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matematto non praticante

Tavoli, sedie, boccali di birra (libro)

Hilbert è probabilmente uno dei matematici che da solo ha rappresentato un punto di svolta. La matematica del ‘900 non sarebbe esistita nel modo in cui si è sviluppata senza la sua spinta al rigore da un lato e alla formalizzazione dall’altro. Eppure, come Lolli mostra in questo libro, Hilbert è ancora un uomo del secolo precedente. Il testo prende spunto dall’evoluzione del pensiero hilbertiano, che viene messo in contrapposizione a quello degli altri matematici del tempo, da Frege a Peano a Poincaré, da Brouwer a Weyl a Gödel. Il quadro che ne risulta è molto vivace, e permette a tutti di farsi un’idea del fervore in quel periodo e di come il confronto filosofico abbia permesso a Hilbert di affinare il proprio pensiero. Ah: pare che la citazione che dà il titolo al libro non sia mai stata pronunciata almeno ufficialmente da Hilbert, che nella sua corrispondenza con Frege aveva usato un concetto simile ma senza usare quei termini…

(Gabriele Lolli, Tavoli, sedie, boccali di birra : David Hilbert e la matematica del Novecento, Raffaello Cortina 2016, pag. 175, € 18, ISBN 9788860308153)
Voto: 4/5

lavoriamo troppo

Secondo Giuseppe Conte (l’audio è qua) in Italia lavoriamo in media 70000 ore annue, mentre in Francia ne fanno solo 50000.

Un giorno ha 24 ore, e un anno (bisestile, esageriamo) ha 366 giorni. Insomma, in un anno ci sono 8784 ore. Lavorare 70000 ore, ma anche solo 50000, in un anno non è proprio banale!

Ps: nel mio socialino di nicchia hanno notato che 70000/42 (gli anni totali di lavoro) fa 1667 circa, che in effetti è il numero medio annuo di ore lavorate. Insomma Giuseppi si sarebbe semplicemente confuso (è un avvocato e professore universitario, mica un contabile!) e intendeva dire “nella vita lavorativa totale”. Ma anche così i conti non tornano. In Francia hanno le 35 ore anziché le 40 settimanali (12,5% in meno) e l’età pensionabile è simile. Da dove viene la differenza del 28%? La mia ipotesi è che quei numeri siano stati sparati a caso, perché nessuno tanto va a verificarli…

i referendum nel Donbass

Insomma da oggi si vota il plebiscito per l’annessione delle repubbliche filorusse ex ucraine alla Grande Madre Russia. Le repubbliche in questione hanno un’efficienza incredibile, considerato che la consultazione è stata indetta a inizio settimana: speriamo che da non pensino di fare qualcosa del genere.

Ma c’è un’altra cosa che mi chiedo, in punta di diritto: come fanno a fare una votazione in un territorio che se non ha capito male è stato in parte rioccupato dalle truppe ucraine?

(Risparmiatemi tutte le considerazioni geopolitiche: quelle mi sono venute chiare)

Mi hanno hackerato il cuore

Da domenica sono in ospedale. Lunedì mi hanno fatto un’ablazione cardiaca: si brucia un pezzetto di cuore per evitare che arrivino delle fibrillazioni atriali (il cuore batte in modo casuale: se ne sono accorti per caso a luglio, ma questo lo racconterò un’altra volta.)

Passi che martedì sera mi è venuto un’enorme ematoma all’inguine, dove avevano infilato una delle sonde per l’operazione: sono sotto anticoagulanti, ci sta. Ma ieri sera mi è venuta un’altra aritmia, di cui mi sono accorto da solo perché non ero più monitorato: una volta che sai cosa cercare è facile. In teoria nei primi giorni dopo l’intervento può ancora capitare, ma la faccia della dottoressa non mi pareva così ottimista. Tutto un lavoro per nulla, che palle.

addio hubiC

Sono anni che hubiC esisteva in una specie di limbo: nessuno poteva più iscriversi, ma chi c’era già poteva continuare a usare il suo spazio dati (io ero arrivato a 40 GB con un po’ di referral). Adesso a OVH si sono scocciati, hanno preso un altro vecchio servizio che avevano, l’hanno rimesso un po’ in sesto e hanno chiuso hubiC. O meglio, dovevano chiuderlo a fine luglio ma ci hanno dato ancora due mesi di grazia.

Per me la fregatura è che ShadowDrive non mi dà mica tutti e 40 i giga che avevo. Certo, pago Google One e avrei abbastanza spazio libero per metterci quei file, ma è una questione di principio :-) Terabox, a parte essere cinese e avere limiti di trasferimento dati al mese, non mi ispira più di tanto…

parolibere

Il mio collega Damiano ha scovato questa intervista ad Alessio Butti, responsabile media e TLC per Fratelli d’Italia. L’intervista è del mese scorso, ma non credo che le cose siano cambiate.

Non so quanto Butti sappia dei media. Sulle TLC però direi che deve ancora studiare. È tanto bella l’idea “facciamo che Tim si compri Open Fiber e non viceversa”, il che potrebbe anche avere senso. Solo che per poter essere wholesale e quindi avere una regolamentazione più favorevole dovrebbe contestualmente cedere i clienti agli altri operatori (sperando che la UE non imponga l’ingresso di un altro operatore ancora, come fece quando Wind e 3 si fusero). Bene, dove finirebbe tutto il customer care (e quelli che creano e gestiscono i servizi all’utenza)? Certo, potrebbe dire “peggio per loro”. Peccato che subito prima aveva detto che la situazione attuale poteva portare

conseguenze sociali pesantissime che non possiamo permetterci.

Né penso che la Tim wholesale possa tenersi tutta quella gente… (tralascio altri pezzi dove si contraddice, potete cercarveli voi se volete farvi del male o divertirvi)

Il mio non è un discorso di parte politica: non è che dagli altri schieramenti si sentano proposte di alcun tipo, il che forse è peggio. Quello che mi chiedo è perché il giornalista (di un sito che si occupa di tlc, non stiamo parlando di Cronaca Vera) non abbia fatto questa domanda.

4 miliardi di persone?

A Canale 5 hanno detto più volte (ieri e oggi) che quattro miliardi di persone hanno seguito i funerali di Elisabetta II. In effetti anche Ansa conferma.
Mah, anche immaginando che tantissimi indiani si siano fatti una levataccia, mi pare esagerato che una persona su due fosse davanti alla TV. Però volete mettere i grandi numeri da snocciolare? O magari contano anche quelli come me che a un certo punto sono passati davanti a una TV accesa…

Number Systems (ebook)

[copertina]
In genere apprezzo questo tipo di libriccini, ma in questo caso c’è davvero poco: numeri modulo k, sistemi binari e un cenno alla rappresentazione decimale infinita, oltre a capitoli come “una proprietà degna di nota della rappresentazione in base 3” che non è altro che il fatto che è il sistema che richiede meno simboli (quelli corrispondenti alle cifre singole, alle “decine”, alle “centinaia” e così via) per rappresentare un numero. Alla fine, insomma, non c’è nulla di davvero nuovo da imparare.

(S.V.Fomin, Number Systems, University of Chicago 1974, pag. 39, ISBN 9780226256696)
Voto: 2/5