Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

Davvero tutte le foto sono artistiche?

È in corso di discussione alla Camera la proposta di legge 2224, presentata da due deputati di Fratelli d’Italia e due di Forza Italia, avente titolo “Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di tutela del diritto d’autore relativo alle fotografie”. Cosa dice questa proposta? Facciamo prima un passo indietro, e vediamo cosa dice attualmente la legge sul diritto d’autore.

Ci sono due tipi di tutela delle fotografie (il termine è da intendersi in senso molto lato: ovviamente non c’è più bisogno di avere pellicola o simili per avere una foto, pensate alle foto fatte con il furbofono). Da un lato ci sono le fotografie artistiche, dove si sottintende un atto di creatività del fotografo: queste fotografie sono equiparate ai libri, nel senso che hanno la stessa tutela (il copyright scade settant’anni dopo la morte dell’autore). Dall’altro ci sono le fotografie che non hanno creatività e sono semplicemente di tipo descrittivo: questa categoria comprende anche i singoli fotogrammi cinematografici e le foto di opere d’arte. Queste immagini hanno una protezione che dura vent’anni. La proposta di legge si occupa solo di quest’ultimo tipo di fotografie, e porta da venti a settanta anni la loro protezione. In altre parole, non potremmo per esempio usare per altri sette-otto anni una foto che mostra una strada cittadina nei primi anni ’60 per mostrare come i centri storici erano intasati dalle auto.

Ribadisco: stiamo parlando di foto che per definizione del legislatore non hanno alcuna creatività, che dovrebbe essere il concetto su cui si basa tutto il diritto d’autore. A questo punto mi sa che il prossimo passo sarà la tutela degli scatti automatici, perché si dirà che c’è comunque l’autorialità di chi ha posizionato la fotocamera in quel punto e poi ha definito l’algoritmo che decide il momento in cui la foto viene scattata…

Ma c’è una cosa ancora più ironica. L’unico motivo che io vedo alla base di questa proposta di legge è che qualcuno ritiene che in questo modo i fotografi potrebbero guadagnare tanti soldi con i diritti di queste foto, che adesso possono essere usati dopo vent’anni che non sono pochi ma nemmeno troppi: come ho detto, le foto creative sono già tutelate dalla legge. Bene. Pensateci un attimo. Stiamo parlando di foto puramente descrittive, senza nulla di artistico. Se io avessi bisogno di un’illustrazione di questo tipo e dovessi pagare per usarla, farei molto prima a generare un’immagine con l’intelligenza artificiale. Il fatto stesso che questa immagine è una mera descrizione elimina a priori i problemi di una possibile violazione di copyright, e in questo modo non solo non pago nessuno ma non devo neppure aggiungere una didascalia indicante l’autore. Non so che ne pensiate voi, ma per me una legge come questa sembra solo un boomerang.

Quanto un cavallo è più veloce di un re?

Anche se non sapete giocare a scacchi, sapete sicuramente come è fatta una scacchiera, e sapete con ogni probabilità come si muove il re (una casella per volta, in orizzontale verticale o diagonale). Potreste forse avere qualche problema con la mossa di un cavallo: esso si muove infatti in un modo strano, spostandosi di una casella in una direzione e due in quella perpendicolare, indipendentemente dai pezzi che trova sul suo percorso. (Se non ve lo ricordaste, sappiate che siete in buona compagnia: anche la pratchettiana MORTE fa fatica a tenerlo a mente). Nella figura qui sotto vedete le mosse di un cavallo, e quante mosse occorrono per raggiungere una casella in un sottoinsieme di una scacchiera.

Quante mosse servono a un cavallo per raggiungere una casella?

La stessa cosa per le mosse di un re appare nella figura sottostante.

Quante mosse servono a un re per raggiungere una casella?

Come vedete, nel caso di caselle vicine a quella di partenza può darsi che il cavallo ci metta più tempo di un re per arrivarci. Dovrebbe però essere chiaro che man mano che ci si allontana il cavallo ha un vantaggio competitivo: il re si sposta di 1 o √2 caselle, il cavallo di √5, e il costo per posizionarsi sulla casella giusta è percentualmente risibile se la distanza è molto grande. Ma quanto vale questo vantaggio competitivo? Cose si può leggere in questo annuncio dell’università di Montréal, il rapporto esatto è quasi due, o per la precisione 24/13.

L’articolo di Christian Táfula considera più in generale “ipercavalli” che si muovono di $a$ caselle in una direzione e $b$ in quella perpendicolare: il caso del normale cavallo equivale ad avere $(a,b) = (1,2)$. Come ho detto sopra, l’usuale cavallo ha una velocità di 24/13 rispetto a quella di un re. L’ipercavallo $(2,3)$ ha invece velocità 90/31, quindi quasi tre volte quella del re. Ma la cosa più incredibile, almeno per me, è calcolare il rapporto tra le due velocità, che è poco più di 1,572. Bene: se prendiamo ipercavalli $(a,b)$ e $(b,c)$, dove $a, b, c$ sono numeri di Fibonacci consecutivi, il rapporto tra le due velocità tende al rapporto aureo al crescere della grandezza dei tre numeri. Di per sé non sembrerebbe esserci una relazione di questo tipo, e invece…

Stocazzo Editore

il logo di Stocazzo Editore
Ho scoperto che al Salone del Libro (al quale non sono andato nemmeno quest’anno, prima o poi ci tornerò…) c’era uno stand di Stocazzo Editore. Poi ho scoperto che c’era già dal 2021. Ho fatto un giro in rete, trovando questa intervista, e naturalmente sul sito, dove si trovano tante informazioni e anche il Porscheometro.

Non ho idea di quanto di quello che Alessandro Sbordoni scrive sia vero e quanto no. Sicuramente “Stavo soffrendo, ma mi hai interrotto” era effettivamente stato pubblicato dalle Edizioni San Paolo, e sicuramente parecchie cose di quello che afferma sulla filiera editoriale sono vere. Posso immaginare che anche se si definisce un ex ricco abbia comunque una altra fonte di reddito che non è questa casa editrice: partecipare al Salone del Libro credo costi parecchio e non hai un ritorno in copie vendute così grande. Per il resto, che dire? Non è poi così strano autopubblicarsi i libri: anch’io ho teoricamente le mie Elettroedizioni Bipunto. Crearsi una SNC è già più particolare, soprattutto considerando che pubblica solo i libri scritti da lui. Magari però qualcuno è curioso e può pensare di comprare qualche suo libro!

“ze neca”

a stra ze neca = una strada verso la morte
Da alcuni giorni gira una storia – non so se questa sia la prima versione apparsa, ma cambia poco – dove i noVax avrebbero dimostrato che il nome del vaccino AstraZeneca contro il Covid è stato scelto apposta, perché in latino “a stra ze neca” significa “una strada verso la morte”. La prova? Basta usare Google Translate (Deepl non ha il latino tra le lingue) e inserire la frase in questione.

Che dire? Che tutto questo è una prova che non far studiare più il latino a scuola rende le persone più stupide. Se avete un vocabolario latino sottomano scoprirete che l’unica parola latina in quella frase è “neca”, che vuole dire “uccidi!” (è un imperativo: “morte”, con poca fantasia, è “mors, mortis”). In latino, “strada” si dice “via, -ae”; “strata” (non “stra”) è attestato come tardo latino (Eutropio è della seconda metà del quarto secolo dC) nel significato di “via lastricata”. Per il resto, “a” non esiste, ma del resto in latino non esiste nemmeno il concetto di articolo; “ze” non solo non esiste, ma la lettera z è un’aggiunta all’alfabeto latino arrivata in età imperiale per i prestiti dalla lingua greca.

E come mai allora c’è questa traduzione? Posso fare qualche supposizione. Innanzitutto Google Translate, come sapete, non ha un insieme di regole per la traduzione ma lavora su base statistica: e non è che ci siano molti testi latini con traduzione in una lingua moderna che può avere usato per l’addestramento statistico, a parte quanto scritto dal Vaticano. Presumibilmente poi usa l’inglese come lingua pivot nelle traduzioni, come si vede dal fatto che “we neca” è tradotto “noi uccidiamo”. In effetti se provate a tradurre in inglese “a stra ze neca” troverete “a road to death”. È possibile che ci sia anche stato un Google bombing: se molta gente (inglese, mi sa, sempre per la storia della lingua pivot) ha inserito come traduzione quella che vediamo, Google la accetta, felice che qualcuno l’abbia aiutato con una lingua poco comune. Per divertimento, io ho messo pollice verso (altro latino…) alla traduzione e suggerito “asino chi legge”. Magari se siete in tanti a seguirmi la traduzione verrà modificata.

Quello che è chiaro è che c’è qualcuno che ha pensato a una cosa del genere, ma soprattutto c’è gente che crede a tutto quello che concorda con le sue opinioni, e che non studiare più nemmeno un po’ di latino di base porta la gente ad accettare supinamente quanto viene detto. Non è che il mio latino sia chissà che cosa, sono più di quarant’anni che non lo pratico più: ma almeno le cose di base le ricordo!

Una curiosità finale: sempre secondo Google Translate, “ze neca” in esperanto vuol dire “molto bello”. Chissà se è vero…

Quizzino della domenica: Sottostringa

748 – teoria dei numeri

Prendiamo un numero a caso, 42. Se ora consideriamo il numero 132, il suo quadrato è 17424, e quindi contiene al suo interno il numero che avevamo scelto. Vero o falso: È sempre possibile trovare un quadrato perfetto tale che al suo interno sia contenuto un numero dato?

17424
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p748.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Math StackExchange)

A Cool Guide to Statistics and Data Science (ebook)

copertina
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Questo libriccino è pensato come un’introduzione per ragazzi (delle medie, ma forse anche quelli del biennio delle superiori potrebbero trovarlo utile) alla statistica e alla data science più in generale. Ok, “introduzione” è un po’ esagerato, ma quello non sarebbe un problema. Provo a ridirlo in un altro modo: Cremonezi spiega con parole semplici il significato dei termini chiave usati nella data science, elenca in brevi punti qual è il loro uso pratico e perché li si usa, e propone semplici attività per mettere in pratica in un contesto reale quanto scritto. Le spiegazioni sono indubbiamente ben fatte, e secondo me un insegnante potrà trovarle molto utili. Però ho dei dubbi su cosa succede a un ragazzo dopo aver letto il libro. L’analisi dei dati non è affatto semplice, e bisogna lavorarci su molto (e sapere parecchia matematica). Se qualche ragazzo viene attratto dal suo approccio, crede che fare data science sia un gioco da ragazzi, e poi sbatte contro il mondo reale, che gli succederà?

Leo Cremonezi, A Cool Guide to Statistics and Data Science, Independently published 2025, pag. 59, € 13,51, ISBN 978-1-917601-65-8 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5

contatta, contatta…

la fantomatica richiesta di autorizzazione Ieri mattina Anna ha ricevuto questo SMS. Ammettiamo pure che uno non faccia caso all’apostrofo che manca in “*un autorizzazione”. E ammettiamo anche che qualcuno immagini che la mancanza di dati specifici sia come sempre colpa della privacy.
Ma qual è la probabilità che uno chiami un “servizio clienti” non meglio identificato a un numero di telefono che non è nemmeno quello da cui è stato inviato il messaggio? Certo, in questo modo si saltano i banali controlli antispam che un telefono potrebbe fare automaticamente, ma mi sa che chi ha spedito questo SMS sia più o meno uno scappato di casa.

Statistiche del sito per aprile 2025

Come potete vedere, formalmente aprile è andato peggio di marzo, a parte per gli hit.

Visitatori unici 26.898 (-2362)
Numero di visite 70.303 (-6044)
Pagine accedute 222.625 (-31826)
Hits 529.516 (+39797)
Banda usata 5,11 GB (+0,06 GB)

Ma le cose sono un po’ più complicate. Nessun giorno è stato sotto le 1000 visite, solo cinque sotto le 2000, e il record negativo si è avuto mercoledì 9 con 1868. Mercoledì 30 c’è stato il massimo, 2921: la media è 2343 (-119). Ma guardate la top 5:

  1. Addio Stocard… e passo a Catima: 27112 visite
  2. Call center sanitari invasivi: 1898 visite
  3. ILa pubblicità sul registro elettronico: 960 visite
  4. Ma quanta acqua è cascata?: 803 visite
  5. Fare esami di laboratorio in farmacia: 664 visite

Pare insomma che ci sia stato un loop che continuava ad aprire la pagina col post su Stocard (oltre a tutti i link che finiscono in /feed/ e che non hanno senso…). Ci sono quattro altri post, più due fuori dal blog, oltre le 500 visite: Romanaccio ha avuto 1396 visite.

Query Google di aprile: abbiamo 10018 (+3379) clic da mobile, 2516 (+456) da desktop e 152 (+44) da tablet. Ecco le prime 10 query (tra parentesi le impressions, per capire quanto la mia pagina sia piaciuta a chi cerca: più il rapporto è basso, meno sono stato ritenuto interessante).

2284 (25834) stocard chiude
932 (33600) klarna stocard
789 (18893) stocard klarna
334 (4976) 0278655540
107 (478) insulti in romano
102 (544) stocard non funziona più
99 (1025) app stocard chiude
97 (375) chiusura stocard
95 (542) stocard non funziona piu
93 (1042) stocard chiude quando

Direi monomaniache :-)