Passerino continua a pubblicare microlibri legati in qualche modo alla matematica che – se non fate come me che me lo sono preso in prestito su MLOL – potete trovare tranquillamente su Wikisource. Queste pagine di Peano sono comunque interessanti – e non matematiche in senso stretto, quindi anche chi è allergico alla materia può leggerle. Il grande matematico fa notare come i simboli algebrici non sono soltanto abbreviazioni (tanto che i simboli geometrici per punto, retta, piano non sono mai entrati nell’uso: ma quello di vettore sì) quanto per concetti («non sono abbreviazioni di parole, ma rappresentano delle idee») che permettono di scoprire le analogie tra varie parti della matematica e semplificare i calcoli che diventano automatici. Scrive Peano: «In realtà, tutte le proposizioni di algebra, che ora si studiano nelle scuole medie, si trovano in Euclide e in Diofanto, senza simboli. […] L’uso dei simboli algebrici permette agli allievi delle scuole medie di risolvere facilmente quei problemi, che solo potevano risolvere le vaste menti di Euclide e di Diofanto.» Peano finisce poi (ovviamente) a lodare il suo Formulario e la logica matematica in generale, che ritiene essenzialmente diversa dalla logica classica.
(Giuseppe Peano, Importanza dei simboli in matematica, Passerino 2021, pag. 12, € 1,03, ISBN 9791220819862)
Voto: 4/5

Tutti i giornali stanno riportando un dossier dell’Inps che parla di uno “squilibrio”, definito dall’ente previdenziale come una “ingiustizia” del sistema. Il busillis sono i coefficienti di trasformazione, cioè la percentuale dei soldi dati all’INPS mentre si lavora che viene ridata annualmente quando si va in pensione. Già con la riforma Dini, questi coefficienti sono calcolati basandosi sull’aspettativa di vita: quindi a parità di soldi versati se si va in pensione prima si prendono meno soldi. La logica è chiara: se ti devono pagare per più tempo, te ne danno di meno ogni mese. L’INPS però direbbe in questo dossier che non è giusto che i coefficienti siano uguali per tutti, e non tengano conto della speranza di vita relativa al lavoro che si è fatto e alla regione dove si vive; quindi bisognerebbe fare un conteggio per così dire personalizzato.
Martedì la Lombardia ha visto il test di 


