Archivi annuali: 2020

Sono entrato in un negozio Aldi

In Germania Aldi (al plurale, perché si spartiscono il nord e il sud con due aziende diverse) è un concorrente di Lidl nella sezione discount. Da alcuni anni la catena si sta espandendo nell’Italia settentrionale, come avevo scritto qui; ad agosto hanno aperto anche due punti vendita a Milano, e stamani sono passato a vedere quello in via Galvani, nel palazzo dell’Hilton (!)

Non è un punto vendita molto grande: probabilmente è stato preso per marcare il territorio. La cosa che ho trovato strana è il mix tra marche discount e prodotti di marca. Lidl ha qualcosa tra le grandi marche, al volo mi vengono in mente Coca-Cola e Ferrero, ma qua i prodotti sono molti di più. Mi pare inoltre punti molto sulla frutta e verdura: dovrei provarla, visto che a Milano la GDO pare scegliere compatta la roga meno mangiabile. Per il resto, il posto è molto pulito, ma ha nemmeno un mese di vita; e il cassiere era di buon umore il che è sempre bello.

Ultimo aggiornamento: 2020-09-18 17:57

Il nuovo Facebook, stavolta per sempre

Dopo un paio di settimane, Zuckerberg ha tolto la possibilità di tornare per 48 ore alla vecchia interfaccia per non presbiti. Si deve essere scocciato di tutti quelli che lo facevano.
Dal mio punto di vista, non è che sia chissà quale problema: lo sto semplicemente guardando di meno. Insomma, se volete chiedermi qualcosa vi consiglio di contattarmi altrove ;-)

Ultimo aggiornamento: 2020-09-17 11:55

Abbiamo speso tutto. E quindi?

Occhei, Gianmarco Bachi stamattina diceva che erano stati spesi per i manifesti elettorali, ma si direbbe che Matteo Salvini abbia detto qualcosa di diverso. Il risultato finale però non cambia: i famigerati 49 milioni dei rimborsi elettorali non dovuti sarebbero stati spesi tutti.

Sarebbe troppo facile controbattere al leader della Lega quando elenca le chiusure della Padania e di Radio Padania aggiungendo «Pensate che se avessimo avuto ancora quelle risorse avremmo fatto tutti quei tagli?». Basterebbe rispondere «Magari, invece che spenderli, qualcuno se li è fregati…» Ma questo è un problema della magistratura, e non è con queste frasi a effetto che distogli le inchieste in corso. Il problema mio è invece banalmente politico. Hai speso tutti quei soldi. E quindi? Non ne avevi diritto, e pertanto li devi restituire, come per il momento stai facendo in ottanta comode rate almeno fino a quando il vecchio guscio della Lega esiste. Dovresti semplicemente tacere e dire appunto che li stai restituendo. Ogni parola in più viene dal demonio :-)

Ultimo aggiornamento: 2020-09-17 09:55

Come cambia il sindacalismo

Se non siete dei rider, probabilmente questa notizia non vi dice molto: un’associazione di categoria (quella dei servizi di delivery) e un sindacato hanno firmato un contratto collettivo nazionale. Potrebbe al più sembrare strano che i rider, che poi sono i soggetti in causa, restino autonomi e non dipendenti; ma probabilmente la cosa ha un suo senso (leggi: le aziende continuano a non pagare i contributi, ma almeno viene stabilita una paga oraria minima). Io non sono un rider, ma la notizia mi ha colpito per una caratteristica che non mi aspettavo: il sindacato firmatario è stato l’UGL.

A molti di voi la sigla dirà poco: si conosce la Triplice (CGIL/CISL/UIL), si sa che ci sono i Cobas, magari avete sentito USB che non è il collegamento dati ma appunto un sindacato autonomo. E UGL da dove spunta? Gli anziani lo sanno, e forse anche quei romani che si ricordano che Renata Polverini proveniva da UGL. In pratica questo è il sindacato erede della CISNAL, cioè dei missini. Negli anni ’50 si poteva più o meno dire che CGIL era PCI, CISL era DC, UIL erano socialisti e laici: l’arco costituzionale era completo, ma restava appunto un buco a destra.

Negli ultimi dieci-quindici anni UGL è pian piano diventata mainstream; all’inizio firmava i contratti di settore ma in una sessione separata rispetto alla Triplice (vedi quello telecomunicazioni 2013, poi firmava direttamente (vedi il contratto ponte 2017). Però mi chiedo come mai questa scelta di firmare in autonomia: probabilmente c’è qualche ragione specifica ma non ne ho alcuna idea…

Ultimo aggiornamento: 2020-09-16 18:42

ciclisti contromano

In questi giorni, dovendo spesso prendere e riportare i gemelli a scuola, sto pedalando abbastanza in orari diversi dal solito. Bene, anzi male: continuo a trovarmi sulle piste ciclabili gente che pedala (o monopattina) contromano. Inutile dire che lo fanno in posti dove dall’altro lato della strada c’è una pista ciclabile in senso opposto.
Capirete che se uno fa quello che gli pare non è che poi possa protestare perché le famigerate corsie ciclabili sono usate per la sosta dei corrieri, come in Pola-Galvani… a ciascuno il suo.

Ultimo aggiornamento: 2020-10-09 18:29

Il primo giorno di scuola media dei gemelli

In breve: un casino. Sì, avevano solo due ore e mezzo di lezione (inglese e spagnolo Cecilia, arte e inglese Jacopo). Solo che dovevano entrare da due ingressi separati dai due lati, che per come è fatta Milano significa trecento metri di distanza. Non essendo io un esperto di bilocazione, alle 10:58 ho lasciato una Cecilia terrorizzata da sola all’ingresso sul cortile e ho portato uno Jacopo che faceva lo spavaldo all’ingresso principale (no, non si è neppure girato quando è entrato), per tornare al cortile, vedere che i ragazzini erano ancora lì a fare l’appello, mettermi in punta di piedi per farmi vedere da Cecilia (il passaggio è sull’ex alveo della Martesana, quindi abbassato rispetto al piano stradale) e mostrarle che non l’avevo abbandonata. Poi ho scoperto che non avevo stampato il Patto di Corresponsabilità (che dovrei anche spiegare loro) e che questa scuola non fornisce il diario (che così abbiamo comprato al volo ieri sera). Sembra facile :-(

Ah sì, c’è un referendum

A dire il vero domenica si vota anche in sette regioni, ma non ho seguito più di tanto la campagna elettorale. Quello che mi tocca è votare per il referendum confermativo sulla “bellissima” riforma della Costituzione che taglierà di un terzo abbondante deputati e senatori. Riforma che vedrà vincenti i SÌ a larghissima maggioranza, nonostante virtualmente tutta la mia bolla sia per il NO.

Il punto non è tanto il “fantastico” risparmio di un paio di euro l’anno a testa, compresi anche i risparmi sulle spese accessorie. Come si sa, quello che conta è il principio. Al limite fa un po’ specie che i pochi fautori del SÌ che hanno postato tabelle sul numero di parlamentari delle varie nazioni – in genere dimenticandosi della seconda camera che anche le altre nazioni hanno – non abbiano piuttosto calcato su quanto noi li paghiamo, questi parlamentari. Un taglio della spesa si può fare in modi diversi :-)

I veri problemi per me sono tre. Il primo è il bicameralismo perfetto e senza un teorico stop. Non ci sarebbero molti problemi se la Costituzione permettesse al massimo tre passaggi per una legge, con la camera che la propone per prima che può solo approvare o respingere quanto modificato dall’altra, e una divisione delle materie tra le due camere. Quello che succede in pratica adesso è che per non avere un pingpong infinito il governo impone la fiducia su un maxiemendamento, e quindi il parlamento rimane esautorato di suo. Il secondo è il lavoro nelle commissioni, che come sapete sono il luogo dove si dà forma alla legge. Togliere un terzo dei parlamentari significa ridurre di un terzo la dimensione delle commissioni, cioè passare a 16-18 membri al Senato. Certo, ci saranno meno discussioni; ma ci saranno anche meno ideei. L’ultimo punto è il peggiore. Sono decenni che non possiamo più votare per chi vogliamo. I vecchi “paracaduti” per i leader si sono man mano trasformati in listini bloccati, e così non votiamo più per una persona ma per il rappresentante di un partito. La massima espressione di dissenso che si può avere è fare come me che alle ultime politiche ho scelto al Senato una lista sicuramente perdente, pur di non dare il voto a chi era stato scelto dalla coalizione che avrei altrimenti votato. Nonostante i grandi proclami in merito, nessuno ha messo mano alla legge elettorale a parte un passaggio passato praticamente sotto silenzio.

Abbiamo insomma una riforma populistica – nulla di strano visto da dove è partita – che quindi sarà votata come un plebiscito. Ma tanto sono ormai scettico sulla possibilità di fare alcunché di positivo nella politica italiana.