
La scorsa settimana ho compiuto 60 anni. Ho ricevuto un certo numero di messaggi e telefonate di auguri, da due giorni prima della data fatidica fino a ieri: mi sembrano un po’ meno del solito, il che non è così strano visto che la mia data di nascita è pubblica, si trova sul mio sito, ma non su Facebook :-)
Detto ciò, mentre per i 50 anni avevo fatto una festa invitando i miei amici più cari da mezza Italia, quest’anno ho scientemente deciso di non fare nulla. Può darsi che i problemi di salute che ho avuto quest’anno abbiano dato una mano, ma mentre dieci anni fa mi sentivo giovane e in forma ora mi pare di essermi consumato, e soprattutto di non volere fare più nulla che non mi porti qualche cosa di positivo. Cose da fare ne ho ancora tante, ma forse è meglio evitare di aggiungerne altre. E anche una festa può diventare stancante :-(
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Cetirizina e levocetirizina

Cetirizina, da https://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Cetirizine-ball-and-stick.png
Chimica organica al liceo l’ho dimenticata tutta, ma fino ad arrivare a capire che la levocetirizina è l’isomero levogiro della cetirizina, insomma la molecola allo specchio. Quello che non sapevo era la differenza pratica: guglando, ho scoperto che la levo- costa di più ma è più efficace; all’atto pratico non significa nulla, perché la pastiglia di cetirizina ha un dosaggio doppio (10 mg anziché 5) e la confezione del generico costa lo stesso (3,60 euro)…
scadenze non allineate
Mi è appena arrivata la nuova tessera sanitaria (per fortuna col chip, probabilmente l’approvigionamento è tornato sufficiente.
La cosa strana – almeno per un ossessivo compulsivo come me – è però che mentre carta d’identità e patente ora scadono il giorno del compleanno la tessera sanitaria scade in un giorno qualsiasi. È vero che a differenza delle altre due tessere in questo caso non dobbiamo fare nulla e ci arriva a casa: però io trovo comunque la cosa un po’ disturbante :-)
Quizzino della domenica: autoseparazione
Riuscite a costruire una successione infinita composta da numeri da 1 a k, per un certo k, tale che due numeri i abbiano almeno i altri numeri tra di loro? In altre parole, gli 1 devono essere separati da almeno un numero (e quindi non ci possono essere due 1 consecutivi), i 2 da almeno due numeri (e quindi …212… non funziona) e cosi via.

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p642.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Dai Problem of the Week di Stan Wagon.)
La scala musicale (libro)
La storia di come si è arrivati alla scala musicale occidentale attuale mi era già nota, almeno da un punto di vista storico e matematico. Qui però Fabio Bellissima sceglie un approccio diverso che mi mancava: quello filosofico. Non avrei mai pensato che certe scelte fatte in passato non fossero tanto dettate da considerazioni musicali – anche perché diciamocelo: io sono così abituato al temperamento equabile che usiamo tutti i giorni che una volta che mi capitò di sentire musica barocca con un clavicembalo temperato inequabile mi sono immediatamente accorto che c’era qualcosa di strano – quanto appunto da considerazioni filosofiche. In pratica, il problema che non si riesce a chiudere un’ottava per mezzo di quinte può essere affrontato scegliendo di privilegiare alcuni intervalli speciali (le quinte e le quarte quasi sempre, ma dalla fine dell’era classica anche le terze), magari avendo due rapporti diversi per il tono: il Principio di consonanza di Archita afferma per esempio che “gli intervalli consonanti devono corrispondere a rapporti multipli [n/1] o epimori [(n+1)/n]”, il che chiaramente è ben diverso dai rapporti pitagorici dove a un certo punto si trova un 256/243…
Potete leggervi un riassunto delle idee del libro a https://www.liceomatematico.it/wp-content/uploads/2020/09/Matemusica2020.pdf , ma così facendo vi perdete tutta la parte filosofica (e le liti tra Zarlino e Vincenzo Galilei…) che secondo me è davvero interessante e soprattutto, come dicevo, non così comune da trovare.
(Fabio Bellissima, La scala musicale : Una storia tra matematica e filosofia, Carocci 2022, pag. 192, € 22, ISBN 9788829012671)
Voto: 5/5
E chi altri?
Lewis Carroll e le funzioni trigonometriche
Come sapete, Lewis Carroll non fu solo uno scrittore di narrativa, ma con il suo vero nome Charles Dodgson pubblicò anche testi matematici. Solo che per quanto serio potesse essere mentre faceva matematica, continuava sotto sotto a essere Lewis Carroll: così ideò una serie di simboli per le funzioni trigonometriche, che pubblicò nell’opuscolo The Formula of Plane Trigonometry. I simboli sono quelli che vedete in cima a questo articolo. Se dovessi indovinare la logica seguita da Dodgson/Carroll. a parte il caso del senoverso che credo di aver sentito per la prima volta, tutte le funzioni trigonometriche sono costruite con un semicerchio e un segmento: per il seno il segmento è verticale nel centro (e sin 90° = 1); per il coseno è orizzontale in basso (e cos 0° = −cos 180° = 1); per la tangente è, beh, tangente in alto, e la cotangente è la tangente invertita.
La rivista The Athenæum pubblicò una recensione non esattamente positiva, dove si vedono questi simboli: non sono purtroppo riuscito a trovare una scansione dell’opuscolo. La cosa buffa è che uno potrebbe pensare che sia stata la lobby dei tipografi a remare contro l’introduzione di nuovi simboli, ma pochi decenni dopo Peano riuscì nello stesso intento. Diciamo insomma che forse Lewis Carroll non era poi considerato così tanto (a torto o a ragione) come matematico…
Certa gente ci è o ci fa?

no, non era il mio numero…
