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matematto non praticante

Quizzino della domenica: Dimezza il triangolo

Abbiamo due triangoli rettangoli isosceli di cartoncino A e B come in figura, con A strettamente maggiore di B. I due triangoli possono essere sovrapposti, ma non è possibile segnarli in nessun modo. Come si può trovare il punto medio dell’ipotenusa di B?

i due triangoli
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p615.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan.)

Problems for Metagrobologists (ebook)

[copertina] I metagrobologisti sarebbero gli studiosi di giochi matematici. O almeno dice cosi David Singmaster (che i più anziani di voi ricorderanno come esperto del cubo di Rubik) in questo libro. In effetti parecchi tra i più di duecento giochi presenti ha una fonte tipicamente risalente al passato e una correzione delle risposte date in quelle sedi. Devo però dire che non ho molto apprezzato il testo, perché in genere occorre un computer per trovare le soluzioni ai problemi: quasi informatica (applicata) ricreativa più che matematica ricreativa. Carta e penna vanno bene, ma così si esagera…

(David Singmaster, Problems for Metagrobologists, World Scientific 2016, pag. 248, $19,99, ISBN 9789814663649)
Voto: 3/5

Meloni è brava


O più probabilmente ha un bravissimo gestore della sua immagine, che è riuscito a far diventare virale – almeno nella mia bolla Twitter – una non-notizia come il genere grammaticale da usare per riferirsi a lei nella posizione attuale di PresConsMin.
È chiaro che se si resta a discutere di queste cose tutto il resto passa in secondo piano, ammesso che se ne parli.

Sono solo passati due anni e mezzo…

A metà agosto Anna doveva andare a Milano da Chiavari, ma ci fu la tromba d’aria a Lavagna e il suo treno venne soppresso. A inizio settembre riesco – un po’ a fatica – a fare la domanda di rimborso del biglietto e mi arriva una mail che dice “daremo risposta entro 30 giorni”. Ieri ho pensato che di giorni ne sono passati quasi sessanta, e quindi scrivo a @lefrecce su Twitter. Risposta (immediata, immagino sia precotta):

Ciao, la situazione eccezionale determinata dall’emergenza sanitaria COVID 19, ha comportato la presentazione di un enorme volume di richieste di rimborso. Per questa ragione, i tempi di riscontro hanno superato gli ordinari giorni previsti. Ad oggi oscillano fra i 30 e i 90 giorni lavorativi. Trenitalia assicura il massimo impegno per ridurre i tempi di riscontro, compatibilmente con il numero delle richieste pervenute e la ridotta operatività degli uffici.

Ti invito pertanto cortesemente ad attendere poiché riceverai una mail non appena la pratica verrà chiusa, grazie.

Il mio commento è stato “ok, grazie per l’info! (però dopo due anni e mezzo si sarebbe potuto modificare la mail di ricevimento della richiesta indicando che si può arrivare fino a 90 giorni di attesa…)” (notate che non ho detto che dopo due anni e mezzo magari si dovrebbe essere tornati in grado di rispettare i tempi). Risposta, non so se precotta o no ma sempre quasi immediata:

Comprendo il tuo punto di vista, ti invito ad attendere riscontro via mail, grazie.

Mah.

Ma cos’è esattamente il “merito”?

In questi giorni la mia bolla Twitter si è riempita di discussioni – beh, no, diciamo di monologhi – riguardo al “merito”, partendo dal nuovo nome del ministero dell’istruzione che con il governo Meloni è diventato Ministero dell’Istruzione e Merito.

Confesso di non avere capito cosa diavolo può essere un ministero del merito. Tipicamente il ruolo di un ministero è stabilire cosa bisogna far fare nel suo campo di attività: la Difesa gestisce l’esercito, le Infrastrutture specifica quali infrastrutture lo Stato deve creare e come farlo, l’Istruzione si occupa delle scuole. Ma cosa fai con il Merito? Trovi un sistema per accrescerlo?

(Poi nessuno mi toglie dalla testa che il cambio di nome serva solo e unicamente per evitare di entrare nel merito :-) e far sì che la gente perda tempo sui dettagli)

Yes, That Happened! (ebook)

[copertina]
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

L’idea di questo libretto era interessante: presentare un certo numero di curiosità datate dal 1930 al 1960 circa che si sono dimenticate, dedicando a ciascuna di esse due o tre pagine, D’accordo, sono tipicamente roba americana o britannica, ma in effetti ne conoscevo giusto qualcuna. Purtroppo il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. Innanzitutto molti di questi fatti sono davvero minori e non così curiosi, salvo qualche eccezione come lo stato di Moosylvania (ma io ero un fan sfegatato di Rocky e Bullwinkle), i castori paracadutati, e il progetto di una bomba atomica tenuta alla giusta temperatura… da un gruppo di polli. Passi per la scelta: quello che però non ho sopportato sono state le chiuse paternalistiche che chiudono quasi tutti i raccontini. Una nota comica finale: in due dei capitoli c’è l’avvertenza “Ho lasciato le misure metriche per adeguarmi alla terminologia militare” (molti dei racconti sono di ambientazione militare, in effetti.) Ma in uno di essi l’unica misura metrica era -40 gradi Celsius, che corrispondono esattamente a -40 gradi Fahrenheit… :-)

(Kimberly Miller, Yes, That Happened! : A Collection of Wildly Insane-But-True Stories in Pop Culture, Science, and History That Seniors Will Remember, History Compact 2022, pag. 99, $7,49, ISBN 9798847790604)
Voto: 2/5

quasi intero

Nel suo blog, Pat Ballew riporta una configurazione di triangoli trovata da Ed Pegg jr. Nella figura a fianco, la lunghezza d è “quasi” 7; più precisamente, 7,0000000857…. Diciamo che non se ne accorgerebbe comunque nessuno, a parte quei pistini dei matematici?

I soliti misteri delle Poste

Un mesetto fa ho deciso di farmi un regalo e prendere una cinesata abbastanza costosa, almeno per gli standard di AliExpress: un tablet 10″. (Io uso il tablet per leggere libri a letto, mi serve grande per mettere due pagine a fianco). Il tablet costava 207 euro compresa la tastiera bluetooth: quando ho fatto l’ordine però ho solo pagato 160 euro, perché a quanto pare in questi casi l’IVA non è pagata alla fonte ma deve essere data direttamente al postino. Vabbè, contenti loro.

Venerdì sera arriva il postino con il pacco. Scendo con un’ottantina di euro – è vero che il dazio sui tablet dovrebbe essere zero – e scopro che le tasse sono… sei euro e tredici centesimi, che ho arrotondato a 6,15 perché non avevo voglia di cercare monetine. Che cosa è successo?