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matematto non praticante

DAT ma non troppo

Nonostante il brainstorming del mio socialino di nicchia, non sono riuscito a capire perché nel caso di sciopero della fame laO m DAT non vengono più applicate quando la persona è incapace di intendere e volere. Cito dalla risposta del comitato per la bioetica:

«Nel caso di imminente pericolo di vita, quando non si è in grado di accertare la volontà attuale del detenuto, il medico non è esonerato dal porre in essere tutti quegli interventi atti a salvargli la vita. La stessa Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) ha sostenuto di recente che: “né le autorità penitenziarie, né i medici potranno limitarsi a contemplare passivamente la morte del detenuto che digiuna”». […] «subordinate all’ottenimento di beni o alla realizzazione di comportamenti altrui, in quanto utilizzate al di fuori della ratio della legge».

A questo punto a che serve fare la DAT? O meglio, cosa permette di rifiutare? Se il punto è che cibo e idratazione devono essere sempre garantite, riesco a capire perché in pratica gli si sospenderebbe coattamente lo sciopero della fame. Del resto, possiamo pensare a cosa succede con un anoressico. Ma la seconda frase mi pare un po’ strana. Voi che ne pensate?

la tragedia del reset del telefono

Lunedì della settimana scorsa ero alla macchinetta del caffè, stavo guardando il social aziendale e improvvisamente il telefono si è spento. L’ho riacceso, e ho trovato una scritta «Custom binary blocked by FRP Lock» in rosso. Inutile dire che sul telefono aziendale io non metto firmware non ufficiale, e non mi pareva nemmeno che fosse arrivato un aggiornamento di sicurezza. Chiedo lumi al collega che si occupa dei telefoni che mi ha detto “boh, fai un reset hardware”. In effetti anche san Google diceva lo stesso, al che ho preso il coraggio a due mani e ho cancellato il tutto. L’idea è che tanto ho tutti i dati nel cloud, quindi perdo solo una mezza giornata a ricaricare il tutto con calma… e invece no.

I dati li avevo tutti, sì, ma le configurazioni no. Ancora adesso, dopo dieci giorni, scopro che mi manca qualche pezzo. E lasciamo perdere che se provavo a reinstallare di colpo tutte le app Google Play si piantava… Quello che mi chiedo è se esista un sistema per backuppare la configurazione; probabilmente sì, ma evidentemente io non l’avevo fatto, o se l’avevo fatto non me lo ricordavo.

Nuovi tasselli nello spezzatino TIM

La scorsa settimana è stata ufficialmente presentata la struttura che verrà spostata in Tim Enterprise. Non ci sono ancora nomi di persone, perché ci sarà sicuramente il mercato delle vacche, ma la cosa è importante perché è il primo vero tassello dello spezzatino TIM.

Per quanto riguarda l’altro tassello, la rete, l’offerta non vincolante da parte di CDP e Macquarie, dopo quella di KKR, smuove sicuramente le acque per due motivi. Il primo è che comunque Vivendi non può continuare a far finta di nulla e valutare la rete 31 miliardi: capisco che voglia rientrare dei soldi persi ma non c’è trippa per gatti. La seconda è più sottile e politica. Se ricorderete, con Draghi si pensava che Open Fiber avrebbe comprato la rete TIM. È arrivata Meloni, e per bocca del suo esperto Alessio Butti ha controbattuto “macché, è NetCo che deve assorbire OpenFiber!” (come scrissi, l’idea avrebbe anche più senso ma fa i conti senza l’oste, una decina di migliaia di persone di troppo. Che succede ora? I due soci di OpenFiber comprano sì NetCo, ma al di fuori di OpenFiber, che alla fine sarà probabilmente fatta assorbire. Così formalmente è Tim che comprerà e Meloni sarà contenta.

Naturalmente tutto questo continua a essere fatto sulla pelle di noi poveri dipendenti…

E che vi aspettavate?

Benvenuti in Val-di-Tara, terra della nostalgia

Immagine di Isola Virtuale

Il dirigente del liceo Carducci di Milano ha fatto bene a respingere le “logiche da curva violenta” a proposito dei manifesti con Meloni e Valditara a testa in giù e dello striscione “Ma quale merito, la vostra è solo violenza”.
Valditara avrebbe fatto bene ad apprezzare il dirigente, se solo non avesse fatto l’opposto con la dirigente del liceo Michelangiolo di Firenze.
Ma vi sareste aspettati qualcosa di diverso?

Quizzino della domenica: Indovina la scatola

Il grande mago Corrad mostra al pubblico tre scatole e cento carte numerate da 1 a 100. Mette le carte nelle scatole, lasciandone almeno una per scatola; poi si fa bendare e dice a uno spettatore di salire sul palco, prendere una carta da due delle scatole, sommare i valori e dirgli qual è il risultato. Corrad ascolterà le vibrazioni delle scatole e riuscirà a vedere quale non è stata toccata. Come farà?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p633.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Nick Berry da DataGenetics, citato dal blog di Prisma; immagine di Maria Gracia Leandro “tatica”, da OpenClipArt.)

La fisica dei manga (libro)

Ho fatto parecchia fatica a finire questo libro. Non tanto perché io di manga e anime ne conosco ben pochi – sono troppo vecchio, le mie frequentazioni fumettistiche sono ben altre – ma per lo stile troppo piacione. Ma è anche vero che il libro non è pensato per quelli come me, e quindi lascio il beneficio del dubbio: purtroppo l’avevo preso in prestito in biblioteca e ho dovuto restituirlo prima di riuscire a farlo leggere a mia figlia tredicenne, che probabilmente sarebbe stato il pubblico giusto. Dal punto di vista delle nozioni contenute nel testo, ho apprezzato l’idea di confrontare le capacità dei protagonisti dei manga con cosa si può fare in realtà. Immagino che non ci sia nessuno che possa davvero credere che quelle cose siano possibili: ma un conto è avere un’idea generale e una storia tutta diversa è scoprire quanto sono lontane da quello che capita nella vita di tutti i giorni. Da questo punto di vista il testo è molto utile anche per abituarsi a pensare quantitativamente e non prendere per oro colato quanto viene detto da fonti che sembrerebbero più serie di un manga!

(Andrea Delnegro, La fisica dei manga, Mondadori 2022, pag. 192, € 18,50, ISBN 9788804754602 )
Voto: 3/5

Negazionisti che continuano a esserlo


Nel mio caso personale, la risposta è “tre” (di uno avevo anche scritto) e “nessuno”. Ma la mia è ovviamente una vista personale e non fa statistica. D’altra parte, però nemmeno Roberto Dal Bosco fornisce dati, limitandosi a citare sé stesso (e non sa nemmeno leggere le statistiche che riporta).
Gli auguro vivamente di non avere un malore o ictus improvviso, anche se non Covid.

Andare in pensione conviene rispetto all’anno scorso

Una delle modifiche della riforma Dini che è rimasta sottotraccia per una quindicina d’anni è l’introduzione dei coefficienti di trasformazione per la quota contributiva della pensione. In pratica, si prende la speranza di vita del pensionando e si calcola il rateo di pensione in modo che verranno statisticamente erogati i soldi accantonati durante la vita lavorativa (più gli interessi maturati). Ancora più in pratica: se uno va in pensione anticipata a 62 anni, a parità di contributi rispetto a uno di 67 anni, otterrà un 15% di pensione in meno.

Come mai è rimasta sottotraccia? Semplice: i governi da Dini a Monti non hanno mai aggiornato i coefficienti di trasformazione, nonostante la speranza di vita degli italiani fosse aumentata. Sono arrivati Monti e Fornero e hanno fatto ripartire il calcolo di questi coefficienti: il risultato è che ogni due anni le pensioni per i nuovi pensionati calavano un po’, perché la speranza di vita aumentava. (No, chi era già in pensione non si vede tagliato l’assegno).

Ma nel 2020 c’è stato il Covid. Molti anziani sono morti. Così il ministero del lavoro ha ricalcolato i coefficienti per il 2023-2024, che sono aumentati di circa il 2%. Sì, è un po’ un mors tua vita mea, lo so…