Archivio mensile:Agosto 2024

Che cosa NON È una dimostrazione elegante

"proof"Nei commenti al post dell’altra settimana “Che vorreste dai mercoledì matematici?” Giovanni chiede di ragionare su che cosa possa intendersi quando si dice che una dimostrazione è “elegante”. La risposta non è semplice: come sempre, l’eleganza è negli occhi di chi guarda e non ci sono definizioni su cui tutti siano d’accordo. Quindi, mentre ci penso ancora un po’, comincio a scrivere qualcosa sul tema opposto: quando una dimostrazione non è elegante. Qui in effetti c’è un po’ più di accordo tra i matematici. Premessa: una dimostrazione è una dimostrazione è una dimostrazione, parafrasando Gertrude Stein. Se l’unica dimostrazione che si riesce a trovare è brutta la si mantiene comunque: il bello della matematica è che non esisterà una via regia, ma perlomeno tutte le strade che ci fanno arrivare sono accettabili. Allora dov’è il problema?

Un caso tipico di dimostrazione non elegante è quella per enumerazione, soprattutto quando i casi sono tanti. La dimostrazione del teorema dei quattro colori è uno di questi casi: la soluzione non è stata solamente osteggiata perché fatta aiutandosi con un calcolatore, ma anche perché si sono dovute verificare una quantità finita ma molto grande di configurazioni, il che ha richiesto per l’appunto l’uso di un calcolatore per verificarle tutte. (Ora la dimostrazione al computer è stata verificata formalmente, quindi il problema dell’artificialità non si pone più). Ma anche prima dei computer c’erano esempi di questo tipo: la dimostrazione che non esistono quadrati greco-latini di ordine 6 è di questo tipo. Perché ai matematici non piacciono queste dimostrazioni? Per due motivi. Il primo è perché essi sono fondamentalmente pigri, ed enumerare tutte le possibilità stanca. Ma soprattutto il punto è che una dimostrazione di questo tipo non aggiunge davvero conoscenza. Avete presente la barzelletta – indubbiamente creata da qualche fisico – dove il matematico che sa come cuocere un uovo sodo a partire da un pentolino vuoto e si trova davanti un pentolino pieno d’acqua lo svuota “per ricondursi alle condizioni precedenti”? La “logica” è che non c’è nulla di interessante a partire dal pentolino pieno, e quindi tanto vale far finta di nulla.

Un altro tipo di dimostrazioni non eleganti sono quelle in cui si applicano pedissequamente le definizioni per arrivare al risultato. Avete presente gli esercizi che si trovano per primi in un libro di testo, anche universitario? Un Vero Matematico li odia. Certo, sono molto utili per farsi un’idea di come si declina in pratica un concetto; ma anche in questo caso non portano in realtà nulla di nuovo. Più o meno la stessa cosa avviene quando la dimostrazione richiede di fare molti conti, e poi magicamente il risultato si semplifica e la complessità del lavoro fatto svanisce come neve al sole. In questo caso però la situazione è l’opposto: il concetto non viene davvero declinato, e i conti sembrano nascondere quella che è la vera natura del problema.

Che cosa hanno in comune dimostrazioni di questo tipo? La mancanza di creatività. Chi non è matematico pensa che la matematica sia tutto tranne che creativa: le formule matematiche sono quelle, non è che possiamo dire che due più due fa cinque, e allora dov’è la creatività? Proverò a dare una risposta la prossima volta: ma sono abbastanza certo che almeno su questo punto molto generale la grande maggioranza dei matematici concordi. La creatività è una parte determinante della matematica, ed è quella che la fa apprezzare a chi l’ha scelta come professione o come hobby. Peccato che non venga non dico insegnata ma almeno fatta notare!

(Immagine da PNGtree)

MATEMATICA – Lezione 26: Le equazioni differenziali

Le equazioni differenziali hanno costituito il corpo principale di studi dell’analisi matematica negli ultimi due secoli, essendo il mezzo per descrivere moltissimi processi fisici. Marco Menale in questo volume ci dà un’idea dei due tipi di equazioni differenziali che vengono studiati: quelle ordinarie (le meno difficili: parlare di “facili” in questo campo non vale) e quelle alle derivate parziali. Lo fa partendo da due esempi pratici: per le seconde l’equazione del calore studiata da Fourier, quando ancora non era chiaro cosa si potesse fare, e per le prime la trasmissione di un’epidemia, con i famigerati R0 e Rt che apparivano a ogni istante quando il Covid è esploso.
Sara Zucchini ci parla di Ramanujan, genio matematico che diceva che le sue formule gli apparivano in sogno, inviategli dalla nea Namagiri (ammettetelo, piacerebbe anche a voi!); i giochi matematici trattano dei problemi geometrici tridimensionali, qualcosa che io odio con tutto il cuore: ma esistono anche quelli!

@matematica
Marco Menale, Le equazioni differenziali, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-08 23:00

Ognuno ha i suoi modelli

logo dell'Istituto LiberaleL’Istituto Liberale si autodefinisce così: “Siamo il più grande think tank liberale in Italia, in termini di follower sui social network e di partecipazione agli eventi dal vivo.” Può darsi. A me il loro presidente Alessio Cotroneo pare tanto un Rienzi, ma magari sono io che sono prevenuto. Direi che invece è palese che la concezione di “liberalismo” dell’Istituto Liberale sia fondamentalmente “a morte la sinistra”. Questo lo dicono loro sin dall’inizio, spiegando con tante iconcine che “il contrario del comunismo” non e “fascismo / nazismo” ma tutte le belle cose che loro fanno.
Ad ogni modo, se andate a vedere la loro pagina Twitter troverete parecchie immagini motivazionali, ultimamente contro Maduro. Ma il loro account Instagram ne ha parecchie di più, tra cui questa con il testo «Chi è di sinistra è contrario alla competizione perché, nel profondo, sa di essere un perdente», di un matematico americano, tal Theodore Kaczynski. (Non è facile archiviare una pagina Instagram, il massimo che io sia riuscito a fare è qui).

Kaczynski è in effetti stato (è morto l’anno scorso) un matematico e la citazione è corretta: come potete leggere da Wikiquote essa arriva dal suo libro La società industriale ed il suo futuro, più noto con il nome “Manifesto di Unabomber”… Ma come dicevo nel titolo, ognuno ha i suoi modelli, e in fin dei conti Cotroneo è laureato in fisica.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-06 14:43

Il mistero del portachiavi

chiavi Come ho scritto, la scorsa settimana sono stato a fare il badante a mia mamma. Quando sono arrivato in montagna, ho messo le chiavi di casa qui a Milano e quelle della macchina sul camino. Un paio di giorni dopo prendo le chiavi della macchina e vedo che non ci sono quelle di casa. Le cerco ovunque, telefono anche a Ciriè dove ero andato il giorno prima per vedere se le avevo perse là, anche se mi pare improbabile: nulla.
Ieri è tornata la badante, e prima di partire le ho detto che se vedeva un mazzo di chiavi con un telecomando, erano mie. Lei mi fa “hai controllato nella borsetta di tua mamma?” Nella borsetta non c’erano, ma avevo già cercato; nella pochette lì vicino sì. Fortuna che non si regge quasi in piedi…

Quizzino della domenica: Batterie scariche

Per far funzionare il vostro walkie-talkie avete bisogno di due pile. Di per sé ne avreste anche otto, ma purtroppo quattro sono scariche e indistinguibili dalle altre: tutto quello che potete fare è inserire due batterie e vedere se il walkie-talkie si accende. Quante prove, compresa quella finale, dovrete fare al massimo per riuscire a farlo funzionare?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p707.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Presh Talwalkar, da Mind Your Decisions; immagine da SVGSilh.)

Blood of Gods (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Anche stavolta non ho controllato, quando ho chiesto il libro per recensione, che non fosse parte di una serie. Questo è il secondo testo (e ce ne sarà almeno un terzo), il che significa che anche se trovo molti riferimenti che dovrebbero spiegare cosa è successo nel primo volume ho avuto parecchi problemi nel comprendere lo sfondo su cui il racconto si basa. Aggiungiamo anche che ci sono varie storie che alla fine si intrecciano, e capirete che ogni tanto mi sono perso. Però direi che l’impressione complessiva è buona: ci sono moltissime idee, e la descrizione del pianeta Tashwa e della razza senziente che lo abita, i Kuralim, è molto interessante. Posso al più lamentarmi che qualche volta ho trovato frasi un po’ stucchevoli, ma in genere la voglia di sapere come la storia continuava me le faceva saltare a piè pari…

Simon A. G. Spencer, Blood of Gods, Brain Lag 2024, pag. 577, € 8,31, ISBN 9781998795161 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 4/5

Ultimo aggiornamento: 2024-08-03 17:42

Firme online per il referendum

La scorsa settimana è partita la piattaforma che permette di firmare per proposte di referendum e leggi di iniziativa popolare, usando SPID oppure CIE. La possibilità era già stata testata in precedenza, ma solo per mezzo di terze parti; quindi i comitati promotori dovevano pagare al gestore SPID un euro e mezzo per firma. Ora invece è tutto statale e quindi non ci sono costi (e probabilmente anche la verifica delle firme sarà molto più semplice, tra l’altro).

Sono rimasto stupito che mentre sto scrivendo questo post ci siano solo tre proposte di legge di iniziativa popolare – una cosa virtualmente inutile: nemmeno le leggi proposte dai parlamentari ormai riescono a essere calendarizzate, figuriamoci quelle popolari) e dieci referendum, ma magari anche i vari comitati promotori sono stati colti alla sprovvista e non si sono messi in moto. Ho invece notato che nonostante sembrassimo essere un popolo di firmatori, vedi cosa succede su change.org, non c’è stata la corsa alla sottoscrizione… tranne in un caso, dove le firme a giovedì sera erano già 400.000: quello sull’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, l’unico tra l’altro per cui ho firmato.

Evidentemente il tema è abbastanza sentito, anche se probabilmente non a sufficienza perché in un’eventuale votazione si raggiunga il quorum. Quello che però penso è che è bello avere questa possibilità, ma bisognerebbe rivedere tutta la struttura dei referendum, aumentando il numero di firme richiesto (il 2% del corpo elettorale?) e abbassando il quorum (metà più uno dei votanti alle ultime amministrative?) Solo così potremo avere un istituto con una certa utilità. Chissà perché non credo che capiterà mai qualcosa di simile…

L’attenzione della sanità

cartello "ospedale" Mia mamma soffre da anni di una forma di Parkinson, tenuta più o meno a bada dai farmaci. A fine febbraio è caduta in casa, dove viveva da sola, e si è rotta quattro costole: è stata ricoverata due mesi abbondanti tra ospedale e riabilitazione, ora è tornata a casa (con una badante h24) ma i suoi movimenti sono ancora più incerti.
Come dicevo l’altro giorno, questa settimana sono su da lei a fare il sostituto badante e tra le altre cose le devo dare le medicine. Ho guardato l’elenco lasciato dalla casa di cura e mi sono reso conto che c’erano cose che non andavano per nulla: avevano aggiunto un antidepressivo a nostra insaputa, ma soprattutto avevano dimezzato la dose del farmaco per il Parkinson e tolto la cardioaspirina. Poiché lunedì sarebbe passata l’infermiera ho aspettato per parlare con lei, che mi ha detto che in effetti la cosa era strana e avrebbe guardato in ospedale; martedì poi il medico di base passava qua nel paesino montano, è stato preallertato della mia visita, ha guardato il tutto e mi ha detto che avevano tolto la cardioaspirina perché nei primi giorni doveva prendere ancora dell’eparina, e che non aveva idea del motivo per cui avessero dimezzato la dose del farmaco per il Parkinson.

Io purtroppo mi sono dovuto fare un minimo di cultura sul campo per i miei problemi fisici e quindi mi sono potuto accorgere del problema; ma mi chiedo come sia possibile che capitino cose del genere, considerato che una cartella clinica dovrebbero ben averla consultata… (no, non c’ero io alla dimissione, ma mio fratello, io stavo arrivando da Milano ma l’hanno mandata via un’ora prima del previsto) D’altra parte la struttura riabilitativa che l’ha dimessa non è pubblica ma privata convenzionata: evidentemente costa troppo fare un minimo controllo in fase di dimissione.