Ho scoperto leggendo qui che l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha emesso una direttiva (roba d’agosto, quando tutti erano in ferie…) nella quale viene creato un registro per gli influencer rilevanti. Più precisamente,
l’Autorità pubblica sul sito web istituzionale, entro cinque mesi dalla pubblicazione della presente delibera, un elenco degli influencer rilevanti contenente le sole informazioni strettamente necessarie a identificare gli influencer, ossia il nome e cognome e/o il nickname con cui il soggetto è conosciuto e il valore delle metriche individuate dalle Linee guida.
(La definizione di “rilevante” è avere almeno mezzo milione di follower su almeno una delle piattaforme social oppure una media superiore al milione di visualizzazioni mensili, sempre su almeno un social). Tali influencer che influenzano di più dovranno sottostare a una serie di regole aggiuntive, tra cui evitare «il ricorso a tecniche subliminali» (sic) e dovranno specificare quando stanno facendo pubblicità, oltre che «garantire la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti e a verificare la correttezza e l’obiettività delle informazioni anche attraverso la menzione delle fonti utilizzate».
Non riesco a capire esattamente la logica di creare questo registro, oltre che per far vedere chi ce l’ha più lungo (l’elenco di follower, intendo). Mi sembra quasi come creare il registro dei faccendieri. Ma poi, perché io – che sono tutto fuorché un influencer, visti i miei ventun lettori – non dovrei fare una presentazione veritiera e fontata dei fatti e indicare espressamente se sto pubblicizzando qualcosa? Semplicemente perché sarebbe impossibile controllare chiunque e quindi AGCOM si concentra solo sui più seguiti? Ma allora non serve nemmeno il registro. Al limite vedo un’utilità per Wikipedia in lingua italiana, che non solo potrà decidere le sue linee guida per la rilevanza – come diceva un wikipediano, non è che un calciatore sia automaticamente enciclopedico perché ha giocato una partita in massima serie, ci sono criteri più stringenti – ma avrà anche una fonte da usare. Però non credo che AGCOM abbia voluto farci un regalo… Insomma, mi pare un semplice avvitamento burocratico.
Aggiornamento (22:00) Tleilax mi ha segnalato questo post del Post. Confesso di non capire i dubbi degli “influencer di mezza via”: forse c’è troppa burocrazia?
In questo testo Russo racconta tutto quello che sappiamo su Archimede (relativamente poco: i manoscritti che ci sono pervenuti sono una piccola parte di quello che ha presumbilmente scritto, e scoprire il palinsesto del Metodo è stato un colpo di fortuna), quello che possiamo provare a inferire da fonti che generalmente non vengono considerate, come per esempio quelle umanistiche che fanno pensare che al tempo fossero note più opere, ma soprattutto quello che pensiamo di sapere ma è errato. Che la storia dell'”Eureka!” fosse falsa potevamo immaginarlo, ma Russo mostra anche come Archimede avesse ben altre formule per il calcolo del volume di un solido. Inoltre spiace dirlo, ma anche tutta la storia dell’assedio di Siracusa è con ogni probabilità falsa, e molte delle invenzioni che la leggenda vuole create da Archimede erano in realtà fatte da altri, nel fiorire della cultura ellenistica che secondo Russo è stata obliterata dai romani; romani che hanno reso sovrumana la figura del grande matematico per nascondere la loro inferiorità tecnica. Mi viene in mente l’episodio di Asterix quando una centuria ritorna distrutta al campo, affermando che era stata sconfitta da avversari preponderanti, e quando viene chiesto loro quanti erano rispondono “due”. Questo non significa sminuire le capacità di Archimede, ma semplicemente metterle nel loro giusto contesto. E in tutto questo possiamo anche sorridere pensando a un Archimede che prendeva in giro i colleghi alessandrini, come con il problema dei buoi…