Archivi annuali: 2019

No vax torinesi

Sempre nel mio viaggio torinese mi sono imbattuto in questo manifesto pubblicitario. Direi che la manifestazione no-vax della prossima settimana ha un certo qual sostegno economico… anche se forse una “Affissione politico-ideologica” viene concessa a prezzo ridotto se non addirittura a titolo gratuito.

(Nel meritom la mia posizione è ben nota. Io sono egoista: un’epidemia potrebbe dare problemi anche a me e ai miei figli, nonostante siamo tutti vaccinati: il vaccino è un compromesso e non può dare una certezza di immunità. Quindi obbligo di vaccinazione, ancora più che per dire obbligo di cinture in auto)

“stupro della brutta” e Cassazione

In questi giorni si è parlato parecchio della sentenza della Cassazione, che avrebbe annullato una condanna per stupro “perché la vittima sembra un maschio”. Ora sappiamo bene che i giornali spesso fanno fatica a spiegare per bene le cose, ma stavolta l’articolo di Repubblica mi pareva abbastanza chiaro: la Cassazione ha annullato con rinvio – quindi ha detto che si deve fare un nuovo processo – la sentenza di secondo grado che era stata di assoluzione, perché le motivazioni della sentenza indicavano un pregiudizio delle giudici. Questo tra l’altro torna, perché come ben noto la Suprema corte giudica solo sul metodo e non sul merito; ed è per questo che ci vorrà un nuovo processo.
Quello che mi chiedo è perché allora si parla tanto della Cassazione e non delle giudici d’appello. È Repubblica che non ha capito nulla, e quindi la mia ricostruzione basata su quell’articolo è completamente errata? È la gggente che quando vede la parola “Cassazione” decide che sono il Male Supremo?

Ultimo aggiornamento: 2019-03-11 10:35

Chiara Appendino rischia?

Venerdì scorso sono andato a Torino a parlare di matematica agli studenti. Non essendo così di fretta mi sono fatto a piedi la strada da Porta Susa al Sermig (sono meno di tre chilometri), e nel percorso mi sono fermato in una panetteria che ho trovato per strada per prendermi un po’ di “pizza rossa” (focaccia al pomodoro, per i non subalpini). Mi trovavo in una zona centrale ma non ancora gentrizzata, anche se a due passi dal Quadrilatero Romano; la panetteria era il classico negozio di prossimità. Davanti a me c’erano quattro o cinque persone, evidentemente clienti noti perché la panettiera li chiamava per nome; assieme al pane dava loro dei foglietti, dicendo di lasciarne uno al portone del loro condominio, e commentando che sperava che lunedì sera partecipassero in tanti.
Alla fine ho capito di che si trattava: un incontro contro il progetto della giunta Appendino per il prolungamento dell’orario di chiusura alle auto del centro storico (ora lo è solo al mattino, lo diventerebbe per tutto il giorno con accesso a pagamento un po’ come AreaC a Milano) e una regolamentazione dei dehors, con l’eliminazione di un buon numero e l’aumento delle tasse di occupazione di suolo pubblico per gli altri.

Considerando che la panetteria non aveva dehors, direi che non era quest’ultimo il punto del contendere, ma evidentemente il primo. Se non ricordo male il quartiere centro aveva comunque votato per Fassino, lo so: sono state le periferie a dare la vittoria ad Appendino. Ma qui non stiamo parlando di radical chic, il che mi fa pensare che i problemi per la giunta pentastellata sabauda siano molto maggiori di quelli che si possono percepire da lontano.

Indro verniciato

Montanelli in rosa Sulla storia della statua di Indro Montanelli imbrattata di vernice rosa (ma la vernice lavabile non è quella che stesa sui muri può essere appunto lavata, cosa un po’ diversa da “può essere tolta con l’acqua”?) io ho solo un pensiero, nemmeno troppo profondo.
Discutere sul fatto che Montanelli meriti o no di essere ricordato è una cosa perfettamente lecita, non ci sono dubbi. Per quello che mi riguarda, avrei anche trovato comprensibile che qualcuno gli avesse buttato addosso una latta di vernice quando era in vita. Farlo su una statua che evidentemente non può fare nulla mostra solo che si è forti con i deboli.

(foto: La Repubblica. Se ci cliccate sopra finite sulla loro rassegna fotografica)

Ultimo aggiornamento: 2019-03-10 12:56

_Le piante sono brutte bestie_ (libro)

Sono sempre in ritardo con le mie letture: il suo successivo Mirabilia è già uscito da mesi, ma io ho attaccato solo ora la sua opera precedente (Renato Bruni, Le piante sono brutte bestie : La scienza in giardino, Codice 2017, pag. 219, € 18, ISBN 9788875786717, link Amazon). Con i bei disegni di Alessandro Damin che impreziosiscono il testo, Bruni stavolta si dedica a spiegare come anche i semplici prati, giardini e orti contengano una biodiversità a noi ormai sconosciuta: ma soprattutto come non possiamo fare di tutta l’erba un fascio, perché piante diverse hanno richieste diverse. La biologia ha mostrato come credenze popolari, quali per esempio che fare pipì fertilizzi il terreno, possono essere vere per certe coltivazioni ma rovinarne altre; oppure che la simbiosi a livello microscopico tra le specie è molto più importante di quanto si credesse. Il tutto è confezionato nello stile per così dire “aziendale” di Bruni, che spiazza il lettore traducendo concetti a cui non facciamo più caso nel lessico marchettaro. Credo tra l’altro che il racconto della tassonomia delle piante finte, la famosa famiglia delle Simulacreaceae, meriti già da solo la lettura!

Comma 22

Ricordate che avevo resettato il telefono? Tra le varie app c’erano quelle delle banche. Con IWBank ho telefonato, mi hanno temporaneamente tolto la richiesta di PIN, e ho rimesso tutto a posto. PopSO è però stata un po’ diversa. La prima cosa da fare era stata cercare il QR code del contratto, che una volta scansionato mi avrebbe dato il codice da usare. Essendo io una persona ordinata (hahaha) l’ho ritrovato, ho recuperato il codice, l’ho inserito nel sito… e invece di passare alla schermata di configurazione con la seconda password mi è stato chiesto di inserire l’OTP lanciando l’app.
Telefono all’assistenza, e mi dicono “beh, è chiaro: il suo non è il primo accesso, quindi deve autenticarsi”. Io scendo dal pero e replico “bene, non si può resettare il numero di accesso?”, e l’help desk: “no, questo deve essere fatto in filiale”. Mi sa che la storia sia nata per fare andare ogni tanto qualcuno in filiale: sono poi andato dopo qualche giorno, non c’era nessuno ma mi hanno detto che quel giorno ero il terzo a chiedere il reset… oltre che suggerirmi di installare l’app su due diversi dispositivi in modo da averne sempre almeno uno funzionante.
Sarà, ma mi pare un sistema subottimale. Qual è la sicurezza aggiuntiva? Nessuna, perché io non ho dovuto dare dati personali. Però volete mettere?

Il comune tagliato in due

Ieri ho scritto su tumblr a proposito di un comune del cuneese formato da due parti distanti trenta chilometri.
Mi ha scritto timendum spiegando che

Probabilmente il comune è ora composto da città più il pascolo che era assegnato alla città, come fanno presente qui:
https://www.reddit.com/r/italy/comments/ayanct/til_di_magliano_alpi_un_comune_diviso_in_due/ehzgh1h/

Non credo ci siano abitanti nella parte di pascolo di Magliano Alpi, o almeno lo spero per loro…

Ultimo aggiornamento: 2019-03-07 11:36