Archivio mensile:Gennaio 2023

Fideuram / IntesaSanpaolo e la user experience

Avevo un conto IWBank, che con l’OPA su UbiBanca è passato a essere Fideuram. Prima o poi mi deciderò a chiuderlo, ma sono troppo pigro per cambiare le domiciliazioni e non mi fido troppo del passaggio automatico. Ma questa è un’altra storia.

L’altro giorno mi arriva una comunicazione che spiega che devo fare la FEA perché sennò non potrò più connettermi. Va bene. Mi leggo tutti i documenti specimen, do l’ok per il contratto ma non mi salvo il mio numero di contratto. Peccato che per aggiornare l’app sul furbofono ci voglia anche questo. Vabbè, non ho voglia di scartabellare tra i documenti cartacei, e decido di usare la procedura “non ricordo il mio numero di contratto”. Mi chiedono nome cognome codice fiscale numero di telefono, e fin qui tutto ok; ma mi chiedono anche la data di nascita. Io so bene in che giorno sono nato, e ho anche il vantaggio che giorno e mese sono uguali quindi non mi dovrei nemmeno preoccupare dell’ordine: però non posso scriverlo nell’apposito campo, perché mi si apre il popup con il calendario. Vabbè, seleziono l’anno e poi cerco il mese: e invece no. Non sono riuscito a trovare il modo per selezionare l’anno. Quindi ho dovuto cliccare sulla freccia “torna indietro di un mese” per settecentosedici volte: ma anche un neodiciottenne avrebbe avuto duecentosedici frecce da cliccare.

Nota: può darsi che ci sia la possibilità di settare l’anno: ma un design decente dovrebbe rendere naturale far sì che l’utente lo faccia senza pensarci su. Evidentemente chi ha scritto quell’app non ha pensato a chi l’avrebbe usata. Ho anche provato a tenere il dito schiacciato sulla freccia sperando che dopo un po’ andasse avanti in automatico: niente.

Fabio Altitonante ha fregato Gianluca Comazzi!

Mi aspettavo una mail una lettera del mio amicone Gianluca Comazzi in occasione delle imminenti elezioni politiche, e invece me n’è arrivata una (anzi due, una a me e una ad Anna) di tal Fabio Altitonante, di cui fino ad ora ignoravo l’esistenza.

Io capisco che uno possa scrivere “Io dico con sincerità: il lavoro che svolgiamo in Regione Lombardia è oggi l’unico argine alla sinistra ideologica, che sta smantellando la nostra città e disperdendo i suoi valori. Mentre in Regione abbiamo lavorato duramente per promuovere Milano, Beppe Sala ne ha invece FRENATO il dinamismo e BLOCCATO la scala sociale.“. Ho anche scoperto grazie a lui che la Giunta Sala ha abbandonato le periferie, dove chiudono asili e scuole e spariscono i servizi: in effetti pare che l’anno prossimo si chiuderà l’asilo di via della Spiga. Quello che però non riesco a capire è quale sia la logica di lamentarsi per come è gestita Milano in una elezione regionale. Se non sono riusciti a bloccare i nefandi piani di Sala in questi cinque anni, perché le cose dovrebbero cambiare? Misteri.

Devo però aggiungere che in piccolo c’è scritto “Se non vuole più ricevere queste comunicazioni, nel rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali (DLgs 196/2003), può inviare un’e-mail all’indirizzo fabio@altitonante.it”. Non che mi venga voglia di dargli il mio indirizzo email, ma almeno il principio è salvo.

PS: se vi interessa, domenica 5 febbraio alle ore 17 ci sarà un EVENTO A TEATRO con musica e cabaret al Dal Verme: nel caso voleste andare, scrivete a scrivi@altitonante.it. Mi chiedo quanto costi affittare il Dal Verme per un evento…

Ultimo aggiornamento: 2023-07-03 19:04

Quizzino della domenica: Un altro pezzo montato male

Ho ordinato altri tre pezzi dalla Multimino srl, sempre uno grande e due piccoli, per comporre un altro quadrato 4×4. L’operaio dell’altra volta ha di nuovo sbagliato a montare uno dei pezzi. Mentre sto licenziando l’operaio, potreste riaggiustare il quadrato?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p628.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, pagina 74.)


The London Particular(ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Questo racconto lungo (sono meno di 100 pagine) ha come protagonisti la coppia di detective vittoriani Sir Maurice Newbury e Miss Veronica Hobbes, insieme con l’investigatore capo di Scotland Yard Charles Bainbridge. Non avendo letto gli altri libri della serie ho avuto qualche problema con le caratteristiche dei personaggi, e probabilmente ho perso qualche riferimento: la storia è comunque un mix tra steampunk e horror, con quest’ultimo per mia fortuna abbastanza secondario e quindi non disturbante per un fifone come me. È abbastanza immediato immaginare cosa abbia fatto Greyson Fairfax, il padrone del palazzo dove un certo numero di invitati sono stati invitati per una festa in cui però manca proprio Fairfax. Il racconto però scorre bene fino alla fine: l’unico problema che ho avuto è che nella mia copia elettronica per recensione (o a causa della mia app per leggere epub) il soggetto della scena cambiava spesso senza nessun segno grafico, il che mi ha dato qualche fastidio nella lettura. La coppia Newbury/Hobbes è molto diversa dei classici Holmes e Watson, essendo più alla pari anche se formalmente Veronica è l’assistente di sir Maurice; questo da’ un tocco di novità alla storia.

(George Mann, The London Particular, Newcon Press 2022, pag. 100, € 14,67, ISBN 9781914953354)
Voto: 4/5

MEI (museo)

Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, nato provvisoriamente a Genova, è dall’anno scorso situato nella sede della Commenda di San Giovanni di Prè a Genova (sette minuti a piedi da Piazza Principe, insomma raggiungibile senza problemi).
Quando nelle vacanze di Natale siamo passati a vederlo era praticamente vuoto, e quindi ce lo siamo potuti godere con calma. Ho dei dubbi su alcune scelte: non tanto l’idea di un museo multimediale, che ci può anche stare, quanto l’obbligo pratico di usare un orologino NFC per attivare i vari tabelloni nel percorso, cosa di cui non vedo l’utilità se non nel fare statistiche su quali sono più visti. (Ma a questo punto manda anche un file di riepilogo al visitatore, no?). Anche i video con gli attori che facevano rivivere quanto accaduto in passato, dal procacciatore di emigranti alle mogli di guerra, erano forse un po’ troppo stucchevoli. L’altra cosa che non mi è chiara è la logica del biglietto famiglie per due adulti e un solo ragazzo. D’accordo la denatalità, ma così fa un po’ ridere. Detto questo, mi affretto ad aggiungere che il museo in sé è molto interessante: non credo che farà comprendere a molta gente che una volta i migranti eravamo noi, però i video degli anni ’50 e ’60 mostrano per esempio come riuscivamo a farci strada. I ragazzi sono stati estasiati soprattutto dallo scivolo usato per scendere dalla parte più alta, dove si poteva provare a “dare le risposte giuste” quando uno andava all’estero a cercare lavoro (e ovviamente gli facevano il terzo grado nella loro lingua madre). Io e Anna invece siamo rimasti estasiati da come hanno restaurato la Commenda: vale la pena di andare al museo anche solo per questo :-)

Poveri professori

Mio figlio Jacopo (terza media) doveva fare un compito di inglese, parlando di un parco nazionale statunitense a sua scelta. È arrivato tutto gongolante col suo furbofono, dove aveva chiesto a ChatGPT di parlargli di questo parco e aveva avuto come risposta un malloppazzo di roba.

Ho avuto buon gioco a fargli notare che se avesse provato a scrivere quelle cose la sua professoressa lo avrebbe immediatamente sgamato, visto che non sapeva nemmeno cosa significassero in italiano; così si è rimesso all’opera, usando quel testo più o meno come noi facevamo ai nostri tempi con opere tipo “Il libro delle mie ricerche” (e qui si vede quanto io sono anzyano). Ma direi che è indubbio che gli insegnanti dovranno farsi molto più furbi per trovare un modo per capire di quale sacco è la farina dei compiti a casa. Posso dire che vedo la cosa piuttosto preoccupante?