweet nel tab “per te”). In questi giorni è di moda tirare fuori articoli di giornale di qualche decennio fa dove si parlava di eccezionali ondate di caldo in Italia. Quella che vedete nella figura è l’ultimo esempio, che mi ha spinto a perdere cinque minuti della mia vita e fare una ricerchina.
A quanto pare il 30 giugno 1975 Bari ha toccato i 38 gradi di massima. Occhei, c’è una fonte: ilmeteo.it. Sono andato sul sito e ho preso tutte le temperature di giugno 1975 e di giugno 2025. Lo dico subito: quello che ho fatto non è per nulla scientifico: ho solo preso il dato del nostro TeLaDoIoLaNius e verificato cosa è successo in quel mese, per non avere un singolo dato. La risposta potete vederla da soli cliccando, ma la posto qui.

medie del giugno 1975: T media 21.4 °C, minima 16.4 °C, massima 25.4 °C.
medie del giugno 2025: T media 25.2 °C, minima 19.3 °C, massima 29.2 °C.

Quasi quattro gradi in più di temperatura media e massima, quasi tre gradi in più di temperatura minima. Per il resto, non sono un meteorologo, ma guardando i dati del 30 giugno 1975 vedo molto vento, probabilmente caldo e secco perché l’umidità era solo al 35% e soprattutto il punto di rugiada era a 13 gradi. Del resto, il giorno prima la temperatura massima era stata di 31 gradi, il che non avrebbe permesso a TeLaDoIoLaNius di scrivere quel suo “simpatico” post. In generale vedo che lo scorso giugno Bari è rimasta praticamente senza vento tutto il mese (media 0,5 m/s).

Ripeto che la mia scelta non ha nulla di scientifico: ho semplicemente preso i dati di un intero mese, per smussare eventuali picchi. Però non ho fatto cherrypicking: ho scelto apposta il mese indicato dal nostro grande scienziato da tastiera. Certo, avrei potuto prendere tutta la serie storica e calcolare una media mobile, ma non sarebbe servito a nulla, esattamente come non servirebbe a nulla replicare con queste considerazioni. (Per la cronaca, non sono sceso così in basso da aprire e leggere i commenti: la vita è davvero troppo breve per queste cose). L’unica domanda oziosa che mi pongo è se la gente che va a cercare quelle singole giornate di caldo estremo senza accorgersi che adesso fa SEMPRE caldo sono dei coglioni, perché non capiscono la differenza tra il particolare e il generale, oppure sono degli stronzi, perché la capiscono e fanno apposta a postare. (Quelli che commentano, a parte eventuali troll, sono sicuramente nella prima categoria, anche quando vogliono spiegare che non si fanno i conti così.)

Si può eliminare AI Overview dai risultati di ricerca Google?

Non so voi, ma io sto diventando sempre più intollerante sui risultati di ricerca su Google inquinati dalla specificazione “AI Overview” che tira fuori un (pessimo, di solito) riassunto generato da un’IA della query di ricerca. E mi sa che non sono il solo.
Ho provato a vedere se c’è qualche estensione per Firefox per eliminarlo, ho scoperto di non essere il solo a volerlo fare, ma il risultato pratico non è dei migliori. Esiste l’addon Hide Google AI Overviews, ma non funziona. Può darsi che Bye, Bye Google AI funzioni, ma è per Google o comunque i browser basati su Chromium: niente da fare.

Le soluzioni che paiono funzionare al momento, secondo Tom’s Hardware, sono quelle di fare una ricerca aggiungendo esplicitamente “-noai” alle parole chiave, oppure aggiungere alla stringa di ricerca “?UDM=14” (di nuovo, con Google lo si può fare automaticamente, con Firefox non ci sono riuscito). Ma non è detto che funzionerà sempre così…

Due sviluppi matematici inaspettati

Oggi parlo brevemente di due sviluppi matematici (occhei, il secondo è più legato all’intelligenza artificiale) che hanno dato un risultato che non ci si aspettava. I due sviluppi hanno in comune che il matematico intervistato dallo Scientific American per far capire di più (hahaha) i lettori è sempre lo stesso: Ken Ono, un pezzo grosso nella teoria dei numeri, che ha condotto in prima persona il primo sviluppo e partecipato al secondo.

Il primo sviluppo parla di una definizione dei numeri primi. A scuola ci hanno insegnato che un numero è primo se non ha divisori propri. (Il numero stesso e 1 sono divisori impropri: così ci togliamo una volta per tutte il commento “ma perché 1 non è considerato primo?”). Quello che Ono ha scoperto, insieme a William Craig e Jan-Willem van Ittersum, è una definizione alternativa di numero primo che non parla di divisioni, ma si basa sulle partizioni di un numero. Una partizione di un numero naturale n è semplicemente un modo di suddividerlo in parti (sempre numeri naturali) che una volta sommate tra di loro danno il numero di partenza. Per esempio ci sono 11 partizioni di 6: (1,1,1,1,1,1), (2,1,1,1,1), (2,2,1,1), (2,2,2), (3,1,1,1), (3,2,1), (3,3), (4,1,1), (4,2), (5,1), (6). Ordunque, Ono e i suoi colleghi hanno dimostrato che esistono infinite funzioni legate alle partizioni che permettono di dire se un numero è primo. Se per esempio prendiamo un numero n e calcoliamo

$$(3n^3−13n^2+18n−8)M_1(n)+(12n^2−120n+212)M_2(n)−960M_3(n)$$

dove le $M_i$ sono le funzioni di partizione di MacMahon, che sono abbastanza note a chi lavora sulle partizioni, otterremo zero se e solo se n è un numero primo. A che serve tutto questo? Da un punto di vista pratico, a nulla. Calcolare le $M_i$ è molto più complicato di fattorizzare un numero, che è già un compito non banale. Insomma, se vi stavate preoccupando che gli algoritmi di crittografia basati sulla difficoltà di fattorizzazione fossero da buttare via potete dormire sonni tranquilli. Quello che è importante, però, è avere trovato una correlazione tra due campi della matematica apparentemente slegati tra di loro: e si sa che in questi casi da cosa nasce cosa.

Il secondo sviluppo vede invece una versione di o4-mini (il modello più recente di OpenAI) addestrato esplicitamente su problemi di teoria dei numeri. Un gruppo di matematici, ancora una volta guidato da Ono, ha preparato un insieme di domande “difficili” e su cui non dovevano esserci esempi risolti in letteratura, tanto che i matematici non solo hanno firmato un NDA ma è stato loro imposto di usare Signal per comunicare tra di loro, in modo che non potessero esserci fuoriuscite di dadi. Secondo Ono, anche se alla fine i trenta matematici hanno trovato dieci domande a cui il modello non ha saputo rispondere, i progressi dell’IA sono stati incredibili. Ono racconta di un problema aperto di teoria dei numeri che è stato risolto in una decina di minuti, con il modello che termina l’esposizione con “Non è necessaria la citazione perché il numero misterioso è stato calcolato da me!” Come ha commentato Yang Hui He, “C’è la dimostrazione per induzione, la dimostrazione per contraddizione e la dimostrazione per intimidazione. Se dici qualcosa con sufficiente autorità, la gente s’intimorisce. Penso che o4-mini abbia imparato la dimostrazione per intimidazione: afferma tutto con grande sicurezza”. Non ho visto le domande, e anche se le avessi viste non penso che le avrei capite, o se per questo avrei capito l’output del modello – no, non lo chiamo “ragionamento”. La mia idea è che in un certo senso il risultato sia combinatorio: è vero che non esiste un testo specifico da copiare per trovare la risposta, ma le tecniche sono comunque standard e quindi gli esempi trovati in letteratura sono utilizzabili da un sistema automatico per costruire la risposta. Un livello superiore e una velocità molto maggiore rispetto a quello che facevo io all’università nel risolvere gli esercizi di algebra, ma la logica è ancora la stessa.