Secondo me la colpa è dell’audiocall infinita di ieri, ma il test di quest’anno (ennesimo di una lunga serie mi ha detto che sono di tipo ENTJ, come Stalin e Bernie Sanders. Ditemi voi se vi sembro una persona “rivolta all’esterno”… (L’unica cosa su cui non ci sono dubbi è che io sia intuitivo e non sensibile, in effetti)
Archivi annuali: 2020
La moltiplicazione dei lettori
Quella qui a fianco, meritoriamente sbertucciata da Luca Sofri e segnalatami da FF, è un’infografica davvero interessante. Come potete vedere, si considerano tre categorie di lettori (di quotidiani, settimanali e mensili), si calcolano le loro percentuali rispetto alla totalità della popolazione e infine si sommano questi valori per “mostrare” come negli ultimi 30 giorni ci siano stati ben 40 milioni di persone che hanno letto un quotidiano, un settimanale oppure un mensile. Secondo me la stima non è stata portata alle estreme conseguenze. Ho come il sospetto che se si fossero aggiunte le persone che hanno sfogliato almeno un bimestrale/trimestrale e quelle che hanno sfogliato numeri unici nell’anno appena trascorso forse saremmo riusciti a superare la soglia psicologica del 100% della popolazione, e mostrare che anche i clandestini sono avidi lettori, non si sa bene se usando i famigerati 35 euro oppure facendolo a sbafo… (Se poi volessimo essere puntacazzisti potremmo anche metterci a discutere su quel “carta e/o sfogliatore digitale”. Se io avessi sfogliato un quotidiano e poi mi fossi connesso su MLOL per leggerne online un altro, sarei stato contato per due?)
Una sola cosa: prendersela contro l’italica stampa che non aziona il neurone è cosa buona è giusta, ma il primo colpevole a quanto pare è l’ufficio stampa di Audipress che poi come capita spesso viene pedissequamente copincollato. L’unica domanda che mi viene da fare è se certi strafalcioni siano o no voluti…
Nice try
Da Natale i gemelli hanno un tablet (senza sim), e quindi passano il tempo che noi gli concediamo lì attaccati. Ovviamente sono sempre lì a chiedere che noi installiamo loro nuove app: per il momento il filtro famiglia resiste ancora ai loro sforzi.
Stasera Jacopo è arrivato chiedendomi trafelato di approvare una bellissima app per fare gli sfondi. Era il filtro famiglia per la Nintendo Switch :-)
Ultimo aggiornamento: 2020-02-19 19:05
SpazioRegione
Ho deciso che mi serviva il pin per leggere la tessera sanitaria. No: ricominciamo da capo. Ho scoperto che il lettore di smart card che avevo preso in edicola nel 2008 e non avevo mai aperto funziona ancora tranquillamente, con l’unica avvertenza di buttare via il cd allegato e scaricare i driver aggiornati per sistemi a 64 bit. Però senza pin non potevo fare nulla: guardando sul sito ho però scoperto che non era necessario andare all’infernall’ASL, ma si poteva fare tutto in regione. Palazzo Lombardia (aka il Formigonio) è sulla strada tra casa e ufficio, così venerdì scorso tornando a casa sono passato di là. Tutto chiuso, perché il venerdì c’è orario ridotto.
Lunedì ho pensato di usare pausa pranzo per riprovare. Sono arrivato: era aperto. Sono entrato dalle porte girevoli: non c’era nessuno. Non ho nemmeno preso il numerino: ho mostrato carta d’identità e tessera sanitaria, mi hanno mandato per SMS mezzo codice e mi hanno dato una stampa con l’altra metà. Sono rientrato in ufficio trenta minuti dopo che ero uscito. Incredibile. Ma qualcuno sa che esiste questo SpazioRegione?
Sbaglio sempre i tempi
A me il calcio non interessa, se non per prendere in giro i colleghi il lunedì mattina. Quindi guardo i risultati più o meno a caso, soprattutto dopo che le partite cominciano a ore casuali. La scorsa settimana butto l’occhio sulla homepage di Repubblica: la Juventus stava vincendo a Verona. La mattina dopo scopro che ha perso. Ieri vedo che l’Inter stava vincendo con la Lazio: stamattina vedo che i biancazzurri hanno rimontato. Diciamo che potrei anche fare a meno di dare un’occhiata ;-)
Ultimo aggiornamento: 2020-02-17 09:15
Sushi Shop: ora basta (sul serio)
Ricordate la mia storia con Sushi Shop? Il problema è che non sono mai riuscito a trovare un altro ristorante giapponese che facesse servizio a domicilio e avesse cibo apprezzabile. (Occhei, a me comunque dava fastidio tutto il Philadelphia™ che ci mettevano, ma amen). Avevamo così ripreso a servirci da loro.
Venerdì pomeriggio verso le 18:15 facciamo un ordine. Invece che il solito sushi box per due, facciamo degli ordini diversi; io prendo del sashimi, e il sito mi offre la scelta tra riso e miso come contorno in omaggio. Bene, dico io, non ho nemmeno bisogno di aggiungere del riso. Chiediamo che l’ordine ci venga portato alle 20. Alle 20.25 Anna telefona chiedendo “scusate, ma dov’è il nostro ordine?” al che ci viene detto “il fattorino è già partito da un po’”. Alle 20:40 Anna ritelefona: in quel momento suona il campanello. Prendiamo il sacchetto… e ci accorgiamo che manca il riso. Nuova telefonata di Anna: quello che le viene detto è nell’ordine
– vi rimandiamo il fattorino con il riso (siete già tre quarti d’ora in ritardo, dobbiamo ancora aspettare un quarto d’ora?)
– ah, ma il riso è in offerta solo a pranzo (peccato che nello scontrino sia segnato che c’è anche il riso, anche se a 0 euro)
– ma tanto non l’avete pagato (certo, ma se non fosse stato indicato che c’era noi l’avremmo aggiunto all’ordine).
A questo punto ho detto ad Anna di lasciar perdere. Quello che però lascerò definitivamente perdere sono gli acquisti al Sushi Shop. Innanzitutto si erano chiaramente dimenticati dell’ordine. Io ci metto io un quarto d’ora in bicicletta ad arrivare da lì a casa, e il fattorino va in scooter. Se guardate gli orari, sono giusto quindici minuti dalla prima telefonata all’arrivo, senza contare un banale particolare come il fatto che si erano anche dimenticati di mettere le vaschette per la soia, segno di sacchetto preparato in fretta e furia. Ma un sedicente servizio clienti che cerca solo una scusa dietro l’altra, invece che ammettere l’errore e dare chessò un credito di due euro o meglio ancora una porzione di riso in offerta nell’ordine successivo (costo marginale 30 centesimi…) non merita i miei soldi. Vorrà dire che torneremo a mangiare fuori.
Quizzino della domenica: prodotto di logaritmi
Quanto vale il prodotto
(log2 3)(log3 4)(log4 5)…(log127 128)
dove il pedice indica la base del logaritmo da calcolare?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p429.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mind Your Decisions.)
A Field Guide to Lies (ebook)
Puro buonsenso. Se dovessi descrivere in due parole questo libro (Daniel J. Levitin, A Field Guide to Lies : Neuroscientist on How to Make Sense of a Complex World, Penguin 2019 [2016], pag. 266, € 9,49 (cartaceo: 12,64), ISBN 9780593182512) il mio lapidario giudizio sarebbe questo. Levitin, forse perché non è un matematico o uno statistico di professione, riesce a mostrare in modo semplice come sia facilissimo dare al lettore frettoloso un’idea completamente sbagliata di cosa sta davvero succedendo… il tutto senza nemmeno darsi la pena di falsare i dati. Tutto quello che serve è presentarli in maniera opportuna. L’autore non si fa problemi a riconoscere, soprattutto nella prima parte “Evaluating numbers”, il proprio debito verso il libro di Darrell Huff Mentire con le statistiche, meritoria opera ancora valida nonostante i suoi decenni e anche disponibile in italiano: di nuovo, non è un caso che nemmeno Huff fosse matematico. Qui naturalmente gli esempi sono più moderni, e per esempio quello del discorso di Rumsfeld (con le “unknown unknows”) è davvero da manuale; ma soprattutto le sezioni “Evaluating the words” e “Evaluating the world” vi aiuteranno a guardare alle notizie con occhi nuovi.